La riconferma (anche se con qualche cambiamento) del “blocco economico” del governo Medvedev ha suscitato molte spiegazioni, alcune migliori di altre. Oggi voglio esaminare un’ipotesi specifica che può essere riassunta in questo modo: Putin ha deciso di non purgare l’(impopolare) “blocco economico” dal governo russo perché voleva presentare all’UE “facce conosciute” e partner in cui politici dell’UE nutrissero fiducia. In questo momento, con il comportamento folle di Trump che si sta alienando apertamente la maggior parte dei leader europei, questo è il momento perfetto per aggiungere una “spinta” russa alla “spinta” USA e aiutare a portare l’UE più vicina alla Russia. Riconfermando i “liberali” russi (che è un eufemismo per i tipi OMC/WB/FMI/ecc.), Putin ha reso la Russia il più attraente possibile per l’UE. In effetti, l’enorme successo del vertice di San Pietroburgo e del Forum Parlamentare è la prova che questa strategia sta funzionando.

Questa ipotesi si basa su un presupposto cruciale: l’UE, nelle giuste condizioni, potrebbe diventare un partner per la Russia.

Ma questo presupposto è giustificato? Personalmente non credo che lo sia, e cercherò di esporre le ragioni del mio scetticismo:

Innanzitutto, non esiste un’“UE”, almeno non in termini politici. Ancora più importante, non esiste una “politica estera dell’UE”. Sì, ci sono Stati membri dell’UE, che hanno leader politici, c’è una grande comunità di imprese nell’UE e ci sono molte organizzazioni dell’UE, ma in quanto tale, l’“UE” non esiste, specialmente non in termini di politica estera. La migliore prova di ciò è quanto la cosiddetta “UE” sia stata incapace in Ucraina, poi con le sanzioni anti-russe, poi nell’affrontare un’invasione di immigrati clandestini, e ora con Trump. Nel migliore dei casi, l’UE può essere considerata un protettorato/colonia statunitense, con alcuni soggetti “più uguali di altri” (per esempio, il Regno Unito contro la Grecia). La maggior parte (tutti?) degli stati membri dell’UE obbediscono agli Stati Uniti, e questo non sorprende se si considera che anche il cosiddetto “leader dell’UE” o “peso massimo dell’UE” – la Germania – ha una sovranità molto limitata. I leader dell’UE non sono altro che un’élite compradora a cui non frega niente delle opinioni e degli interessi dei cittadini europei. Il fatto innegabile è che la cosiddetta “politica estera dell’UE” va contro gli interessi vitali dei popoli europei da decenni, e il fenomeno sta peggiorando.

Secondo, la singola organizzazione più potente e unita in Europa non è nemmeno un’organizzazione dell’UE, ma la NATO. E la NATO, in termini reali, è americana per più dell’80%. Dimenticatevi di quegli eserciti europei dall’aspetto feroce, sono tutti una barzelletta. Non solo non rappresentano una forza credibile (essendo troppo piccoli, mal addestrati, sottomessi e mal comandati), ma sono completamente dipendenti dagli Stati Uniti per una lunga lista di capacità critiche e “moltiplicatori di forza[in inglese]: comando, controllo, comunicazioni, intelligence, collegamento, sorveglianza, ricognizione, acquisizione degli obiettivi, logistica, ecc. Inoltre, in termini di addestramento, pianificazione delle forze, approvvigionamento dei sistemi d’arma, dispiegamento e manutenzione, gli stati dell’UE sono totalmente dipendenti dagli Stati Uniti. La ragione? Il budget militare degli Stati Uniti supera di gran lunga tutto ciò che i singoli Stati europei possono spendere, quindi dipendono tutti dallo Zio Sam. Di certo, il prestanome della NATO – il Segretario Generale – è solitamente una non-entità che rilascia dichiarazioni forti ed è europeo (penso a quel pagliaccio di Stoltenberg come esempio perfetto), ma la NATO non è gestita dal Segretario Generale della NATO. In realtà, è gestito dal Supreme Allied Commander Europe (SACEUR), che è il capo del Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE) e questi ragazzi sono rossi, bianchi e blu. Dimenticatevi gli “Eurocorps” o qualsiasi altro cosiddetto “esercito europeo”: è tutta aria fritta, come il recente sfogo di Trudeau contro Trump. In realtà nell’UE, come in Canada, tutti sanno chi è il capo. Ed ecco il singolo fatto più importante: la NATO ha disperatamente bisogno della Russia come giustificazione per la propria esistenza: se le relazioni con la Russia migliorassero, allora la NATO non avrebbe più ragione di esistere. Pensate davvero che qualcuno lo lascerà accadere? Io sicuramente no! E proprio ora, gli europei sono impegnati a chiedere più truppe americane sul loro territorio, non meno, e fingono tutti di essere terrorizzati da un’invasione russa, da cui la necessità di esercitazioni militari sempre più grandi vicine al confine russo [tutti e tre i link in inglese]. E proprio per coprire tutte le sue basi, la NATO si sta gradualmente espandendo in America Latina.

