Mosca ha espresso preoccupazione per l’infrastruttura militare della NATO che è stata costruita adiacente al confine russo. Il 28 maggio, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che la Russia è pronta a prendere misure appropriate in risposta. Questa affermazione è stata una reazione ai piani di Varsavia per ospitare una presenza militare statunitense permanente sul suo territorio. I legislatori russi sottolineano che ciò sposterebbe la Polonia in cima alla lista russa di obiettivi militari.
Tale dispiegamento avrebbe violato l’Atto di Fondazione Russia-NATO (1997) [in inglese], in cui la NATO si impegnava a non cercare “ulteriori basi permanenti per consistenti forze combattenti” all’interno dei paesi confinanti con la Russia “nell’attuale e prevedibile contesto di sicurezza”. Non è una coincidenza che la notizia sia stato reso pubblico prima della riunione del Consiglio NATO-Russia prevista per il 31 maggio.
Secondo Politico, la Polonia vuole [in inglese] una divisione corazzata statunitense dispiegata permanentemente sul suo territorio. È disposta a pagare 2 miliardi di dollari per aiutare a costruire l’installazione. Cinque possibili siti nel nord della Polonia sono stati offerti a titolo oneroso. La bozza della proposta [in inglese] arriva poco più di un mese prima di un vertice della NATO che si terrà l’11-12 luglio a Bruxelles.
La questione di una base permanente era stata probabilmente discussa in precedenza a porte chiuse. Secondo la bozza di bilancio [in inglese] della Difesa per l’Anno Fiscale 2019, il Comitato per i Servizi Armati del Senato degli Stati Uniti ha già chiesto al Segretario della Difesa di valutare il costo di una presenza permanente in Polonia.
I militari americani, così come il personale di altri paesi della NATO, sono di stanza nel paese a rotazione, ma Varsavia non pensa che sia abbastanza. La Polonia è uno dei cinque membri del blocco che spende almeno il 2% del PIL nazionale per la Difesa. La mossa coincide con la politica del presidente Trump di far pagare alle altre nazioni la protezione degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere solo l’inizio, con altri paesi desiderosi di seguire l’esempio dell’ombrello americano e iniziare a negoziare offrendo proposte finanziarie che trasformano gli accordi politico-militari in accordi commerciali.
Nel frattempo, il lavoro è in pieno svolgimento per costruire un nuovo sito di stoccaggio e un magazzino a Powidz, che diventerà un hub NATO per i Paesi baltici e tutto il Nord Europa. Un anno fa, l’US Army Europe stabilì un nuovo quartier generale tattico a Poznan per controllare le forze americane stazionate a rotazione in Europa orientale e settentrionale. La Polonia e gli Stati baltici hanno raggiunto un accordo [in inglese] per collegare la Polonia, la Finlandia e gli Stati baltici con la rete trans-europea di trasporto unificata, che è fondamentale per la libera circolazione di tali forze. Questa “Ferrovia baltica”, che si estende da Tallinn a Varsavia passando per Kaunas e Riga, è un elemento chiave della modernizzazione delle infrastrutture della NATO.
Secondo [in inglese] il Tenente Generale (in pensione) Ben Hodges, ex comandante dell’US Army Europe, “Qualsiasi situazione che dovremo affrontare, la dovremo affrontare quasi sicuramente in Polonia”, dato che il paese è diventato “il centro del centro di gravità” delle forze armate americane.
La Polonia aumenterà [in inglese] le dimensioni del suo esercito di almeno il 50% nei prossimi anni (da circa 95.000 a 150.000 uomini). Ci sono piani per tre nuove brigate da schierare sul fianco orientale. Non per essere allarmisti, ma il fatto che la Polonia abbia spostato [in inglese] le sue migliori forze militari verso est, inclusi i suoi più moderni carri armati, non è passato inosservato in Russia. Il programma di modernizzazione a lungo termine prevede nuovi sistemi di difesa aerea, aerei, missili balistici, sottomarini, obici semoventi e circa 1200 droni, di cui almeno 1.000 dovrebbero essere armati. Il Patriot PAC-3 americano diventerà la spina dorsale del sistema nazionale di difesa aerea polacca.
La Polonia ha firmato un contratto con gli Stati Uniti per l’acquisto di 70 missili aria-superficie AGM-158B JASSM-ER entro il 2020 o un po’ prima. Si tratta di un’arma da attacco stealth con un raggio di circa 1.000 Km e una testata perforante in grado di colpire i principali siti di infrastrutture stazionarie all’interno del territorio russo, compresi i missili terra-terra a corto raggio Iskander dispiegati nella regione di Kaliningrad.
A novembre, la Polonia ospiterà Anakonda 2018, una vera e propria esercitazione militare della NATO. Coinvolgerà circa 100.000 soldati, 5.000 veicoli, 150 aerei e 45 navi da guerra, tutti riuniti per praticare operazioni offensive contro la Russia.
