Durante la Guerra Fredda, l’aeronautica della Corea del Nord, ufficialmente Forza Aerea del Popolo Coreano (KPAAF), mantenne una delle forze aeree più grandi e capaci di tutti gli stati allineati coi sovietici. La Corea del Nord è stata uno dei pochi paesi ad utilizzare aerei da combattimento di fabbricazione sia sovietica che cinese a causa del suo equilibrio unico tra i due paesi durante la Crisi Sino-Sovietica. La sua flotta al suo apice era seconda solo alla Cina in Asia orientale , e schierava aerei molto più moderni e capaci di quelli della flotta cinese. Avendo combattuto con distinzione nelle guerre del Vietnam e dello Yom Kippur, la qualità dei piloti coreani superava molto spesso quella dei piloti locali, in particolare quando furono schierati in Egitto e Siria all’inizio degli anni ‘70 e impressionarono i piloti arabi con le loro prestazioni sui jet MiG-21 [in inglese].

Caccia leggero nordcoreano MiG-21BiS.

La KPAAF ha acquisito la sua prima grande esperienza operativa durante la Guerra di Corea, schierando inizialmente velivoli Yak-9 dell’era della Seconda Guerra Mondiale, che lanciarono attacchi multipli contro obiettivi statunitensi che andavano dalle forze di terra ai bombardieri pesanti, prima di passare agli avanzati aerei da combattimento ad ala a freccia MiG-15. Il paese ha posto una forte enfasi sulla guerra aerea da allora, in gran parte a causa dei massicci danni inflitti a tutte le città del paese dai bombardamenti occidentali. Con l’Unione Sovietica che fornì un notevole supporto per tutti gli anni ‘50 e nel decennio successivo, la Corea del Nord dispiegò non solo alcuni dei più avanzati sistemi di difesa aerea a lungo raggio del mondo – vale a dire l’S-25 e l’S-75 – ma anche MiG-17, MiG -19 e le prime varianti dei caccia MiG-21. I MiG-21 sono stati schierati in diverse scaramucce con le forze statunitensi e sudcoreane nei due decenni successivi, e hanno causato perdite significative tra le risorse americane, in particolare l’abbattimento di un aereo di sorveglianza radar di controllo e preallarme EC-121 Warning Star americano nel 1969, che uccise 31 membri del personale americano.

Caccia con ala a geometria variabile nordcoreano MiG-23.

Il miglioramento delle relazioni con l’Unione Sovietica nella seconda metà degli anni ‘80 ha permesso alla Corea del Nord di acquistare nuove generazioni di sistemi d’arma, inclusi i suoi primi caccia con capacità aria-aria oltre il raggio visivo, il MiG-23 di terza generazione e il MiG-29 di quarta generazione, così come nuovi sistemi di difesa aerea a terra e jet da attacco al suolo Su-25. Dopo la fine della Guerra Fredda, dopo aver affrontato tre anni di gravi disastri naturali, l’immensa pressione delle sanzioni economiche occidentali e la perdita dei suoi principali partner commerciali dell’ex Patto di Varsavia, l’economia della Corea del Nord cadde in declino. Il risultato fu che per tutti gli anni ‘90 Pyongyang non è stata in grado di modernizzare in modo significativo la sua aeronautica affinché tenesse il passo con i nuovi sistemi d’arma dispiegati oltre il 38° Parallelo dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud. La perdita della protezione sovietica, tuttavia, spinse Pyongyang ad aumentare la spesa per la Difesa dal 1992 fino a quando i disastri naturali non peggiorarono la sua crisi economica nel 1995, e il paese fu in grado di acquistare sia jet MiG-21BiS di terza generazione potenziati che le linee di produzione per i MiG-29S di quarta generazione.

Batterie antiaeree nordcoreane senza nome svelate nell’ottobre del 2020.

I MiG-29, MiG-23 e MiG-21BiS costituiscono la spina dorsale della flotta da combattimento della Corea del Nord ancora oggi, con i MiG-29 e forse altri caccia potenziati con l’integrazione di missili aria-aria R-27ER, che forniscono un rispettabile gittata di 130 Km. Si ritiene che il settore della difesa interna del paese sia responsabile della modernizzazione e del rinnovamento della flotta, possibilmente con un supporto straniero. Senza caccia post-Guerra Fredda e senza velivoli di supporto come le piattaforme AEW o AWACS, la KPAAF rimane in considerevole svantaggio rispetto alle aeronautiche della Corea del Sud e degli Stati Uniti – che rispettivamente schierano l’F-15K d’élite e caccia pesanti F-22. Il paese ha ampiamente compensato la sua mancanza di una moderna forza aerea sviluppando sofisticati sistemi di difesa aerea [in inglese] e missili balistici tattici – i primi per negare l’accesso degli aerei nemici al suo spazio aereo, e i secondi per neutralizzare gli aeroporti nemici nelle prime fasi di una guerra.

Su-35 in livrea nordcoreana – impressione artistica.

Sebbene la strategia asimmetrica della Corea del Nord per affrontare la minaccia della potenza aerea nemica abbia fruttato dividendi e migliorato notevolmente la sua situazione della sicurezza, ci sono stati numerosi rapporti che indicano che il paese ha mostrato interesse ad acquisire aerei da combattimento dall’estero. Rapporti sudcoreani non verificati indicano che il caccia russo Su-35 di “generazione 4++” è stato di particolare interesse [in inglese] a metà degli anni 2010, ma il Vicemaresciallo Choe Ryong-hae si è recato in Russia come inviato speciale per organizzare gli acquisti e ha incontrato il presidente Vladimir Putin per discutere della cooperazione nel campo della Difesa. Sebbene la Russia abbia interesse a sostenere la difesa del suo vicino, tuttavia, è probabile che tale supporto sia meno visibile, e potrebbe arrivare sotto forma di trasferimenti di tecnologia al settore della Difesa della Corea del Nord piuttosto che di vendite palesi e cospicue di aeromobili [in inglese] in diretta violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Con il suo settore della difesa nazionale che ha effettivamente provveduto alle esigenze delle Forze di Terra, della Marina Militare, delle Forze Missilistiche Strategiche e della Forza per Operazioni Speciali, nonché dei sistemi terrestri per la Forza Aerea e Antiaerea, la flotta di aerei da combattimento della Corea del Nord è di gran lunga la branca più vecchia e meno aggiornata delle sue forze armate. A meno che non venga revocato l’embargo sulle armi del 2006 nei confronti del paese, o che un fornitore non si opponga apertamente all’embargo, è probabile che per il prossimo futuro le cose rimarranno così. Tuttavia, se la Corea del Nord sarà in grado di acquisire nuovi caccia, è probabile che il MiG-23 sarà il primo [in inglese] caccia ad essere ritirato, a causa dei suoi elevati costi operativi rispetto al MiG-21 e delle sue capacità limitate rispetto al MiG-29.

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Pubblicato su Military Watch Magazine il 6 maggio 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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