Non molto tempo fa la Cina raramente appariva nelle notizie relative al terrorismo internazionale. Ma negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento delle minacce a causa del terrorismo nel mondo. Allo stesso tempo, l’influenza della RPC all’estero è aumentata notevolmente in considerazione della sua presenza in tutte le regioni del mondo, specialmente in Asia e in Africa. Non sorprende quindi che la Cina stia affrontando sempre più la minaccia del terrorismo e sia stata costretta a partecipare alla ricerca di una soluzione a questo problema.
È noto che la direzione chiave della politica estera cinese è la promozione e lo sviluppo della Nuova Via della Seta (OBOR), un sistema di trasporti ed economia a livello mondiale che, in futuro, potrebbe unire tutte le regioni e i paesi del nostro pianeta. La RPC lega praticamente tutti i suoi piani e desideri di sviluppo economico all’OBOR. Molte nazioni africane, asiatiche, europee e, recentemente, latinoamericane sono coinvolte nell’OBOR. Alcuni dei sottoprogetti più famosi dell’OBOR sono la Zona Economica della Via della Seta (SPEB) che ha lo scopo di unire le principali rotte terrestri (strade e ferrovie) dell’Eurasia, e la Via della Seta Marittima del 21° Secolo (MSR), che copre le rotte marittime lungo la costa eurasiatica e collega alcune delle regioni più remote dell’Asia con l’Africa e l’Europa attraverso l’Oceano Indiano.
Come nel caso dell’MSR, molte rotte della SPEB e le sue ramificazioni attraversano regioni turbolente minacciate dal terrorismo. Ad esempio, la MSR passa attraverso il Golfo di Aden tra la Somalia e lo Yemen. Una guerra civile imperversa nello Yemen dal 2014. In Somalia è iniziata una guerra civile nel 1988, anno in cui questo paese ha cessato di esistere come nazione e si è trasformato in un territorio controllato da numerose fazioni armate che si combattono l’una contro l’altra. Molte di queste sono coinvolte in attività criminali e terroristiche, nel Golfo di Aden e in altri luoghi. La regione è diventata ancora più pericolosa quando è emersa una forza in grado di coordinare le azioni di questi combattenti yemeniti e somali. È noto al pubblico che in entrambi i paesi ci sono attive unità affiliate al Daesh (o ISIL, bandito in Russia). Il Daesh è un’organizzazione terroristica fondata nel 2013, alla quale molti altri gruppi terroristici si sono uniti in breve tempo. L’obiettivo del Daesh è stabilire un califfato globale che includa tutti i paesi in cui vivono i Musulmani. È stato riferito che, dopo le perdite del Daesh in Siria, in seguito al coinvolgimento della Russia nella guerra, la direzione di questo gruppo terroristico ha deciso di spostare la sua sede in Somalia. Il Daesh ha cercato attivamente nuove reclute in un bacino di estremisti locali e potrebbe rimanere in Somalia per molto tempo, a meno che la comunità internazionale non adotti misure appropriate.
L’Afghanistan è un altro paese in cui il Daesh è attivo, dove da molti anni si combatte una guerra. I militanti del Daesh ora controllano grandi territori in Afghanistan, avendo cacciato da queste aree un’altra organizzazione terrorista, i Talebani (anch’essi banditi nella Federazione Russa). Il Daesh sta cercando di diffondere la sua sfera di influenza dall’Afghanistan alle nazioni dell’Asia centrale vicine, che pianifica di includere nel califfato. Importanti rotte della SPEB attraversano questi paesi dell’Asia centrale. Anche l’Afghanistan fa parte di questa iniziativa ed è collegato tramite ferrovia con la Cina dal 2016. La parte afghana della SPEB può assumere un significato speciale una volta aperto il Corridoio Lapislazzuli, che attraversa l’Afghanistan, il Turkmenistan, l’Azerbaigian, la Georgia e la Turchia.
