Su questa pagina [in russo] si afferma con esultanza “Addio America, è finita!”.
Devo ammettere che il bello deve ancora venire. La tesi viene argomentata in maniera anche corretta, tuttavia le prove a suo sostegno sono in qualche modo indebolite dall’approccio passionale ed emotivo.
Qui vogliamo essere meticolosi, e perciò andremo oltre quell’approccio, vale a dire che prenderemo una tesi da un testo emotivo e lo eviscereremo, per indagare dove pochi guardano.
In linea di principio, l’America potrebbe compensare le perdite addirittura di tutta l’industria petrolifera con i dollari della Fed, ma la crisi non è iniziata con la guerra del greggio, dato che i problemi vengono affrontati da ormai più di un anno con i dollari della Fed!
A parte la durata, che non è di un anno o due, e nemmeno di dieci, ma molto più lunga, quanto sopra affermato è vero. Tra l’altro, nessuno se ne preoccupa più. Dove sono le critiche al governo per via della mancanza di denaro? E dov’è lo scontro sugli ulteriori innalzamenti al tetto del debito? Beh, la crisi è passata, per cui non ce n’è più bisogno…
In linea generale ci concentreremo sulla tesi scelta senza riferirci a teorie, analisi e opinioni dell’uno o dell’altro, anche se vengono presentate con tutti i crismi ed in maniera distaccata.
Come strumento, prenderemo il “semplice” contatore americano, chiamato colloquialmente il “contatore del debito nazionale”.
A ben vedere, ci si trovano tante cose interessanti, ma la nostra attenzione sarà diretta su due o tre parametri che sono più che eloquenti. Raccomando di prestare la dovuta attenzione a questo strumento e di controllare tutto quello che sarà scritto di seguito.
La prima volta che ho notato questo “miracolo della tecnologia” è stato a febbraio 2017. Ecco una schermata del 24 febbraio 2017
I valori che ci interessano sono:
debito nazionale: 19,98 mila miliardi di $;
debito pro-capite: 61.533$;
Valuta e crediti derivati: 610,77 mila miliardi $.
Ancora nessuna valutazione, solo aridi numeri. Anzi, quasi nessuna. Eccetto una, perché c’è un particolare che va chiarito: il terzo valore, dove il concetto chiave è “derivati”, elencato nella sezione “attivi”, è un cosiddetto strumento finanziario derivativo, di origine e con storia oscure, e privo di una precisa definizione. In realtà, si tratta di tipi di beni, come le azioni, i cui prezzi però sono molto relativi, dato che dipendono da diversi altri titoli. È per questo motivo che sono chiamati “derivati”.
Ad esempio, un “titolo cartaceo” può essere una obbligazione non garantita per motivi legati al verificarsi di condizioni future oppure a rischio di esigibilità. Allo stesso tempo, nessuno sa cosa accadrà e, molto più interessante, come regola, quando questo futuro arriverà, qualcuno si ritroverà con perdite prevedibili.
Vale a dire che certi indici, di natura diversa, vengono sempre inclusi in questi panieri e, a parte il dollaro ($) sono privi di un denominatore comune. Non c’è possibilità di dissezionare tutta questa somma astronomica, paragonabile a tutti i cespiti del pianeta, e anzi, superiore ad essi diverse volte.
Quindi andiamo subito al centro della questione: tradotto in un linguaggio quotidiano anziché in gergo scientifico, si tratta di normali “debiti cattivi”, compresi prestiti non esigibili concentrati in banche speciali, le “banche dei debiti cattivi”. Generalmente si tratta di patrimoni dubbi, definiti anche “debiti tossici”, il cui prezzo, sia secondo la mia opinione che nella vita reale, si avvicinano allo zero. Per convenzione le banche “normali” si sbarazzano di questi debiti in determinati momenti, vendendoli a valore zero ad altre strutture, dove si “stabilizzano”, facendo sembrare in questo modo che l’economia abbia purgato i cespiti tossici.
Andiamo avanti. Schermata del 9/12/2019:
debito nazionale: 23,10 mila miliardi di $;
debito pro-capite: 69.978 $;
Valuta e crediti derivati: 546,20 mila miliardi $.
Perciò vediamo che in quasi tre anni gli “aridi numeri” sono cambiati in maniera significativa, e in diverse direzioni: il debito pubblico ed i debiti dei cittadini sono aumentati, mentre i debiti cattivi sono diminuiti.
