Mentre il 2019 volge al termine, le tensioni iniziano a salire nella penisola coreana, e si prevede che il periodo di de-escalation nella regione non continuerà nel 2020.
Durante tutto il mese di novembre, i rappresentanti della Corea del Nord hanno esortato gli Stati Uniti a cambiare approccio, avvertendo che “la finestra si sta chiudendo”. Gli Stati Uniti hanno fatto alcune concessioni, ma le evidenti mezze misure non erano adatte a Pyongyang. A dicembre si sono svolti alcuni eventi molto interessanti.
Tra questi c’è il nuovo round di guerra di parole che suggerisce il ritorno delle “battaglie rap presidenziali”. Prima Trump ha definito Kim Jong-un un “Uomo Razzo”, e ha detto che, con tutto il dovuto rispetto per la leadership della Corea del Nord, gli Stati Uniti sono pronti a ritorsioni militari se si rivelassero necessarie. In risposta, il capo del Dipartimento dello Stato Maggiore Generale della Corea del Nord ha affermato che, in caso di conflitto militare, gli Stati Uniti dovranno affrontare molto più di quanto si aspettano. Appena un giorno dopo, la Prima Viceministro degli Esteri Choe Son-hui ha suggerito, non in modo così sottile, che se Trump ha detto queste cose per sbaglio, era una cosa, ma se la sua affermazione era un insulto sincero, i funzionari nordcoreani hanno tutto il diritto di chiamarlo “vecchio rimbambito”. Choe ha fatto notare che il leader supremo continua a tacere su Trump, e spera ancora che si dimostri prudente.
E così continua la guerra di parole (senza la partecipazione di Kim Jong-un, finora). Non è necessario citare ogni frase, ma sembra degno di nota che il suggerimento agli Stati Uniti di cambiare tattica prima della fine dell’anno sia stato ripetutamente espresso con diverse intonazioni DICIANNOVE VOLTE, poiché Pyongyang diventa sempre più impaziente.
I tentativi americani di tendere la mano finora rimangono senza risposta. Stephen Biegun, recentemente promosso Sottosegretario di Stato, durante una visita a Seul ha annunciato che il Nord può contattarlo, ma ciò che è permesso al presidente (e ha portato alla riunione di Panmunjeom) è vietato ai suoi assistenti.
Inoltre, tutto ciò è accaduto sullo sfondo della prevista risoluzione annuale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui la Corea del Nord è stata bollata come violatrice dei diritti umani per la quindicesima volta. Allo stesso tempo, un altro tentativo della Russia e della Cina di presentare una proposta per allentare le sanzioni al Consiglio di Sicurezza si è rivelato senza successo (per ora?).
La Corea del Nord viene spesso definita imprevedibile. Tuttavia ad aprile, in una sessione dell’Assemblea Popolare Suprema, Kim Jong-un ha annunciato che all’inizio del 2020 la situazione poteva cambiare in modo drastico. Ma la dichiarazione sugli Stati Uniti che “hanno deciso autonomamente che tipo di dono riceveranno da noi per Natale” ha suscitato scalpore tra gli esperti, in particolare in relazione alle immagini satellitari dell’area di Tonghanni, dove sono stati condotti due “test importanti”. La natura di questi test è stata descritta dalla Korean Central News Agency (KCNA) in modo molto evasivo. La versione più popolare è che si trattava di un nuovo motore per ICBM, molto probabilmente funzionante con combustibile solido.
I pessimisti pensano che il leader nordcoreano possa avviare un nuovo lancio di un ICBM o addirittura testare armi nucleari nell’atmosfera, anche solo perché il Poligono Nucleare di Punggye-ri non funziona. Gli ottimisti ritengono che non sarà lanciato un ICMB, ma piuttosto un satellite civile (su un missile modernizzato). Poiché ogni paese ha il diritto di esplorare pacificamente lo spazio, la situazione sarà ambigua, e la reazione al lancio determinerà il corso futuro.
I realisti, d’altra parte, attirano l’attenzione sul fatto che la moratoria sui lanci di ICBM e test nucleari non è stata consolidata da un documento giuridicamente vincolante. Di conseguenza, Kim Jong-un può ritirare la sua parola in qualsiasi momento, e ciò non costituirà una violazione degli accordi firmati.
