Traduzione a cura di Stanislao per sakeritalia.it
Articolo apparso sul sito Russia Insider il 5 Dicembre 2014.
*****
Pare che la EU “sconfigga” Putin forzandolo a cancellare la condotta del South Stream. Così dicono i giornali occidentali.
Nonsenso.
I fatti, al dunque, ci dicono altre cose.
Questo gioco, “Oleodottistan”(Pipelineistan), continuerà a creare massicce scosse geopolitiche attraverso l’Eurasia per molto tempo ancora.
Senza clamore, alcuni anni fa la Russia preparò piani per il Nord Stream – oggi pienamente operativo – e South Stream – ancora in fase progettuale – per scavalcare la poco affidabile Ucraina quale nazione preposta al transito del gas.
Ora la Russia prepara un nuovo accordo con la Turchia per superare il “non-costruttivo” atteggiamento della Commissione dell’Unione Europea (EC).
Il passato rimane essenziale per capire il gioco in corso.
Cinque anni fa seguivo nel dettaglio “l’opera finale” chiamata Oleodottistan
la guerra tra le reti distributive South Stream e Nabucco.
Il Nabucco è rimasto sepolto lungo la strada. Il South Stream potrebbe essere risuscitato, ma solo se la EU riacquista il buon senso (non contateci).
Il South Stream, lungo 3,600 Km, potrebbe essere completato per il 2016, con ramificazioni verso l’Austria ed i Balcani/Italia. Gazprom ne possiede il 50%- insieme con l’ENI (20%), L’EDF della Francia (15%) e la Germanica Wintershall, una sussidiaria della BASF (15 %).
Al momento la situazione su queste opportunità energetiche non sono brillanti – per dirla in breve. Per mesi Gazprom e la EC hanno discusso per una soluzione, ma alla fine Brussels, si è accartocciata su se stessa.
La Russia può ancora costruire la condotta sotto il Mar Nero ma adesso ri-direzionata verso la Turchia e, importante, pomperà la stessa quantità di gas prevista dal South Stream. Per non menzionare che può costruire un nuovo collettore centrale, LNG (gas naturale liquefatto), nel mediterraneo. Quindi, Gazprom non ha speso inutilmente i suoi $5 milioni
(costi finanziari ed ingegneristici).
Il ri-direzionamento ha un senso economico effettivo. La Turchia è il secondo più grande cliente dopo la Germania. Molto più grande della Bulgaria, Ungheria e Austria insieme.
La Russia avrà una rete di distribuzione unificata capace di spostare gas naturale da qualsiasi punto al suo interno ad un qualsiasi collettore lungo le sue frontiere.
Ed ancora, come se fosse necessario, la Russia acquisisce un’altra prova effettiva che il suo vero mercato di crescita, nel futuro, è l’Asia, specialmente la Cina – non una spaventata, stagnante, devastata dall’austerità, politicamente paralizzata EU.
Lo sviluppo della crescente associazione con la Cina indica la complementarietà della Russia verso la Cina, poiché eccelle nei grandi progetti di infrastrutture, dalla costruzioni di dighe alla stesura di condotte. Questi sono affari con un fine geopolitico – non una ideologica politica da trincea.
“Sconfitta” Russa?
Anche la Turchia ha avuto la sua preda. Non solo il contratto con Gazprom; Mosca costruirà tutta l’industria nucleare della Turchia, senza contare le interazioni secondarie (incremento degli affari e del turismo).
Ancora più importante, la Turchia è ad un punto di convergenza nel diventare un membro effettivo della Shanghai Cooperation Organization (SCO); Mosca è attiva per sponsorizzarne l’ingresso.
Questo significa che la Turchia accede ad una posizione privilegiata come maggiore collettore di gas (hub) in simultanea con la Cintura Economica Euroasiatica e, naturalmente con la “Nuova Via della Seta” cinese.
La UE blocca la Turchia? La Turchia si gira verso l’est. L’integrazione Euroasiatica è in movimento.
Washington ha provato, in modo pesante, a creare un nuovo Muro di Berlino dal Baltico al Mar Nero per “isolare” la Russia. Ora arriva un’altra contromossa di Putin del tipo judo/scacchi- di cui l’opponente non si era accorto. Esattamente nel Mar Nero.