Terzo, vi è una lunga lista di governi dell’UE che necessitano in modo vitale di ulteriori pessime relazioni con la Russia. Essi includono:

  1. Governi impopolari che hanno bisogno di spiegare i propri fallimenti con le nefande azioni di un uomo nero esterno. Un buon esempio è come le autorità spagnole hanno accusato la Russia della crisi in Catalogna. O gli inglesi con la loro “Brexit”. Gli svedesi stanno facendo ancora meglio, stanno già preparando la loro opinione pubblica [in inglese] ad una “interferenza russa” nel caso in cui i risultati delle elezioni non risultino essere ciò di cui hanno bisogno.
  2. Governi la cui retorica è stata così istericamente anti-russa da non poterla più abbandonare. I migliori esempi: il Regno Unito e la Merkel. Ma dal momento che la maggior parte (ma non tutti) gli stati dell’UE hanno agito in seguito all’attacco sotto falsa bandiera agli Skripal sulla base dell’“altamente probabile” degli inglesi [“highly likely”] e in nome della “solidarietà”, ora sono tutti bloccati come complici di questa politica. Non ci sono *altri termini*, stanno semplicemente ammettendo di essere stati truffati dagli inglesi.
  3. Prostitute dell’UE: Stati la cui unica politica è servire gli Stati Uniti contro la Russia. Questi stati si sfidano l’uno con l’altro nel modo più abietto, per vedere chi può farsi beffa l’uno dell’altro per la posizione di “più fedele e leale servitore degli USA”. I migliori esempi sono, ovviamente, i tre staterelli baltici, ma la posizione numero 1 deve andare ai “poli ferocemente patriottici” che ora sono disposti a pagare effettivamente lo Zio Sam per essere militarmente occupati (anche se lo stesso Zio Sam sta provando ad estorcergli miliardi di dollari [entrambi i link in inglese]). È vero, ora che i sussidi dell’UE stanno finendo, la situazione di questi stati sta diventando ancora più terribile, e sanno che l’unico posto dove possono ancora ottenere denaro sono gli Stati Uniti. Quindi non aspettatevi che cambino tono presto (anche se la Bulgaria si è già resa conto che nessuno in Occidente se ne frega di lei [in inglese]).
  4. Governi che vogliono reprimere il dissenso interno accusando ogni partito/movimento politico patriottico o indipendente di essere “pagato dal Cremlino” ed essere un rappresentante degli interessi russi. Il miglior esempio è la Francia e come ha trattato il Fronte Nazionale. Direi che la maggior parte degli Stati dell’UE, in un modo o nell’altro, sta lavorando alla creazione di uno “stato di sicurezza nazionale” perché capiscono (correttamente) che il popolo europeo è profondamente frustrato e si oppone alle politiche dell’UE (da qui tutti i referendum anti-UE persi dalle élite al potere).

Contrariamente ad un mito molto spesso ripetuto, gli interessi commerciali europei non rappresentano una potente forza anti-russofoba. Perché? Basta guardare la Germania: nonostante tutto il coinvolgimento della Germania (e della Merkel personalmente) in Ucraina, nonostante tutta la stupida retorica sul fatto che “la Russia è un aggressore” che “non si conforma agli Accordi di Minsk”, il North Stream sta andando avanti! Sì, è il denaro a farla da padrone, e la verità è che mentre le sanzioni anti-russe sono costate miliardi all’Europa, i grandi interessi finanziari (come la società francese Total) hanno trovato il modo di ignorare/bypassare queste sanzioni. Oh certo, c’è una lobby a favore del commercio con interessi russi in Europa. È reale, ma semplicemente non ha affatto il potere delle forze anti-russe in UE. Questo è il motivo per cui per *anni* vari politici e personalità pubbliche dell’UE hanno fatto rumore riguardo l’eliminazione delle sanzioni, ma quando è arrivato il momento del voto – hanno votato tutti come gli è stato detto dai veri capi.