Il progetto politico Intermarium [in inglese] per creare un cordone sanitario tra la Germania e la Russia, che protegga l’integrità dei paesi dell’Europa centrale e orientale è ancora molto vivo [in inglese] in Polonia, e influenza la mentalità di coloro che plasmano la politica estera di Varsavia. Józef Piłsudski, che guidò il paese dopo la Prima Guerra Mondiale, fece uno sforzo infruttuoso per far decollare quel progetto. Il piano era creare un’alleanza anti-russa che fosse sponsorizzata dalla Polonia, includesse gli Stati baltici, la Finlandia, la Bielorussia, l’Ucraina, la Cecoslovacchia, l’Ungheria, la Romania e la Jugoslavia, e si estendesse tra Adriatico, Baltico e Mar Nero.
Nel 2005 Jarosław Leszczyński ha avuto l’idea di fondare la Quarta Repubblica Polacca, uno spazio comune transfrontaliero condiviso da Polonia, Ucraina, Bielorussia e Lituania e modellato sulla Rzeczpospolita. Le prospettive per formare una sorta di associazione di stati dell’Europa centrale e orientale uniti dalle loro politiche anti-russe sono state discusse lo scorso anno in un forum per gli ex presidenti di Polonia, Ucraina, Moldavia e Stati baltici che si è tenuto dal 9 al 10 marzo a Kaunas. La visita del presidente Trump a Varsavia nel 2017 ha suscitato il dibattito sull’Intermarium.
La Polonia, insieme agli Stati baltici, è diventata una sorta di mini-NATO dell’Europa orientale, al 100% filo-americana e disposta a diventare una base di operazioni per minacciare la Russia. Quel paese è diventato il più feroce oppositore del progetto del gasdotto Nord Stream 2, che rifornirebbe l’Europa di gas russo a buon mercato, offrendosi al tempo stesso come hub per le forniture più costose che arrivano in Europa orientale dagli Stati Uniti.
Nel frattempo, la spaccatura UE-Polonia sta crescendo. La Polexit è una possibilità. L’Europa è in rivolta [tutti e tre i link in inglese] contro il dominio degli Stati Uniti. A causa delle ambizioni e dei sogni di potere del paese, Varsavia sta cercando il proprio pezzo di torta globale, sognando di diventare un vertice del potere nell’erronea convinzione che ballare sulla melodia degli Stati Uniti sia il modo per raggiungere questo obiettivo. Potrebbe finire per rompere con l’Europa, solo per trovarsi abbandonata dagli Stati Uniti quando la Polonia non sarà più necessaria. Allora Varsavia dovrà fare i conti con la Russia – una relazione che ha sacrificato per il gusto di stare in intimità con l’America. Per godere di una posizione internazionale di alto livello, è necessario avere una politica estera indipendente, non inchinarsi ad altri stati, non importa quanto potenti possano essere.
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Articolo di Alex Gorka pubblicato su Strategic Culture il 31 maggio 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
La Polonia ha verosimilmente una élite politica revanscista che può solo far del male alla Polonia stessa ed agli Stati vicini che aderissero alle mire di espansione della Nato/USA.
LA Russia, deve prendere atto che l’Occidente le scaglierà contro i Paesi dell’Est che non hanno una cultura politica di sostegno alle loro ambizioni.
Al posto di Putin vedrei con sospetto le avances economiche-politiche degli Stati in ostaggio alla Nato/USA.
LA Russia è troppo grande e ricca di risorse che l’Occidente non può più trovare in abbondanza e disponibili a poco prezzo in Asia.
Il Capitale finanziario e il sistema scientifico-tecnologico – industriale militare USA ha bisogno di una guerra vincente ai danni della Russia ,possibilmente breve ,lontano dai propri confini da scatenare alla prima difficoltà interna che la Russia dovesse affrontare.
Il 2018 potrebbe vedere fatti politici avversi alla Russia in casa propria ,provocati dall’esterno e portati in esecuzione da alcuni popoli asiatici della Federazione Russa che rivendicheranno un proprio Stato,
La Russia sarebbe costretta ad intervenire e gli USA metterebbero in scena il Teatro già visto in Siria.
Quando accadrà? quando le basi Nato in Polonia e dintorni saranno pronte per intervenire in Bielorussia con concomitanza con la soppressione dell’enclave russa di Kalingrad .
Inebriati dai primi successi le forze Nato avanzeranno da più direzioni da nord a sud ,isolando i grandi centri e avanzeranno veloci come un tempo i tedeschi verso la rovina .
Non arriveranno mai a Mosca o a colpire i centri strategici oltre gli Urali da dove partiranno le forze che imbriglieranno gli invasori.
Naturalmente non mi auguro che succeda ma la politica estera ufficiale e non ufficiale della Nato si muove per distruggere lo Stato che gli impedisce ,per ora, di allargarsi.Sarà Guerra e breve perché il perdente vorrà trascinare con sé nella fornace atomica il presunto vincente.
Il Genocidio non troverà un Tribunale Penale in grado di sanzionare chicchessia giacché nemmeno i tribunali sopravviveranno come testimonianza del diritto e della civiltà.
Se la nato dovesse attaccare la Russia, sarebbe la fine di noi come europa e la fine della nato come alleanza atlantica.
Ottimo articolo,come sempre, traduzione buonissima ma troppe note (15 ), per finire un articolo ci metti 3 ore….