La Marina Americana ha scelto proprio un bel modo per celebrare la settimana in cui la dirigenza di Pechino stava discutendo il piano che, entro il 2020, avrebbe fatto diventare la Cina “una società moderatamente prosperosa”.
Hanno lanciato una provocazione militare nel Mare Cinese Meridionale. O piuttosto, secondo la neo-lingua Pentagonese, hanno “sfidato” le “rivendicazioni” cinesi nelle “acque contestate”.
I lacchè dell’Impero del Caos, Australia, Giappone e Filippine, hanno approvato. L’Indonesia, in una sobria dichiarazione, l’ha definita essenzialmente una provocazione senza senso.
Almeno l’Ammiraglio Harry Harris, Capo del Comando del Pacifico degli Stati Uniti, si incontrerà a Pechino agli inizi di novembre con i top- leader militari cinesi per smorzare le proverbiali “tensioni” nel Mare Cinese Meridionale create dai soliti sospetti.
Non ci sono segnali che la spirale di provocazioni si possa attenuare, almeno in tempi brevi. Stati Uniti e Giappone sono chiaramente allineati nella questione del Mare Cinese Meridionale. Pechino ha già fatto chiaramente capire numerose volte a Washington che se una Tokyo, militarmente risorta, dovesse iniziare una qualche sorta di azzardo navale, la risposta sarebbe estremamente dura.
Tutto questo potrebbe succedere anche per mano delle Filippine che, armate dal Giappone, potrebbero provocare la Cina sulla questione di un’isoletta contesa nel Mar Cinese Meridionale, contando poi sull’arrivo della cavalleria, pardon della Marina Americana, per essere tratti in salvo. I Cinesi spiegheranno molto bene all’Ammiraglio Harris che gli Stati Uniti stanno letteralmente giocando col fuoco.
Il vero nemico pubblico
L’ultimo burrascoso incontro nel Mare Cinese Meridionale ha monopolizzato solo pochi titoli, perché tutti erano impegnati a guardare la Shinsanwu. Questa è la versione pop, completa di coretto, del 13° Piano Quinquennale Cinese che, dopo quattro giorni di dibattito, ha definito la via da percorrere fino al 2010.
Quello che ora il mondo si deve aspettare è un massiccio sforzo collettivo, dal momento che la Cina continuerà a crescere ad un ancora enorme 6,5% all’anno, mentre, lentamente ma sicuramente, metterà a punto il suo modello economico. Questo è un impegno storico che rivaleggia con i trent’anni del miracolo cinese portato avanti dal Piccolo Timoniere Deng, con le riforme dal motto “arricchirsi è glorioso”.
Sull’altro fronte, aspettatevi che Washington continui ad assere ossessionata dal suo pericolo pubblico n°1. No, non si tratta del Presidente Russo Vladimir Putin. Si tratta della Banca Centrale Cinese.
La Banca Centrale Cinese è completamente impegnata nella creazione di una valuta mondiale di riserva, costituita da un paniere delle diverse valute mondiali e controllata dal FMI. Il processo dovrebbe basarsi sull’emissione di obbligazioni da parte del FMI, detenute dalle 185 nazioni che lo compongono, i Diritti Speciali di Prelievo (SDR).
La nuova valuta dovrebbe essere usata per le transazioni commerciali, la quotazione dei prodotti di scambio, la contabilità e la finanza governativa.
Per Washington, da non crederci, un’alternativa mondiale al dollaro americano è un anatema totale.
Così, lo sforzo incessante di Pechino per riformare gli accordi di Bretton Woods, dando maggior voce in capitolo ai BRICS, continua ad essere ostacolato.
Beh, questo a Pechino potrebbe anche andare bene, perché ora questo sforzo si è già dirottato verso un sacco di progetti alternativi: la Banca di Nuovo Sviluppo per i BRISC (NDB), la Banca di Investimento per le Infrastrutture Asiatiche (AIIB) a guida cinese, una maggior cooperazione economica all’interno della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), o il favoloso sviluppo, previsto per i prossimi 10 anni, delle Nuove Vie della Seta, o “Una strada, Una Cintura” [1], come sono conosciute in Cina. La Cina ha un sacco di modi per spendere i suoi 4 trilioni di dollari [Negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone in genere trillion equivale a mille miliardi, mentre in italiano trilione equivale invece a un miliardo di miliardi, NdT] di riserve valutarie estere, il quantitativo più grosso al mondo.
E i morti viventi sono ritornati
Parallelamente, continua a fare passi avanti la cooperazione strategica russo-cinese, dal momento che ora la Russia è il maggior fornitore di petrolio della Cina.
Non per caso Hi Jinping è stato ricevuto quasi come un secondo re d’Inghilterra durante il suo ultimo tour de force, proprio come la Cancelliera Angela Merkel è stata in Cina con tutti gli occhi degli industriali tedeschi focalizzati sulle Nuove Vie della Seta, di cui uno dei terminali è proprio a Duisburg.
E non è neanche per caso che il Ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, incontrandosi con il Presidente Putin, abbia detto che le sanzioni europee nei confronti della Russia andrebbero alleggerite. Il commercio bilaterale russo-tedesco è in questo momento ostaggio delle sanzioni europee alla Russia, imposte con la forza da Washington ai soliti lacchè. Berlino vuole uscirne, e in fretta. Così ci sono “attriti” fra Germania e quegli squilibrati delle nazioni europee centrali e orientali.
Proprio come l’integrazione energetica russo-tedesca procede spedita, anche la società civile di tutta Europa sta incominciando a muoversi a tutta forza contro gli imbrogli della NATO.
“Una Cintura, Una strada” riuscirà a catalizzare tutti questi movimenti interconnessi perché è il primo progetto di integrazione pan-asiatico, una carovana multi-etnica che promette un commercio mondiale e non una guerra mondiale. Qui ci sono i principi fondamentali.
Nessuna meraviglia che Washington sia terrorizzata dall’integrazione dei BRICS, dalla NDB, dalla AIIB, dalla SCO e dalle Nuove Vie della Seta tanto quanto lo è dalla Banca Centrale Cinese.
Così, che cosa esce dai palazzi del potere di Washington come proposta per il 21° secolo? Il ritorno dei morti viventi, come si vede dal programma dei Neoconservatori per il 2016. Che si crogiolino al bagliore della loro eterna guerra.
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Articolo di Pepe Escobar, pubblicato su SputnikNews il 30 ottobre 2015
Traduzione in Italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it
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