L’11 di dicembre, la banca centrale della Russia ha alzato il suo tasso di sconto dell’un percento, dal 9,5% al 10,5%. Come fondamento logico della mossa, il governatore della banca, Elvira Nabiullina, ha offerto quello della interruzione della discesa del valore del rublo. Ma nessuno ha riso.
Allora è stata offerta una spiegazione ancora più comica: il rialzo del tasso avrebbe aiutato a contenere l’inflazione. Vediamo perché è divertente: supponiamo che io sia un fabbricante di aggeggi, ora, se devo chiedere un prestito al 10,5% invece del 9,5%, alzerò corrispondentemente i prezzi dei miei aggeggi in modo da ripagare i maggiori interessi. Questa è l’inflazione dei prezzi. Poi i miei lavoratori cominceranno a lamentarsi e minacceranno di disertare, ed io dovrò dar loro degli aumenti. Questa è l’inflazione degli stipendi. Questo succede se i miei aggeggi sono dei salvavita e la gente non ha altra scelta che comprarli; Se i miei aggeggi sono facoltativi ed io ne alzo i prezzi, la gente ne comprerà semplicemente di meno, quindi, invece di prendere il prestito ed aumentare la mia produzione, io converto i miei risparmi in dollari o euro, chiudo bottega e lascio il paese, dicendo a tutti di averne abbastanza delle sciocchezze della banca centrale russa. Ma se fosse proprio questo quello che i burocrati della banca centrale della Russia vogliono che accada? Uhmm…
L’aumento del tasso non fermerà la discesa del rublo per alcune ragioni molto ovvie. Per prima, una di quelle minori: il solo fatto dell’aumento ha indicato ci si attende la continuazione della discesa del rublo. In effetti, i portavoce della banca centrale della Russia hanno lo schema costante di agire come i peggiori nemici del rublo, suggerendo di aspettarsi la sua caduta. Poi, la ragione principale: gli speculatori, compreso i potenti addetti ai lavori come German Gref, il presidente di Sberbank, stanno facendo del loro meglio per spingere il rublo al ribasso mentre scommettono su una ulteriore discesa provocata dalle persone che vendono i propri rubli cercando di salvare i loro risparmi. Mentre la maggior parte dei russi comuni va da Sberbank a pagare le proprie bollette, qualche altro russo fuori dal comune, e con lui anche alcuni stranieri, va da Sberbank per sedersi in uffici eleganti, davanti ai terminali borsistici, per giocare d’azzardo con i risparmi dei russi comuni. I russi comuni sono alquanto irritati per questo stato di cose, ed il 70% di loro, nei sondaggi di opinione, affermano di considerare un crimine la manipolazione della valuta e di volere l’arresto e la punizione dei criminali. Il signor Gref si permette di dissentire e coltiva perfino delle ambizioni politiche: vorrà mica diventare il prossimo Michael Khodorkovsky?
Nel suo recente discorso alla nazione, Putin ha detto “Sappiamo chi sono gli speculatori” mentre la telecamera ingrandiva su Elvira Nabiullina che è arrossita e, forse, si è bagnata un po’ le mutandine (io so che l’avrei fatto se fossi stato al suo posto). Malgrado i suoi toni staliniani, adesso Putin sta spingendo con una stringa. Vedete, una volta che hai riempito il personale della banca centrale con economisti liberali addestrati a seguire le indicazioni del FMI, e non hai fatto nulla per chiudere le porte girevoli fra la banca centrale e le altre grandi banche (dopo tutto, se i ragazzi di Wall Street possono farlo, perché non i russi?), allora perché non dovrebbero rapinare la propria gente ogni volta che ne hanno l’occasione, e poi usare i loro illeciti guadagni per tentare di sovvertire il sistema politico, proprio come hanno fatto gli americani?
