La Corea del Nord è considerata uno dei paesi più poveri, e molti credono che sia indietro rispetto al resto del mondo nella sfera informatica. Ma è vero?

La diffusione di telefoni cellulari e computer

A novembre 2019, c’erano 6 milioni di telefoni cellulari (in media costano 100-200 dollari) in uso nella Corea del Nord. Ma non possono essere utilizzati per effettuare chiamate internazionali. Esistono due fornitori di telecomunicazioni: Koryolink e Kangsong Net. Nel luglio 2019, il Washington Post, citando i documenti ottenuti da un ex dipendente della Huawei, ha riferito che la società cinese ha contribuito a costruire e testare la rete wireless commerciale della Corea del Nord nel 2008.

Per effettuare una telefonata ad un numero internazionale, è necessario ottenere l’autorizzazione necessaria da un’autorità competente. Ciononostante, il numero di chiamate internazionali effettuate dalla Corea del Nord è leggermente aumentato.

Una famiglia su cinque ha un personal computer. Secondo i dati pubblicati da Recorded Future, una società di sicurezza informatica, “l’attività in rete nel regime nordcoreano è aumentata del 300% dal 2017”.

Inoltre, “dal 2017 ad oggi, i più alti livelli di utilizzo di Internet tra le élite nordcoreane che possono accedervi si sono spostati dalle serate del fine settimana alle normali ore di lavoro nei giorni feriali”.

Dispositivi realizzati localmente?

Il 26 settembre 2019, uno smartphone realizzato nella Corea del Nord, Phurun Hanul (“Cielo Azzurro”), è stato presentato alla 15a Fiera Internazionale Autunnale del Commercio di Pyongyang Autumn. Le sue caratteristiche moderne includono il riconoscimento facciale ed elettronico delle impronte digitali e controlli gestuali senza contatto.

Il dispositivo costa 290 dollari (una notevole quantità di denaro anche per gli abitanti relativamente benestanti di Pyongyang) e può essere venduto solo ai residenti nella Corea del Nord. Per garantire ciò, al momento della vendita di un telefono vengono rispettati severi requisiti. Un fornitore registra i dettagli del passaporto del cliente, e il dispositivo viene quindi considerato di sua proprietà.

Una recensione dettagliata del tablet Taeyang W713 (“Oceano”), pubblicata nel 2017, è disponibile sul sito web di NKNews. È realizzato dalla Compagnia di Scambio tecnologico Chunggu Haeyang Unha, che dipende dall’Agenzia Centrale Informativa della Corea del Nord per la Scienza e la Tecnologia (CIAST, nota anche come Ufficio Centrale per lo Sviluppo della Scienza e della Tecnologia). La società ha inoltre progettato la rete WiFi Mirae (“Futuro”) e il PC tablet Taeyang 8321, che può connettersi a questa rete utilizzando una scheda SIM.

Anche i media della Corea del Nord hanno scritto degli smartphone Jindallae. Hanno funzionalità di riconoscimento delle impronte digitali, delle immagini e della voce e ne vengono prodotte diverse centinaia di migliaia all’anno.

È in corso una discussione tra esperti sulle origini di questi dispositivi. Alcuni credono che i nordcoreani producano da soli tutti questi dispositivi; altri pensano che assemblino semplicemente parti cinesi, e ancora un altro gruppo è convinto che questi prodotti siano originari della Cina e siano quindi realizzati con marchi della Corea del Nord. Il terzo punto di vista trova supporto indiretto nel fatto che il Pyongyang 2425 sia identico agli smartphone cinesi Xiaolajiao E-Sports e Allview Soul X5 Pro.

Un proprio software

Anche se è difficile determinare da dove provengono questi gadget, non si può dire lo stesso del software associato.

Alcuni dati sono già disponibili sugli sforzi nordcoreani per digitalizzare i sistemi per la gestione e la distribuzione delle informazioni [in inglese] disponibili su scienza e tecnologia. Secondo il canale propagandistico nordcoreano Meari, il CIAST ha “recentemente sviluppato e implementato il “Field Worker’s Companion (1.0)”, descritto come un’app di project management per gli utenti di telefoni cellulari.

Inoltre, il CIAST ha caricato centinaia di milioni di articoli su scienza e tecnologia tradotti da varie lingue nell’intranet nordcoreano. Nell’aprile del 2018, il Pyongyang Times ha riferito che il CIAST ha fornito agli impianti di produzione decine di milioni di articoli sulla tecnologia, e sviluppato un approccio per la creazione di database e motori di ricerca.

Nel giugno 2018, il Rodong Sinmun (il giornale ufficiale del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea) ha scritto che il CIAST ha lanciato un software che consentirebbe ai nordcoreani di visualizzare gli indici che elencano le risorse economiche, scientifiche e tecnologiche di tutto il mondo risalenti alla fine degli anni ‘70, e di cercare e leggere riviste accademiche straniere.

Nel febbraio 2020, il KB Financial Group Research Institute ha riferito che, dal 2018, i nordcoreani hanno utilizzato un’app di pagamento mobile denominata “Woolim”, “un’imitazione delle cinesi WeChat Pay e Alipay”. “Gli utenti possono acquistare prodotti sulle piattaforme di e-commerce della Corea del Nord utilizzando l’app” e scambiarsi [in inglese] denaro.

Nel marzo 2020, Meari ha scritto di Taean 2.0, un sistema integrato di gestione delle informazioni che è stato adottato in numerose istituzioni e strutture produttive in tutta la nazione.