Affinché la MSR e la branca dell’Asia centrale della SPEB operino con successo nelle regioni che attraversano, è essenziale garantire sicurezza e stabilità in queste regioni. Questo è il motivo per cui la Cina ha sostenuto attivamente i governi legittimi dei paesi che coprono le rotte dell’OBOR, il che sta causando difficoltà alle fazioni che si oppongono a queste amministrazioni. Ad esempio, la RPC fornisce un sostanziale aiuto finanziario alla leadership afgana, fornisce al suo esercito vari armamenti ed è coinvolta nell’addestramento della Polizia di Frontiera afgana.
Al contempo, l’iniziativa OBOR può rappresentare una minaccia per i terroristi, dal momento che lo sviluppo degli scambi, la creazione di posti di lavoro e il miglioramento degli standard di vita dei residenti diminuiscono automaticamente l’estremismo e il numero di persone disposte ad unirsi ad unità armate illegittime e migliorano l’efficacia in combattimento delle forze governative. Quindi, l’OBOR è di per sé una ragione sufficiente per uno scontro tra la Cina e le organizzazioni terroristiche che desiderano mantenere la presa sui territori catturati.
I terroristi trarrebbero vantaggio dal fallimento dell’OBOR e dalla diminuzione della stabilità in Cina, motivo per cui hanno probabilmente deciso di concentrarsi su un’area vulnerabile della RPC, il territorio autonomo dello Xinjiang. La regione comprende aree, conquistate dall’Impero cinese diversi secoli fa e popolate dal popolo turco degli uiguri. Da allora gli uiguri si sono ribellati alla leadership cinese in molte occasioni. Ancora oggi, molti locali vogliono ancora liberarsi della RPC, che ha introdotto misure per limitare i tassi di natalità e la libertà religiosa, che molti uiguri ritengono inaccettabili. Negli ultimi anni, la situazione è diventata sempre più tesa. Ci sono stati numerosi attacchi terroristici in varie regioni della Cina con il coinvolgimento di nativi dello Xinjiang.
È anche noto che il Daesh sostiene gli uiguri che sposano ideologie separatiste ed estremiste. Dal punto di vista del Daesh, lo Xinjiang dovrebbe essere una parte del califfato perché è popolato da Musulmani. Tuttavia, la ragione per cui lo Xinjiang è interessante per i terroristi è molto probabilmente perché le ferrovie cinesi si uniscono alle linee kazache, creando così uno dei principali rami della SPEB. Da un certo numero di anni, il Daesh recluta attivamente separatisti uiguri. È noto al pubblico che all’inizio del 2017 diverse centinaia di nativi dello Xinjiang stavano combattendo per il Daesh.
Avendo capito che la situazione sta diventando sempre più instabile, la Cina ha iniziato ad assumere un ruolo più attivo nelle iniziative internazionali volte a combattere il terrorismo. Nell’agosto 2016, la RPC ha firmato un accordo sulla cooperazione militare per combattere il terrorismo con Afghanistan, Pakistan e Tagikistan. Nel febbraio 2017, la Cina ha partecipato a consultazioni internazionali sull’Afghanistan a Mosca.
Nel marzo 2017, i rappresentanti di Daesh hanno trasmesso un messaggio video sui loro piani per colpire la Cina e versare lì fiumi di sangue per vendicare gli oppressi.
La leadership della RPC ha preso sul serio questa minaccia. Nello stesso mese, le forze cinesi, insieme alle loro controparti afgane, hanno messo in atto operazioni contro unità armate illegittime in Afghanistan, vicino alla regione di confine montuosa sino-afgana, dove transitano i guerriglieri uiguri e del Daesh.
Oltre all’Afghanistan e ai paesi limitrofi, la Cina sta aumentando la sua cooperazione con gli Stati Uniti in materia di antiterrorismo. Nonostante i disaccordi tra queste due nazioni, la lotta contro il terrorismo in Afghanistan è un compito della massima priorità per entrambe le nazioni.
