I sapientoni da sinistra, da destra e dal centro non possono cessare di riferire sulle miserie della Grecia. E giustamente. Perché la Grecia, la stragrande maggioranza del suo popolo vive in gravi difficoltà economiche. Senza nessuna speranza. La disoccupazione è ufficialmente al 18%, con la cifra reale più vicina al 25-30%; le pensioni sono state ridotte una decina di volte da quando Syriza – il Partito Socialista – ha preso il potere nel 2015 e oberato il paese con altro debito e austerità. Nel settore dei servizi pubblici, tutto ciò che ha valore è stato privatizzato e venduto a società estere, oligarchi o, naturalmente, banche, ospedali, scuole, trasporti pubblici – perfino alcune spiagge – sono stati privatizzati e resi inaccessibili per la gente comune.

Mentre i sapientoni – sempre più o meno i soliti – continuano a lamentarsi delle condizioni della Grecia in una forma o nell’altra, nessuno di loro osa offrire l’unica soluzione che potrebbe aver salvato la Grecia (e potrebbe ancora): uscire dall’euro zona, tornare alla propria valuta locale e avviare la ricostruzione della Grecia con una economia locale, costruita in valuta locale con banche pubbliche locali e con una banca centrale locale che decide la politica monetaria che meglio si adatta alla Grecia e, in particolare, un programma di salvataggio greco. Perché no? Perché nessuno parla di questa soluzione ovvia? Verrebbe censurato, perché l’oligarchia greca controlla i media, come fanno gli oligarchi in tutto il globo (o almeno la sua parte occidentale)?

Invece, i programmi di austerità imposti dagli stranieri (troika: Fondo Monetario Internazionale (FMI), Banca Centrale Europea (BCE) e Commissione europea (CE), quest’ultima spinta principalmente dalle banche tedesche e francesi e dal clan Rothschild) hanno letteralmente messo fine alle importazioni di farmaci a prezzi accessibili, come per i trattamenti contro il cancro ed altre malattie potenzialmente letali. Quindi, le persone comuni non ricevono più cure. Muoiono come mosche; un’espressione orribile da usare per gli esseri umani. Ma è a questo che si arriva per le persone che semplicemente non ricevono il trattamento che meritano umanamente e che avrebbero ottenuto in base ai diritti della Costituzione Greca, ma semplicemente non vengono trattate perché non possono più permettersi farmaci e servizi forniti dai servizi sanitari ormai privatizzati. Questa è la triste, ma vera, storia.

Di conseguenza, il tasso di suicidi è in aumento, a causa del debito estero imposto (che il governo greco ha accettato) e dell’austerità, annichilendo la speranza per i malati terminali, così come per i pensionati le cui pensioni non permettono più di vivere una vita dignitosa – e, soprattutto, non c’è traccia di luce alla fine del tunnel.

Ora, questi stessi espertoni aggiungono un po’ di ottimismo ai loro resoconti, poiché il partito di destra, Nuova Democrazia (ND), ha vinto con quello che chiamano un “plebiscito” alle elezioni del 7 luglio 2019; ha raccolto il 39,6% dei voti, contro solo il 31.53% per Syriza, il cosiddetto Partito Socialista, guidato dal primo ministro uscente Alexis Tsipras, impersonificazione della tragedia che ha portato la Grecia a sprofondare in questa desolazione senza speranza. La ND ha ottenuto una maggioranza assoluta con 158 seggi nel parlamento greco di 300 deputati. Pertanto, nessuna coalizione necessaria, nessuna concessione richiesta.

Il nuovo Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis (51 anni), figlio di un ex Primo Ministro dello stesso partito, nel suo discorso di vittoria la sera del 7 luglio, ha giurato che la Grecia “con orgoglio” entrerà in una era post-salvataggio di “lavoro, sicurezza e crescita”. Ha aggiunto che “un ciclo doloroso si è chiuso” e che la Grecia avrebbe “orgogliosamente alzato la testa di nuovo” sotto la sua guida.

Non sappiamo cosa significhi per un cittadino greco medio che vive una vita di disperazione. Con quello che la “sinistra” non è stata in grado di fare – fermare l’emorragia imposta alla Grecia dagli stranieri (ma accettata dai greci), lo strangolamento del loro paese – la destra sarà capace di invertire questa tendenza? La destra vuole invertire questa tendenza? – ND vuole invertire le privatizzazioni, ricomprare gli aeroporti dalla Germania, riprendere l’approvvigionamento idrico da “Superfund” gestito dalla UE, e riacquistare le strade da concessionari stranieri, o nazionalizzare gli ospedali che sono stati venduti per una miseria e – soprattutto – uscire dall’austerità per consentire l’importazione di farmaci cruciali per salvare i greci malati e morenti, coloro che attualmente non possono permettersi il trattamento dei loro tumori e altre malattie potenzialmente mortali?

Questo sarebbe davvero un passo verso la promessa del Primo Ministro Mitsotakis di porre fine al “ciclo doloroso” dell’austerità, con l’importazione di farmaci cruciali resi accessibili a coloro che ne hanno un disperato bisogno, con la creazione di posti di lavoro e sulla sicurezza dei posti di lavoro – e molto di più – con alla fine un rinnovato orgoglio greco – e la sovranità greca. Quest’ultimo vorrebbe dire – finalmente – che non è mai troppo tardi – per uscire dalla zona euro. Ma è una illusione, un sogno irraggiungibile. Anche se … potrebbe diventare una visione.

Se ND è il partito degli oligarchi, gli oligarchi greci, di quei greci che hanno messo letteralmente miliardi di euro al di fuori del loro paese nel segreto (ancora) dei conti bancari in Svizzera, Francia, Liechtenstein, Lussemburgo e altrove, incluse isole Cayman ed altri paradisi fiscali dei Caraibi – nascondendoli non solo al fisco greco, ma anche impedendo che questi fondi possano, ovviamente, essere utilizzati per gli investimenti, a casa, per la creazione di posti di lavoro, per la creazione di valore aggiunto in Grecia – se ND è il partito degli oligarchi, è improbabile che possano realizzare il sogno della stragrande maggioranza del popolo greco.

Peggio ancora, questi oligarchi-miliardari greci prendono le decisioni in Grecia – non il popolo, non quelli che secondo la tradizione greca e secondo l’invenzione greca, chiamata “democrazia” (a Delfi, circa 2500 anni fa) hanno democraticamente eletto Syriza e hanno democraticamente votato contro i pacchetti di austerità nel luglio 2015. Ora, che sono ufficialmente al potere, è improbabile che cambino il loro comportamento avido e agiscano a favore del popolo greco. – Oppure lo faranno?

Perché, se lo facessero, alla fine potrebbe anche diventare un beneficio anche per loro, il Partito ND e dei suoi aderenti – una Grecia che funzioni come un paese che, con gente felice, sana e contenta, è un paese che conserva tutto il mondo la stima e il rispetto che merita – e la volontà di associazione a sviluppare un’economia che può competere e commerciare con tutto il mondo, una Grecia che è uguale agli altri, come una nazione sovrana.  Un sogno potrebbe diventare una realtà – ci vogliono solo dei visionari.

Torniamo alla realtà di oggi. Il referendum sul salvataggio greco del 5 luglio 2015 è stato respinto con il 61% di “no” contro il 39% di “sì”, il che significa che quasi due terzi del popolo greco avrebbe preferito le conseguenze del rifiuto del salvataggio, eufemisticamente chiamato “pacchetto di salvataggio”, ovvero uscire dalla zona euro, e possibilmente, ma non necessariamente, dalla Unione Europea.

Nonostante lo schiacciante e democratico rifiuto da parte del popolo, il governo Tsipras ha raggiunto un accordo il 13 luglio 2015 – solo 8 giorni dopo il voto contro il salvataggio – con le autorità europee per un salvataggio di tre anni con condizioni di austerità ancora più dure di quelle rifiutate dagli elettori. Quello che è successo nessuno lo immaginava. Sembra abbastanza ovvio, tuttavia, che “gioco disgustoso” era il nome del gioco – il che potrebbe significare qualsiasi cosa, dalle minacce reali e gravi (alla vita) al ricatto, se Tsipras non avesse voluto giocare – e questo a scapito della gente.

Il tradimento del Presidente Tsipras nei confronti del popolo ha portato a tre pacchetti di salvataggio dal 2010 e fino alla fine del 2018, per un importo di circa 310 miliardi di euro (360 miliardi di dollari). Confrontiamolo con l’economia di Hong Kong di 340 miliardi di dollari nel 2017. In quello stesso periodo il PIL greco è sceso da circa 300 miliardi di dollari (270 miliardi di euro) nel 2010 a 218 miliardi di dollari (196 miliardi di euro), una riduzione del 27%, colpendo soprattutto le persone di classe media e bassa. E questo lo hanno chiamato salvataggio.

Il fiasco della democrazia del luglio 2015 ha spinto Tsipras a chiedere elezioni immediate nel settembre 2015, e ahimè – le ha vinte, con un margine ristretto e in una delle elezioni con meno partecipazione mai viste nella storia greca del dopoguerra; ma, sì, lui ha “vinto”. Quanto di esso fosse stato manipolato – ormai Cambridge Analytica è diventata un termine familiare – in modo da poter finire il lavoro per la troika e per le banche tedesche e francesi, è tutta pura speculazione.

Oggi, ND ha una maggioranza assoluta in Parlamento, e per di più potrebbe allearsi con un certo numero di partiti più piccoli e conservatori per perseguire una linea politica da “sogno popolare”. Ma potrebbero fare anche il contrario. Domanda: quanta altra linfa vitale è rimasta da succhiare da una Grecia ridotta ai minimi termini? Di una Grecia che non può prendersi cura del suo popolo, dei suoi poveri e dei malati disperati, che non può fornire ai suoi figli un’istruzione decente, di una Grecia che fa ormai parte della categoria dei paesi in bancarotta? – Sì, il fallimento, ancora oggi, dopo che il FMI e gli gnomi della UE e della BCE prevedono un tasso di crescita moderato di circa il 2 per cento? – Ma il 2% che va a chi? – Non al popolo, si può esserne certi, ma ai creditori dei 310 miliardi di euro.

Già nel 2011, l’inglese Lancet ha dichiarato “il Ministero della Salute greco ha riferito che il tasso di suicidio annuale è aumentato del 40%”, presumibilmente dopo la crisi (imposta) iniziata nel 2008. Da questa data in poi il tasso di suicidi deve essere salito alle stelle, in quanto le condizioni di vita complessive sono peggiorate esponenzialmente. Tuttavia, non sono più disponibili facilmente cifre precise.

La domanda rimane: la popolazione greca sta morendo sempre più a causa di malattie che potrebbero essere curate, ma non sono dovute all’austerità – e alla privatizzazione – legata alla mancanza di farmaci e dei servizi sanitari – e al suicidio per disperazione? – La Grecia si sta suicidando, continuando come fa ad accettare l’austerità e la privatizzazione dei servizi vitali, invece di liberarsi dalle manette dell’euro e molto probabilmente anche dalla morsa della Unione Europea? – O la Grecia è vittima di un semplice omicidio, inflitto da un costrutto avido composto da istituzioni monetarie e da oligarchi, che sono al di là della morale, oltre l’etica e al di là di qualsiasi valore dell’umanità?  Giudicate voi.

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Articolo di Peter Koenig pubblicato su Information Clearing House il 30 luglio 2019
Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

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