Cari amici,

Dopo aver visto e poi postato questo video [in inglese] di Graham Phillips mi sono talmente disgustato da ciò che gli viene fatto dalle autorità britanniche che ho deciso di contattarlo e di fargli alcune domande molto basilari sulla sua situazione, nella speranza di presentarlo ad un pubblico più vasto, di dare visibilità al suo caso e di cercare di offrirgli il più ampio appoggio possibile. Così ho mandato un’e-mail a Graham, che molto gentilmente si è preso il tempo per rispondere alle mie domande. Ecco di seguito il nostro scambio completo.

Chiedo a tutti voi che utilizzate i social media di diffondere tutte le informazioni possibili su Graham e le azioni oltraggiose delle autorità britanniche nei suoi confronti. Lo stesso Graham ha affermato che “il supporto morale va bene, per favore, contattate un politico o una persona pubblica per fargli conoscere la situazione. Questa è una causa comune, una lotta comune e non solo possiamo vincere, ma dobbiamo vincere”.

Sono assolutamente d’accordo con lui e chiedo alla nostra meravigliosa comunità Saker di essere più rumorosa possibile in difesa di Graham e dei valori fondamentali della libertà di parola e dello stato di diritto, valori che l’Occidente ha completamente abbandonato. Graham ha ragione, questa è una causa comune e dobbiamo prevalere. Per favore aiutatelo più che potete!

Cordiali saluti,

The Saker

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Saker: Per chi non conoscesse il tuo lavoro, puoi spiegare come e perché sei finito a fare il corrispondente dal Donbass?

Graham: Beh, ad esser brevi, mi sono trasferito a Kiev in vista di Euro 2012, come tifoso di calcio, anche per riavviare la mia carriera, come giornalista. Ho lavorato lì, a Kiev, per la rivista What’s On, ho scritto articoli freelance anche per diverse pubblicazioni occidentali e, in generale, mi sono divertito moltissimo. Ma ho anche notato l’ascesa dell’ultranazionalismo in Ucraina, a Kiev in particolare; non mi piaceva e così ho lasciato Kiev per Odessa all’inizio del 2013. Poi, quando tutto è iniziato nel novembre del 2013, ero a Odessa  e mi sono subito espresso contro il Maidan, quindi i media occidentali mi hanno inserito nella loro lista nera. Così, ho iniziato a scrivere su un blog articoli sul tema, uno dei quali è arrivato all’attenzione di Russia Today, RT. Loro mi hanno chiesto di fare un’intervista, cosa che ho fatto. È cominciato da lì, nel corso dei mesi ho sviluppato una relazione con RT, facendo interviste, eccetera. Poi, quando gli fu impedito di portare i loro corrispondenti nel Donbass, nell’aprile del 2014 l’Ucraina  non permetteva ai russi di attraversare il confine, loro mi hanno contattato a Odessa, mi hanno detto di presentarmi il giorno successivo davanti alla telecamera a Donetsk, e di rimanere lì per una settimana di lavoro. Allora, sono salito in macchina, ho percorso 750 km, sono arrivato a Donetsk la mattina presto dell’8 aprile 2014, e ho iniziato da lì. Per alcuni mesi ho continuato con RT, come freelance, poi la nostra relazione è finita dopo la mia seconda espulsione, a metà del 2014. In realtà, in quel momento ho sentito di esser trattato male, sono stato espulso dall’Ucraina dalla SBU, dopo tre giorni piuttosto infernali in cui sono stato tenuto prigioniero dalle forze ucraine all’aeroporto di Donetsk, scaricato al confine con la Polonia e bandito dall’Ucraina per tre anni. Avevo perso praticamente tutto, incluso il mio appartamento a Odessa, e anche RT in quel momento mi ha praticamente abbandonato, per le strade della Polonia, a fine luglio/inizio agosto 2014. In realtà, RT mi disse allora che avevo ‘esaurito il mio compito’. Io non ero d’accordo, ho continuato per me stesso e ho proseguito per gli ultimi otto anni e più, facendo ciò che amo, reportage, dal posto che amo, il Donbass.

