Mentre la maggior parte della gente ha gli occhi fissi sul dibattito fra Trump e Biden, il conflitto fra Armenia e Azerbaijan sul Nagorno-Karabakh (NK) ha ricevuto in Occidente un’attenzione relativamente piccola. Eppure questa è una situazione potenzialmente pericolosa. Pensate solo a questo: gli armeni stanno accusando i turchi di aver abbattuto un Su-25 armeno nello spazio aereo armeno (non sopra il NK!). Se ciò fosse vero sarebbe una grande notizia, perché vorrebbe dire che un membro della NATO avrebbe compiuto un atto di aggressione contro un membro della CSTO.

Questo vuol dire che una guerra fra le due alleanze più grandi del pianeta è inevitabile?

Difficilmente.

In effetti, a me pare che né la CSTO né la NATO abbiano un grande entusiasmo a rimanere coinvolti.

Facciamo un passo indietro e puntualizziamo alcune cose basilari:

  • L’Armenia ha seguito un percorso anti-russo fin dalla rivoluzione del 2018, quella [in inglese] appoggiata da Soros.
  • L’Azerbaijan è apertamente alleato, e sostenuto, dalla Turchia, una nazione correntemente in crisi, politica o di contrasto, con quasi tutte le altre. Erdogan è chiaramente una mina vagante, e non è affidabile in nessuna circostanza.
  • Secondo la legge internazionale, il Nagorno-Karabakh è parte dell’Azerbaijan. Per questa ragione, l’Armenia non può appellarsi alla CSTO (proprio come quando i turchi abbatterono un Su-24M russo sulla Siria, e gli appelli di Erdogan per ottenere l’aiuto della NATO contro la Russia furono respinti dall’alleanza).
  • Dal punto di vista militare, l’Azerbaijan ha il sopravvento sull’Armenia, quantitativo e perfino qualitativo, sebbene quest’ultima possieda alcuni equipaggiamenti moderni. Nonostante ciò, poiché nessuna delle due nazioni ha una moderna forza aerea, non è impossibile che la Turchia abbia mandato alcuni F-16 ad aiutare la datata forza aerea azera per contrastare i Su-25 armeni.

Si potrebbe immaginare che la Russia si fosse schierata subito con la cristiana Armenia contro il musulmano Azerbaijan, ma stavolta ci sono segni che i russi (finalmente!) hanno imparato alcune dolorose lezioni dalla storia, specie riguardo i presunti “fratelli” sedicenti “ortodossi”. L’amara verità è che, non diversamente dalla Bielorussi sotto Lukashenko, l’Armenia, fin dal 2018 almeno, ha seguito lo stesso percorso politico “multi-vettoriale” della Bielorussia. Io lo riassumo così: “mantenere un corso politico anti-russo mentre si chiede il sostegno della Russia”. Ai russi questo non piace più, in Armenia come in Bielorussia. Ma la grande differenza è questa: mentre la Russia non può permettersi di “perdere” la Bielorussia, non ha affatto alcun bisogno dell’Armenia, specialmente di un’Armenia ostile verso la Russia.

Con questo non affermo che la Russia dovrebbe sostenere l’Azerbaijan. Perché dovrebbe? Beh, ciò non ha niente a che fare con la lingua o la religione, ma ha tutto a che fare con il fatto che il moderno Azerbaijan è un protégé politico della Turchia di Erdogan, una delle nazioni e regimi politici più pericolosi che ci siano oggi, verso cui la Russia deve trattare con la stessa cautela con cui ci si avvicina ad un nido di vipere cattive e imprevedibili. Sì, la Russia deve relazionarsi sia con la Turchia che con l’Azerbaijan, non fosse altro perché sono entrambe nazioni potenti (almeno in senso regionale) e perché sono quasi sempre in cerca di guai, specie la Turchia.

Poi c’è il discorso del ruolo statunitense in tutto ciò. Possiamo esser certi che gli Stati Uniti stanno parlando ad entrambe le parti, dicendo loro che finché mantengono un atteggiamento anti-russo avranno l’appoggio dello Zio Shmuel.

In questo, vedo due problemi:

  • Entrambe le parti sanno che gli Stati Uniti stanno parlando con entrambe
  • Quando si arriva al dunque, il sostegno degli Stati Uniti conta veramente molto poco

Arriverei perfino ad affermare che ogni importante intensificazione del conflitto proverebbe ad entrambe le parti che gli Stati Uniti promettono tanto ma mantengono poco. In netto contrasto con la Turchia, che invece mantiene. Sì, sprezzantemente e, sì, in violazione della legge internazionale, ma eppure la Turchia mantiene le promesse e non si vergogna di riconoscerlo. Come nei casi della Bielorussia o dell’Ucraina, la Russia potrebbe fermare questo conflitto, specialmente se il Cremlino decidesse di usare le forze armate, ma questo sarebbe terribile in termini politici, e confido che la Russia non intervenga apertamente. Non fosse altro perché questa guerra  è un chiaro caso di gioco a somma zero, in cui un compromesso negoziale è quasi impossibile da raggiungere.

Inoltre, entrambe le parti appaiono determinate a combattere fino alla fine, quindi perché dovrebbe intervenire la Russia?

Sembra che, per ora, rimanere un intermediario neutrale sia la migliore e unica cosa che la Russia dovrebbe fare. Una volta che la polvere si sarà depositata, e una volta che le parti realizzeranno che gli Stati Uniti sono più parole che fatti, allora forse la Russia potrà, ancora una volta, cercare di offrire una soluzione regionale, coinvolgendo possibilmente l’Iran ed escludendo sicuramente gli Stati Uniti. Ma questo potrà accadere solo più in là.

Ora, entrambe le parti si sono cacciate in un angolo, e sembrano entrambe decise a raggiungere una totale vittoria militare.

Conclusione: in questo conflitto la Russia non ha alleati né amici. Ora come ora sembra che gli azeri stiano vincendo, ma se l’Armenia lancia i suoi missili Iskander o riconosce l’indipendenza del NK (gli armeni stanno minacciando di fare entrambe le cose), le cose potrebbero volgere al brutto, e un intervento della Turchia diventerebbe possibile. Altrimenti, sarà interessante vedere cosa accadrà quando gli armeni riscopriranno una verità ben nota storicamente: l’Armenia non può sopravvivere senza la Russia. E anche se gli armeni arrivassero a questa conclusione, io raccomanderei comunque che la Russia sia ben cauta ad appoggiare con tutto il suo peso una o l’altra parte (specialmente visto che gli azeri hanno la legge internazionale dalla loro).

In altre parole, io raccomando che la Russia agisca solo ed esclusivamente nel suo proprio interesse geostrategico, e lasci l’intera regione a scoprire quanto aiuto lo Zio Shmuel possa realmente fornire. Nello specifico, ritengo che sia nell’interesse della sicurezza nazionale della Russia accertarsi che:

  • La Turchia rimanga più debole possibile più a lungo possibile
  • Gli Stati Uniti rimangano più deboli possibile nell’intera regione

Ora come ora, la Pax Americana è pessima in Caucaso come lo è in Medioriente. Ciò è buono per la Russia, e non dovrebbe far nulla che aiuti lo Zio Shmuel. Solo quando gli Stati Uniti saranno fuori dal quadro, anche dall’Armenia, la Russia dovrebbe offrire aiuto e sostegno per un accordo di pace fra i due belligeranti.

Il Saker

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 Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 30 settembre 2020
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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