Le aziende sono furiose poiché le principali lobby degli industriali non riescono più a fare il proprio lavoro ed a rappresentare gli interessi dell’economia tedesca.
Le aziende tedesche protestano contro le sanzioni della UE inflitte alla Russia. Sembra che la situazione stia “ribollendo sotto la superficie”, tanto che l’associazione tedesca “BDI” [Bundesverband der Deutschen Industrie, Federazione dell’industria tedesca , lobby facente gli interessi delle industrie tedesche, NdT] sente la necessità di richiamare i suoi membri all’ordine, in quanto: “Invece di mostrare simpatia per la Russia o la Cina, le aziende dovrebbero piuttosto operare in maniera transatlantica”.
I rappresentanti delle imprese tedesche continuano a criticare le sanzioni dell’UE contro la Russia. Per mesi il settore industriale ha risentito le conseguenze delle sanzioni, e non riesce a capire perché debba “pagare il conto” per decisioni prese dalla politica. Le perdite che le aziende tedesche hanno sofferto a causa delle sanzioni ammontano già a miliardi. Per il 2015, le perdite sono previste in ulteriore aumento. Per molte aziende è solo una questione di tempo prima che questi avvenimenti portino a perdite di posti di lavoro in Germania.
Molte aziende sono deluse dall’operato della BDI [Lobby facente gli interessi dell’industria tedesca]. L’opera della BDI, in passato, si è a mala pena fatta notare: per molti anni c’è stato un piano, tenuto comunque a lungo “nel cassetto”, per una fusione con la concorrente associazione degli industriali “BDA” [Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände, Confederazione delle associazioni dei datori di lavoro tedeschi, NdT]. Tuttavia, la BDI finora non ha ancora trovato la forza di ridurre la propria burocrazia. Entrambe le associazioni stanno lottando contro una perdita di importanza: le aziende ormai inviano i propri lobbisti direttamente a Bruxelles perché non riescono più a vedere l’utilità di questi istituti [BDI e BDA]. La BDI, a Bruxelles, ricopre un ruolo marginale, dal momento che gli stessi tecnocrati preferiscono parlare direttamente con le aziende.
Ora la pressione sulla BDI sembra essere aumentata. Tuttavia, chi si aspettava che la BDI intraprendesse un’azione coraggiosa e tornasse a difendere gli interessi dei suoi membri, si è sbagliato: la BDI vuole mantenere stretti a se i membri e farli rimanere legati all’attuale linea esecutiva del governo. I leader della BDI sperano di ottenere il sostegno del governo nel caso l’esistenza di queste associazioni, peraltro ridondanti, [BDI e BDA] venga messa in discussione. Il Presidente della BDI Ulrich Grillo pertanto attacca i membri dell’associazione. Secondo i media, egli avrebbe scritto una lettera a circa 1.000 rappresentanti di aziende e di associazioni tedesche. In tale lettera, riportata dall’agenzia di stampa tedesca DPA, si afferma che: “i segnali provenienti dall’industria tedesca secondo cui il comportamento russo è comprensibile o giustificabile, sicuramente non contribuiscono ad una soluzione del conflitto, o al ripristino dell’ordine di pace europeo.”
In questo conflitto con la Russia, “le considerazioni commerciali devono cedere il passo alle sanzioni inflitte alla Russia per la violazione delle leggi internazionali”, ha scritto Grillo. Ha anche richiesto attenzione e di soppesare bene eventuali accordi con la Cina, anche se capisce chi è rimasto colpito dall’efficienza del governo cinese. Tuttavia, coloro che lodano i progetti quinquennali ed un’economia pianificata devono essere consapevoli del fatto che questi contraddicono i principi su cui si fonda il nostro sistema di economia di mercato. I business portati avanti dai tedeschi hanno bisogno dell’Europa e degli Stati Uniti come “porti sicuri” da cui operare. La crescente volontà cinese di modellare il sistema internazionale, su cui è basato il successo tedesco, potrebbe compromettere il suddetto successo. Questo avvertimento contro la Cina sembra però un po’ anacronistico: creando la Banca di Investimenti AIIB, la Cina è riuscita ad attrarre la maggior parte dei paesi occidentali sviluppati. Anche la Germania entrerà a far parte dell’AIIB, in quanto molti vedono nella Cina un rifugio sicuro da cui poter fare buoni affari.
Invece di mostrare simpatia per la Cina e la Russia, le aziende tedesche devono intensificare gli sforzi per rafforzare il rapporto transatlantico. Riferendosi ai negoziati del TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) con gli Stati Uniti, tuttavia, ha chiesto ai rappresentanti del settore di difendere gli standard e le norme dell’industria tedesca. Questa nota ha anche sollevato qualche perplessità: il BDI non dovrebbe rivolgere queste richieste ai suoi membri, ma alla Commissione Europea, in quanto è la Commissione a negoziare il TTIP.
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Articolo apparso su Russia Insider il 10 aprile 2015
Traduzione in italiano a cura di Giorgio Rasini per Sakeritalia.it
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