Il partito Die Linke [La Sinistra] è in caduta libera. Dal marzo dello scorso anno, ha perso pesantemente in sette elezioni statali consecutive. Nella Germania occidentale è ora rappresentato solo nei parlamenti statali delle città-stato di Amburgo e Brema e nello stato dell’Assia, che include Francoforte.

Alle elezioni federali dello scorso settembre, i voti per il Partito della Sinistra sono scesi dal 9,2% al 4,9% (al di sotto alla soglia di sbarramento del 5% per una lista di partito) ed è riuscito a tornare in Parlamento solo grazie alla conquista di tre collegi uninominali. In Saarland è crollato dal 12,8 al 2,6% alla fine di marzo. In Nord Reno-Westfalia, ha perso due terzi dei suoi elettori domenica scorsa, non riuscendo a entrare in Parlamento con il 2,1%. Tra i lavoratori, solo l’1% ha votato per Die Linke, sebbene anche il Partito Socialdemocratico (SPD) abbia ottenuto il suo risultato storicamente peggiore.

La dirigenza di Die Linke nel Giorno della Memoria Luxemburg-Liebknecht 2022: il Direttore Esecutivo Federale Jörg Schindler, la Presidente Janine Wissler, la Presidente del Gruppo Parlamentare Amira Mohamed Ali e Dietmar Bartsch (Foto: Die Linke/Martin Heinlein/CC-BY 2.0)

Il declino del Partito della Sinistra è una buona notizia. La sua pretesa di rappresentare una politica di sinistra o addirittura socialista è sempre stata una frode. Da quando è emerso dallo stalinista Partito di Stato della Repubblica Democratica Tedesca (DDR, ex Germania Est) nel 1990 con il nome di Partito del Socialismo Democratico (PDS), ha professato un sostegno incondizionato al capitalismo e ha cercato di bloccare e soffocare qualsiasi espressione di opposizione sociale e politica.

Nel farlo, ha lavorato a stretto contatto con i sindacati e, dalla fondazione di Die Linke nel 2007, con i socialdemocratici rinnegati guidati dall’ex Primo Ministro del Saarland, leader della SPD e Ministro Federale delle Finanze Oskar Lafontaine. Ovunque abbia avuto l’opportunità di mettere in pratica le sue politiche, ha dimostrato di essere antisociale, spietato e filo-capitalista come tutti gli altri partiti borghesi.

È noto il suo ruolo nel Senato (esecutivo statale) “Rosso-Rosso” (SPD-Die Linke) di Berlino dal 2002 al 2011. Mentre l’SPD e i Verdi facevano approvare l’Agenda 2010 e le leggi Hartz, le “riforme” del welfare e del lavoro, a livello federale l’SPD e il PDS/Die Linke a Berlino distruggevano un terzo dei posti di lavoro del settore pubblico, tagliavano i salari e le prestazioni sociali, privatizzavano gli ospedali e svendevano 150.000 appartamenti di proprietà pubblica ai pescecani immobiliari. I risultati di governo di Die Linke in altri stati federali sono simili.

Dalla crisi finanziaria del 2008, il partito ha trovato sempre più difficile conciliare la sua retorica di sinistra con le sue politiche di destra. Le banche e i ricchi sono stati “salvati” con miliardi di euro, mentre la classe operaia ha dovuto pagare il conto sotto forma di salari in calo, tagli sociali e scuole e ospedali fatiscenti. Die Linke ha sostenuto tutte queste politiche.

Nel 2009, il partito ha ottenuto il suo miglior risultato alle elezioni federali con poco meno del 12%. Da allora, con occasionali fluttuazioni, è andato solo in discesa. Il numero di elettori e d’iscritti è diminuito, i contrasti interni sono aumentati.

Un’ala, guidata da Katja Kipping e dalla pseudo-sinistra Marx 21 (allineata al Socialist Workers Party britannico), si è affidata alle politiche identitarie e ad altri passatempi dell’alta borghesia urbana. Un’altra, personificata da Sahra Wagenknecht, ha fatto a gara [in inglese] con l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) in quanto a nazionalismo e xenofobia. Altri ancora, come Dietmar Bartsch, leader del gruppo parlamentare al Bundestag (il parlamento federale), e Bodo Ramelow, Primo Ministro della Turingia, erano interessati soprattutto a mantenere il potere e cercavano la massima vicinanza possibile alla SPD e all’Unione Cristiano-Democratica (CDU).

