Il combattente per la libertà preferito dal presidente Bill Clinton è stato appena incriminato per omicidio di massa, tortura, rapimento e altri crimini contro l’umanità. Nel 1999, l’amministrazione Clinton lanciò una campagna di bombardamenti di 78 giorni che uccise fino a millecinquecento civili in Serbia e Kosovo, in quella che i media americani descrissero con orgoglio come una crociata contro il pregiudizio etnico. Quella guerra, come la maggior parte delle pretese della politica estera americana, è sempre stata una finzione.
Il presidente del Kosovo Hashim Thaçi è stato accusato di dieci capi d’accusa per crimini di guerra e crimini contro l’umanità dal tribunale internazionale dell’Aja, nei Paesi Bassi. Ha accusato Thaçi e altri nove uomini di “crimini di guerra, tra cui omicidio, sparizione forzata di persone, persecuzioni e torture”. Thaçi e gli altri sospetti sono stati accusati di essere “responsabili penalmente di quasi 100 omicidi”, e l’accusa ha coinvolto “centinaia di vittime note albanesi del Kosovo, serbe, rom e di altre etnie, e comprende oppositori politici”.
La lugubre carriera di Hashim Thaçi mostra come la lotta al terrorismo sia una bandiera di convenienza per i politici di Washington. Prima di diventare presidente del Kosovo, Thaçi era il capo dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK), che combatteva per costringere i serbi ad andarsene dal Kosovo. Nel 1999, l’amministrazione Clinton ha designato l’UÇK come “combattenti per la libertà” nonostante il loro orribile passato, e ha dato loro enormi aiuti. L’anno precedente, il Dipartimento di Stato aveva condannato “l’azione terroristica da parte del cosiddetto Esercito di Liberazione del Kosovo”. L’UÇK era fortemente coinvolto nel traffico di droga e aveva stretti legami con Osama bin Laden.
Ma armare l’UÇK e bombardare la Serbia ha aiutato Clinton a presentare se stesso come un crociato contro le ingiustizie, e spostare l’attenzione del pubblico dopo il suo processo di impeachment. Clinton fu aiutato da molti sfacciati membri del Congresso, ansiosi di santificare le uccisioni americane. Il senatore Joe Lieberman (Democratico del Connecticut) affermava che gli Stati Uniti e l’UÇK “sostengono gli stessi valori e principi. L’UÇK sta combattendo per i diritti umani e i valori americani”. E poiché i funzionari dell’amministrazione Clinton hanno paragonato pubblicamente il leader serbo Slobodan Milošević ad Hitler, ogni persona seria è stata costretta ad applaudire la campagna di bombardamenti.
Sia i serbi che gli albanesi hanno commesso atrocità nell’aspra disputa in Kosovo. Ma per santificare la sua campagna di bombardamenti, l’amministrazione Clinton agitò una bacchetta magica e fece scomparire le atrocità dell’UÇK. Il professore britannico Philip Hammond ha osservato che la campagna di bombardamenti di 78 giorni “non è stata un’operazione puramente militare: la NATO ha anche distrutto quelli che chiamava obiettivi “a duplice uso”, come fabbriche, ponti e persino l’edificio televisivo principale nel centro di Belgrado, nel tentativo di terrorizzare il paese fino alla resa”.
La NATO ha ripetutamente lanciato bombe a grappolo su mercati, ospedali e altre aree civili. Le bombe a grappolo sono dispositivi antiuomo progettati per essere sparsi tra le formazioni nemiche. La NATO ha lanciato oltre trecentomila bombe a grappolo su Serbia e Kosovo, e ogni bomba conteneva 208 bombe separate che arrivavano a terra con un paracadute. Gli esperti di bombe hanno stimato che più di diecimila bombe inesplose sono sparse per il paesaggio da quando i bombardamenti finirono, e hanno mutilato i bambini molto tempo dopo il cessate il fuoco.
Negli ultimi giorni della campagna di bombardamenti, il Washington Post ha riferito che “alcuni assistenti e amici del presidente descrivono il Kosovo in tono Churchilliano, come “l’ora migliore di Clinton””. Il Post ha anche riferito che, secondo un amico di Clinton, “ciò che Clinton credeva fossero i motivi inequivocabilmente morali dell’intervento della NATO rappresentavano un’occasione per lenire i rimpianti nutriti nella coscienza di Clinton… L’amico ha detto che a volte Clinton si lamentava del fatto che la generazione prima di lui fosse stata in grado di servire in una guerra con uno scopo chiaramente nobile, e si sentiva “quasi imbrogliato” che “quando fu il suo turno non ebbe la possibilità di far parte di una causa morale””. Secondo gli standard di Clinton, massacrare i serbi era “abbastanza vicino perché il governo lavorasse” a una “causa morale”.
Poco dopo la fine della campagna di bombardamenti del 1999, Clinton ha enunciato ciò che i suoi assistenti hanno etichettato come la Dottrina Clinton: “Sia all’interno che oltre i confini di un paese, se la comunità mondiale ha il potere di farlo, bisogna fermare il genocidio e la pulizia etnica…”. In realtà, la Dottrina Clinton era che i presidenti hanno il diritto di iniziare il bombardamento di terre straniere sulla base di qualsiasi sfacciata menzogna che i media americani rigurgiteranno. In realtà, la lezione del bombardamento della Serbia è che i politici americani devono semplicemente recitare pubblicamente la parola “genocidio” per ottenere una licenza per uccidere.
