Le richieste dirette di giustizia economica e ambientale dei manifestanti rurali stanno sfidando la narrativa della classe politica sul libero mercato.

Nonostante la mancanza di affiliazione con qualsiasi partito politico, i leader della protesta sono riusciti a tenere una serie di manifestazioni che rivaleggiano con qualsiasi mobilitazione l’opposizione georgiana abbia raggiunto di recente nella capitale, ma con minima copertura da parte della stampa.
Quest’anno il 26 maggio, Giorno dell’Indipendenza della Georgia, ha visto due visioni in competizione su cosa significhi “indipendenza” per il paese. I principali media hanno discusso di messaggi esteri di congratulazioni, trasmettendo sorvoli di aerei da combattimento e le solite feste.
Ma nella Piazza Prima Repubblica di Tbilisi, il carismatico figlio di un prete di villaggio, Varlam Goletiani, offriva una visione diversa. Migliaia di sostenitori del suo movimento Difensori della Valle del Rioni si erano riuniti lì, in quella che potrebbe essere la più grande protesta contro una multinazionale che ha ricevuto condizioni eccessivamente favorevoli dal governo georgiano. Goletiani ha invitato i sostenitori “a dire che questo Paese ci appartiene, per sentire finalmente il valore della vera libertà e indipendenza”.
I Difensori della Valle del Rioni erano arrivati a Tbilisi quattro giorni prima, e si erano accampati in tenda nella piazza. Erano venuti dalla Georgia occidentale, il centro del movimento nato mesi fa, dove la società di costruzioni turca ENKA ha cercato, contro la volontà della gente del posto, di costruire una centrale idroelettrica da 800 milioni di dollari e 433 MW [in inglese] nel villaggio di Namakhvani. La gente del posto si oppone in modo schiacciante alle due dighe e, nonostante la mancanza di affiliazione con qualsiasi partito politico, è riuscita a tenere una serie di manifestazioni che rivaleggiano con qualsiasi cosa l’opposizione georgiana abbia fatto di recente nella capitale, ma con minima copertura da parte della stampa – soprattutto quella positiva. Sono venuti a Tbilisi per aumentare la visibilità della questione a livello nazionale, ma hanno trovato i suoi leader molto poco accoglienti.
I media e le élite politiche di Tbilisi, sia del governo che dell’opposizione, guardano dall’alto in basso il movimento. I suoi leader sono della valle, e tra i manifestanti ci sono molte contadine le cui gonne lunghe, maniche lunghe e crocifissi risaltano nella città di Tbilisi. Uno dei motivi del loro successo finora è che parlano in modo chiaro e semplice, non nell’ONGese della classe politica della capitale. La loro richiesta è semplice: la nostra terra non è in vendita.
In uno spettro politico in cui tutte le parti sono solo delle diverse sfumature del fondamentalismo del libero mercato, è impossibile accettare una tale sfacciata mancanza di rispetto per un contratto. Sebbene il partito al governo Sogno Georgiano e l’opposizione abbiano combattuto aspramente negli ultimi dieci anni, le loro battaglie non sono ideologiche. Ciascuno condivide un impegno per la santità della proprietà privata prima di ogni altra cosa.
Mentre le proteste dell’opposizione generalmente ottengono una copertura favorevole dai media non statali georgiani, ora i media affiliati al governo e all’opposizione sono uniti contro i Difensori della Valle del Rioni, le loro rispettive campagne diffamatorie si completano a vicenda.
I media filo-governativi hanno associato i manifestanti a proto-fascisti culturali di estrema destra, e li hanno accusati di essere sostenuti dalla Russia – cosa che in Georgia è l’insulto peggiore. Irakli Kobakhidze, il presidente del partito al governo Sogno Georgiano, ha affermato che intende indagare sulla provenienza dei finanziamenti dei Difensori della Valle del Rioni. Il denaro, infatti, proviene in gran parte da lavoratori migranti all’estero, cosa che secondo Kobakhidze è sospetta. Non sembra sapere che questo è il modo attraverso il quale milioni di famiglie georgiane si nutrono e si vestono, dal momento che dall’epoca dell’indipendenza il governo e il settore privato della Georgia non sono riusciti a costruire un’economia praticabile.
Anche i media dell’opposizione sono stati incitati ad inquadrare le proteste come parte di una guerra culturale che oppone i progressisti filo-occidentali ai russofili ignoranti. Le proteste a Tbilisi hanno attirato un gruppo eterogeneo di femministe, progressisti Liberali, membri della sinistra e attivisti queer che si sono schierati fianco a fianco con i Difensori della Valle del Rioni, uniti nella loro opposizione allo sfruttamento economico ed ecologico.
I diritti LGBT sono spesso utilizzati come indicatore in questa presunta guerra culturale. In un episodio illustrativo di questa settimana, la rivista liberale Tabula ha fatto pressioni su Goletiani sulla sua posizione sui temi LGBT [in georgiano]. Non era chiaro quale rilevanza avesse questo per i suoi sforzi per salvare la sua casa, e i politici dell’opposizione sono raramente pressati su questioni simili nonostante le loro opinioni spesso retrograde sui diritti dei gay. Goletiani ha comunque schivato la trappola e ha risposto che tutti erano i benvenuti alle proteste.
