In una disamina sul New Yorker della carriera e delle prospettive del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, il Generale James Mattis, Dexter Filkins, un giornalista molto rispettato, vincitore del Premio Pulitzer, ha evidenziato l’atteggiamento del Presidente Trump nei confronti dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord e la sua posizione militare, e ha scritto [in Inglese] che “lungo la frontiera orientale della NATO, l’esercito russo mantiene decine di migliaia di truppe, molte delle quali in allerta elevata”.

Il Dizionario Merriam-Webster definisce [in Inglese] la “frontiera” come “un confine tra due paesi”, e quindi è difficile capire come 29 paesi (a partire dal 5 giugno, quando il Montenegro si è unito [in Inglese, registrazione necessaria] formalmente) dell’alleanza militare USA-NATO, possano avere una frontiera con un unico paese. Ci sono solo cinque nazioni della NATO adiacenti alla Russia: l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Norvegia e la Polonia – e tre di esse condividono solo pochi chilometri di confine con la piccola enclave russa di Kaliningrad sul Baltico e non con la Russia vera e propria.

Il Signor Filkins non spiega cosa significhi “allerta elevata” o cosa comporti per le truppe russe “mantenute” all’interno del loro paese, nelle loro caserme, da cui vengono regolarmente dispiegate per migliorare le proprie capacità nelle aree di addestramento locali. Nessuna ragione o prova viene fornita per il loro presunto stato di “allerta elevata”, né esiste un’indicazione di quante “decine di migliaia di truppe” in Russia minaccino l’ipotetica frontiera della NATO. Due decine? Cinque decine? Nove decine? Alcune decine di migliaia di persone qui e là fanno una notevole differenza, non ultima la grandezza e il rischieramento del supporto aereo, che è un elemento essenziale per la pianificazione dell’attacco. Ma c’è stata una tale attività?

Le informazioni del Sig. Filkins sulla presunta minaccia russa sembrano essere state fornite dal Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, che gli ha detto: “Siamo nervosi. I Paesi Baltici sono terrorizzati”.

Il Sig. Filkins ha messo a registro la convinzione dei “politici tedeschi” che all’inizio del 2017 “la Russia aveva cominciato ad inondare i paesi della NATO con propaganda e finanziamenti a gruppi politici estremisti”. Non vi è alcuna prova che convalidi l’affermazione che i gruppi politici siano finanziati da Mosca, ma l’inondazione di propaganda è esemplificata dall’illustrazione che “in Germania, una notizia su un rifugiato afgano che aveva tentato di stuprare una ragazza di quindici anni, apparsa su siti web di tutto il paese, si è poi rivelata falsa. Un caso simile è avvenuto in Lituania. Tutti gli indizi, mi ha detto la von der Leyen, indicavano che la fonte delle bufale era l’intelligence russa, lo scopo delle notizie false era danneggiare la Cancelliera Angela Merkel, che aveva accolto centinaia di migliaia di rifugiati dal Medio Oriente”.

Non è chiaro perché una notizia falsa (o anche vera) su uno stupro in Lituania può aiutare la presunta campagna della Russia per minare la Cancelliera Merkel (il leader nazionale più competente in Europa), ma c’è stato un recente caso di stupro di alto profilo in Germania che non era una bufala, e ha rivelato molto sul modo in cui alcune notizie vengono presentate nei media occidentali per denigrare l’ammirevole Sig.ra Merkel. È ovvio che la Russia non ha alcuna necessità di utilizzare ridicoli siti segreti per sconfiggere la Cancelliera Merkel, anche se lo volesse, perché a lei si oppongono con maggior forza l’ultradestra in Germania e la stampa britannica largamente xenofoba.

Nell’ottobre 2016 una ragazza tedesca di 19 anni è stata stuprata e assassinata [in Inglese]. Dopo un’indagine, a dicembre è stato incriminato un richiedente asilo afgano, che ora rimane in stato d’arresto, in attesa del processo. Il caso ha avuto grande pubblicità in Germania e da parte della stampa britannica, che cerca di evidenziare ciò che considera i pericoli per la sicurezza nazionale di una politica compassionevole verso i rifugiati. I giornali britannici trash (ma popolari) avevano titoli come [in Inglese] “i leader negano ancora la crisi dei migranti”. I membri della destra tedesca e i media britannici non hanno bisogno di agenti dell’intelligence russi o di qualsiasi altra nazione per essere guidati in direzione della propaganda ultranazionalista e anti-stranieri. Sono abbastanza capaci di predicare la loro bigotta malevolenza senza aiuti esterni.