Ricalcoliamo il debito pubblico per un anno, e poi in scala più piccola, il che ci servirà nella conclusione.
Aumento del debito nazionale
- All’anno: 1.120 miliardi $
- Al giorno: 3,06 miliardi $
- Al minuto: 2,12 milioni $
- Al secondo: 35.403 $
Una nota: si tratta del periodo di presidenza di Donald Trump, che, ricordo, è salito al trono nel gennaio 2017 con la promessa di ridurre drasticamente il debito pubblico e di “bonificare la palude di Wall Street” che sta mettendo il cappio al collo dell’America. In realtà la sua promessa è stata un fiasco completo, e 64.000 miliardi di debito cattivo (derivati) sono stati semplicemente depennati, molto probabilmente per prescrizione, come inesigibili senza speranza.
E arriviamo ai giorni nostri. Schermata del 17/5/2020:
debito nazionale: 25,27 mila miliardi di $;
debito pro-capite: 76.656 $;
Valuta e crediti derivati: 680,37 mila miliardi $.
Risultati del debito nazionale in quasi cinque mesi (dal 9/12/2019):
Aumento del debito nazionale
- All’anno: 5.010 miliardi $
- Al giorno: 13,73 miliardi $
- Al minuto: 9,54 milioni $
- Al secondo: 158.069 $
Aumento dei patrimoni tossici:
- All’anno: 309.950 miliardi $
- Al giorno: 846,84 miliardi $
- Al minuto: 558,08 milioni $
- Al secondo: 10 milioni $
Consiglio di ignorare il debito nazionale, che Trump ha promesso di ridurre drasticamente, perché, come più volte ripetuto, è di poco interesse: è concettualmente impossibile da ripagare o anche solo da ridurre; può solo aumentare con diversi gradi di intensità. Ora, prendendo in considerazione la distribuzione del famigerato “helicopter money” (pagamento una tantum di 1.200 dollari a testa, più una diaria mensile per disoccupazione a circa dieci milioni di persone in più), l’intensità è aumentata nettamente. Quando il coronavirus si sarà finalmente placato, la sua crescita potrà diminuire ma non cambierà in alcun modo la sua tendenza ad una crescita costante. In più c’è una struttura del PIL che è fatta dell’80% da speculazione finanziaria.
Ma sui titoli tossici c’è veramente poco da dire.
Quant’è un milione di dollari al secondo: tanto o poco? E 10 milioni?
Qualunque risposta monosillabica a questa semplice domanda è errata, perché tutto è relativo. Un milione può sembrare molto se riferito ad una persona ordinaria, ma anche dieci milioni sono una somma di poco rilievo anche nel contesto del bilancio di una qualunque remota repubblica delle banane. Figuriamoci poi se è rapportata al Campidoglio, il cui fulgore, come ben sappiamo, mai si affievolisce mentre ci guarda dall’alto in basso.
Quello che vorrei dire, senza impiegare troppe parole è: l’economia numero uno al mondo è il più discutibile e tossico asset del pianeta, dal quale ogni secondo vengono purgati 10 milioni di dollari, che in termini medi annuali significano più di 300.000 miliardi. In pratica, l’essenza nuda e cruda di questa macchina per digerire montagne di dollari è quella di vivere nel debito, e di ritirare obbligazioni senza sosta per spostarle in speciali panieri, dove vengono bruciate dopo che la loro esigibilità è stata prescritta. Tradotto in termini di scala del disastro: ogni credito interno, prestito, investimento “cartaceo”, ecc., di fatto non ritorna mai al creditore e diventa un cespite “tossico”, richiedendo una costante epurazione dell’economia dai cattivi debiti. Esattamente secondo il principio americano “se non sei costretto a pagare, non serve pagare”.
In linea di principio la soluzione è geniale, del tipo “se è gratis, prendi”.
Ma sto divagando.
C’è un altro valore in campo: la “ricchezza nazionale totale”. Da febbraio 2017 a maggio 2020 è cresciuta da 128.310 a 143.830 miliardi dollari. Si tratta di 15.520 miliardi, cioè del 12%, il che è verosimile in termini di possibile crescita naturale e di presenza di una rivalutazione inflattiva.