La versione aggiornata è un sistema aziendale standardizzato per pianificare e gestire l’utilizzo di tutte le risorse umane, fisiche e informative in modo integrato. Può essere utilizzato per elaborare attività che vanno dalla pianificazione della produzione alla gestione di prodotti, processi produttivi, forza lavoro, risorse chiave, fabbisogno di elettricità e rendicontazione finanziaria in tempo reale.

L’esperienza degli sviluppatori di software nordcoreani è accertata sulla base non tanto delle storie sugli hacker, ma del fatto che un team di tre persone della Kim Chaek University of Technology sia arrivata all’8° posto durante l’ACM International Collegiate Programming Contest (ICPC), tenutosi ad Aprile del 2019 in Portogallo.

Nel settembre del 2019, un articolo del Rodong Sinmun sui progressi nel sistema educativo della Corea del Nord ha parlato dei nuovi corsi offerti [in inglese] sulla “sicurezza delle informazioni, robotica e ingegneria”. Ha inoltre affermato che undici “scuole superiori con corsi di informatica specializzati” dovevano essere istituite in ciascuna delle province della Corea del Nord.

Cripto-Corea del Nord

Radio Free Asia (RFA) ha riferito che la Corea del Nord ha ospitato la sua prima conferenza su blockchain e criptovalute a Pyongyang nell’aprile del 2019. All’evento [in inglese] hanno partecipato all’incirca 100 esperti provenienti da questo “campo all’avanguardia da tutto il mondo”. Tra i partecipanti c’era Virgil Griffith, un programmatore americano che ha lavorato alla piattaforma di criptovaluta Ethereum. Il 29 novembre 2019, è stato arrestato per aver fornito alla conferenza di Pyongyang informazioni altamente tecniche che “potrebbero essere utilizzate per aiutare la Corea del Nord a riciclare denaro ed eludere le sanzioni”.

L’uso delle criptovalute da parte della Corea del Nord è un argomento politicizzato. In effetti, Recorded Future ha spesso riferito che il maggiore utilizzo di internet nella Corea del Nord è stato collegato all’estrazione di criptovalute, al loro furto o ad altri crimini finanziari. Tuttavia, ci concentreremo sugli hacker della Corea del Nord (o più specificamente delle loro presunte attività) un’altra volta.

Censura su internet

Mentre Kim Jong-il ha cercato di impedire il flusso di informazioni, Kim Jong-un lo incoraggia, adottando un modello a “zanzariera” (che consente all’aria di entrare ma non alle zanzare) nel controllo di internet. Non è difficile trovare informazioni ideologicamente non minacciose di interesse comune o di scienza e tecnologia sull’intranet nordcoreano. Ma per accedervi, gli utenti devono “compilare un lungo modulo” (in effetti ogni abbonamento deve essere registrato [in inglese]). Ancora più interessante, la versione di Linux della Corea del Nord (il sistema operativo Stella Rossa o “Pulgŭnbyŏl”), che deve essere installata su ogni dispositivo, ha almeno due caratteristiche importanti.

Innanzitutto, gli screenshot di tutto ciò che uno visita vengono automaticamente salvati e non possono essere eliminati. Pertanto, quando un dispositivo viene sottoposto a un’ispezione di routine, un membro del personale dell’agenzia competente può vedere immediatamente quale sito web ha visitato un utente.

In secondo luogo, il sistema controlla la firma crittografica di un file, che non può essere aperto se non viene prima “autenticato”. Solo i file generati sul dispositivo di un utente o quelli validati dal governo possono essere visualizzati. Pertanto, è problematico salvare un file su un’unità USB e quindi aprirlo sul dispositivo di un amico in modo che possa accedervi. Naturalmente, ci sono modi per aggirare tali restrizioni, ma non sono comunemente disponibili.

Le radio nella Corea del Nord sono “sintonizzate permanentemente sulle frequenze governative” ed è anche illegale ascoltare stazioni “nemiche” straniere. La Corea del Nord si sta inoltre concentrando sulla sostituzione delle trasmissioni TV tradizionali con IPTV (un servizio di streaming). Ciò significa che sarà impossibile sintonizzarsi sulle trasmissioni TV dalla Cina, ad esempio, utilizzando antenne fatte in casa. In effetti, i nordcoreani possono utilizzare queste antenne non solo per visualizzare le trasmissioni cinesi ma anche quelle coreane, che includono programmi televisivi sudcoreani destinati ai residenti della Prefettura Autonoma Coreana di Yanbian [provincia cinese con una forte minoranza coreana].

Va inoltre ricordato l’articolo 184 del Codice Penale relativo al possesso e alla diffusione di materiali corrotti e decadenti. I contenuti multimediali prodotti in Occidente e in Corea del Sud sono considerati illegali, e l’accesso ad essi è punibile dalla legge (reclusione fino a 1 anno, e fino a 5 anni per recidiva). Tali regole possono sembrare draconiane per i sostenitori della libertà ma, in conformità con la legge sulla sicurezza nazionale della Corea del Sud, anche i “comportamenti o discorsi a favore del regime nordcoreano” sono punibili dalla legge.

Tutto sommato, il settore hi-tech della Corea del Nord (quello appartenente alla quarta rivoluzione industriale) sta andando abbastanza bene, in linea con le principali politiche economiche di Kim Jong-un.

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Articolo di Konstantin Asmolov pubblicato su New Eastern Outlook l’1 aprile 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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