Il recente aggravamento delle relazioni tra Cina e India durante l’estate del 2017, è stato associato ad una catena di eventi avvenuti nella valle di Doklam. Per mesi i militari dei due stati asiatici più potenti hanno pattugliato il territorio conteso tra PRC e il Bhutan, mentre i loro governi si scambiavano messaggi furenti. Questi eventi hanno accompagnato l’amara rivalità politica ed economica indo-cinese di quest’anno.
Molti esperti hanno espresso grande preoccupazione riguardo la pace e la stabilità nell’intera regione, nonostante si creda che la possibilità di un conflitto militare effettivo sia molto bassa. Paradossalmente, la ragione di questa confusione è la concorrenza economica e politica in corso tra India e Cina. Nel tentativo di superarsi a vicenda, entrambi i paesi hanno recentemente varato progetti internazionali ambiziosi che potrebbero collassare in caso di guerra. I due paesi hanno investito tanto in questi progetti, (specialmente la RPC) che nessuno dei due rischierebbe mai di perdere tali fondi in una disputa territoriale.
Come menzionato prima, l’India è il principale concorrente economico della Cina in Asia; non sorprende infatti che il paese stia dimostrando un atteggiamento piuttosto severo nei confronti dell’iniziativa cinese ‘’Una Cintura e una Strada’’ (BRI, Chinese Belt and Road Initiative), che prevede la creazione di un singolo spazio economico in Eurasia e Africa con un’infrastruttura di trasporto comune e un potenziale di espansione illimitato. La Cina ha ripetutamente dichiarato che lo scopo del progetto è unicamente il bene comune e lo sviluppo economico di tutti i paesi partecipanti. Ma l’India e altri paesi credono che la Cina stia cercando di raggiungere il dominio politico ed economico.
Va ricordato il Forum La Via della Seta 2017, tenuto nel maggio di quell’anno a Pechino, a cui hanno partecipato i rappresentanti di alto livello di 30 paesi. Nonostante gli inviti costanti della RPC, l’India ha ignorato l’evento. Ad ogni modo, l’India è consapevole della necessità di sviluppare infrastrutture e un commercio comune eurasiatico, e sa che potrebbe avere una parte importante e attiva nello spazio unico eurasiatico se si facesse coinvolgere attivamente nella sua ideazione. Ora è molto importante che l’India sviluppi relazioni internazionali e, aggirando l’influenza cinese, costruire un’infrastruttura di trasporto che si integri con la Nuova Via della Seta, però non facendone parte. Questa India dovrebbe iniziare ad agire il prima possibile, in quanto oltre 60 stati hanno già deciso di partecipare alla BRI.
È risaputo che l’India stia ora lavorando attivamente su diversi progetti, destinati a rafforzare la sua influenza sui paesi confinanti. Il lavoro è stato svolto secondo la Legge del Programma Orientale proposto dal Primo Ministro Indiano Narendra Modi, già dal Novembre 2014. Questo è il successore della politica Look East proposta nel 1992 dall’allora Primo Ministro Narashima Rao. Questa politica era inizialmente rivolta a rafforzare la posizione dell’India rispetto ai paesi ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud Est asiastico, 10 partecipanti). L’attuale Legge del Programma Orientale comporta un’espansione dell’influenza indiana in Australia, Nuova Zelanda ed entrambe le Coree. Ma la sfida principale rimane lo sviluppo delle relazioni con le nazioni ASEAN e gli altri paesi vicini come il Nepal, Bhutan, Sri Lanka e Bangladesh.