Alcune persone stanno cominciando a criticare Putin ad alta voce per la sua inattività: ma cosa potrebbe fare? Ideologicamente, lui è uno statista ed ha fatto un bel lavoro nel puntellare la sovranità russa, strappando il controllo delle risorse naturali agli interessi esteri e limitando la manipolazione straniera della politica russa. Ma egli è anche un liberale economico che crede nei meccanismi di mercato e nella libera circolazione dei capitali. Non può perseguire i banchieri sulla base della sola ideologia, perché quali differenze ideologiche ci sono? E quindi, ancora una volta, egli è paziente, e permette ai banchieri di bruciare il vecchio rublo “legnoso” fino alla cenere e, nel processo, pure le loro proprie prospettive di carriera. E poi lui si intrometterà e risolverà il risultante problema politico, come problema politico piuttosto che finanziario.
Questa strategia comporta un notevole mancato ricavo. Dopo tutto, se agisse per conto dei russi comuni e dei loro datori di lavoro, la banca centrale può fare alcuni passi importanti e molto efficaci. Per esempio, potrebbe comprare il debito russo in mano agli occidentali e dichiarare l’interruzione “per forza maggiore” del suo rimborso finché non siano tolte le sanzioni finanziarie contro la Russia. Potrebbe ridurre il suo tasso di interesse per alcune industrie domestiche scelte accuratamente, quelle coinvolte nella sostituzione delle importazioni. E, massimo dell’ovvio, potrebbe ridurre con grande efficacia le operazioni dirette alla distruzione del valore del rublo da parte di certi addetti ai lavori con protezioni altolocate. Putin ha detto di sapere chi siano. Voglio sperare che stiano indossando dei pannoloni. Non sarei affatto sorpreso se, fra non molto tempo, subissero un trattamento alla Khodorkovsky.
Questa trasformazione di un problema finanziario in un banale problema politico può prendere un po’ di tempo, ma, una volta completata, la prognosi a lungo termine è ancora ragionevolmente buona. La Russia ha un debito governativo molto basso, grandi riserve di oro, e, nonostante i prezzi molto più bassi del petrolio, le sue esportazioni di energia sono sempre profittevoli. Vedete, il petrolio russo costa all’uscita dei pozzi molto meno del petrolio scistoso degli USA, di quello nelle sabbie bituminose del Canada o quello estratto dalle piattaforme marine della Norvegia. Perciò l’industria petrolifera russa può sopravvivere ad un periodo di bassi prezzi petroliferi mentre quegli altri produttori potrebbero non esserci più quando il prezzo del greggio risalirà. Visto che il rublo è calato ben più del petrolio, la tesoreria russa sarà inondata da ricevute fiscali e non avrà da finanziare un deficit di bilancio. Il 18% circa di introiti che la tesoreria russa riceve dalle esportazioni energetiche è significativo, ma perfino più significativo è il restante 82%, molto del quale proviene dalle tasse sugli stipendi, fra le più basse in Europa, fra l’altro. E qui si trova il più grande pericolo: che la perdita dell’accesso alle fonti di credito occidentali causata dalle sanzioni accoppiata con gli strani trucchi della banca centrale di alzare i tassi invece di abbassarli, possa portare l’economia interna della Russia ad una severa caduta.
Con tutta questa instabilità politica e finanziaria dilagante nel mondo, è difficile fare previsioni dettagliate di qualsiasi tipo, ma mi avventurerò a rilasciare un piccolo avvertimento salutare: i banchieri centrali della Russia, insieme ai loro amici e colleghi nell’industria finanziaria, sono in procinto di sperimentare un’estrema mancanza di amore da parte della propria gente.
[Aggiornamento della mattina presto: in caso abbiate qualche dubbio, l’intervento non ha funzionato. Il rublo ed il petrolio continuano a scendere in mezzo ad una crescente agitazione dei mercati finanziari di tutto il mondo]
[Aggiornamento dell’ultimo minuto: il tasso dei prestiti pronti conto termine è stato alzato ad un doloroso 17%! Allo stesso tempo, la percentuale di sciocchezza nelle ragioni date è stata significativamente diminuita: si è fatto ciò per prevenire un ulteriore deprezzamento del rublo. Messo in parole povere, forse anche troppo, la liquidità del rublo per le speculazioni valutarie si è proprio prosciugata. Contemporaneamente, la banca centrale supporta gli investimenti industriali a lungo termine ad un più ragionevole tasso del 6,5%. Basterà a fermare la discesa?]
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