Il 6 settembre è iniziata una visita di 3 giorni in Cina del cancelliere tedesco Angela Merkel, accompagnata da una importante delegazione. La visita stessa ed i suoi risultati sono piuttosto indicativi del ritmo crescente della radicale trasformazione che sta subendo l’attuale ordine mondiale.

Questo è il dodicesimo viaggio ufficiale di Angela Merkel nella Repubblica Popolare Cinese durante la sua cancelleria. E la penultima visita è avvenuta solo 15 mesi fa. Vale la pena sottolineare che la Cancelliera tedesca è considerata il politico più importante d’Europa a Pechino e, quindi, le viene sempre tributata una grande attenzione.

Durante ogni viaggio, Angela Merkel visita una diversa città importante oltre a Pechino. Questa volta, ha viaggiato a Wuhan, un’antica città cinese che, al momento, è un centro di formazione e sviluppo delle ultime tecnologie, e al contempo è un centro di influenza tedesca sull’economia della RPC.

Quest’ultima visita programmata ha avuto luogo in un periodo in cui le tensioni nei rapporti tra gli Stati Uniti la Cina e tra gli Stati Uniti e la Germania sono aumentate improvvisamente e contemporaneamente. Ciò ha contribuito a mettere nel dimenticatoio il disaccordo fra Pechino e Berlino su importanti questioni relative alla sfera economica. Vale anche la pena notare che non molto tempo fa queste differenze di opinione sembravano difficili da conciliare.

Vorremmo ricordare ai nostri lettori che stiamo parlando della cooperazione tra la seconda e la quarta economia più grande del mondo. Il commercio bilaterale fra Cina e Germania ha quasi raggiunto i 200 miliardi di dollari quest’anno, e tende ad aumentare su base annua, con la Germania che gode di un saldo commerciale positivo alla fine di ciascuno di questi anni (nell’ordine di circa 20 miliardi di dollari). Questa è una tendenza insolita rispetto a quella osservata nel caso degli altri partner commerciali cinesi.

Nonostante questo articolo non sia la sede più adatta per un esame esaustivo sulle relazioni sino-americane in questo articolo, non sarà superfluo toccare gli eventi più recenti circa le relazioni USA-Germania, che, nel complesso, stanno peggiorando da parecchi anni.

Sono successi due fatti importanti: il primo negli Stati Uniti, e cioè l’approvazione da parte del Comitato per le Relazioni Estere del Senato di un disegno di legge che sanzionerebbe le società coinvolte nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2; il secondo  in Polonia, e cioè un evento per celebrare l’80° anniversario dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

 Durante quest’ultimo, alla presenza del vicepresidente degli Stati Uniti, sono state reiterate le richieste di Varsavia alla Germania per il pagamento di un risarcimento enorme per danni di guerra alla Polonia. Dopotutto, ognuno ha le sue priorità e quella dei paesi dell’Europa orientale (dai tempi del Trattato di Versailles) è il denaro.

A questo punto, sebbene il Senato degli Stati Uniti si sia affrettato ad assicurare alla Germania che non aveva nulla di cui preoccuparsi, poiché qualsiasi perdita subita a causa di un (potenziale) arresto del progetto Nord Stream 2 sarebbe stata compensata dal gas naturale liquefatto americano, una parte delle istituzioni tedesche probabilmente ha pensato: “Basta, adesso siamo stufi”.

L’autore dell’articolo ritiene che il vero significato della visita in Cina di Angela Merkel sia stato rivelato il primo giorno, quando la Cancelliera ha affermato che la Germania era aperta agli investimenti cinesi e si è detta disposta ad accogliere con favore tutte le società della Repubblica Popolare Cinese intenzionate ad investire nella nazione [in russo]. Solo pochi mesi fa, era difficile immaginare tali parole dalla leader tedesca verso la Cina.

Dopotutto, uno dei principali problemi che affliggono le relazioni commerciali ed economiche tra la Germania e la Repubblica Popolare Cinese è il timore di Berlino di poter perdere il controllo sulle proprie attività a causa della “frenesia di acquisti” da parte delle principali società cinesi nell’UE. La Germania era particolarmente preoccupata per la perdita di aziende specializzate nella fabbricazione di prodotti ad alto contenuto tecnologico. Inoltre, la questione della vendita a prezzi depressi di beni cinesi sul mercato europeo rimane ancora attuale.

Pertanto, due anni fa l’Unione Europea ha optato [in inglese] per l’adozione di misure (e in particolare, ciò è stato fatto su iniziativa di Berlino) con l’obiettivo di aumentare le tariffe su alcuni beni cinesi e di limitare le opportunità per Pechino di acquisire società europee di alta tecnologia.

Vale anche la pena sottolineare che l’UE e gli Stati Uniti (nonostante le crescenti tensioni nelle relazioni transatlantiche) hanno recentemente concordato [in inglese] con l’UE misure che impediscono all’economia cinese di ottenere lo status di “economia di mercato”. Pechino avrebbe dovuto raggiungere questo status nel 2016,,,,,,,,ì. cioè alla fine del periodo di “transizione” di 15 anni, istituito dall’OMC al momento dell’adesione della RPC a questa organizzazione nel 2001.

