La Bulgaria afferma che non esiste una lingua macedone, ma che è piuttosto un dialetto bulgaro. Vi è consenso accademico sul fatto che gli antichi macedoni fossero greci. Gli albanesi rivendicano quasi la metà della Macedonia del Nord per il loro progetto della Grande Albania. La Macedonia del Nord è un paese complesso e complicato, ma nonostante ciò, venerdì è diventato il trentesimo membro della NATO, con il Segretario Generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, che ha detto che “La Macedonia del Nord è ora parte della famiglia NATO, una famiglia di trenta nazioni e quasi un miliardo di persone. Una famiglia basata sulla certezza che, indipendentemente dalle sfide che affronteremo, saremo tutti più forti e più sicuri insieme”.
Non è stata una sorpresa il fatto che il Segretario di Stato americano Mike Pompeo abbia esultato dicendo che la sua appartenenza alla NATO “sosterrà maggiore integrazione, riforme democratiche, commercio, sicurezza e stabilità in tutta la regione. L’adesione della Macedonia del Nord ribadisce anche agli altri aspiranti che la porta della NATO rimane aperta a quei paesi disposti a, e in grado di, attuare le riforme necessarie per soddisfare gli elevati standard della NATO e di accettare le responsabilità e i vantaggi dell’adesione”. Pompeo sta effettivamente aprendo le porte ad altri membri della NATO.
L’adesione della Macedonia del Nord alla NATO segna il completamento di uno degli obiettivi chiave del paese da quando si è separato dalla Jugoslavia, vale a dire l’ingresso nella NATO e nell’Unione Europea. Ciò è stato reso possibile dall’Accordo di Prespa del 2018 per porre fine alla vecchia disputa sul nome con la Grecia cambiando il suo nome da “Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia” a “Repubblica della Macedonia del Nord”. Ciò ha posto fine alle affermazioni macedoni sull’eredità degli antichi macedoni, in quanto l’articolo 7 sottolinea che “non ci sono collegamenti con l’antica civiltà ellenica, alla loro storia, alla cultura e al patrimonio”. Col complicato problema storico e del nome con la Grecia risolto, la Macedonia del Nord ha avuto il percorso sgombro per entrare a far parte della NATO, le ci sono voluti meno di due anni dall’Accordo di Prespa per diventare un membro a pieno titolo, e ora ha messo la freccia per entrare nell’Unione Europea [in inglese]. Ma perché era necessario che la Macedonia del Nord si unisse alla NATO? Esaminiamo il contributo del 30° membro della NATO:
Un esercito con 8.000 militari attivi e 5.000 di riserva.
Un’aeronautica composta da 20 elicotteri.
Nessuna marina.
Un budget militare annuale di circa 150 milioni di dollari.
La Macedonia del Nord non contribuisce con assolutamente nulla di valore materiale alla NATO. Questo non perché ci si aspetta che la Macedonia del Nord lo faccia, piuttosto è la sua posizione geografica ad essere interessante per l’alleanza. La Macedonia del Nord servirà da base contro la Serbia e l’influenza russa nei Balcani, allo stesso modo degli altri membri della NATO nei Balcani, così come per sostenere la sovranità illegale del Kosovo. Degli otto vicini della Serbia, solo la Bosnia non è un membro della NATO, ma è governata dall’ambasciata degli Stati Uniti a Sarajevo. È improbabile che la Serbia si unisca alla NATO nel prossimo futuro, poiché l’89% dei serbi è contrario all’adesione alla NATO secondo un sondaggio del 2019. Ciò rende la Grecia e la Serbia gli unici due paesi nei Balcani in cui la NATO è considerata negativamente dalla maggioranza della popolazione, mentre nella Macedonia del Nord il 66% della popolazione [primi due link in inglese, terzo link in macedone] voleva unirsi alla NATO secondo un sondaggio del 2018.
La NATO vuole completare il processo di accerchiamento della Serbia, un alleato russo, e ha effettivamente reso la Serbia un’isola in un mare di stati anti-russi. La NATO spera che, circondando la Serbia, possa costringere Belgrado a diventare filo-occidentale, cosa che non accadrà mai, dal momento che è stato l’Occidente ad orchestrare il crollo della Jugoslavia, a bombardare senza pietà la Serbia nel 1999 e a proteggere l’indipendenza illegale del Kosovo. L’adesione della Macedonia del Nord è un altro pezzo del puzzle per circondare la Serbia, ma diventa tutto più confuso quando si indaga sul motivo per cui hanno scelto di giocare a questo gioco, considerando che Skopje deve aumentare il proprio budget militare per soddisfare gli standard NATO, quando il 22% dei suoi cittadini vive in povertà e il suo PIL è classificato 130° [entrambi i link in inglese] nel mondo.
Naturalmente, unendosi alla NATO, la Macedonia del Nord difficilmente rappresenterà una minaccia per la Serbia e la Russia, ma questo ha un impatto psicologico su Belgrado, poiché continua a sentirsi sotto pressione per conformarsi alle richieste occidentali, e si domanda se debba abbandonare i suoi alleati russi. Ciò non toglie che la Macedonia del Nord sia ora semplicemente un altro stato periferico di un’organizzazione disorganizzata che difende gli interessi e l’egemonia americani in tutto il mondo. Ma la difesa reciproca della NATO significa che l’organizzazione dovrà ampliare ulteriormente il proprio ombrello di sicurezza. Per la Macedonia del Nord esiste tuttavia un rischio molto basso di essere attaccata da uno dei suoi vicini, il che suggerisce che oltre ad essere diretta contro Serbia e Russia, la sua adesione, come tutti i piccoli paesi dell’alleanza, come l’Estonia e il Montenegro, serve all’industria degli armamenti americana, che continua a trarre profitti dalla vendita di armi a questi stati con il pretesto di farli conformare alla dottrina della NATO.
Mentre entriamo nell’era multipolare, la Macedonia del Nord è un paese unico, in quanto è incuneato tra Oriente e Occidente dell’Europa. Invece di abbracciare questo nuovo sistema mondiale emergente, la cui nascita viene accelerata dalla pandemia di coronavirus [in inglese], sta andando nel comfort dello status quo che tenta di mantenere l’egemonia degli Stati Uniti.
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Articolo di Paul Antonopoulos pubblicato su Global Research il 31 marzo 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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la Nato imploderà solo quando, in attesa dello scontro con il fronte Cina-Russia,dovrà( perché dovrá ) quando gli USA dovranno risolvere i loro conflitti interni che sorgeranno con la divisione del Mercato globale di oggi con quello curtense di domani prossimo futuro.
Non servirà nulla all’Europa quella cintura di castità e di sicurezza che essa ,di concerto con gli USA, ha posto in atto sul Limes della Russia.
Tutti avranno da perdere in Europa.