Gli Stati Uniti hanno bisogno di nemici per giustificare l’ingiustificabile perseguimento dei loro obiettivi egemonici. Per tutto il dopoguerra non ne è esistito nessuno – quindi li ha inventati.
L’ostilità degli Stati Uniti nei confronti della Corea del Nord esiste da quando è stata divisa la penisola. Riguarda tutto la sua indipendenza sovrana, il suo rifiuto di subordinarsi agli interessi degli Stati Uniti e la sua legittima preparazione militare contro la temuta aggressione degli Stati Uniti.
Le sue armi nucleari e i missili balistici servono esclusivamente a difendere la patria. Nel corso della sua storia la Corea del Nord non ha mai attaccato un altro paese, finora non ha minacciato nessuno se non per autodifesa se attaccata, un suo diritto legittimo ai sensi delle leggi internazionale.
Durante tutto il dopoguerra è stata vittima di devastanti aggressioni statunitensi e terrorismo economico.
Le sue autorità cercano pace e stabilità durature nella penisola, ferree garanzie di sicurezza, la revoca delle inaccettabili sanzioni, una fine formale alla guerra che prosegue dagli anni ‘50 e, per la prima volta nella sua storia, relazioni normalizzate con gli Stati Uniti, l’Occidente e le nazioni della regione.
Due vertici fra Kim Jong-un e Trump non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi di Pyongyang a causa della malafede degli Stati Uniti – che hanno fatto richieste unilaterali in cambio di vane promesse, ulteriori prove del fatto che neanche l’ala destra dello stato monopartitico si può fidare degli Stati Uniti.
La scorsa primavera, Kim ha esortato Trump ad impegnarsi a parlare chiaro in futuro, dicendo:
“Fino alla fine dell’anno, avrò pazienza, aspetterò il Presidente degli Stati Uniti, anche se sarà difficile trovare un’opportunità valida come quella dell’ultima volta” quando entrambi i leader si sono incontrati ad Hanoi, lo scorso febbraio, aggiungendo che:
Incontrerà Trump solo per un altro round di colloqui al vertice se gli Stati Uniti concorderanno “decisioni costruttive per il miglioramento delle relazioni”.
“Se vogliamo tenere il terzo vertice con l’atteggiamento e le soluzioni adeguate, che siamo pronti a condividere con i nostri partner, vorremmo provarci di nuovo”.
“Come continua a notare il Presidente Trump, le relazioni personali tra noi non sono ostili come quelle tra le nostre due nazioni. Godiamo ancora buoni rapporti e, se la pensiamo così, possiamo scambiarci delle lettere”.
I vertici di Singapore (giugno 2018) e di Hanoi (febbraio 2019) non hanno fatto progressi. Né è probabile che un terzo vertice Kim/Trump andrebbe meglio – perché gli Stati Uniti non negoziano.
Chiedono che le altre nazioni si pieghino alla loro volontà, cercando il dominio su di esse, sulle loro risorse e persone, ecco su cosa si basa la loro rabbia egemonica.
A metà novembre, un alto funzionario del regime di Trump senza nome ha commentato gli affari dell’Asia orientale e del Pacifico, dicendo quanto segue sulla Corea del Nord:
Gli Stati Uniti “rimangono pronti a difendere loro stessi e i nostri alleati da qualsiasi attacco o provocazione” di Pyongyang – pur sapendo che le sue autorità al potere non minacciano nessuno.
Il Giorno del Ringraziamento, l’organo domestico neoconservatore/CIA, il Washington Post, ha erroneamente dichiarato che l’annuncio della Corea del Nord dell’interruzione dei colloqui sul nucleare “alla fine di quest’anno (vuol dire) un ritorno ad un pericoloso modello di provocazione ed escalation (sic)”, aggiungendo:
Trump è “preparato per questa grande sfida” – che non esiste? La Corea del Nord vuole saggiamente colloqui alla pari o niente, il che vuol dire molto probabilmente la seconda, perché negoziare in buona fede non è nel vocabolario degli Stati Uniti.
Una dichiarazione della Corea del Nord afferma che “non siamo più interessati a… colloqui che non portano a nulla. Dato che non abbiamo ottenuto nulla in cambio, non regaleremo più al Presidente degli Stati Uniti qualcosa di cui possa vantarsi…”
Washington cerca il dominio sulle altre nazioni, e la cooperazione reciproca con nessuno.
Anche se i sostenitori della linea dura di entrambi i partiti degli Stati Uniti adorerebbero avere la Corea del Nord dalla loro parte contro la Cina, non c’è praticamente alcuna possibilità che Pyongyang abbandoni il suo alleato più prezioso, soprattutto non offrendo fedeltà ad una nazione che ha scatenato guerra aperta e terrorismo economico da quando la penisola è stata divisa.
Giovedì, secondo quanto riferito, la Corea del Nord ha lanciato due missili a corto raggio che sono caduti in modo innocuo in acque a circa 370 chilometri dalla costa.
All’inizio di novembre, le forze armate nordcoreane hanno testato quelli che hanno chiamato “lanciarazzi multipli super-grandi”.
Gli Stati Uniti, le altre nazioni occidentali e Israele testano regolarmente le armi ripetutamente, senza incidenti. La Corea del Nord è legalmente autorizzata a fare la stessa cosa senza critiche.
Il diritto all’autodifesa è fondamentale nel diritto internazionale.
Data la schiacciante minaccia rappresentata dagli obiettivi imperiali degli Stati Uniti, è essenziale che la leadership della Corea del Nord persegua tutto ciò che serve per garantire sicurezza alla nazione e al suo popolo.
Non fatevi trarre in inganno. La Corea del Nord vuole la pace, la sicurezza, la cooperazione reciproca con altri paesi e l’adesione alla parità di diritti nella comunità mondiale delle nazioni.
La lunga ostilità degli Stati Uniti verso il paese continua a rappresentare un ostacolo insormontabile.
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Articolo di Stephen Lendman pubblicato il 30 novembre 2019 sul suo sito
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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