Dopo la fine dei bombardamenti, Clinton assicurò al popolo serbo che gli Stati Uniti e la NATO avevano accettato di mandare una missione di pace solo “con la consapevolezza che avrebbero protetto serbi e albanesi, e che se ne sarebbero andati quando la pace avrebbe preso piede”. Nei mesi e negli anni successivi, le forze americane e della NATO sono rimaste impassibili mentre l’UÇK riprendeva la sua pulizia etnica, massacrando civili serbi, bombardando chiese serbe e opprimendo tutti i non Musulmani. Quasi un quarto di milione di serbi, zingari, ebrei e altre minoranze è fuggito dal Kosovo dopo che il signor Clinton ha promesso di proteggerli. Nel 2003, quasi il 70% dei serbi che vivevano in Kosovo nel 1999 era fuggito, e il Kosovo era per il 95% di etnia albanese.
Ma Thaçi è rimasto utile per i politici statunitensi. Anche se è stato ampiamente condannato per oppressione e corruzione dopo aver preso il potere in Kosovo, il vicepresidente Joe Biden ha salutato Thaçi nel 2010 come il “George Washington del Kosovo”. Pochi mesi dopo, un rapporto del Consiglio Europeo ha accusato Thaçi e agenti dell’UÇK di traffico di organi umani. Il Guardian ha notato che il rapporto affermava che la cerchia interna di Thaçi “portò i prigionieri oltre il confine con l’Albania dopo la guerra, dove si dice che alcuni serbi furono assassinati per i loro reni, che furono venduti sul mercato nero”. Il rapporto affermava che quando i “chirurghi dei trapianti” erano “pronti a operare, i prigionieri [serbi] venivano portati fuori dalla “casa sicura” individualmente, giustiziati sommariamente da un sicario dell’UÇK, e i loro corpi venivano trasportati rapidamente alla clinica ”.
Nonostante l’accusa di traffico di organi, Thaçi ha partecipato alla conferenza annuale della Global Initiative della Clinton Foundation nel 2011, 2012 e 2013, dove ha posato per le foto con Bill Clinton. Forse quello era un vantaggio derivante dal contratto di lobbying di 50.000$ al mese che il regime di Thaçi ha firmato con il Gruppo Podesta, guidato dal futuro manager della campagna di Hillary Clinton John Podesta, come riportato dal Daily Caller.
Clinton rimane un eroe in Kosovo, dove una sua statua è stata eretta nella capitale, Pristina. Il quotidiano Guardian ha osservato che la statua mostrava Clinton “con la mano sinistra alzata, un tipico gesto di un leader che saluta le masse. Nella sua mano destra tiene in mano documenti incisi con la data in cui la NATO ha iniziato il bombardamento della Serbia, il 24 marzo 1999”. Sarebbe stata una rappresentazione più accurata raffigurare Clinton in piedi su una pila di cadaveri di donne, bambini e altri uccisi nella campagna di bombardamenti degli Stati Uniti.
Nel 2019, Bill Clinton e la sua fanatica ex Segretario di Stato a favore dei bombardamenti, Madeline Albright, hanno visitato Pristina, dove sono stati “trattati come rock star” mentre posavano per le foto con Thaçi. Clinton ha dichiarato: “Adoro questo paese, e sarà sempre uno dei più grandi onori della mia vita essere stato con voi contro la pulizia etnica (delle forze serbe) e per la libertà””. Thaçi ha assegnato la Medaglia d’Oro della Libertà a Clinton e alla Albright “per la libertà che hanno portato a noi e la pace in tutta la regione”. La Albright si è reinventata come ammonitrice visionaria contro il fascismo nell’era di Trump. In realtà, l’unico titolo onorifico che la Albright merita è la “macellaia di Belgrado”.
La guerra di Clinton alla Serbia è stata un vaso di Pandora di cui il mondo soffre ancora. Poiché i politici e la maggior parte dei media hanno descritto la guerra contro la Serbia come un trionfo morale, è stato più facile per l’amministrazione Bush giustificare l’attacco all’Iraq, per l’amministrazione Obama bombardare la Libia e per l’amministrazione Trump bombardare ripetutamente la Siria. Tutti quegli interventi hanno seminato il caos che continua a maledire i presunti beneficiari.
Il bombardamento di Bill Clinton contro la Serbia nel 1999 è stato una truffa tanto quanto George W. Bush ha convinto questa nazione ad attaccare l’Iraq. Il fatto che Clinton e altri alti funzionari del governo degli Stati Uniti abbiano continuato a glorificare Hashim Thaçi nonostante le accuse di omicidio di massa, tortura e traffico di organi è un altro promemoria della venalità di gran parte dell’élite politica americana. Gli americani saranno di nuovo creduloni la prossima volta che i politici di Washington e i loro alleati mediatici inventeranno cazzate per far scoppiare l’inferno in qualche sfortunata terra straniera?
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Articolo di James Bovard pubblicato su Mises Institute il 18 luglio 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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