A proposito, non tutta la russofobia europea è generata dagli Stati Uniti. Abbiamo visto chiaramente che in questi giorni, quando Trump ha suggerito che il G7 (o, più precisamente, il G6+1) aveva bisogno di invitare nuovamente la Russia, sono stati gli europei a dire “no!”. Nella misura in cui esiste una “posizione dell’UE” (anche molto demenziale e debole), è soprattutto anti-russa, specialmente nella parte settentrionale dell’Europa. Quindi quando lo Zio Sam dice agli europei di obbedire e di impegnarsi nei soliti attacchi alla Russia, tutti rapidamente si mettono in fila, ma nel raro caso in cui gli Stati Uniti non promuovono un’aggressiva agenda anti-russa, i politici dell’UE trovano improvvisamente abbastanza forza di volontà per dire “no”. A proposito, nonostante tutte le dichiarazioni di Trump sul reintegro della Russia nel G6+1, gli Stati Uniti sono ancora impegnati ad affibbiare altre sanzioni alla Russia [in inglese].

Le attuali mini-guerre tra Stati Uniti e Unione Europea (sul commercio, sull’Iran, su Gerusalemme) non significano affatto che la Russia possa trarne automaticamente vantaggio. Ancora una volta, il migliore esempio di questo è il disastroso summit del G6+1 in cui Trump si è praticamente alienato tutti solo per ritrovarsi col G6 che ribadisce la sua posizione anti-russa, anche se il G6+1 ha bisogno della Russia molto più di quanto la Russia abbia bisogno del G7 (e non ne ha davvero bisogno!). Proprio come i leader statunitensi e israeliani possono essere in disaccordo e, a volte, combattersi a vicenda, ciò non significa affatto che in qualche modo non siano fondamentalmente dei gemelli siamesi. Basti pensare alle “famiglie” mafiose che possono persino farsi la “guerra” l’una contro l’altra, ma questo non significa affatto che questo avvantaggi il resto della popolazione che tutti i mafiosi predano.

La crisi ucraina andrà a beneficio solo delle forze anti-russe in Europa. C’è un’alta probabilità che nel prossimo futuro il regime ucronazista provi a riconquistare la Novorussia (DNR/LRN). Sottoscrivo che l’esito di un tale attacco non è in dubbio – gli ucronazisti perderanno. L’unica domanda è questa: contro chi perderanno:

  • Opzione uno: perdono contro le forze combinate di DNR e LNR. Questo è forse il risultato più probabile. Se ciò dovesse accadere, c’è un’alta probabilità di un contrattacco novorusso che liberi la maggior parte delle regioni di Donetsk e Lugansk, in particolare le città di Slaviansk  e Mariupol. Dato che il comportamento passato è il miglior predittore del comportamento futuro, possiamo essere abbastanza sicuri di quale sarà la reazione a Kiev e in Occidente: la Russia verrà incolpata di tutto. Gli anglo-sionisti non ammetteranno mai che il regime ucronazista abbia perso una guerra civile contro il proprio popolo, perché i Novorussi non accetteranno mai che li governi un regime nazista. Quindi, una vittoria novorussa si tradurrà in una russofobia più isterica.
  • Opzione due: gli ucronazisti riescono nel loro attacco e minacciano di invadere Donetsk, Lugansk e il resto della Novorussia. Putin semplicemente non può permettere che questo accada. Ha fatto questa promessa molte volte e lo ha recentemente ripetuto durante la sua “linea aperta” con il popolo russo. Se i russi saranno costretti a intervenire, questa non sarà una massiccia invasione di terra – non ce n’è bisogno. La Russia ha la potenza di fuoco necessaria sotto forma di attacchi missilistici e d’artiglieria per distruggere le forze ucronaziste all’attacco e per imporre una zona interdetta al volo su tutta la Novorussia. Se Kiev dovesse andare avanti e lanciare un vero e proprio attacco alla Russia, le forze armate ucraine saranno totalmente disorganizzate e cesseranno di combattere in circa 48 ore. Questo scenario è quello che io chiamo il “sogno dei neoconservatori”, dal momento che un tale intervento russo non sarà immaginario, ma piuttosto reale, e il Cremlino lo confermerà anche pubblicamente e probabilmente riconoscerà le due repubbliche novorusse, proprio come avvenne l’8.08.08 quando Saakashvili decise di invadere l’Ossezia del Sud. Quindi, gli anglo-sionisti avranno (finalmente!) la “prova” che la Russia è l’aggressore, i polacchi e i baltici si prepareranno ad un’“imminente” invasione russa, e penso che ci siano buone probabilità che le forze della NATO si sposteranno in Ucraina occidentale per “fermare i russi”, anche se i russi non avranno assolutamente alcun desiderio (o anche il possibile movente) di voler invadere il resto dell’Ucraina o, ancor meno, la Polonia, la Svezia o gli staterelli baltici.

Ammetto che c’è ancora una piccola possibilità che un attacco ucronazista non possa accadere. Forse Poroshenko & Co. se la faranno sotto (conoscono le reali condizioni delle forze armate ucraine e degli squadroni della morte “dobrobat”) e forse la recente minaccia non velata di Putin sulle “gravi conseguenze per lo stato ucraino[in inglese] avrà l’effetto necessario. Ma cosa succederà se questo attacco non avrà luogo? I leader dell’UE e il regime ucronazista a Kiev continueranno ad incolpare la Russia per l’Ucraina, che ora è chiaramente uno stato fallito. Qualunque scenario troviate più probabile per l’Ucraina, le cose non potranno che peggiorare, e tutti incolperanno la Russia.

La crisi in Siria andrà a beneficio delle forze anti-russe in Europa. Sta diventando piuttosto chiaro che gli Stati Uniti stanno tentando una riconquista della Siria o, almeno, una divisione della Siria in diverse zone, alcune controllate dagli Stati Uniti. In questo momento, gli Stati Uniti e i “terroristi buoni” hanno perso la guerra, ma ciò non impedisce loro di riaccenderne una nuova, principalmente riorganizzando, riqualificando, ridistribuendo e, soprattutto, trasformando i “terroristi cattivi sopravvissuti” in “quelli buoni”. Questo piano è sostenuto dal denaro saudita e dalla potenza di fuoco israeliana. Inoltre, la Russia sta ora riferendo [in inglese] che le Forze Speciali USA stanno già lavorando con i (nuovi) “terroristi buoni” per – avete indovinato – preparare un altro falso attacco chimico e dare la colpa ai siriani. E perché no? Ha funzionato perfettamente già diverse volte, perché non farlo di nuovo? Per lo meno, darebbe agli Stati Uniti un altro tentativo per mostrare l’efficacia dei loro Tomahawk (anche se falliranno ancora, qui i fatti non contano). E non ingannatevi, una “vittoria” americana in Siria (o in Venezuela) sarebbe un disastro non solo per la regione, ma per ogni paese che voglia diventare sovrano (si veda l’eccellente articolo di Andre Vltchek su questo argomento qui [in inglese]). E, ancora, la Russia sarà incolpata di tutto e, con in giro pazzi certificati come Bolton, le forze russe potrebbero persino essere attaccate. Come ho già scritto molte volte, è tutt’altro che finita. Proprio come nel caso dell’Ucraina, potrebbe essere siglato un patto (almeno gli ufficiali militari statunitensi e russi stanno ancora parlando tra loro [in inglese]) ma la mia opinione personale è che fare qualsiasi tipo di accordo con Trump sia futile come fare accordi con Netanyahu: non ci si può fidare di loro, ed entrambi infrangeranno tutte le promesse in un batter d’occhio. E se si scatenerà l’inferno in Siria e/o in Iran, la NATO farà in modo che tutti gli europei si allineino rapidamente e obbedientemente (“solidarietà”, ricordate?).

La morale è questa: attualmente è improbabile che l’UE diventi un partner affidabile per la Russia e il futuro appare piuttosto cupo.

Un’obiezione al mio pessimismo è l’innegabile successo del recente vertice di San Pietroburgo e del Forum Parlamentare. Tuttavia, credo che nessuno di questi eventi sia stato veramente incentrato sull’Europa, ma sul mondo in generale (si veda l’eccellente relazione di Gilbert Doctorow su questo argomento qui [in inglese]). Sì, la Russia sta andando alla grande, e anche se i media anglo-sionisti amano parlare dell’“isolamento” della Russia, la verità è che è l’Impero che è isolato, mentre la Russia e la Cina stanno avendo un enorme successo [in inglese] nel costruire il mondo multipolare col quale vogliono sostituire l’Impero. Quindi, mentre è vero che i leader occidentali potrebbero preferire un “blocco economico” liberale nel nuovo governo russo, il resto del mondo non ha affatto tale desiderio (specialmente considerando quanti paesi là fuori hanno sofferto terribili difficoltà per mano dei tipi WTO/WB/IMF/ecc.).