Il prossimo Plenum di dicembre del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea sembra essere molto interessante e di grande importanza, poiché gli obiettivi del paese in politica estera per il prossimo futuro saranno all’ordine del giorno. Non meno significativo è il recente incontro della leadership militare, durante il quale Kim Jong-un ha parlato di “importanti questioni organizzative”. È da notare che questa volta Kim Jong-un esporrà effettivamente problemi di discussione generale invece di decisioni già prese da solo, annunciandoli solo durante il suo discorso di Capodanno. In ogni caso, dopo l’incontro ad Hanoi, si vocifera che l’umore tradizionalista nella leadership della Corea del Nord rimanga forte, e che Kim Jong-un ha ricevuto petizioni per non fare concessioni agli Stati Uniti.
Sembra che Kim Jong-un stia distruggendo il rapporto con Trump. Ma poiché ciò sta accadendo nel mezzo di un altro tentativo di mettere sotto accusa quest’ultimo, Pyongyang può aspettarsi che Trump perda le prossime elezioni del 2020. Ciò significa che è improbabile che il prossimo presidente, chiunque egli sia, continui a “fare concessioni irresponsabili al regime tirannico”. Pertanto, anche se Kim Jong-un e Trump raggiungeranno alcuni accordi l’anno prossimo, molto probabilmente saranno annullati nonostante il fatto che richiederanno azioni irreversibili da parte della Corea del Nord. Di conseguenza, tutto ciò che gli Stati Uniti possono offrire in cambio è visto come reversibile.
E ora le mani di Trump sono legate; ciò che era stato fatto finora non è stato percepito dalla Corea del Nord come concessione e, a causa del processo per messa in stato d’accusa, Trump non può nemmeno rischiare di indebolire le sanzioni. Pertanto, il silenzio è la risposta quando gli esperti americani o sudcoreani si trovano di fronte alla seguente domanda: “Se la Corea del Nord è obbligata a mantenere tutto ciò che ha promesso ad Hanoi, ma solo in cambio di contromisure, che forma possono prendere queste misure?”
Tuttavia, per ora Pyongyang continua ad essere sfuggente, sottolineando a volte che il piano B non implica un ritorno alla situazione del 2017. In effetti, il regalo di Natale sarà scelto non da Pyongyang, ma da Washington, che teoricamente ha ancora tempo per, se non cambiare, almeno adeguare il suo approccio.
Certo, sarà difficile, perché a differenza di Kim Jong-un, Trump deve tenere traccia dello stato della politica interna degli Stati Uniti. Può provare ad aumentare il suo tasso d’approvazione raggiungendo una sorta di accordo con la Corea del Nord, ma il problema è che entrambe le parti devono orientarsi verso il consenso.
E ovviamente Mosca e Pechino svolgono un ruolo importante anche in questo processo. Lo status quo è vantaggioso per loro, quindi da un lato cercano di allentare le sanzioni e, dall’altro, cercano di convincere Kim Jong-un a non “aggravare” la situazione. Pertanto, è del tutto possibile che l’estensione della moratoria sarà una versione buona del regalo di Pyongyang. Ciò non impedirà a Kim Jong-un di sviluppare ulteriormente RMD e lanciarazzi multipli, che la Corea del Nord non ha promesso di interrompere.
Sembra che entrambe le parti si stiano preparando al peggio. Vale la pena menzionare qui che nel dicembre 2019 numerosi importanti impianti di produzione e progetti infrastrutturali sono stati costruiti in Corea del Nord, al fine di rafforzare l’economia nazionale in previsione di sanzioni più severe dopo l’interruzione del dialogo. In caso di sanzioni che si trasformassero in un vero e proprio blocco economico, le centrali elettriche costruite, i vivai, i complessi di serre, i mulini per la farina di patate e le fabbriche di fertilizzanti, un progetto pilota per sviluppare infrastrutture in regioni remote – tutto ciò mirerà a migliorare la qualità della vita dei cittadini nordcoreani non solo a Pyongyang, ma anche nelle province.
Con il Natale alle porte, non importa come si svolgeranno gli eventi, gli analisti saranno incuriositi.
Come la Corea del Nord, speriamo per il meglio, ma siamo preparati per il risultato più deludente.
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Articolo di Konstantin Asmolov pubblicato su New Eastern Outlook il 28 dicembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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molto interessante, una cosa di cui non si parla mai è che la scoperta di grandi giacimenti di metalli rari in Corea del Nord ha cambiato, di molto, le carte in tavola.
Sempre che questa notizia non fosse una bufala, anche se non credo.
C’è qualcuno che ne ha sentito parlare? Che ha la possibilità di indicare ove poter approfondire l’argomento?
Buongiorno.
Non si tratta esattamente di una scoperta.
Si sa da tempo che la Corea del Nord possiede varie risorse minerarie, l’unico problema è che a causa del pesantissimo regime di sanzioni che le precludono la quasi totalità dei mercati esteri non può trarre profitti adeguati da esse.