Contemporaneamente i titoli tossici sono aumentati da 610.770 miliardi a 680.370 miliardi di dollari, cioè di quasi lo stesso 12%, ma in termini assoluti di 69.600 miliardi di dollari, quasi la metà della ricchezza nazionale.
P.S. 1: secondo i dati pubblicati dal Center for Microeconomic Data of the Federal Reserve Bank di New York, alla fine del 2018 il totale del debito delle famiglie americane aveva raggiunto i 13.540 miliardi di dollari. Si tratta principalmente di mutui ipotecari. In termini pro-capite (su 328,2 milioni cittadini) fa 41.280 dollari, che è due volte meno di quanto risulta dal contatore. Non discuto su chi abbia torto o ragione, ognuno si preoccuperà dei propri debiti personali. In ogni caso 13.540 miliardi sono una somma inimmaginabile che può essere paragonata al PIL di un Paese di grandi dimensioni.
Anche nel 2008, quando scoppiò la bolla dei mutui, una consistente parte di questo debito (circa 3.000 miliardi) è stata depennata ed evidentemente spostata tra i “debiti cattivi”.
Per quanto riguarda il volume del debito totale (pubbliche amministrazioni ed altre istituzione, stato compreso) secondo l’opinione di esperti di Wall Street, presentata in un rapporto pubblicato [in inglese] dalla società AllianceBernstein nel settembre 2019, “il livello reale del debito USA potrebbe essere il 2.000% dell’economia”. Si stima che oggi ammonti a circa 500.000 miliardi di dollari.
Sembra che tutto torni, almeno l’ordine di grandezza delle somme è quasi lo stesso.
Una cosa sola non è chiara: perché, per valutare il reale stato finanziario di un’economia tossica, serva rivolgersi a famose e rispettate società per fare compilare grossi volumi, quando anche un veloce occhiata profana porta alla stessa conclusione: “debiti tossici inesigibili” meno “ricchezza nazionale totale” fa sempre 500.000 miliardi di dollari.
P.S. 2: gli analisti finanziari, compresi quelli americani, usano sempre più spesso il termine “default” nelle loro valutazioni dello stato dell’economia americana. Contemporaneamente, esperti nazionali imparziali, nel valutarne le conseguenze, notano che la Russia si disfa regolarmente dei propri titoli di debito americano, il cui portafoglio attuale ammonta a miseri 3 miliardi di dollari. Ciascuno ne tragga le proprie conclusioni.
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Articolo di Aleksandr Dubrovsky pubblicato su Stalker Zone il 20 maggio 2020
Traduzione in italiano di DS per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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i Padri della teoria Economica, intendo ai tempi di Adam Smith,rivolgevano le loro analisi per spiegare la mano della Provvidenza che virtuosamente proteggeva il Mercato con i comportamenti efficienti del Capitalista imprenditore, perché lo sviluppo ed i profitto si fondavano su due fattori che dovevano essere remunerati(con il Denaro)
in modo eque sostenibile.
Ora il denaro sostiene non più l’Impresa( capitale e lavoro) che produce ma è uno strumento della finanziarizzazione dell’economia per estrarre valore spendibile sempre alla ricerca di Risparmio e prateria che non ci sono più. I Future ,poi, hanno anticipato il Futuro drammatico che è diventato il Presente.
L’Occidente ha scavato la sua tomba sotto il ramo dell’albero che cadrà con grande fracasso.
La speranza è che questa bolla di debito astronomica ente enorme non può essere sostenuta molto a lungo, neanche rubando risorse naturali in giro x il mondo. Quand’è che gli ammuricans inizieranno acoprire questo debito contratto in gran parte con i sionisti?, questi tizi passeranno all’incasso molto presto, esigendo la “greater israHELL” come contropartita…….
come dice Valery è la cruda verità, i muricans pensano di coprire i debiti rubando e rapinando in giro per il mondo, e mantenere gli “alleati” vicini con la minaccia, un comportamento fallimentare che al momento della caduta, che è molto, ma molto vicino, il tonfo sarà così forte che il mondo si ritroverà con un vuoto di potere enorme, un po’ come quando le grandi mafie cadono e i successori poi si sbraneranno per prendersi una parte delle attività lasciate libere dalle famiglie mafiose cadute e distrutte.
A quel punto tutte le jene, i dingo, i coyotes e gli sciacalli imperverseranno liberi per il mondo per prendersi le carogne rimaste