Ieri, dopo che centinaia di migliaia di persone in tutta la Francia hanno indossato i gilè gialli, e le strade e gli incroci sono stati bloccati per opporsi al rialzo delle imposte sul carburante e agli attacchi sociali ai lavoratori, secondo il disegno del presidente Emmanuel Macron , il governo francese ha annunciato il ritorno al servizio di leva universale.
In un’intervista rilasciata ieri a Le Parisien, il Ministro per la Gioventù Gabriel Attal, che sta presentando il disegno di legge, ha dichiarato: “Il mio obiettivo è quello di avere i primi coscritti già a giugno” del 2019.
I tempi di questo annuncio sottolineano lo stretto legame tra i tentativi della élite dominante di mettere sotto controllo militare intere generazioni di giovani, e i suoi tentativi di sopprimere la rabbia sociale che sta scoppiando tra giovani e lavoratori in Francia e in tutta Europa.
Mentre annunciava il ritorno alla leva, il governo minacciava una nuova, violenta repressione della polizia contro il blocco dei manifestanti “gilè gialli”.
Lunedì circa 27.000 manifestanti hanno bloccato le autostrade nel nord-est e quelle della costa occidentale della Francia, oltre alle strategiche raffinerie di carburante della Total nel sud.
Con 183 manifestanti ancora in detenzione preventiva, risultato di un pesante giro di vite della polizia sulle proteste del fine settimana, il ministro dell’Interno Christophe Castaner ha minacciato che i manifestanti dei “gilè gialli” sarebbero stati “eliminati sistematicamente, metodicamente” dai loro posti di blocco entro la settimana.
“Le operazioni di eliminazione dei posti di blocco continueranno nelle prossime ore”, ha annunciato la scorsa notte, aggiungendo di aver chiesto alle autorità di polizia di essere pronte a “liberare i depositi di carburante e gli altri siti sensibili”. Ha dichiarato: “La libertà di espressione e di protesta è un diritto fondamentale. Ma questa libertà non può interferire in modo prolungato con la libertà di movimento o con la vita commerciale ed economica. Chiedo solennemente, ma fermamente, che coloro che vogliono fare delle dimostrazioni continuino a farlo, se vogliono, ma senza creare blocchi e limitare le libertà altrui”.
A fronte degli appelli che si stanno diffondendo sui social media per una marcia sul palazzo presidenziale dell’Eliseo e per rinnovate azioni di blocchi di massa nel prossimo fine settimana, il governo sta programmando una grande repressione contro la crescente opposizione sociale.
Il piano di ritorno alla leva del governo di Macron, dopo che la Francia l’aveva abolita nel 1997, fa parte di una vasta mossa in tutta Europa per incitare al militarismo e prepararsi alla guerra. Nel 2017, la Svezia ha ristabilito la leva nell’ambito dei preparativi per la guerra con la Russia, citando “l’annessione della Crimea da parte della Russia, il conflitto in Ucraina e l’accresciuta attività militare nel nostro vicinato” come giustificazione. Nel 2016 anche le autorità tedesche hanno annunciato di star valutando la possibilità di ripristinare la leva.
In Francia, Macron si è impegnato a ripristinare la leva in un discorso della sua campagna presidenziale del 2017, in cui dichiarava: “Siamo entrati in un’epoca nelle relazioni internazionali dove la guerra è di nuovo un possibile sbocco della politica”. Al di là della ricostruzione delle infrastrutture necessarie per un ritorno alla leva se e quando sarà necessario, lo scopo centrale di Macron è quello di alimentare il nazionalismo e il militarismo e spostare l’atmosfera politica verso destra.
Ora, Attal ha dichiarato in una lunga serie di articoli sul progetto di ripristino della leva pubblicato da Le Parisien, che l’anno prossimo la Francia recluterà “diverse centinaia o anche diverse migliaia di persone”, come preludio ad un programma in cui uomini e donne saranno reclutati prima del loro anno finale alla scuola superiore, per fare un mese di servizio militare. Attal ha affermato che “una possibile data obiettivo per il completo ripristino della leva è il 2026, ma stiamo studiando la possibilità di arrivarci anche prima”. Ha aggiunto: “Il servizio nazionale universale deve rafforzare i legami tra esercito e nazione”.
