“I carabinieri del ROS stanno eseguendo arresti a Milano e nelle province di Parma e Avellino nei confronti di sei persone accusate di reclutamento di mercenari e combattimento in un conflitto armato estero”. È il lancio ANSA di questa mattina. Le ipotesi di reato sarebbero quelle di reclutamento di mercenari (art. 288 c.p.) e di combattimento mercenario nel territorio di uno stato estero (L. 210/95, per approfondimenti vedere qui). In attesa di conoscere più particolari sulle indagini possiamo fare solo illazioni, osservando che le città di Avellino e di Parma sono già state citate in servizi delle Iene e, più recentemente, dell’Espresso come sedi di cellule di estrema destra, basi italiane dell’infiltrazione neofascista a Lugansk. Una ipotesi che ci pare verosimile e che, se confermata, consentirebbe, nel rispetto dovuto al lavoro della magistratura, un paio di osservazioni di tipo “politico”.
La prima è che fenomeni molto simili si sono riscontrati anche sull’altro lato fronte nel Donbass (italiani arruolati nel battaglione Azov) e (con ben diverso merito) nella guerra curda contro l’ISIS in Siria, senza che la magistratura trovasse interessante verificarne e perseguirne l’attività. La seconda è che il tempismo è quantomeno singolare: sono quasi quattro anni che i nomi delle persone impegnate nel conflitto sono noti: moltissimi hanno aperto pagine Facebook e Youtube è affollato dei video delle loro intervista. Tuttavia questi arresti, che “bollivano in pentola” già da tempo, arrivano in un momento in cui lo scontro politico in Italia si accende al parossismo. Bisogna avere il paraocchi per non vedere che è in atto una manovra mediatica e di “guerra” psicologica convergente che si muove su tre fronti:
- quello mediatico: si rilancia parossisticamente l’“emergenza razzismo e fascismo”, il cui bersaglio non è solo l’avversario, ma anche chi ancora tenta di fare distinzioni ed analisi (vedasi il mantra “chi non si schiera è complice”)
- quello istituzionale: si preclude con ogni mezzo ad esponenti dello schieramento anti sistema l’accesso a cariche “sensibili” di responsabilità politica con sostanziale abrogazione dell’ art. 3 della Costituzione (vedasi i casi Marcello Foa e Paolo Savona)
- quello giudiziario, con l’inchiesta sui fondi pubblici alla Lega e con la nuova inchiesta sui “mercenari fascisti di Salvini che combattono con Putin”.
Siamo, palesemente, di fronte, ad una operazione di guerra ibrida a reti unificate che mette nel mirino chi, guarda caso, a prescindere da altre posizioni discutibili e discusse, chiede la normalizzazione dei rapporti con la Russia e dice delle scomode verità su Ucraina e Crimea. Una guerra che, comunque finisca, potrà avere un solo vincitore, l’anarchia, ed un solo sconfitto, la democrazia italiana. È importante, in situazioni come queste, mantenere lucidità e sangue freddo: se emergerà che in Donbass qualcuno ha commesso reati, questo qualcuno sarà punito, mentre il tentativo di inchiodare la resistenza del Sud Est ucraina a realtà del tutto circoscritte deve essere fortemente contrastato. L’affermazione del valore delle resistenza anti imperialista in Ucraina ed in Italia, della necessità che il processo democratico venga rispettato anche quando produce risultati non graditi all’establishment globale e del rifiuto di qualsiasi tentativo di utilizzo strumentale del lavoro della magistratura deve essere oggi più perentoria che mai. Per chi non l’avesse capito: oggi la prima linea del conflitto si avvicina all’ Italia, ed anzi già in parte la attraversa. È il momento dei cuori caldi, delle menti fredde e delle mani pulite.
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Editoriale a cura della redazione di SakerItalia.
i nuovi italiani(presunti) ,figli di immigrati mediorientali di seconda generazione, che sono andati in Siria a guerreggiare per l’ISIS e ribelli presunti moderati sostenuti dalla Nato(Italia compresa direttamente o indirettamente)non hanno infranto la legge italica? Cosa hanno fatto i Carabinieri o i servizi di Sicurezza fino ad oggi?
Infine, ma questi italiani che dicono di essere non “mercenari “ma difensori dei diritti del popolo del Donbas , chi li qualifica come mercenari? le Gazzette e le TV a servizio della parte perdente costituzionale dei partiti che rappresentano presunti intellettuali della politica nullafacenti e disperati per non aver saputo difendere la loro greppia a spese dei contribuenti?