Saker: Ora che sei chiaramente perseguitato dalle autorità britanniche, hai pensato di intraprendere un’azione legale nel Regno Unito o credi che i tribunali britannici siano senza speranza (come suggerisce il caso di Assange)?

Graham: Beh, per punirmi le autorità del Regno Unito hanno sostanzialmente abolito la legge britannica. Cioè, hanno stabilito un precedente secondo cui se al governo non piace il tuo lavoro, possono punirti come un criminale. Non fatevi ingannare, le sanzioni sono una punizione penale quando sono applicate al cittadino del tuo stesso paese: al momento sono nel Donbass, ma ditemi cosa potrò fare quando tornerò nel Regno Unito, senza accesso a nessuno dei miei conti bancari, qualsiasi cosa? Come acquisterò il cibo? Come mi difenderò in tribunale da tutti i debiti non pagati che non ho potuto pagare perché i miei conti erano stati congelati? Come potrò anche permettermi di andare in tribunale? È il governo del Regno Unito che elimina tutti i principi della Magna Carta del 1215, quelli per cui ogni suddito britannico ha il diritto al processo, prima della punizione, ed è ritenuto innocente fino a prova contraria. Mi hanno appena detto che sono colpevole di… fare reportage che non piacciono loro, e per questo stanno cercando di rendermi indigente, di distruggermi. Inoltre, la mia designazione di “nemico dello stato” ufficiale ha incitato innumerevoli minacce di morte contro me stesso e la mia famiglia.

Al momento è in corso il mio ricorso contro le sanzioni illegali. Riceverò presto la decisione in merito, e proseguiremo da lì, state certi che qualunque sia la decisione, non sarà finita lì. Mi sento come si potrebbe sentire chiunque quando qualcuno o qualcosa cerca di distruggere la tua vita e lancia contro di te tutte le macchinazioni di una macchina statale totalitaria per cercare di distruggerti. Ma non ci sono riusciti e le prossime mosse, in conformità con la legge britannica, saranno mie.

Saker: Che ne dici della Corte Europea per i Diritti Umani? È un’opzione che prenderesti in considerazione?

Graham: Stai sicuro, amico mio, che sono aperto ad ogni opzione legale per affrontare le azioni illegali e totalitarie del Regno Unito. E non solo, mi occuperò anche di tutta la stampa che ha pubblicato calunnie contro di me, in questo periodo. C’è forse da aspettarselo che la stampa britannica non abbia capito che quello che è successo a me, crea un nuovo, e pericoloso, precedente per qualsiasi cittadino britannico: la punizione senza processo, senza nemmeno le accuse. Tuttavia, la russofobia della classe dirigente e della stampa del Regno Unito li acceca talmente da non vedere proprio quelle cose chiare e rilevanti per il resto di noi. Preferirebbero sostenere le azioni totalitarie dello Stato britannico, non capendo che, se un giorno faranno qualcosa che non piace allo Stato britannico, potrebbe toccare a loro. Ma, va bene, non mi sono mai aspettato nulla dalla stampa britannica e, come ho detto, chi ha oltrepassato il limite per calunniare, li affronterò, sempre in conformità con la legge britannica.

Saker: Infine, come possono aiutarti i nostri lettori?

Graham: Beh, per essere nella mia mailing list, mandatemi una mail a questo indirizzo. Al momento, non sto raccogliendo denaro o altro perché semplicemente non ho alcun modo di accedere al mio conto bancario nel Regno Unito o a siti occidentali come Patreon/Paypal. Perciò il supporto morale va bene, per favore, contattate un politico o una persona pubblica per portare alla sua attenzione il mio caso. Questa è una causa comune, una lotta comune e non solo possiamo vincere, ma dobbiamo vincere.

The Saker

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 Intervista di The Saker pubblicata su The Saker l’8 agosto 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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