Sostegno alla guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha finalmente messo a nudo il carattere filo-imperialista di Die Linke. Il suo fondatore Gregor Gysi inizialmente voleva addirittura sostenere il programma di riarmo da 100 miliardi di euro del governo federale, ma per il momento non è riuscito ad avere la meglio. Il leader del gruppo parlamentare Bartsch ha attaccato da destra la “coalizione a semaforo” composta da SPD, Liberaldemocratici (FDP) e Verdi nel Bundestag, accusandola di non aver applicato le sanzioni contro gli oligarchi russi.

Alla vigilia delle elezioni statali in Renania Settentrionale-Vestfalia, il leader del partito federale Jörg Schindler ha attaccato rabbiosamente un evento in programma che si annunciava appena critico nei confronti della NATO. Ad una domanda del moderatore del programma “Berliner Runde” dell’emittente ZDF sul congresso “Vivere senza la NATO – Idee per la pace”, al quale parteciperanno pacifisti e giornalisti borghesi oltre ad alcuni membri del Partito di Sinistra, Schindler ha preso con indignazione le distanze.

“Posso dire esplicitamente che questa non è la posizione del nostro partito”, ha sottolineato. “Il nostro partito ha una posizione chiara sulla questione della guerra in Ucraina. Critichiamo e condanniamo la guerra di aggressione di Putin. È semplicissimo, e non c’è altro da dire”.

La dichiarazione di convocazione del congresso, che si terrà a Berlino il 21 maggio, definisce esplicitamente la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina “contraria al diritto internazionale”. Tutto ciò che chiede è una soluzione negoziata e “compromessi senza perdere la faccia per nessuna delle due parti”.

Die Linke ha convocato un congresso di partito a Erfurt per il 24 giugno per eleggere una nuova leadership e, in nome del superamento dei “processi autodistruttivi e dei blocchi sostanziali”, per impegnare il partito nel percorso di guerra della NATO. A tal fine, l’esecutivo del partito ha presentato una mozione guida che sostiene completamente la propaganda della NATO.

Per anni, la Russia “ha perseguito una politica volta a mantenere gli stati post-sovietici sotto l’influenza della Russia: tentando di instaurare regimi vassalli autoritari o, in caso di fallimento, di destabilizzare gli stati”, si legge.

La Russia era “uno dei centri di potere geostrategici del capitalismo fossilizzato, in cui diversi attori lottano per l’accesso alle risorse e alle sfere d’influenza, anche con la guerra”. Il paese ha perseguito “una politica imperialista” che è stata “legittimata nei confronti della propria popolazione da un’ideologia di essere una grande potenza nazionalista, militarista e autocratica”.

Nella mozione principale non sono menzionati, né tanto meno condannati, l’espansione sistematica della NATO verso la Russia e il colpo di Stato in Ucraina, sostenuto da Stati Uniti e Germania, che ha portato al potere un regime filo-occidentale nel 2014 con l’aiuto di milizie di destra, e ha gettato i semi per l’attuale guerra.

Al contrario, il Comitato Esecutivo fa autocritica. “Dopo la fine della Guerra Fredda, gli stati occidentali, con il loro strapotere economico e militare e la NATO, hanno spesso ignorato (vedi le guerre del Kosovo o dell’Iraq) le istituzioni come l’ONU e il diritto internazionale”, si legge nella mozione principale. Questo aspetto è stato al centro delle critiche del Partito della Sinistra. “Troppa poca attenzione è stata prestata alle guerre imperiali al di fuori della NATO, come gli interventi militari della Russia in Cecenia e in Siria”.

La mozione sostiene la guerra economica contro la Russia, che è una parte centrale dell’offensiva della NATO. La vittoria sulla Russia non deve essere ottenuta con la fornitura di armi, ma attraverso l’inasprimento delle sanzioni: “Le sanzioni devono essere dirette contro la base del potere economico del sistema di Putin, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Il governo tedesco deve assumersi la responsabilità di congelare i beni degli oligarchi russi nel quadro nazionale ed europeo”.

In realtà, le sanzioni e il riarmo dell’Ucraina, solo gli Stati Uniti hanno approvato 53 miliardi di dollari in aiuti militari dall’inizio della guerra, hanno lo stesso obiettivo: infliggere alla Russia una sconfitta schiacciante e creare le condizioni per la sua disintegrazione e sottomissione alle potenze imperialiste.