Il movimento è stato messo alla prova il primo giorno delle proteste, quando un famigerato [in inglese] duo padre-figlio di estrema destra che stava prendendo parte alle proteste ha aggredito altri manifestanti che indossavano arcobaleni che indicavano il sostegno ai diritti LGBT. L’attacco è stato ampiamente riportato e ampiamente condannato, e ancora una volta i leader del movimento sono stati costretti ad affrontare [in inglese] la questione LGBT. Gli organizzatori hanno risposto chiedendo a tutti di venire alle proteste senza altri simboli oltre alle bandiere georgiane, e uno dei leader dei Difensori, Maka Suladze, ha annunciato che avrebbe messo da parte il crocifisso che portava, spiegando che, dopo tutto, Tbilisi è una città multireligiosa, e la cosa più importante è salvare la Valle dei Rioni. Ha anche criticato il padre e il figlio di estrema destra per aver distorto la vera essenza del Cristianesimo. La sua semplice posizione morale ha guadagnato ancora più sostegno tra i manifestanti.
Mentre gran parte della discussione sui social media sulle proteste è stata incentrata su questi problemi di guerra culturale e sull’abile risposta dei Difensori, i media principali hanno cercato di distorcere le questioni economiche e ambientali in gioco.
Il governo ha presentato la necessità della diga – che sarebbe la più grande costruita nella Georgia post-sovietica – principalmente come una questione di “indipendenza energetica”. Gli avversari dei Difensori li dipingono come irragionevolmente contrari a qualsiasi sviluppo. Il leader del partito Lelo, il banchiere Mamuka Khazaradze [in inglese], ha dichiarato: “Quando i raduni “per costruire” saranno più grandi dei raduni “per non costruire”, allora il paese comincerà a rinascere”.

I Difensori della Valle del Rioni.
I Difensori della Valle del Rioni sono il primo grande movimento di massa in Georgia non solo a lottare per proteggere l’ambiente, ma anche a mettere in discussione la logica economica dietro lo sviluppo, sfidando l’autorità del governo di affittare la terra a investitori stranieri e obiettando contro i termini del contratto. Il governo aveva cercato di mantenere segreti l’accordo e le valutazioni con la ENKA. Ma il giorno prima dell’inizio delle manifestazioni, il media indipendente Mtis Ambebi, l’unica pubblicazione nel paese che fornisce costantemente servizi di qualità su Namakhvani, ha pubblicato [in georgiano] un rapporto trapelato dal Ministero della Giustizia. Ha confermato ciò che molti oppositori sostenevano: che la maggior parte degli obblighi contrattuali li ha il governo, e che la società gode di una protezione quasi completa e di poche responsabilità. Il contratto prevede addirittura risarcimenti all’azienda in caso di proteste e atti di vandalismo.
Questi tipi di contratti unilaterali e riservati non sono insoliti in Georgia; un altro è in vigore con la compagnia energetica americana Frontera [in inglese]. Insolito è lo sforzo per mettere in dubbio i vantaggi che portano ai georgiani medi. A Tbilisi, Goletiani ha detto che il suo movimento vuole che il popolo sia incluso nel processo decisionale, nella costruzione di uno stato che rispetti le persone e la terra. Oltre ad annullare l’attuale contratto con ENKA e tutte le relative procedure legali, il suo movimento ha svelato una nuova richiesta: una moratoria su tutti i progetti energetici in corso e la creazione di un nuovo piano energetico nazionale con partecipazione pubblica.
Il governo e l’opposizione, nel frattempo, si aggrappano alla loro versione di “indipendenza”, che di solito si riferisce all’indipendenza politica dalla Russia, che allo stesso tempo è falsamente associata al Socialismo nel discorso pubblico – in altre parole, l’opposto del Libertarismo laissez-faire che va di moda. Questa classe politica è desiderosa di vendere la terra della Georgia o lasciare che gli investitori stranieri la sfruttino chiedendo poco in cambio, tutto in nome dell’“attrazione di investimenti” e del raggiungimento di ottimi voti nelle classifiche globali sulla facilità di fare affari. È lo stesso motivo per cui la Georgia non ha un salario minimo, un regime fiscale favorevole alle imprese, leggi sul lavoro deboli e una rete di sicurezza sociale più debole [in inglese]. Nonostante il fatto che questi investimenti nello sfruttamento abbiano prodotto scarso sviluppo nel vero senso del termine, le autorità continuano ad essere più preoccupate di danneggiare il clima degli investimenti che di danneggiare l’ambiente. È quindi improbabile che tornino indietro su un contratto di questa portata.
Dopo il Giorno dell’Indipendenza della Georgia, i Difensori della Valle del Rioni sono tornati nella loro valle. Sono stati accolti a Kutaisi, la città più grande della regione, da masse di persone che suonavano il clacson e sventolavano le loro bandiere per dar loro il benvenuto. La polizia, nel frattempo, aveva eretto recinzioni di ferro sul Rioni per limitare la capacità dei manifestanti di interrompere i lavori e persino tagliare l’accesso ad alcune delle case dei difensori. I manifestanti hanno passato il resto della notte a forzare la recinzione nel tentativo di rimuovere la barriera.
Sebbene il loro soggiorno nella capitale sia stato breve e gelido, la visione dei Difensori ha catturato l’immaginazione di molti cittadini di Tbilisi, sfidando il modo in cui le persone pensano agli investimenti esteri e il modo in cui vengono prese le decisioni in Georgia. Hanno portato l’attenzione sull’idea che alcune cose non dovrebbero essere in mano a privati per profitto privato, mentre il pubblico ne paga il prezzo. Anche se non riusciranno ad impedire la costruzione della diga, stanno cambiando le idee dei georgiani su ciò che dovrebbero accettare dalla loro leadership.
*****
Articolo di Sopo Japaridze pubblicato su Eurasianet il 28 maggio 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
__________
La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.