Un sacco di sciocchezze sono state messe in risalto dai lobbisti americani durante lo scorso anno, nel senso che Washington era impaziente di punire l’India per aver acquistato il sistema anti missilistico S-400. Questa fobia è stata attentamente fatta circolare nelle discussioni indiane dai gruppi di esperti americani. L’esempio più eclatante è stato dell’esperto strategico indo-americano Ashley Tellis che ha scritto [in inglese] un saggio energico, presentato dalla Carnegie di Washington lo scorso agosto, intitolato Come possono sopravvivere le relazioni USA-India all’accordo sugli S-400?
Tellis, in qualche modo, ispira soggezione tra gli analisti indiani, che lo ritengono spensieratamente in grado di esercitare, riguardo la linea politica nei confronti dell’India, un’immensa influenza sulla Casa Bianca e sui decisori della politica estera (presumibilmente questa ingenuità ha spinto i consiglieri del Primo Ministro Modi a patrocinarlo personalmente pubblicando il suo libro, a Delhi nel 2014).
I lobbisti americani in realtà stavano indulgendo ad una “guerra psicologica” per creare il panico tra i politici di Delhi impegnati a chiudere l’accordo dell’acquisto degli S-400 dopo lunghe trattative con i russi. A posteriori, lo stratagemma non ha funzionato e l’India ha proseguito con l’accordo sugli S-400.
Quell’esperienza dovrebbe dimostrare che gli americani sono maestri del bluff. Non c’è stata alcuna sanzione. Alla fine è prevalso il buon senso, anche se alcuni analisti indiani pensano ancora che Washington abbia fatto un favore all’India. Al contrario, non è mai stata un’opzione praticabile per gli americani sanzionare i decisori delle politiche o i responsabili delle scelte negli istituti di difesa indiani o negli organismi indiani per gli appalti di armi (lasciando stare gli utenti finali del sistema S-400 ABM). Gli Stati Uniti oggi sono uno dei principali fornitore di armi in India. In realtà, l’intera manfrina mirava a minare la relazione tra India e Russia (il saggio di Tellis ha portato alla luce questo intento nascosto).
Ora, tutto ciò rende la saga degli S-400 della Turchia una lezione di moralità per la comunità strategica dell’India e per le istituzioni della Difesa. Anche la Turchia ha emesso un ordine di acquisto del sistema S-400. In effetti, gli americani non l’hanno presa bene, minacciando la Turchia con conseguenze terribili, comprese le sanzioni. Ma il presidente turco Recep Erdogan non ha battuto ciglio.
Gli Stati Uniti hanno quindi minacciato di bloccare la fornitura dei nuovi caccia invisibili F-35 destinati alla Turchia (i rapporti dicono che la Turchia prevede di acquistare 111 di questi jet di quarta generazione, ognuno dei quali costa circa 85 milioni di dollari, per unità complete di motori e sistemi di missione). Chiaramente, l’accordo di Lockheed con la Turchia vale una quantità incredibile di decine di miliardi di dollari nel corso degli anni. Inoltre, la Turchia, essendo un partner di “Livello 2” del progetto statunitense di aerei invisibili F-35, ha contribuito anche ai costi di sviluppo di questi caccia.
Inutile dire che Erdogan ha correttamente valutato che gli americani non ucciderebbero una gallina dalle uova d’oro. Col tempo, ha avuto ragione. Da allora gli Stati Uniti hanno pian piano ritirato le minacce e stanno portando avanti il trasferimento in Turchia dei caccia F-35 (inizialmente, alcuni esperti americani avevano sostenuto che il sistema S-400 installato in Turchia avrebbe consentito ai russi di studiare le debolezze degli aerei invisibili F-35).

Un sistema di missili Patriot degli Stati Uniti è stato visto in una base militare turca a Gaziantep.
Washington spera ancora che la Turchia possa essere convinta ad annullare l’ordine degli S-400 con la Russia (nonostante le ripetute asserzioni [in inglese] di Ankara). Una delegazione del Pentagono si è recata ad Ankara la scorsa settimana per compiere un altro sforzo. Gli Stati Uniti hanno ora fatto l’offerta di vendere il sistema di difesa aerea Patriot alla Turchia (che finora aveva rifiutato) solo se la Turchia avesse annullato l’ordine degli S-400 (la posizione della Turchia è che può avere sia sistemi S-400 che i Patriot).
Ma c’è un problema. Secondo quanto riportato [in inglese] dalla stampa turca, le discussioni ad Ankara della scorsa settimana hanno dimostrato che i russi potrebbero aver venduto gli S-400 ad un costo minore a quello a cui gli Stati Uniti ora offrono il Patriot come sostituto. E, inoltre, gli Stati Uniti non trasferiranno alcuna tecnologia relativa al Patriot.
Si può ora immaginare in quale ginepraio si sarebbe infilata l’India se avesse rinunciato all’affare S-400 e avesse ascoltato il consiglio di Ashley al Primo Ministro Modi sullo “stringere un accordo con Trump”. Per citare il saggio di agosto 2018 di Tellis:
Questo (accordo con Trump) richiederebbe probabilmente all’India di andare avanti su uno dei numerosi programmi di acquisizione di dispositivi di difesa che ha discusso con gli Stati Uniti nel corso degli anni, quindi … dando a Trump un incentivo per emettere rapidamente l’esenzione alle sanzioni di cui l’India ha bisogno.
Entrambe le parti potrebbero così uscirne avvantaggiate. Una tale soluzione attirerebbe l’attenzione di Trump, tuttavia, la proposta dell’India deve essere abbastanza redditizia per gli Stati Uniti e notevole nel suo potenziale impatto geostrategico. E i dettagli dovrebbero emergere vicini alla piena formazione di un dialogo tranquillo fra i politici indiani e statunitensi ai massimi livelli. Risolvere rapidamente alcune delle dispute commerciali più pressanti non farebbe altro che aiutare ulteriormente questo processo.
Con ciò si ferma tutta la storia. L’esperienza turca non è fondamentalmente diversa da quella dell’India, in quanto la possibilità che gli Stati Uniti sanzionino la Turchia sull’accordo S-400 è praticamente nulla. Ma gli analisti indiani hanno molto da imparare dalla disputa turco-americana, poiché la Turchia ha una lunga storia come alleata dell’America durante la Guerra Fredda.
Chiaramente, Trump non mostrerà mai l’audacia di prendere in giro Erdogan pubblicamente, come ha fatto [in inglese] ripetutamente col Presidente Modi. Al contrario, mostra a Erdogan le cortesie che riserva immancabilmente per Vladimir Putin e Xi Jinping. Trump sta perfino programmando una visita in Turchia.
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Articolo di M.K. Bhadrakumar apparso su Oriental Review il 7 gennaio 2019
Traduzione in italiano di Diego per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
Ma realmente siamo a questo punto? Se un paese non acquista da questi prepotenti boriosi fascisti deve anche rischiare di sottostare a delle sanzioni?, Siamo veramente a questo punto nel mondo? Se non compri da me ti sanziono, e se poi in precedenza avevi anche provato a fare un colpo di stato a casa mia? siamo veramente in un mondo dove tutto funziona a queste condizioni? Ebbene, non meritiamo più di stare al mondo, se la terra alla fine imploderà, forse magari è Dio che si sta incazzando, e con ragione !
Non credo però che la terra avrà il tempo di autodistruggersi, faremo prima noi con bombe atomiche e/o con altre perisolosissime armi che sappiamo costruire a distruggere completamente il mondo in cui viviamo.
Non ci meritiamo di stare a questo mondo