I media statunitensi ne parlano apertamente. Il Washington Post, ad esempio, ha recentemente condannato i presunti sforzi di Francia, Germania e Italia per porre fine allo spargimento di sangue attraverso un cessate il fuoco. “I rischi di ridurre la pressione sul signor Putin prima che sia completamente sconfitto, e forse nemmeno allora”, si legge. Il desiderio di Parigi, Berlino e Roma “di abbreviare questa guerra distruttiva, e quindi di limitare i danni sia all’Ucraina che alle loro economie malconce”, non dovrebbe ostacolare questo obiettivo, prosegue il documento.

In altre parole, per “sconfiggere completamente Putin” e sottomettere la Russia, la NATO è pronta a dissanguare l’Ucraina in una guerra lunga mesi e a rischiare una Terza Guerra Mondiale nucleare.

Frasi pacifiste

Ma non sarebbe Die Linke se non cercasse di coprire il suo sostegno alla politica di guerra imperialista con appelli morali e richieste di pace rivolte alle potenze e alle istituzioni imperialiste responsabili della guerra.

Con un dito alzato, la mozione principale avverte la NATO che i suoi tentativi di “installare un nuovo ordine mondiale’” sono “falliti molte volte, spesso con conseguenze disastrose”. La “spirale del riarmo mondiale e l’uso della guerra come mezzo per imporre interessi egemonici” è stata “pericolosissima”. La mozione chiede “un ordine di pace globale che coinvolga tutti gli attori”, da raggiungere, tra l’altro, rafforzando la Corte Penale Internazionale e le Nazioni Unite.

Che prospettiva fallimentare! Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, trent’anni fa, gli Stati Uniti hanno condotto una guerra quasi ininterrotta con l’obiettivo dichiarato di difendere la propria posizione di “unica potenza mondiale” e di impedire l’ascesa della Cina. In questo processo, insieme ai suoi alleati della NATO, hanno distrutto l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria, oltre a numerosi altri paesi, e hanno circondato militarmente la Russia.

L’imperialismo tedesco reagisce a tutto questo tornando a una politica da grande potenza e riarmandosi con fervore. Il Partito della Sinistra sostiene questa politica e blatera di un nuovo “ordine di pace” come un prete che benedice i cannoni citando il Discorso della Montagna.

Fortunatamente, sempre più persone si rendono conto di questo inganno, come dimostra il calo dei voti per il Partito della Sinistra. L’unico modo per fermare la guerra in Ucraina e prevenire una catastrofe nucleare è un movimento indipendente della classe operaia internazionale, costretta a sopportare il peso del militarismo.

Questo non significa sostenere Putin e il suo regime. Al contrario, la reazione di Putin all’accerchiamento della Russia da parte della NATO è tanto miope quanto reazionaria e fa il gioco della NATO. È la risposta di un regime di oligarchi che hanno saccheggiato la proprietà sociale dell’Unione Sovietica e si oppongono in modo inconciliabile alla classe operaia.

Il rovesciamento di Putin è compito della classe operaia russa. Lo stesso vale per il regime di destra e per la classe operaia ucraina. I lavoratori russi e ucraini hanno bisogno del sostegno e della solidarietà dei lavoratori di tutta Europa, degli Stati Uniti e del mondo intero.

Le condizioni oggettive per un tale movimento si stanno sviluppando rapidamente. In tutto il mondo, i lavoratori si stanno ribellando alle conseguenze sociali della guerra e della crisi capitalista: inflazione, fame, perdita di posti di lavoro e crescente sfruttamento – un movimento che sta assumendo forme sempre più aperte contro il dominio capitalista.

Questo movimento ha bisogno di una prospettiva che unisca la lotta contro la guerra, lo sfruttamento e la disuguaglianza sociale in un’offensiva globale consapevole per rovesciare il capitalismo e costruire una società socialista. Questa prospettiva è rappresentata dal Comitato Internazionale della Quarta Internazionale e dal Sozialistische Gleichheitspartei (Partito Socialista dell’Uguaglianza).

.

*****

 Articolo di Peter Schwarz pubblicato su World Socialist Web Site il 20 maggio 2022
Traduzione in italiano di Confab per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

 __________

 La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.

 L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.

Condivisione: