La celebrazione dei 100 anni del Partito Comunista Cinese (PCC), sono anche la celebrazione dell’ascesa da colonia umiliata e sottomessa all’imperialismo occidentale, a potenza globale.
Solo negli ultimi 21 anni del XXI secolo la Cina, da paese in via di sviluppo, è diventata prima una rivale degli Stati Uniti, e ora è in procinto di sorpassare sia loro che l’Occidente in generale.
L’ascesa della Cina è anche quella dell’Asia e oltre, in quanto portatrice di un’alternativa al cosiddetto “ordine internazionale basato sulle regole”, creato da ed esclusivamente a beneficio degli Stati Uniti e dei loro alleati.
Nel discorso [in inglese] celebrativo del centesimo anniversario del PCC il Presidente cinese Xi Jinping non ha fatto riferimenti ad una “leadership globale” della Cina. Al contrario, si è soffermato sul rafforzamento interno e sul suo contributo positivo verso il resto del mondo, un contributo che è esemplificato dalle imponenti opere e infrastrutture della “One Belt, One Road” (OBOR).
Il Presidente ha inoltre sottolineato la trasformazione della Cina “da un’economia pianificata a livello centrale ad un’economia di mercato socialista”.
Anche se la Cina odierna non è quella di Mao Zedong o quella di 100 anni fa, i media occidentali sono impegnati a convincere il pubblico globale del contrario, utilizzando i più negativi stereotipi e pregiudizi anticinesi, con rappresentazioni in spregio alla realtà fattuale.
La crescita della Cina: una pillola amara per l’egemonia occidentale
Il discorso del Presidente e gli eventi collegati al centesimo anniversario del PCC hanno toccato un’ampia gamma di argomenti legati al progresso della Cina in ogni settore: industria, produzione energetica, infrastrutture, esplorazione spaziale, riduzione della povertà e sviluppo delle forze armate.
Quello che la Cina ha ottenuto per il suo miliardo e quattrocento milioni di cittadini, e per i suoi amici e alleati in termini di sviluppo, pace e stabilità non ha pari nell’Occidente.
Ciononostante la copertura mediatica si è fissata su una singola frase estrapolata da un discorso di più di cinquemila parole.
Così esordisce l’articolo della BBC intitolato “100 anni del PCC: nel discorso dell’anniversario Xi avverte che la Cina non si farà ‘sottomettere’”:
Il Presidente Xi-Jinping ha avvertito le potenze straniere che se tenteranno di intimidire o di influenzare il Paese ne usciranno con la “testa rotta”.
La citazione vuole provocare reazioni nel pubblico occidentale nel quale i media hanno instillato un senso di superiorità ed evocato minacce derivanti dal successo cinese. Questo fa il paio con la massiccia disinformazione che dipinge la Cina come una minaccia alla pace e alla stabilità globali, conferendo alla citazione intenzioni nefaste, concentrandosi sulla “testa rotta” di quelli che volessero farle rendere conto.
Ciò che la BBC ha deliberatamente omesso è sia il contesto al quale il Presidente Xi-Jinping si riferiva che le fondate preoccupazioni verso potenze straniere, che in tempi non lontani colonizzarono parti del suo territorio, con Hong Kong restituita dalla Gran Bretagna solo nel 1997, e Taiwan ancora avamposto occidentale in territorio cinese.
I soli riferimenti della BBC ai due territori hanno riguardato la “repressione” di Hong Kong e le tensioni che circondano la riunificazione di Taiwan con la Cina. Si tratta di due questioni deliberatamente strumentalizzate dall’Occidente a fini di pressione e contenimento.
L’umiliazione della Cina per mano dell’Occidente è durata quasi un secolo e, anche se su scala inferiore, continua ad essere praticata.
L’arresto dell’alto dirigente finanziario di Huawei, Meng Wanzhou, da parte della polizia canadese nel 2018, su indicazione del governo statunitense per presunte violazione delle illegali sanzioni americane nei confronti dell’Iran, è un perfetto esempio di come l’Occidente continua ad esercitare il proprio “dominio” sulla Cina e ad umiliarne il popolo ogni qual volta se ne presenti l’occasione.
Inoltre, l’articolo della BBC afferma che la Cina “ha ripetutamente accusato gli Stati Uniti di volere fermare la sua crescita” volendo suggerire che l’accusa sia più un frutto più della fantasia di Pechino piuttosto che un tema centrale della politica americana sulla Cina e sul sudest asiatico.
Documenti ufficiali americani, come quello intitolato “Strategia U.S. per l’area indo-pacifica”, recentemente desecretato [in inglese] e pubblicato nell’ambito degli archivi dell’amministrazione Trump, affermano esplicitamente che gli obiettivi statunitensi in Asia sono orientati a “conservare il primato strategico americano nella regione indo-pacifica” e “promuovere l’ordine economico liberista impedendo alla Cina di stabilire nuove sfere di influenza illiberale”.
In realtà la volontà del presidente americano Donald Trump di mantenere un primato sull’Asia (Cina inclusa) non è che una continuazione di quella dell’amministrazione Obama, che a sua volta perseguiva un progetto già avviato da decenni, concepito negli anni ‘60 nei “Pentagon Papers”.
Questa politica continua ai giorni nostri. Il presidente in carica Joe Biden nelle sue “note sulla posizione dell’America nel mondo” afferma [in inglese] che “la leadership americana deve affrontare gli autoritarismi in ascesa, tra i quali è la crescente ambizione cinese di rivaleggiare con gli Stati Uniti”.
