Il Jewish Chronicle sembra costernato che la cantautrice Alison Chabloz sia sfuggita alla prigione, almeno per il momento. Ma il messaggio trasmesso dalla condanna della signora Chabloz è devastante per la Gran Bretagna. Questo regno è diventato, in breve tempo, un rozzo stato autoritario.

Per aver pubblicato le cosiddette “canzoni grossolanamente offensive” su Internet, Chabloz è stato condannata dal giudice distrettuale John Zani a 20 settimane di reclusione sospesa per due anni. Sembra che ora la musica sia considerata una delle principali minacce per la Gran Bretagna.

Chabloz è stata anche bandita dal pubblicare qualcosa sui social media nei prossimi 12 mesi. Sono perplesso. Che tipo di paesi prevengono l’interazione sociale e lo scambio intellettuale? Israele impone tali divieti ai suoi cittadini palestinesi. La Russia sovietica vietò alcuni tipi di raduni e pubblicazioni e, naturalmente, la Germania nazista si vide qualificata per decidere quale tipo di testi fosse salutare per la gente e per bruciare attivamente i libri. Immagino che ora la Gran Bretagna sia in buona compagnia.

A Chabloz è stato inoltre “ordinato di completare 180 ore di lavoro non retribuito”. Ciò equivale a qualcosa di simile a 90 concerti jazz. E Chabloz è tenuta a partecipare a un programma di riabilitazione di 20 giorni. Nel Regno Unito del 21° secolo, un cantautore è stato condannato alla “rieducazione” per aver cantato alcuni brani che offendevano alcune persone. L’obiettivo iniziale del campo di concentramento nazista era anche quello di “rieducare il popolo”. Dachau è stato costruito per rieducare i cosmopoliti, i comunisti dissenzienti e per trasformarli in patrioti tedeschi. Mi chiedo che cosa questo particolare programma di riabilitazione comporterà per la cantante revisionista? Chabloz è stata giudicata colpevole di aver introdotto nuovi testi ad Ava Nagila, dovrà ora imparare a cantare Ava Nagila in yiddish, o forse a cercare di adattare i suoi testi “sovversivi” alla musica di Richard Wagner? Chi si prenderà cura dell’istruzione di Chabloz e cosa succederebbe se la cantante insiste nel continuare a prendere in giro il primato della sofferenza ebraica o molto peggio, a paragonare Gaza ad Auschwitz?

Satira a parte, il processo Chabloz ed altri recenti casi giudiziari mi suggeriscono che la Gran Bretagna non è più il luogo amante della libertà in cui mi sono stabilito più di vent’anni fa. Se la libertà può essere definita come il diritto di offendere, la Gran Bretagna si è volontariamente esclusa dal mondo libero. Nella Gran Bretagna contemporanea, l’esercizio del “diritto di offendere” porta evidentemente alla condanna e alla possibile detenzione. E chi stabilisce cosa sia una “offesa”? La legge britannica non riesce a farlo. Chabloz era irrispettosa verso alcune figure di culto ebraico come Elie Wiesel e Otto Frank (il padre di Anna Frank). Chabloz sarebbe soggetta a procedimenti legali simili se offendesse la Regina, la famiglia reale o Winston Churchill? Quale messaggio invia il giudice Zani agli intellettuali e agli artisti britannici? Poiché ogni persona, per non parlare degli ebrei, può essere offesa da praticamente qualsiasi cosa, la Gran Bretagna è ora ridotta a una distopia orwelliana. Potremmo dover accettare che il nostro grande fratello sionista ci osservi costantemente. Se vogliamo tenerci fuori dai guai, è meglio autocensurare i nostri pensieri e imparare ad accettare i nuovi confini della nostra espressione.

Le democrazie sono sostenute dalla convinzione che i loro membri siano qualificati per prendere decisioni in merito alla propria istruzione: decidono quali film guardare, quali libri leggere e a quali club aderire. Apparentemente, questo non è più il caso in Gran Bretagna. Le decisioni riguardanti i pensieri giusti e quelli sbagliati sono ora prese dalla “legge”. Secondo il Jewish Chronicle, il giudice Zani ha detto a Chabloz che: “Il diritto alla libertà di parola è fondamentale per una società democratica pienamente funzionante. Ma la legge ha chiaramente stabilito che questo diritto è un diritto qualificato”.

Mentre molti di noi credono che la libertà di parola sia un diritto assoluto, il giudice Zani ha chiarito oggi che questo non è il caso o almeno non lo è più. La libertà di parola in Gran Bretagna è ora un “diritto qualificato”. In altre parole, il governo e il sistema giudiziario possono interferire con tale diritto in qualsiasi momento. Solo due anni fa, il Crown Prosecution Service [organismo inglese e gallese che decide quali casi devono essere giudicati da un tribunale] non pensava che Chabloz dovesse essere processata. Presumibilmente, a quel tempo, il CPS non credeva che i diritti di Chabloz dovessero essere qualificati o quantificati. Due anni dopo c’è stato un chiaro cambiamento su quali sono i discorsi che vengono perseguiti.

Il 19° Articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, firmato dalla Gran Bretagna e promulgato nel 1948, dichiara:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di tenere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi media e indipendentemente dalle frontiere.

Questa era la legge del 1948. Nel 2018, libertà e democrazia sono diritti da ricordare, adesso noi non ne facciamo più esperienza.

*****

Articolo di Gilad Atzmon pubblicato su Gilad il 14 giugno 2018

Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

Condivisione: