Due giorni fa ho scritto [in inglese] questo:

Naturalmente, quello che la maggior parte dei politici tedeschi non riesce a capire è che la Russia non appartiene alla Germania né all’Europa.

E bang! Ieri la Germania ha fatto [in inglese] la sua scelta:

Funzionari di Mosca hanno spedito un secco ultimatum a Google, l’azienda proprietaria di YouTube, dicendo che al sito di streaming video potrebbero essere applicate restrizioni dopo che ha bandito due canali russi gestiti dell’emittente RT. In quella dichiarazione, rilasciata mercoledì mattina [29 settembre], il regolatore nazionale dei media, Roskomnadzor, chiede “la rimozione prima possibile di tutte le restrizioni applicate da YouTube ai canali RT DE e Der Fehlende Part (DFP), gestiti dalla rete giornalistica RT”. Secondo le autorità, la mancata esecuzione di questa richiesta sarebbe una violazione della legge russa, “con tali azioni, una risorsa internet potrebbe violare i fondamentali diritti e libertà umani” e “potrebbe dover affrontare un avvertimento formale”. Roskomnadzor ha aggiunto “Nel caso in cui il proprietario della piattaforma non adempia all’avvertimento, la legge ci permette di prendere adeguate misure, incluso il parziale o totale blocco dell’accesso ad esso”.

Di sicuro, io non so se la Germania sia stata costretta a questa mossa o no, ma tendo verso la teoria che i nuovi potenti in arrivo in Germania l’abbiano fatto di loro spontanea volontà. Non dimentichiamoci inoltre che qualsiasi “sinistra” europea è oggi anti-russa per definizione per un certo numero di ragioni ideologiche, e quando è coinvolta l’ideologia, in questo caso l’atlantismo e il globalismo, non ci si può aspettare un comportamento razionale da parte di quelli che la seguono. Come ho già affermato più volte, le vie della Russia e dell’Occidente combinato stanno divergendo, e questo processo sta accelerando. In un certo senso, sono contento che la classe politica tedesca e i media tedeschi, la maggior parte dei quali hanno uno stile goebblesiano, siano finalmente “usciti fuori” e che questo faccia più chiarezza in tante cose.

Rostislav Ischenko è uscito oggi con un articolo [in russo] in stile “fatemi fare qualche paragone storico”, sul quale ho un po’ di legittime riserve professionali, ma descrivendo questo casino fra la Germania e RT e cercando di prevederne il possibile risultato, che sarà quello di un ulteriore deterioramento delle relazioni, che adesso stanno puntando verso il confronto aperto, conclude:

Naturalmente anche la Russia ci rimetterà nel caso di un aggravarsi della situazione, anche parecchio. Ma saranno semplicemente una perdita di tempo e di soldi, lo sviluppo rallenterà. Il panino si dovrà mangiare col caviale, non nero ma rosso. L’Occidente, d’altra parte, ha la bella possibilità d’imparare cosa voglia dire la frase “focosi anni novanta”. Come mostrato dalla pratica e dall’esperienza, la guerra ibrida è perfino meno umana della guerra convenzionale. Sembra che non vi siano le linee del fronte, e che il Sonderkommando non commetta atrocità: i carri armati non rombano, non si fanno bombardamenti a tappeto, nessuno è portato da Babi Yar, e in vasti territori decine di milioni di persone spariscono da qualche parte insieme all’economia e perfino alla civilizzazione.

Non credo che Berlino abbia gente capace di comprendere appieno cosa stiano facendo, ma quando il Ministro degli Esteri russo usa [in inglese] un linguaggio come questo nelle sue dichiarazioni ufficiali:

Apparentemente, la data dell’esecuzione del piano (non si vorrebbe arrivare a parlare di un’operazione Infobarbarossa) è stata scelta con particolare cinismo, poiché il 28 settembre è il Giorno Internazionale per l’Accesso Universale alle Informazioni.

Questo è sinistro, leggetevi l’intera dichiarazione, io non ho mai letto un tale tono dal sempre riservato Ministero degli Esteri russo. Già un anno fa, Lavrov enunciò all’Europa e alla Germania i loro interessi quando, in sostanza, chiese alla Germania di fare le sue scelte. Ricordiamolo:

In Occidente, con quelle persone che sono responsabili della politica estera e che non capiscono la necessità di una conversazione mutualmente rispettosa, beh, noi dobbiamo semplicemente interrompere per un po’ di parlarci. Specie da quando Ursula von der Leyen ha dichiarato che la collaborazione geopolitica con l’attuale dirigenza russa è impossibile. Se questo è quello che vogliono, sia così.

E questa è la situazione oggi. E perfino in un, relativamente recente, raro momento di lucidità dell’uscente Frau Kanzlerin quando forse le è arrivato quello che ho scritto fin dall’inizio di questo blog:

Intendo dire che Frau Kanzlerin inizia a sospettare che il tema non sia la Russia o la “democrazia”, ma il divorare l’Europa Occidentale e il mettere la Germania sull’altare della disperazione americana per preservare l’illusione della propria egemonia, solo per un po’ più a lungo, come prima vittima sacrificale. Il resto dell’Europa seguirà. Oggi, lei l’ha intuito, qualcosa del genere…

Questo è proprio quello che ora sta trapelando e la Germania ha fatto la sua scelta. Naturalmente, ora Berlino nega [in inglese] il suo coinvolgimento nella chiusura di RT ma, conoscendo le élite tedesche, io negozierei con i talebani e crederei loro piuttosto che farlo con qualsiasi politico occidentale. È mia impressione che la prima cosa a partire sarà Deutsche Welle, che continua un’orgogliosa tradizione del Dottor Goebbels e penso dovrebbe essere la prima a partire. È una disgustosa rivista della più primitiva propaganda russo-fobica e, ancora, non andiamo a parare dove Ischenko ci vuol portare nel suo articolo. Chi se ne frega di quali siano stati gli interessi obiettivi della Germania quando ha preso una decisione contro di loro, una volta dopo l’altra, per qualsivoglia ragione: sia essa Hitler, sia essa Wilhelm oppure la Merkel. Quel che conta è che quelle decisioni furono prese e, come Ischenko stesso ammette, la Russia può vivere senza la Germania, il contrario non è vero ed è una decisione della Germania. Oggi siamo nel 2021, non nel 1914 o nel 1941. Come ho scritto un anno fa, la Russia accoglierà i tedeschi che si trasferiranno in Russia. In fondo, l’articolo di Ischenko è intitolato Il terzo disastroso errore della Germania. Non c’è un nuovo Bismark in Germania.

Come ripeto sempre: la Russia non è un’opera di carità né lo diventerà nel futuro prevedibile, specie per quelli che continuano ovviamente a pensare di essere indispensabili per la Russia. Questo poteva essere il caso vent’anni fa, ma oggi è il 2021 e non il 2001. La Siemens ha imparato [in inglese] questa nuova realtà nel modo più duro. A questo stadio, la Russia ha molti pescioni da friggere, e non sono in Europa. Questi due sembrano certamente alquanto contenti oggi:

Quale sia il senso dietro questa [in inglese] “fruttuosa riunione”, lo sapremo poi, ma la Turchia si muove più vicino alla Russia anche senza l’usuale faziosità dei media. Erdogan è un politico scafato e sa dove sia il futuro.

 

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 Articolo di Andrei Martyanov pubblicato su Reminiscence of the future… il 29 settembre 2021
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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