Il giornale ha spiegato: “Ogni anno, circa 800.000 ragazzi e ragazze della stessa età saranno richiamati per un mese, compresi i 15 giorni in cui vivranno insieme”. I volontari potranno prolungare per altri tre mesi il servizio militare, dopodiché sarà possibile il reclutamento volontario nelle forze armate.
I tentativi del governo di dare una falsa patina democratica ai suoi programmi, e di negare il loro legame con i piani per l’azione militare o la repressione interna, sono pieni di patetiche contraddizioni. Attal ha affermato che “la Francia non ha più bisogno di avere un’intera generazione addestrata a maneggiare le armi”. Ha anche affermato che il servizio di leva avrebbe permesso di “mescolare le classi sociali sulla base dei valori della nostra Repubblica”, la qual cosa dovrebbe invece essere lo scopo assegnato dallo Stato al sistema scolastico pubblico.
Gli studiosi intervistati da Le Parisien hanno smentito che il servizio militare sia servito allo scopo di mescolare le classi sociali prima della sua abolizione nel 1997. Lo storico Bénédicte Chéron ha detto: “La mescolanza sociale è cessata gradualmente, e nel 1997 c’erano solo i giovani delle classi sociali più povere nelle unità di combattimento dell’esercito di terra”.
I progetti per ripristinare il servizio di leva, ammette Le Parisien, sono molto impopolari tra i giovani, che hanno una “visione confusa e piuttosto negativa” dei piani di Macron. La “sensazione che il programma sia inutile” è ampiamente diffusa tra i giovani francesi in questo momento, aggiunge il giornale consigliando cinicamente Macron di spacciare il suo progetto dicendo che il tempo trascorso nel servizio militare preparerebbe meglio i giovani a “reagire in situazioni di crisi” e a conoscere le “attività legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile”.
In effetti, lo scopo del ripristino della leva non è quello di proteggere la democrazia capitalista tramite un progetto in cui i giovani lavoratori, la classe media e i rampolli dell’aristocrazia finanziaria stiano a poltrire nelle caserme. Il suo scopo è quello di imporre una disciplina militare ai giovani e di sopprimere così con la forza il conflitto sociale, in tal modo Macron potrebbe avere le mani libere per continuare ad imporre le sue impopolari politiche di austerità e le sue guerre. Il progetto di Macron di ritornare al servizio di leva è particolarmente illuminante su come il tentativo borghese di limitare il conflitto di classe interno conduce al militarismo e alla crescita del pericolo di guerra in tutto il mondo.
Per l’élite francese attualmente al potere la soppressione del conflitto di classe tra i giovani è straordinariamente strategica alla luce del sondaggio “Generation What” del 2017 dell’Unione Europea, in cui è emerso che oltre la metà dei giovani europei e quasi i due terzi dei giovani francesi vogliono partecipare ad una “rivolta di massa” contro l’ordine esistente.
Le Parisien ha quasi ammesso questa prospettiva nel suo editoriale, intitolato “Un momento per incontrarsi”, ha infatti scritto: “In un momento in cui la Francia è dilaniata da divisioni che minacciano la sua unità, l’idea di rimettere in piedi un programma di servizio nazionale sembra essere un’iniziativa tempestiva“.
Macron ha sottolineato il carattere militaristico di questa politica con il suo viaggio a Berlino questo fine settimana, mentre in Francia infuriavano le proteste dei Gilè Gialli. Durante il viaggio egli ha infatti ricordato i suoi precedenti appelli per costruire un esercito europeo in grado di confrontarsi con Russia, Cina e Stati Uniti. Alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco di Baviera ad inizio anno, i funzionari francesi hanno stimato che la Francia dovrebbe spendere 300 miliardi di euro entro il 2023 per realizzare i piani di Macron.
Questo fine settimana, Macron ha chiesto una “Europa più forte e più sovrana” che non “diventasse il giocattolo di altre potenze” e, riferendosi alla collaborazione franco-tedesca per un esercito europeo, ha dichiarato: “La nuova responsabilità franco-tedesca consiste nel dare all’Europa gli strumenti di cui ha bisogno per raggiungere la propria sovranità”.
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Articolo di Alex Lantier apparso su World Socialist Web Site il 20 novembre 2018
Traduzione in italiano di Hajduk per SakerItalia
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