Defense Secretary Dr. Mark T. Esper tours the Iron Dome display with Israeli Defense Minister Benny Gantz in Tel Aviv, Israel, Oct. 29, 2020. Photo Credit: Lisa Ferdinando, DOD

Il Segretario alla Difesa Mark Esper visita un sistema Iron Dome assieme al ministro della Difesa israeliano Benny Gantz a Tel Aviv, Israele, 29 ottobre 2020.

All’inizio del 2021, il sistema israeliano “Iron Dome[“Cupola di Ferro”, in inglese] è stato visto in azione mentre numerosi intercettori che si muovevano a spirale illuminavano il cielo notturno, in difesa contro le linee rette dei razzi di Hamas. La Corea del Sud sta valutando la possibilità di introdurre una tecnologia militare simile, ma non aspettatevi che cambi la posizione militare inter-coreana in modo significativo.

Il 28 giugno, la Defense Acquisition Program Administration (DAPA) [Amministrazione del Programma di Acquisizione della Difesa] – del Ministero della Difesa Nazionale della Corea del Sud – ha annunciato che il paese avrebbe sviluppato un sistema di intercettazione dell’artiglieria, soprannominato “Iron Dome in stile coreano[in inglese]. Il sistema dovrebbe essere completato intorno al 2035 al costo di 2,89 trilioni di won (2,6 miliardi di dollari). Ma la Cupola sudcoreana non sarà la stessa di Israele, poiché è probabile che svolgerà funzioni diverse adattate alle diverse esigenze di sicurezza.

A livello concettuale, un sistema di intercettazione dell’artiglieria sarebbe utile per la Corea del Sud. Sebbene il programma nucleare della Corea del Nord [in inglese] occupi tutti i titoli dei giornali, i suoi lanciarazzi hanno sempre rappresentato una minaccia più imminente. La capitale della Corea del Sud, Seul – dove vive quasi la metà della popolazione del paese – si trova a soli 40 chilometri dalla zona demilitarizzata che divide le due Coree, un raggio che potrebbe raggiungere anche un obice della Seconda Guerra Mondiale. L’intelligence militare sudcoreana stima [in inglese] che la Corea del Nord potrebbe lanciare fino a 10.000 razzi all’ora nell’area metropolitana di Seul in caso di conflitto militare. I razzi potrebbero potenzialmente essere equipaggiati con armi chimiche e biologiche per provocare ulteriori danni.

Ma questo non significa che il sistema israeliano Iron Dome abbia senso per la Corea del Sud. Il Ministero della Difesa Nazionale aveva precedentemente preso in considerazione l’acquisto del sistema Iron Dome da Israele, e aveva deciso di non procedere. La ragione principale è che, mentre il sistema israeliano può proteggere con competenza dai razzi di un’organizzazione paramilitare come Hamas, è inadeguato per neutralizzare l’artiglieria della Corea del Nord.

Composto da razzi Qassam con una gittata di circa 10 chilometri, l’arsenale di Hamas è rudimentale rispetto a quello della Corea del Nord, sia in termini di quantità che di qualità. A differenza di Hamas, la Corea del Nord può lanciare decine di migliaia di razzi che percorrono fino a 60 chilometri. Il KN-09, la più recente artiglieria missilistica della Corea del Nord, può sparare razzi guidati per oltre 190 chilometri, in grado [in inglese] di colpire con precisione bersagli di alto valore.

Piuttosto che intercettare i razzi, la strategia di deterrenza della Corea del Sud si basa principalmente sulla distruzione dell’artiglieria della Corea del Nord. Come ha spiegato Jungsup Kim, Senior Research Fellow presso il Sejong Institute, “È molto più efficace distruggere un lanciarazzi in grado di sparare 500 razzi che tentare di intercettare 500 razzi in volo”.

L’esercito della Corea del Sud colpirebbe i lanciamissili della Corea del Nord [in inglese] con il proprio set di artiglieria e aeronautica non appena diventasse evidente che la Corea del Nord si sta preparando per un attacco. L’obiettivo è neutralizzare la maggior parte dell’artiglieria nordcoreana in grado di colpire l’area metropolitana di Seul entro le prime ore del conflitto.

Perché il Ministero della Difesa Nazionale dovrebbe sviluppare una Iron Dome in stile coreano ora? Una possibile risposta è che fa parte di un cambiamento della politica di difesa generale sotto l’amministrazione Moon Jae-in, che ha visto un aumento significativo della spesa per la Difesa. Contraddicendo la sua reputazione accomodante, l’amministrazione Moon ha aumentato il budget della difesa della Corea del Sud del 7,5% ogni anno in media, superando di gran lunga l’aumento [entrambi i link in coreano] annuale del 4,2% sotto il suo predecessore conservatore Park Geun-hye.

Un’altra risposta è che il piano DAPA è proprio questo – un piano, soggetto a modifiche. Come spesso fanno le burocrazie, il DAPA sottopone la sua lista dei desideri a chi tiene i cordoni della borsa (in questo caso, il Ministero della Strategia e delle Finanze e l’Assemblea Nazionale) sapendo che non tutta sarà approvata.

Ad ogni modo, se dovesse nascere un Iron Dome in stile sudcoreano, il suo ruolo sarà probabilmente un complemento, piuttosto che un sostituto, della strategia esistente. La Corea del Nord può sempre rispondere aggiungendo più lanciarazzi in modo relativamente economico, mentre il miglioramento delle capacità di intercettazione per adeguarsi all’aumento costerà molto di più alla Corea del Sud.

A causa di questo squilibrio, la Corea del Sud non passerà alla strategia inefficiente di tentare di intercettare i razzi nordcoreani in volo. Al contrario, la Corea del Sud tenterà di distruggere la maggior parte dei lanciarazzi della Corea del Nord nelle prime fasi del conflitto, e si affiderà al sistema Iron Dome per intercettare tutti i razzi sopravvissuti diretti verso l’area di Seul, mitigando i danni.

I razzi non sono l’unica minaccia nordcoreana convenzionale diretta verso l’area di Seul – significativi sono anche quasi un migliaio di missili balistici a corto raggio nordcoreani lungo la zona demilitarizzata. Il potenziale Iron Dome in stile sudcoreano funzionerebbe insieme al sistema missilistico Patriot della Corea del Sud, progettato per intercettare questi missili. In altre parole, il sistema Iron Dome vuole essere un riempitivo, piuttosto che un punto di svolta. Potrebbe in qualche modo spostare l’equilibrio delle forze tra le due Coree, ma non in modo significativo.

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Articolo di S. Nathan Park pubblicato su Eurasia Review il 13 agosto 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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