Sebbene la situazione in Afghanistan e in Asia centrale svolga un ruolo cruciale nella sicurezza della Cina, Pechino non dimentica le regioni più remote, dove i cittadini della RPC e le proprietà cinesi possono essere minacciati. Nell’agosto 2017, la Cina ha aperto la sua prima base militare all’estero nel Gibuti, una nazione sulla costa del Golfo di Aden, al confine con la Somalia. Ora la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione sarà in grado di rendere sicure le rotte marittime in questa parte della MSR strategicamente importante.
Nel gennaio 2018, vari media hanno riferito che la Cina ha deciso di creare un’altra base militare in Afghanistan. Alla fine di quel mese il Ministero della Difesa Nazionale cinese ha negato la veridicità di questi rapporti, ma è possibile che questa opzione verrà presa in considerazione. In ogni caso, la situazione in Afghanistan e nei paesi dell’Asia centrale rimarrà al centro dell’attenzione della Cina.
Quindi, è ragionevole concludere che la Cina è diventata un partecipante chiave nella lotta contro il terrorismo internazionale. Il Celeste Impero ha bisogno di liquidare la minaccia interna nello Xinjiang e salvaguardare le vie di trasporto dell’iniziativa OBOR, che, come accennato in precedenza, sono legate alle future ambizioni economiche. È ipotizzabile che puntare sulla potenza militare e sulle risorse finanziarie della Cina contro organizzazioni come il Daesh possa migliorare la sicurezza in Asia, Africa e nel resto del mondo.
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Articolo di Dmitrij Bokarev pubblicato il 17 agosto 2018 su New Eastern Outlook.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
siete strani …quello che non vi piace non lo pubblicate… siete peggio di repubblica ed il corriere:))
In questi giorni abbiamo dovuto moderare commenti del tipo:
“Tedeschi del c..”
“La Cina è il Cancro del mondo, gentaglia, intelligente e cattiva”
“Trucido” ad un membro del governo
“dovevano sparare ai profughi”
Se il vostro commento conteneva qualcosa del genere non è stato pubblicato perché nuoce gravemente alla nostra immagine e soprattutto alla vostra. Commenti razzisti non sono permessi. Idem quelli che inneggiano a quando i treni arrivavano “puntuali”.
In questi ultimi giorni sembra di essere all’asilo, con alcuni lettori che pensano di poter scrivere qualsiasi cosa e attaccarsi per qualsiasi differenza evidenziandola. Se volete scrivere qualsiasi cosa andate proprio sulla stampa tradizionale a rovesciare la vostra rabbia o ciò che provate a scrivere da noi.
Qua si discute seriamente e con riguardo, altrimenti non lo si fa affatto. E’ il nostro blog e non si discute sui contenuti, figuriamoci sui commenti che possono potenzialmente crearci dei problemi.
Siamo stanchi di dover rispondere a domande del tipo:
“Cosa ho scritto di male?”
“Censurate proprio come gli altri, anzi peggio”
Soprattutto dopo aver letto commenti come quelli precedenti.
Se dobbiamo censurare vuol dire che le persone che scrivono non sanno comportarsi come si conviene. Impareranno o ci lasceranno, come è già successo in passato, ma non ci mancheranno.
Siamo stanchi anche di dover discutere con ciascuno di voi per spiegarvi le ovvie ragioni di tale moderazione. Abbiamo tutti di meglio da fare.
Questo significa che le prossime volte che dovremo moderare qualcosa non risponderemo più.
Ringraziamo per l’attenzione e per la pazienza.
La Redazione
A gentle slap. Signori si nasce, ma l’educazione e il rispetto si possono imparare. Questa è la democrazia, e la speranza, anche i bifolchi un giorno avanzeranno. Bando a facezie, visto che il gioco si fa duro, quando cominceremo a scendere in campo ? Non siete un faro, ma dimostrate l’autorevolezza di chi può dare indicazioni. In concreto, al primo missile verso l Iran, dobbiamo rifugiarci ne Donbass ? Mi fermo qui, spero di conoscervi a presto. Gli atlantisti bacia pantofole sono in una brutta china…..avranno quel che si meritano.