Guerra, bombardamenti, povertà. Nello scontro fra Occidente e Russia il Donbass è prima linea. E’ toccato al Donbass il poco invidiabile ruolo di Sebastopoli, di Port Arthur, di Brest, di Leningrado e Stalingrado di questa guerra: insomma il ruolo di fortezza che resiste oltre ogni ragionevole limite.
Mentre la guerra infuria, però, la vita non si ferma: le persone continuano ad avere bisogno di assistenza medica, di cibo, di servizi essenziali. E il peso di fornire tutto questo è scaricato sulle fragili spalle delle giovani repubbliche. E’ il caso dell’emergenza decontaminazione alla Fabrika Trikotashnogo Polotna (Fabbrica di tessuto a Maglia) di Gorlovka. La fabbrica ha scritto una pagina importante nella storia dell’industrializzazione del Donbass sovietico. Nel dopoguerra Gorlovka si affermò come distretto industriale estrattivo, chimico e meccanico. Questa struttura economica, però, assorbiva soprattutto manodopera maschile: la disoccupazione femminile era elevata. Per risolvere questo problema venne allestito il più grande stabilimento tessile esistente nell’Ucraina del tempo: il primo blocco di produzione venne aperto nel 1971. La fabbrica rimase una struttura d’eccellenza con macchinari di avanguardia e una produzione di circa 12.000 tonnellate all’anno di tessuto fino alla crisi degli anni ’80. In seguito alla dissoluzione dell’U.R.S.S. l’impianto dovette cessare la produzione e i capannoni vennero abbandonati all’incuria ed allo sciacallaggio. Infine anche la guerra si è accanita sulla struttura: le bombe hanno risparmiato i capannoni, ma sono cadute nei cortili e nelle aree circostanti.
La settimana scorsa, poi, le nuove autorità della Repubblica Donetsk hanno ricevuto una segnalazione: la gente che abita nei pressi della fabbrica si ammalava, denunciava nausee, mal di testa ricorrenti. Alla fine qualcuno è entrato nel capannone e si è reso conto che i macchinari abbandonati e fatiscenti perdevano grandi quantitativi di mercurio. E’ per questo che il Ministero per gli Eventi Eccezionali, con funzione di protezione civile, ha inviato una squadra di decontaminazione. La fabbrica è sulla linea del fronte, e i soccorritori sono stati scortati da una pattuglia di militari dell’esercito Novorusso. I capannoni sono stati decontaminati ed il copioso mercurio sversato smaltito. Il giovane Donbass deve fare i conti con il presente, il passato recente e con quello remoto: nonostante questo si rialza. Il fotoreporter Igor Ivanov, che ha accompagnato la squadra e che ci ha raccontato la storia, ha documentato le operazioni di bonifica con il servizio che vi proponiamo.
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