L’imperativo chiave della Turchia è quello di pensare a se stessa come il punto di intersezione energetico tra Oriente ed Occidente – poiché tutto vi transita, dal petrolio Iracheno al gas del Mar Caspio. Il petrolio dell’Azerbaijan attraversa già la Turchia attraverso la condotta voluta da Bill Clinton/Zbig Brzezinski, la BTC ( Baku-Tblisi-Ceyan).
La Turchia potrebbe anche essere l’incrocio di una condotta Trans-Caspiana, se sarà mai costruita (scarse probabilità, ad ora), che pomperebbe gas naturale dal Turkmenistan all’Azerbaijan, quindi trasportata in Turchia ed in fine all’Europa.
Quindi quello che Putin ha ottenuto con una singola contromossa è quella di avere rigirato contro l’EU le sue stesse stupide sanzioni, ancora una volta dolorose. L’economia della Germania è già messa male per la perdita degli affari con la Russia.
La brillante “strategia” della EU gira intorno al cosiddetto Third Energy Package che richiede che le condotte ed il gas che scorre in esse debbano essere proprietà di compagnie separate.
Lo scopo di questo pacchetto à sempre stato Gazprom – che possiede le condotte in molte nazioni dell’Europa centrale ed orientale. Il bersaglio dentro il bersaglio è sempre stato il South Stream
Ora tocca alla Bulgaria ed Ungheria, che hanno sempre lottato contro la “strategia” dell’EU- per spiegare il loro fiasco alla popolazione e per tenere sotto pressione Brussels; dopo tutto stanno per perdere una fortuna, senza contare che non ricevono gas, con l’eliminazione del South Stream.
La conclusione; la Russia vende ancora più gas- alla Turchia- e l’EU, pressata dagli USA è ridotta a ballare come un mucchio di galline nei bui corridoi di Brussels meravigliandosi di cosa li ha colpiti. Gli Atlantisti ritornano al vecchio metodo- preparano altre sanzioni -mentre la Russia si prepara a comprare sempre più oro.
Guardate quelle lance.
Questo non è la fine dei giochi, siamo lontani. Nel prossimo futuro molte variabili si intersecheranno.
I giochi di Ankara potrebbero cambiare- non è dato per certo. Il presidente Erdogan – il sultano di Costantinopoli-ha certamente identificato un Califfo rivale. Il famoso Ibrahim di ISIS/ISIL/Daesh, che cerca di rubargli il trono.
Quindi il Sultano potrebbe flirtare ammorbidendo i sogni di un nuovo impero Ottomano e far ritornare la Turchia alla dottrina precedente di “zero problemi con i nostri vicini”.
La Casa Saud è come un cammello nell’artico. Il gioco letale della Casa Saud verso la Siria è sempre stato quello di favorire un cambio di regime, quindi una condotta dalla Siria alla Turchia potrebbe essere costruita sponsorizzata dai sauditi- detronizzando la condotta proposta dagli islamisti, per $10 milioni di Iran-Iraq-Syria.
Ora i Sauditi vedono la Russia quale fornitrice di tutte le necessità energetiche della Turchia- ed anche di più. Il detto “Assad deve andarsene” rimane ancora un detto.
I neo-cons degli USA, anche loro, stanno affilando le lance. Agli inizi del 2015 potrebbe essere approvato un Ukraine Freedom Act dal Congresso degli US. Traduzione: Ucraina quale “maggiore alleato degli USA non NATO membro” che significa, in pratica, un’annessione nella NATO. Prossima mossa: maggiori provocazioni verso la Russia.
Uno scenario possibile per i pupi/vassalli quali Romania o Bulgaria, pressati da Washington, è quello di concedere pieno accesso alla flotta NATO nel Mar Nero.
Cosa importa se questo violerebbe gli accordi attuali sul Mar Nero che interesserebbero Russia e Turchia?
Per finire c’è uno “conosciuto sconosciuto”; come si sentiranno i deboli Balcani subordinati alle voglie di Ankara. Come Brussels tiene la Grecia, Bulgaria e Serbia in camicia di forza, in termini energetici cominceranno a dipendere dalla buona volontà della Turchia.
Per il momento, apprezziamo la magnitudine dello shock geopolitico. Ce ne saranno ancora, quando meno ce l’aspettiamo.
Pepe Escobar
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.