url“Per quanto riguarda il gas, siamo indipendenti”, ha felicemente annunciato la Polonia dopo aver finalmente costruito un terminal dove poter ricevere gas naturale liquefatto (LNG). Ma questa nuova via marittima di trasporto del gas dal Qatar, invece di risparmiare risorse finanziarie, si tradurrà in costi ancora più elevati. Varsavia sta già pagando, e non ha ancora ricevuto neanche un singolo metro cubo di gas.

“La Polonia ha raggiunto il suo obbiettivo strategico: per quanto riguarda il gas, siamo indipendenti”, ha detto il Primo Ministro polacco Ewa Kopacz alla cerimonia di inaugurazione del nuovo terminal per l’LNG nella città di Swinoujscie, riferendosi al sogno caro al governo polacco: poter fare a meno del gas russo.

“Ora possiamo ottenere il 90% del gas da altre fonti. Il prossimo anno, se lavoreremo duro, saremo indipendenti al 100% dalle forniture di gas provenienti dall’Est.” Ha detto la Kopacz. Secondo lei il terminal metterà la Polonia in grado di acquistare gas liquefatto in qualunque parte del mondo e farlo arrivare via mare. “Questa indipendenza ci permetterà di negoziare il prezzo del gas”, ha aggiunto il Primo Ministro polacco.

Ci sono voluti 10 anni per portare a termine il progetto. Fu iniziato nel 2006, nel 2008 venne firmato un contratto con una ditta appaltatrice, la Saipem (una consociata del gigante energetico italiano ENI) e i lavori iniziarono praticamente nel 2011. Inizialmente programmata per essere completata nel 2013, la costruzione del terminal fu ritardata di due anni.

Il terminal sarà operativo non prima della metà del 2016. Prima dell’apertura commerciale è necessario far arrivare e immagazzinare il gas “tecnico” o “di tamponamento” che svilupperà la pressione necessaria al pompaggio del gas da mettere in commercio. Le prime due spedizioni di LNG dal Qatar arriveranno a Swinoujscie a metà dicembre 2015 e a febbraio-marzo 2016 dovrebbero iniziare i lavori di preparazione, i test di manutenzione ecc., che faranno ulteriormente ritardare di diversi mesi l’entrata in funzione effettiva del terminal.

Giurando che il nuovo terminal LNG renderà inutile il gas russo, il Primo Ministro polacco stiracchia la verità. La realtà è che il fabbisogno energetico della nazione è ancora molto dipendente dal gas russo. Nel 2014 la Polonia ha consumato 15,5 miliardi di metri cubi (bn cu.m.) di gas, di cui solo meno del 28% (4,4 bn cu.m.) coperti dalla produzione nazionale, il restante 70% (11 bn cu.m.) è stato importato. A sua volta, l’80% del gas importato (8,4 bn cu.m.) è stato fornito dalla Russia e solo il 20% proviene da Germania, Repubblica Ceca e Norvegia.

La capacità di immagazzinamento del nuovo terminal, che è previsto venga ampliata ulteriormente del 50%, è attualmente di 5 bn cu. m., un terzo del fabbisogno annuale della Polonia.

Adesso Varsavia si è dotata di una nuova via marittima per il trasporto del gas, ma a quali costi? Il Qatar è finora l’unico fornitore con cui la Polonia ha siglato un contratto e solo per la consegna di 1,5 bn cu.m. di gas liquefatto, che impegneranno non più di un terzo delle capacità del terminal. Per i rimanenti due terzi non si sono ancora stipulati contratti, questo probabilmente è dovuto al fatto che l‘LGN si è rivelato troppo costoso.

Il contratto con il Qatar, con il quale la Polonia si impegna per 20 anni ad acquistare circa 1,5 bn cu.m. di LNG all’anno da Qatargas secondo le modalità “prendi o paga” [il mancato acquisto comporta il pagamento di una penale, NdT], è estremamente sfavorevole per i consumatori polacchi. Il prezzo del gas del Qatar è 2,5 volte più alto di quello offerto dalla Russia, rispettivamente 700 e 265 dollari per 1000 metri cubi, come ci ha riferito Anna Kokoreva, analista dell’”Alpari”. Per quanto possa sembrare paradossale, l’anno scorso la Polonia ha chiesto uno sconto sul prezzo del gas non a Qatargas, ma a Gazprom.