Non si può risalire alla bufala di “un rifugiato afghano che aveva tentato di stuprare una ragazza di quindici anni”, che è stata segnalata dal Sign. Filkins, ma è stata data grande pubblicità ad un racconto simile diciotto mesi fa quando una ragazza “Russo-Tedesca” di 13 anni ha dichiarato [in Inglese] alla polizia tedesca che era stata rapita e violentata da tre uomini provenienti “dai paesi del sud”. La sua storia, risalente al gennaio 2016, era una bugia che aveva detto perché era scappata da casa. I giornali e le televisioni europee e russe riportarono il cosiddetto “caso Lisa” prima che venisse stabilità quale fosse la verità e, naturalmente, la storia fece il giro dei social media.

Ci fu molta una reazione eccessiva, anche in Russia, dove un notiziario si è spinto fantasiosamente a sostenere che “in Germania e in Svezia, i residenti vengono violentati regolarmente dai profughi… Ma le autorità locali e la polizia nascondono questi fatti e non aprono indagini penali”. Questo tipo di assurdità non fa bene a nessuno, e ha dato occasione a Frank Henkel, Senatore dell’Interno e dello Sport dello stato tedesco di Berlino e membro della delegazione tedesca dell’Assemblea Parlamentare della NATO, di dichiarare che c’è stata una “pressione politica dall’estero” che è servita ad “esporre chiaramente la propaganda legata a questo caso negli ultimi giorni”.

È dolorosamente ovvio che i social media impazziscono quando ci sono incidenti – o non incidenti – come questi, e alcuni canali pubblici forniscono un’occasione per sfogare le loro emozioni a persone semi-analfabete e, a volte, chiaramente disturbate (un esempio è questa [in Inglese] serie di tweets dopo gli attacchi terroristici sul London Bridge). Ma l’idea che Twitter e Facebook, ad esempio, possano essere manipolati per influenzare intere popolazioni perché sostegno politiche filorusse, è bizzarra.

La relazione [in Inglese] sul “caso Lisa” nella Review Magazine della NATO era illuminante, anche se solleva la questione del perché una notizia interna dovrebbe richiedere un commento ufficiale della NATO.

La NATO ha dichiarato che “Nel “caso Lisa” vediamo per la prima volta prove dei diversi elementi di influenza russi descritti in questo articolo, che lavorano in modo coordinato: un giornalista del canale televisivo russo Pervyj Kanal ha scoperto il caso della ragazza Russo-Tedesca, e lo ha portato alla ribalta nei principali notiziari russi; i media russi come Russia Today, Sputnik e la versione in Tedesco di Russia Today hanno riferito del caso; i social media e i gruppi di destra hanno fatto circolare le informazioni su internet”. Poi, facendo un’affascinante, anche se forse labile connessione tra il reportage di un caso di una ragazza che racconta falsamente di essere stata violentata e la situazione in Ucraina, la rivista della NATO ha affermato che “Come risultato del “caso Lisa” e delle diverse attività russe nel contesto del conflitto ucraino, vediamo in Germania un cambiamento dal dominio dell’economia sulla politica ad un dominio della politica sull’economia. La Russia è diventata un rischio per la sicurezza, le relazioni sono sempre più politicizzate e cartolarizzate”.

È deplorevole che dalle affermazioni di un’“allerta elevata” russa lungo la “frontiera orientale della NATO” alle asserzioni della NATO su sinistre macchinazioni russe per impiegare “la comunicazione digitale per influenzare l’opinione pubblica” in Germania, il diluvio di propaganda anti-russa continui ad aumentare, così come aumentano i numeri delle truppe USA-NATO, dei caccia e degli aerei da guerra elettronica e delle navi da guerra che si avvicinano al più vicino possibile alla Russia. Il Washington Post ha riferito [in Inglese] che nel mese di maggio “il Generale Mattis ha visitato le truppe statunitensi che si stanno ammassando al confine con la Russia, e ha dichiarato che “faremo tutto ciò che è necessario””, il che ha alzato il livello dello scontro, e sembra improbabile che avvenga un qualsiasi abbassamento della pressione, specialmente considerato che a Washington cresce l’isteria contro la Russia.

Di una cosa possiamo essere certi: la frontiera militare della NATO continuerà ad espandersi.

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Articolo pubblicato da Brian Cloughley su Counterpunch il 30 giugno 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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