Tutti questi problemi nelle relazioni tra la RPC e il leader della Comunità Europea mettono in discussione il futuro della grande iniziativa cinese che mira a riportare in vita la Grande Via della Seta (nella forma della Belt and Road Initiative, BRI ). La destinazione finale di questa rotta dovrebbe essere l’Europa (proprio come duemila anni fa).

L’autore di questo articolo ha già parzialmente risposto alla domanda su cosa sia successo nello scacchiere globale per spingere il leader di uno dei suoi principali attori ad esternare le parole sopra riportate. Ma l’affermazione è di natura troppo generica, e per ora è presto per poter dire cosa succederà.

L’agenzia di stampa Xinhua ha pubblicato [in inglese] un breve rapporto su ciò di cui Angela Merkel e il presidente cinese Xi Jinping avevano discusso, in aggiunta alle intenzioni chiaramente espresse di favorire tra le due nazioni legami bilaterali in tutte le sfere. Ciò che si nota da questo articolo è che i due leader hanno usato dichiarazioni formulate in modo simile per parlare di pressanti questioni politiche ed economiche che il mondo deve affrontare. Ad esempio, durante la discussione sono state ascoltate parole come “unilaterale” e “protezionismo”.

Indubbiamente, queste dichiarazioni, con una formulazione velatamente negativa erano un messaggio diretto a Washington.

In Cina, sia la visita della Cancelliera tedesca in sé, che i negoziati recentemente conclusisi e i loro risultati sono stati considerati in una luce favorevole. Inoltre, è stata rilevata l’importanza geopolitica del viaggio.

In particolare, un editoriale [in inglese] sul Global Times, quotidiano ufficiale della RPC, intitolato “I tentativi degli Stati Uniti di convincere l’Europa a fallire”, menzionava che il Cancelliere di una nazione europea di spicco era in Cina proprio nel momento in cui il segretario alla Difesa americano Mark Esper stava parlando della minaccia cinese al Royal United Services Institute (RUSI).

Infine, è impossibile non notare che gli oppositori politici di Angela Merkel e della Repubblica Popolare Cinese (all’interno della Germania e, dettagliatamente, al di fuori di essa) hanno tentato di creare l’ambiente meno favorevole per la visita, e ovviamente gli eventi che si verificano a Hong Kong negli ultimi mesi sono stati utilizzati [in inglese] per questo scopo.

Tuttavia, va detto che il tema delle varie “violazioni dei diritti umani” nella RPC viene sollevato ogni volta che Angela Merkel si reca a Pechino per dei seri colloqui. E durante ogni visita la Cancelliera ha dovuto fare dichiarazioni generali sull’aspettativa che alcuni diritti universali vengano rispettati prima di iniziare le sue negoziazioni.

Questa volta, un leader ventiduenne del movimento di opposizione a Hong Kong ha richiesto che l’ospite di alto livello della Cina visitasse la città e fosse coinvolto negli eventi che accadevano lì. Le ricordava anche la somiglianza tra la tirannia comunista nella RDT (la Repubblica Democratica Tedesca) e la situazione a Hong Kong. Sfortunatamente, questo adolescente locale, che una volta alla settimana causa una litania di problemi per i residenti di Hong Kong, giustamente (secondo gli standard attuali) non sembra conoscere importanti tappe della vita di Angela Merkel. La Cancelliera è stata un membro della Gioventù Libera Tedesca (l’equivalente nella RDT dell’organizzazione sovietica Komsomol) durante quei “tempi terribili”, e ha avuto l’opportunità di ricevere un’istruzione di alta qualità, molto probabilmente molto meglio di quella ricevuta dai manifestanti di Hong Kong.

Ovviamente, il suddetto appello è stato ignorato dalla Cancelliera tedesca. Dopotutto, lei è venuta in Cina per discutere di questioni di grande portata e non per rispondere alle azioni chiaramente provocatorie di questi giovani ribelli che protestano in difesa dei diritti umani. Tuttavia, la Cancelliera ha fatto la consueta dichiarazione sulla necessità di rispettare lo stato di diritto e di utilizzare mezzi pacifici per risolvere il conflitto a Hong Kong.

Vale la pena sottolineare che, questa volta, la pressione esercitata da tutti i lati dai “difensori dei diritti umani” ha raggiunto livelli senza precedenti. Pertanto, possiamo solo ammirare la tenacia di questa donna di mezza età, la cui salute sta evidentemente peggiorando, come dimostra il fatto che ha dovuto sedersi mentre ascoltava gli inni nazionali all’aeroporto di Pechino.

Al momento, è difficile dire quali saranno le conseguenze dell’ultima mossa fatta da questi due importanti attori dello scacchiere globale. Presto si prevede un’altra mossa altrettanto importante, quando riprenderanno i negoziati fra un’altra coppia di attori importanti, cioè gli Stati Uniti e la Cina.

Per inciso, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha esortato la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti a porre fine alla guerra commerciale in corso durante la sua ultima visita in Cina.

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 Articolo di Vladimir Terehov apparso su New Eastern Outlook il 16 settembre 2019
Traduzione in italiano di Hadjuk per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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