E com’è che gli obiettivi di entrambe le amministrazioni Trump e Biden sarebbero attuati in concreto per contenere l’ascesa cinese? È proprio questo il ruolo delle sanzioni americane, dei sequestri di capitani d’industria, della destabilizzazione degli alleati della Cina e della crescente propaganda anti-cinese: fermare la crescita della Cina.
Gli Stati Uniti insieme agli alleati del G7 non solo vengono sopravanzati dalla Cina, ma si vedono anche controbattere la campagna di angherie geopolitiche contro una nazione che è sempre più in grado di difendersi e di reagire.
L’inevitabile resa dei conti per l’Occidente?
La Cina comprende perfettamente che l’”Occidente” non è solo e semplicemente Wall Street, Washington, Londra e Bruxelles. Sa che ci sono centinaia di milioni di persone che sono potenziali alleati nella costruzione di un nuovo mondo multipolare basato sul primato della sovranità nazionale, e non più in mano ad élite con interessi particolari auto elevatesi a giudice super partes.
Per questo la Cina continua ad avere pazienza. L’ascesa della Cina oltre la portata di questi interessi speciali sbiaditi è inevitabile.
La Cina ha una popolazione quattro o cinque volte più numerosa degli Stati Uniti. Si tratta di un popolo ben istruito e che lavora sodo. Ogni anno la Cina sforna [in inglese] milioni di laureati in più degli Stati Uniti in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico. Si tratta di laureati che contribuiranno direttamente alla ricerca e allo sviluppo, all’innovazione tecnologica, al miglioramento dell’industria manifatturiera e all’espansione della già enorme capacità industriale cinese, oltre che alla costruzione di infrastrutture essenziali sia domestiche che all’estero nell’ambito dell’iniziativa OBOR.
La Cina è già considerata dalle nazioni asiatiche come un partner privilegiato per il commercio e per gli investimenti. Persino paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda sono costretti ad indirizzare il proprio sviluppo economico verso quella direzione oltre le tradizionali alleanze politiche. Ignorando il cambio di corrente geopolitico, la classe dirigente australiana ha già inflitto danni economici al proprio popolo. La Nuova Zelanda è stata più saggia nel bilanciare i propri interessi, e in questo senso costituisce un esempio da seguire anche per i paesi occidentali.
La Marina Militare cinese è ormai più grande di quella degli Stati Uniti, e il resto delle sue forze armate è più che capace di difendere il proprio territorio da qualunque aggressione occidentale.
E mentre i media occidentali continuano a riferirsi alle minacce cinesi di usare la forza per “prendersi” Taiwan, quest’ultima, come ogni altro paese nella regione, è legata economicamente a doppio filo all’ascesa della Cina. Taiwan è un’estensione del territorio della Cina, e la sua popolazione ne condivide il destino. Non è il commercio con l’Occidente ma la crescita della Cina a trainare l’economia di Taiwan, e questo non può che continuare nel prossimo futuro.
A fronte di tutto questo, cosa possono gli Stati Uniti e i suoi alleati per “mantenere il primato” sull’area indo-pacifica e, per estensione, sulla Cina? Gli Stati Uniti infliggono sanzioni, fomentano la sovversione politica sia all’interno della Cina che ai suoi confini, e utilizzano persino l’aggressione militare diretta o per procura. Tuttavia non si sono posti il problema di quanto sensata e solida potesse essere la premessa stessa di volere dominare una nazione con una popolazione molto più numerosa e con un’economia che presto sarà più grande.
La celebrazione dei 100 anni del PCC e i conseguimenti del governo e del popolo cinese smentiscono la guerra propagandistica occidentale volta a sminuirli ed a disfarli.
La storia dell’ascesa della Cina non è solo quella di una colonia, impoverita ed umiliata dalle potenze occidentali, e diventata una superpotenza globale, forse anche la superpotenza globale. È anche la storia di come la Cina ha affrontato e continua ad affrontare le pericolose e irrazionali politiche dell’Occidente volte a contenerla in maniera sempre più disperata. Sarà anche una storia sul fatto che la Cina abbia imparato dall’errata ricerca dell’egemonia insostenibile da parte dell’Occidente una volta completata la sua ascesa.
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Articolo di Brian Berletic pubblicato su Land Destroyer Report il 9 luglio 2021
Traduzione in italiano di DS per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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l’Occidente ha già vissuto la sua ascesa( il secolo Americano) che è giunta al suo Limite(e);ora è in piena stagnazione reale ma viene considerata dai media in sviluppo contenuto a causa della presenza della Cina che ostacola, con il suo sviluppo economico e scientifico , i progetti occidentali di “includere “nella propria area di influenza altri territori del Pianeta.
Attenzione dunque, anche quando leggete o sentite il verbo “Contenere”.
Esso vuol dire, per l’Occidente, restringere ,diminuire ,sminuire ,eradicare, tutto ciò che culturalmente resiste per non soccombere.
Non ci dovrà essere un”Secolo cinese” e la Guerra armata sarà inevitabile ed è già in corso, sia pure a bassa intensità ,considerando che siamo in regime di ultimatum,di sanzioni, poi di punizioni armate in concessione a terroristi.
Ma qui la Storia non la faranno solo gli Stati vassalli asserviti dell’Occidente e di parte di alcuni asiatici, ci sono le Nazioni che si libereranno dalle élite che generano Teorie di oppressione che chiamano Scienza.