In questo modo 8,4 bn cu.m. di gas russo costerebbero alla Polonia 2,2 miliardi di dollari, mentre la stessa quantità di gas, ma dal Qatar, 5,9 miliardi di dollari. Preferire il Qatar alla Russia sarebbe una enorme follia, vero? Nonostante ciò Varsavia dovrà acquistarne 1,5 bn cu.m. per non venir meno agli obblighi contrattuali. In più ha già cominciato a pagarlo.

Il fatto è che il contratto ha costretto la Polonia ad iniziare gli acquisti da Qatargas nel 2014, in quanto il terminal avrebbe dovuto essere pronto nel 2013. I lavori sono andati a rilento, ma il Qatar ha comunque insistito affinchè gli obblighi contrattuali fossero rispettati. Alla fine le parti si sono accordate sul fatto che il Qatar potesse rivendere i quantitivi di gas già contrattati ad altri compratori a prezzo ridotto e che questa differenza di prezzo fosse pagata dalla Polonia, come ci ha riferito Alexei Grivach del Fondo Nazionale per la Sicurezza Energetica. Così è successo che la Polonia non può fisicamente ricevere il gas dal Qatar, ma già lo sta pagando. Le prime due cisterne dal Qatar sono previste per dicembre e l’inizio del prossimo anno e consegneranno il gas tecnico, in base ad un contratto diverso, firmato a settembre.

In questo modo il progetto di fornitura di gas dal Qatar si è già dimostrato rovinoso per la Polonia. A Varsavia occorreranno decenni per recuperare i costi di costruzione del terminal, che ammontano a 977 milioni di dollari.

Come ho detto prima, la Polonia non ha altra scelta se non quella di acquistare gli 1,5 bn cu.m. dal Qatar. A meno di un aumento dei consumi interni, i rifornimenti di gas dalla Russia saranno probabilmente ridotti dello stesso quantitativo. In questo caso stiamo parlando unicamente di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas della nazione, non di un totale rifiuto del gas russo. Varsavia ridurrà semplicemente la quota del gas russo importato dal 80% al 60%. Una tale diversificazione sarà pagata a caro prezzo, la Polonia dovrà sborsare in più 652,5 milioni di dollari per l’acquisto di 1,5 bn cu. m. di gas dal Qatar a 700 dollari invece di quello russo a 265 dollari [per 1000 cu.m., NdT]. Seguire una politica economica così irragionevole non è altro che pura follia.

Bisogna anche dire che per utilizzare le capacità di riserva del terminal, la Polonia pensa di comprare gas sul mercato spot [che richiede pagamenti a due giorni lavorativi, NdT]. Questo mercato ha una caratteristica: la stretta dipendenza fra domanda e offerta. In estate, quando il consumo di gas in Europa diminuisce, il prezzo spot del gas può essere più basso di quello che arriva con i gasdotti, mentre d’inverno la domanda sale tantissimo e le limitate forniture di questo mercato spingono il prezzo molto al rialzo. Quindi, far affidamento sul mercato spot, non dà ai compratori nessuna garanzia che le loro richieste di gas possano essere soddisfatte, a differenza di Gazprom che garantisce forniture costanti per tutto l’anno.

Qualche tempo fa Varsavia aveva preso in considerazione un altro modo per dire no alla Russia sulla questione del gas. L’anno scorso la Polonia ha iniziato i rifornimenti di gas “a flusso invertito” dalla Germania attraverso la condotta “Yamal-Europa”. La cosa è stata resa possibile con l’ammodernamento (iniziato nel 2012) della stazione di pompaggio di Malnov, nell’est della Germania. La Polonia disse allora che questo progetto le avrebbe fornito 5,5 bn cu. m. di gas all’anno nel caso la Russia avesse bloccato le forniture. In ogni caso, nonostante tutte le sue ambigue dichiarazioni politiche e il malcontento sui prezzi, la Polonia non ha mai cessato di acquistare gas russo.

Quindi, scegliere di approvvigionarsi a flusso inverso dalla Germania, significa che la Polonia continuerà a comprare gas dalla Gazprom, solo che lo farà attraverso un intermediario. Per quanto riguarda Gazprom, questa si rifarà dei volumi persi aumentando le forniture alla Germania e Varsavia dovrà di conseguenza pagare una commissione all’intermediario. Questo è esattamente quello che sta facendo ora l’Ucraina, che da giugno a metà ottobre ha acquistato solo gas a flusso inverso dall’Europa.

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Articolo di Olga Samofalova pubblicato su Thesaker.is il 15 ottobre 2015
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it

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