Come se la sconfitta nella guerra in Karabakh e il regime fantoccio filo-occidentale che non vuole cedere il potere non fossero sufficienti per far precipitare l’Armenia in una crisi profonda, adesso c’è un altro problema – la demarcazione del confine con l’Azerbaigian.
Il Ministero degli Esteri armeno ribatte che il processo formale di demarcazione del confine tra Armenia e Azerbaigian non è ancora iniziato.
“Di conseguenza, l’attuazione delle attuali misure non riguarda questioni di status, non può essere interpretata come un accordo finale sulla demarcazione e delimitazione del confine o un’approvazione meccanica dei confini amministrativi esistenti”, ha affermato il Ministero degli Esteri in risposta alla richiesta del Difensore Civico dell’Armenia Arman Tatoyan di chiarire la situazione.
Ciononostante, il Ministero degli Esteri ha confermato il dispiegamento dell’esercito azero al confine e i lavori in corso per stabilire una linea di contatto. Quindi, tenendo conto che Baku cederà zero dei suoi territori sovrani (l’Armenia non ha riconosciuto la Repubblica dell’Artsakh come stato indipendente) all’Armenia, gli sviluppi sulla linea di contatto sono di fatto nella demarcazione della linea di confine.
Ciò che la leadership armena cerca di fare è nascondere alla popolazione la situazione reale dietro dichiarazioni ad alta voce e dichiarazioni formali. Sin dall’indipendenza dell’Armenia e dalla prima guerra del Karabakh, Armenia e Azerbaigian non hanno condotto la demarcazione del confine vicino alla regione contesa.
Ora, gran parte dei villaggi armeni che gli armeni locali ritengono essere situati all’interno dell’Armenia sembrano essere “all’interno dell’Azerbaigian”, o almeno situati direttamente al confine.
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Il 29 dicembre il personale turco si è messo a lavorare in un centro comune, situato in Azerbaigian, per monitorare il cessate il fuoco del Karabakh , secondo il Ministro della Difesa turco;
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Il 29 dicembre, i residenti armeni del villaggio di Shurnuk, al confine tra l’Azerbaigian e l’Armenia, hanno bloccato l’autostrada Goris-Kapan per protestare contro la demarcazione in corso del confine armeno-azero;
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Il 30 dicembre, il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha consegnato premi ai militari dell’Azerbaigian che hanno partecipato al conflitto del Karabakh;
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Il 30 dicembre, i genieri azeri avrebbero neutralizzato un grosso ordigno improvvisato nel Distretto di Zangilan.
Ad esempio, la situazione è ora complicata vicino alla zona di Goris (provincia di Syunik, in Armenia). Proprio di recente, le truppe azere hanno messo un cartello “Benvenuti in Azerbaigian” sull’interstatale Goris-Kapan. Questa mossa ha causato indignazione tra gli armeni locali.
In precedenza, il sindaco della città di Kapan (provincia di Syunik) Gevorg Parsyan ha dichiarato che ci sono tre zone problematiche a Syunik: le sezioni delle strade Kapan-Goris, Kapan-Chkaten, Kapan-Agarak, che in realtà si sono rivelate essere sul territorio controllato dall’Azerbaigian.
Inoltre, il Difensore Civico dell’Armenia Arman Tatoyan ha dichiarato che i processi in corso al confine mettono in pericolo i villaggi armeni vicino alla linea di contatto.
Il ritiro delle forze armene da alcune alture chiave ha portato anche ad una critica su larga scala nella società armena. Erevan ha infatti lasciato la situazione in balia degli azeri.
Nel frattempo, il regime di Nikol Pashinyan si preoccupa per lo più di combattere il movimento di opposizione, impedire le dimissioni di Pashinyan (ampiamente richieste dai manifestanti) e ritardare le richieste elezioni parlamentari.
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Pubblicato da Southfront il 30 dicembre 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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