Negli ultimi due anni, Nuova Delhi ha investito quasi 5 miliardi di dollari nello sviluppo di autostrade internazionali. Questo non si può certamente comparare con i costi sostenuti dalla Cina, la quale secondo gli ultimi dati, si è offerta di spendere oltre 500 miliardi di dollari sulla sua iniziativa Nuova Via della Seta. Nonostante ciò, l’India ha ancora spazi da ‘’conquistare’’ e da rivendicare come propri. Come parte della Legge del Programma Orientale, il paese sta investendo grandi somme nella costruzione di strade e ferrovie lungo i suoi confini. Uno dei suoi progetti più significativi è la strada dal Nord Est dell’India che passa da Myanmar alla Thailandia. L’autostrada sarà lunga più di 1000 km, e la possibilità di essere estesa fino a Cambogia, Laos e Vietnam è stata già presa in considerazione. In questo modo, l’India potrà notevolmente aumentare gli scambi con l’intera penisola indocinese, la quale ospita la maggior parte degli stati ASEAN, oltre a essere una delle regioni in via di sviluppo più rapide al mondo.
A proposito, la Cina sta cercando anche di ottenere un punto d’appoggio dagli stati ASEAN. A tal fine, la RPC sta continuando il suo progetto di costruzione della ferrovia Kunming-Singapore, che attraverserà tutti i paesi della penisola. Il trasporto ferroviario è più economico e più efficiente di quello automobilistico. Tuttavia, l’autostrada indiana potrebbe essere costruita più velocemente. La corsa alle infrastruttura India-Cina si estende fino al mare. La RPC ha intenzione di istituire la Via della Seta Marittima del 21° secolo, e sta aumentando la sua presenza in tutti i maggiori porti dalla costa meridionale dell’Eurasia, all’Africa e Mar Mediterraneo. La Cina sta costruendo un grande porto nello Sri Lanka, prendendo in leasing e sviluppando il porto pakistano di Gwadar, sul quale ha promesso di investire circa 1,6 miliardi di dollari. Attraverso il Gwadar, la RPC sarà in grado di mantenere i suoi collegamenti marittimi tra Europa e Africa, bypassando il congestionato e pericoloso Stretto di Malacca. Per comunicare con il porto, la Cina ha deciso di costruire una ferrovia che attraversa il territorio pakistano.
L’India ha seguito l’esempio, e ha investito 120 milioni di dollari nel porto Sittwe a Myanmar, e intende inoltre investire 150 milioni di dollari nel porto di Chabahar in Iran, che verrà utilizzato insieme ad Iran e Afghanistan.
Si può quindi affermare che India e Cina sono attivamente coinvolte in una cooperazione internazionale economica. I loro ambiziosi progetti, più che singoli paesi, interessano intere regioni, e questo significa che entrambi i paesi hanno parecchi impegni insieme da un gran numero di alleati. Allo stesso tempo, hanno partner in comune, e di conseguenza gli interessi condivisi di India, Cina e dei paesi che collaborano con loro sono strettamente intrecciati. Qualsiasi crepa alla stabilità potrebbe distruggere i loro piani.
L’Asia è una regione altamente instabile, e una delle ragioni è la minaccia terroristica. L’India, la Cina e gli stati ASEAN si trovano periodicamente di fronte a questa minaccia. India e Cina sono tra i più potenti stati armati di armi nucleari, perciò sono ampiamente responsabili di mantenere la pace in tutta l’Asia. Se iniziassero un conflitto militare, esso potrebbe essere sfruttato da molte fazioni estremiste, e i paesi asiatici non potrebbero più costruire strade e creare zone di libero scambio. Questo potrebbe mettere fine anche al progetto dell’iniziativa ‘’Una cintura Una strada’’ e ai progetti indiani.
È di vitale importanza che entrambi i paesi mantengano la stabilità della regione e una buona reputazione nei confronti dei numerosi alleati. Si può presumere che la concorrenza tra India e Cina abbia raggiunto un livello che esclude possibili conflitti armati; e questa forma di rivalità, come la costruzione di infrastrutture e lo scambio internazionale, contribuirà unicamente allo sviluppo dell’intera regione asiatica.
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Articolo di Dmitry Bokarev pubblicato su New Eastern Outlook il primo settembre 2017
Traduzione in italiano a cura di Claudia Niarni per SakerItalia.it
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