Si capisce che le danze sono finite per il petrodollaro quando il miglior argomento offerto dai suoi apologeti è che “il sistema del petrodollaro è pessimo ma il sistema del petroyuan sarà peggio”. Certamente, il petrodollaro non verrà detronizzato domani, ma la sua fine è già scritta.
Si prevede che la Cina lanci il suo primo futures sul petrolio denominato in yuan nel 2018, e ciò segnerà l’inizio della fine per il dominio del dollaro sul commercio mondiale di petrolio.
La minaccia del petroyuan è ora considerata abbastanza seria da giustificare un duro attacco pubblicato sul The Wall Street Journal. Nell’articolo [in inglese] “Il tentativo della Cina di dominare il prezzo del petrolio fallirà” Nathaniel Taplin elenca un sacco di motivi per cui i tentativi della Cina di stabilire un meccanismo di scambio e di prezzo alternativo per il commercio petrolifero globale sono destinati al fallimento. Tuttavia, gli argomenti presentati nell’articolo si riassumono in una singola tesi: la leadership cinese è così inetta, che sicuramente comprometterà ogni aspetto del lancio del progetto petroyuan. Questa è un’ipotesi coraggiosa, audace e sbagliata.
Il progetto “petroyuan” è in elaborazione dal 2009, e Pechino ha avuto tutto il tempo del mondo per prepararsi al lancio del petrolio scambiato in yuan, e questo ovviamente include risolvere le magagne del suo contesto normativo. Sono state adottate disposizioni speciali per consentire ai partecipanti stranieri l’accesso senza interruzioni alla Borsa Futures di Shanghai, dove il nuovo contratto sarà negoziato, ed è noto che le principali compagnie petrolifere e gli operatori economici internazionali sono stati coinvolti nella creazione del quadro normativo richiesto. Chiaramente Pechino vuole che il suo cruciale progetto energetico abbia successo e probabilmente farà di tutto per renderlo attraente per le compagnie petrolifere straniere.
Un forte argomento contro il petroyuan è che lo stesso yuan non è una valuta di facile utilizzo, rispetto al dollaro o all’euro. Spostare quantità significative di yuan dentro e fuori la Cina può essere complicato, e le normative che limitano il commercio di yuan potrebbero effettivamente presentare alcune difficoltà per gli aspiranti utilizzatori del nuovo contratto future sul petrolio. Tuttavia, le autorità cinesi sono consapevoli del problema e hanno già trovato una buona soluzione. Gli utenti dei contratti futures denominati in yuan avranno la possibilità [in inglese] di convertire istantaneamente il loro yuan in oro alla Borsa Futures di Hong Kong o alla Borsa Futures di Shanghai.
L’oro [in inglese], per ovvi motivi, non ha nessuno dei presunti svantaggi dello yuan. L’oro può facilmente funzionare come una valuta, ed è una riserva di valore universalmente accettata che ha un prezzo relativamente stabile; è considerato anche una buona copertura per i rischi di inflazione. Pur potendo l’oro avere i suoi svantaggi quando viene usato come una “valuta” di scambio per il petrolio, esso ha anche un vantaggio unico: gli utenti dell’oro sono immuni alle sanzioni finanziarie statunitensi. Il Tesoro degli Stati Uniti o la Casa Bianca possono facilmente impedire ad una società o ad un intero paese di utilizzare il sistema finanziario basato sul dollaro, ma l’oro non è sottoposto a nessuna autorità di emissione o di governo e quindi può essere utilizzato dai paesi e dalle società colpite dalle sanzioni. Dato l’attuale clima geopolitico, qualsiasi valuta che abbia una capacità innata di eludere le sanzioni statunitensi diventa un candidato attraente per il commercio del petrolio.
Le autorità cinesi hanno creato il collegamento tra il petrolio scambiato alla Borsa Futures di Shanghai e l’oro scambiato alle Borse Futures sull’oro per dare ai commercianti stranieri e alle compagnie petrolifere la valida garanzia che i regolatori cinesi giocheranno sempre secondo le regole. Se per qualsiasi motivo i commercianti di petrolio stranieri non riescono a far uscire i loro yuan dalla Cina (ad esempio perché Pechino decide di imporre speciali controlli sui capitali), possono sempre comprare oro, prendere in consegna le barre d’oro e andarsene incolumi. Questo meccanismo serve anche come copertura contro la svalutazione dello yuan, quindi è difficile vedere un vantaggio competitivo nell’attuale sistema del petrodollaro, rispetto a quello che la Cina ha da offrire.
È improbabile che il petrodollaro venga sostituito da una nuova “petro-valuta”. Uno scenario più probabile è che più “petro-valute” concorreranno alla quota di mercato del dollaro. Il petroyuan sarà affiancato da “petro oro” e forse anche dal “petrorublo”, perché la Russia sta cercando [in inglese] di creare un meccanismo di negoziazione e determinazione del prezzo in rubli per le sue esportazioni petrolifere, usando i futures sul petrolio degli Urali scambiati sulla Borsa Mercantile Internazionale di San Pietroburgo.
Una delle “previsioni esorbitanti” di Saxo Bank per il prossimo anno è che il 2018 sarà l’anno del petroyuan [in inglese]: “Con il declino del potere globale degli Stati Uniti e del suo raggio di azione, e visto il successo in generale dei futures sulle materie prime in yuan, la decisione dello Shanghai International Energy Exchange di lanciare un futures di petrolio greggio basato sullo yuan è un grande successo”. Tuttavia, anche se il sistema dei petrodollari sopravvivesse un altro anno senza essere immediatamente fatto fuori dal petroyuan, dovrà comunque affrontare la morte a causa di migliaia di tagli. Il lancio dello scambio di petrolio basato sullo yuan potrà essere il primo taglio, ma sicuramente non sarà l’ultimo, sostiene la banca.
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Articolo di Ivan Danilov apparso su Sputnik il 29 dicembre 2017
Traduzione in italiano di Cinzia Palmacci per SakerItalia
[le note in questo formato sono della traduttrice]
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