Conclusione:

L’impero anglo-sionista non ha sede negli Stati Uniti, né nell’UE, né in Israele, né in nessun’altra parte del pianeta. È un’entità transnazionale con variazioni regionali, e comprende diversi gruppi di interesse sotto il suo ombrello. Si può pensare ad una gigantesca banda criminale che estorce all’intero pianeta i soldi per la “protezione”. Pensare che presentando un volto “liberale” a questi teppisti otterrete il loro sostegno è estremamente ingenuo, perché a questi ragazzi non interessa la vostra faccia: quello che vogliono è la vostra sottomissione. Vladimir Putin si è espresso meglio quando ha detto [in inglese]Non vogliono umiliarci, vogliono sottometterci, risolvere i loro problemi a nostre spese”.

Tuttavia, se l’UE è, per tutti gli scopi pratici, inesistente, la Russia può, e lo farà, impegnarsi con i singoli Stati membri dell’UE. C’è un’enorme differenza tra, per esempio, la Polonia e l’Italia, o il Regno Unito e l’Austria. Inoltre, l’UE non solo è disfunzionale, ma non è neanche redditizia. La Russia trarrebbe immensamente vantaggio da un’UE che va in pezzi o fosse profondamente riformata, perché l’attuale UE è una creazione pura dei tipi alla Bilderberg sostenuti dagli Stati Uniti, e non il tipo di Europa di cui il popolo europeo ha bisogno. In realtà, vorrei anche sostenere che l’UE è il singolo più grande pericolo per i popoli del continente europeo. Pertanto la Russia dovrebbe utilizzare le sue risorse per promuovere la cooperazione bilaterale con i singoli Stati membri dell’UE, e non intraprendere mai azioni che possano rafforzare (o persino legittimare) organizzazioni di derivazione europea come il Parlamento dell’UE, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ecc. Sono tutte entità che cercano di minare la sovranità di tutti i suoi membri, inclusa la Russia. Di nuovo, Putin lo ha detto bene quando ha recentemente dichiarato [in inglese] che “o la Russia è un paese sovrano, o non c’è una Russia”.

Qualunque sia l’ideologia e gli slogan, tutti gli imperi sono intrinsecamente malvagi e intrinsecamente pericolosi per qualsiasi paese voglia essere veramente sovrano. Se la Russia (e la Cina) vogliono creare un mondo multipolare, devono gradualmente disimpegnarsi da quegli organismi transnazionali totalmente controllati dall’Impero; è davvero così semplice. Invece, la Russia ha bisogno di coinvolgere quei paesi, i partiti politici e le forze che difendono ciò che de Gaulle chiamava “l’Europa delle patrie[in inglese]. Sia l’Impero Anglo-Sionista che l’UE stanno attraversando la crisi più profonda della loro storia, e ciò è palese. Prima o poi, uno ad uno, i paesi europei recupereranno la loro sovranità, così come la Russia. Solo se i cittadini europei riusciranno a recuperare la loro sovranità, la Russia potrebbe cercare veri partenariati in Occidente, se non altro perché il graduale sviluppo e integrazione del territorio eurasiatico offre enormi opportunità economiche che potrebbero essere più vantaggiose per le nazioni europee. Un’Europa prospera “dall’Atlantico agli Urali[in inglese] è ancora una possibilità, ma ciò avverrà solo quando l’attuale Unione Europea e la NATO saranno sostituite da istituzioni veramente europee, e le attuali élite europee rimpiazzate da sovranisti.

I popoli di Russia, UE e, direi, Stati Uniti hanno tutti lo stesso obiettivo e lo stesso nemico: vogliono recuperare la loro sovranità, liberarsi delle loro élite corrotte e, francamente, infide, e liberarsi dall’egemonia dell’Impero Anglo-Sionista. Ecco perché spingere la questione della “vera sovranità” (e dei valori tradizionali nazionali) è, credo, l’idea politica più unificante e potente per sconfiggere l’Impero. Questa sarà una lunga lotta, ma il risultato non è in dubbio.

Il Saker

P.S.: proprio mentre stavo spedendo questo articolo mi sono imbattuto in questo articolo di Paul Craig Roberts “L’Europa ha subito troppi lavaggi del cervello per normalizzare i rapporti con la Russia?[in inglese] – assicuratevi di darci un’occhiata!

*****

Pubblicato su The Saker.is il 15 giugno 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Condivisione: