La linea di fondo è: affinché l’UE funzioni – affinché sia di beneficio per il cittadino medio – deve seguire il progetto storico francese.

È sempre stato così, e non è mai stato così: rimane una pecca nel piano, rappresentata dall’egoistica Germania Ovest (oggi Germania e basta).

Questa è una realtà nota a tutti nell’Euro-zona, almeno lo è di sicuro in certe nazioni più piccole dell’Euro-zona come la Grecia. Ma secondo l’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis: “… Parigi ha una responsabilità maggiore di quella di Berlino per i problemi dell’euro.”

Ad essere onesti, non ho il minimo interesse personale in questa disputa, ma questa dichiarazione non corrisponde ai fatti. Non corrisponde neanche ai fatti presentati dallo stesso Varoufakis nel suo libro, “I deboli sono destinati a soffrire?”

In un precedente articolo ho ridimensionato il suo libro in quanto afflitto da finto-sinistrismo: ho fornito un’abbondanza di prove in base alle quali Varoufakis è “marxista” quanto Marx era Marziano.

Quest’articolo l’ho scritto perché Varoufakis non sembra credere a quello che ogni Europeo fuori dalla Germania già sa, e neanche a quello che egli stesso ha scritto: la Francia ha effettivamente avuto ragione per tutti questi decenni…. SE si esamina la costruzione dell’Euro-zona da una prospettiva autenticamente di sinistra e anti-imperialista (che manca a Varoufakis).

Questo è il secondo di una serie di sette articoli sull’Euro-zona, l’articolo successivo è ‘La struttura irrimediabilmente corrotta dell’Euro-zona’ – che dovrebbe darvi alcune indicazioni riguardo a quanto poco io sostenga questa cabala di “progetto pan-Europeo”/banchieri.

Ma incolparne la Francia anziché la Germania è semplicemente scorretto, e lo scopo di quest’articolo è rimediare a quest’errore.

 

L’Euro-zona della Francia: uno strumento contro l’imperialismo Americano e per ‘lo stalinismo capitalista pan-Europeo’

Per quello che conta, io sono un comunista – sono a favore di qualunque paese sia anti-capitalista. Il che significa che fondamentalmente sono all’opposizione sia della Germania che della Francia, e anche dell’Euro-zona. Ma la realtà storica è che la Francia è più propensa a tollerare il pensiero comunista di quanto la Germania lo sia mai stata: il corpo legislativo francese è stato al 30% comunista dal 1946-1968, laddove il partito comunista era bandito in Germania Ovest.

L’Euro-zona non è un progetto nuovo – le sue radici risalgono al cartello di 6 nazioni della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, fondata nel 1951.

E questa è la mia tesi, totalmente ignorata da Varoufakis: la Francia non sarà mai stata per più di un terzo comunista, ma era abbastanza influenzata dal marxismo da rendersi conto che erano necessarie politiche socio-economiche moderne per combattere l’imperialismo – nel caso della Francia, gli Stati Uniti. I francesi capivano che il loro paese era in lotta per mantenere la propria sovranità, e dunque concepì l’Unione Europea come un bastione franco-tedesco contro la dominazione imperiale.

A questo punto, uno dello zoccolo duro di sinistra potrebbe rispondere: “No, l’1% in Francia ha sempre concepito l’Euro-zona come un cartello capitalista per arricchirsi, e non si curava affatto dei propri concittadini.” Bene, vi saluto – potete cliccare più avanti e troverete nuance intellettuali più interessanti per voi, ma vi suggerisco di continuare a leggere perché la realtà è molto più sfumata.

Quello che la Francia ha storicamente proposto per questo bastione di protezione della sovranità europea, può essere denominato: “Stalinismo capitalista pan-europeo.” Una cosa del genere non è così radicale come sembra, perché tutti noi saremo d’accordo che nello spettro del capitalismo occidentale, la Francia si piazza a sinistra. Ma più avanti vi darò altre dimostrazioni di questa tesi….

Vi proverò che le macchinazioni della Francia contenevano un obiettivo ammirevole e anti-imperialista: penso che solo uno di sinistra per finta come Varoufakis rifiuterebbe di adottare un punto di vista del genere.

 

Dal 1965 la Francia si oppone apertamente all’egemonia dell’imperialismo statunitense nell’Europa Occidentale

Prima di qualunque altro paese europeo, la Francia comprese che il sistema monetario di Bretton Woods (quando i pagamenti iniziarono ad essere  regolati non in oro ma in dollari) non era, come crede in modo assurdo Varoufakis, “…inteso come un sistema bilanciato di commercio internazionale e flussi finanziari”, ma un piano per il dominio americano tramite il dollaro.

La partecipazione dell’Europa significava che questa sovvenzionava le aziende americane e ne sosteneva gli standard di vita. Che gli USA potessero stampare dollari all’infinito e per importi illimitati venne definito un “privilegio esorbitante” dalla Francia, ma la Francia del dopoguerra non poteva farci nulla…

Fino al 1965, quando divenne evidente l’esplosione del deficit statunitense. Guerre in Corea, in Vietnam e grandi  spese in patria avevano significativamente ridotto il loro controllo sulle scorte d’oro [in inglese]: nel 1949 gli Stati Uniti avevano 22.000 tonnellate d’oro, il 75% di tutte le riserve delle banche centrali e il 44% delle scorte in superficie; nel 1965 si erano ridotte a 16.000 tonnellate, il 47% delle riserve delle banche centrali  e il 25% delle scorte in superficie.

Teoricamente, gli USA dovevano a richiesta pagare i loro debiti con oro degli Stati Uniti. Ma l’andamento della bilancia commerciale faceva sì che le riserve auree fossero sempre più esigue, e quindi non potevano più assicurare il pagamento del debito estero.

E immediatamente, nel 1965 la Francia e Charles de Gaulle richiesero apertamente una riforma del Sistema di Bretton Woods e il ritorno al sistema aureo. “Forse mai nel passato un capo di Stato aveva attaccato in modo così palese il potere monetario di una nazione amica,” disse il Time in un articolo del 12 febbraio 1965.

L’idea che la dominazione monetaria degli Stati Uniti fosse “amichevole” è una cosa che forse Londra o Berlino possono prendere per buona, ma Parigi vedeva chiaro oltre la finzione.

Ma i Francesi non si limitavano alle parole senza farle seguire dalle azioni quando si trattava di combattere la dominazione americana: proprio nel 1965, De Gaulle mandò una nave negli Stati Uniti e richiese il prelievo di 350 tonnellate d’oro dalla Federal Reserve di New York – 23 miliardi di dollari al valore attuale. È più di quanto Gheddafi deteneva come riserva per lanciare la sua proposta di Dinaro pan-africano.

Varoufakis ammirato e contemporaneamente con disprezzo scrive : “Non si può negare che, quando si tratta di semiologia, i francesi sono imbattibili.” Sì, la mossa della Francia è stata densa di poesia metaforica… ma è stata anche una mossa dannatamente intelligente e temeraria per mettere in sicurezza la propria sovranità e combattere un imperialismo statunitense molto concreto.

Nel 1966 la Francia si ritirò dalla NATO costringendola a trasferire il quartier generale da Parigi al Belgio.

Nel 1967 de Gaulle fu il primo a ritirarsi dal London Gold Pool [in inglese] occidentale, che era stato frettolosamente costituito nel 1961 per difendere Bretton Woods. La Francia ritirò altre cospicue scorte d’oro, continuando la sua battaglia contro la potenza egemone.

Per finire, ricordiamoci del trattato di fondazione dell’amicizia tra Francia e Germania dell’Eliseo, siglato nel 1963 – fu un chiaro tentativo di separare la Germania Ovest dall’anglo-sfera. Gli Stati Uniti erano lividi di rabbia davanti al tentativo francese di indebolire l’ordine da essi stabilito: “Difficile sovrastimare lo shock prodotto a Washington da quest’azione o la speculazione che ne seguì, in particolare nella comunità dell’intelligence,” affermò George Ball, un diplomatico americano di altissimo livello.

Quindi i francesi vedevano chiaramente cosa stava per arrivare e agirono ripetutamente contro Roma – per questo meritano considerazione. Gli inglesi non videro cosa stava per succedere, o forse erano legati in modo troppo stretto a Cesare. La Germania Ovest era pro-USA fino in fondo, per ragioni che esporrò più avanti.

 

La Francia voleva un partenariato coraggioso con la Germania (allora ancora fascista)… contro gli Stati Uniti

Sì, da persona di sinistra, io vedo l’Euro-zona come un cartello capitalista… ma in un senso molto reale, per lo meno è un cartello capitalista anti-americano, no?

È una distinzione interessante e importante. Teoricamente, se l’élite capitalista in Francia potesse respingere l’imperialismo statunitense, potrebbe disporre di più ricchezza che non lascerebbe sgocciolare [‘trickle down’ nell’originale, si veda qui] a beneficio del 99%, giusto?

E non dimentichiamocelo – sono stati gli Stati Uniti a costringere la Francia all’anti-americanismo: de Gaulle notoriamente non fu invitato a Yalta, dove Stalin, FDR e il suo cagnolino Churchill si dividevano le spoglie [le zone di influenza alla fine della Seconda Guerra Mondiale]. La Francia sapeva di essere su un gradino più basso, e  non le piaceva la vista dello stivale Americano.

Ma appena tornati, i soldati britannici fecero una cosa estremamente intelligente: votarono contro quell’alcolista reazionario e razzista di Churchill scegliendo il Partito Laburista. Potrete immaginare che – in un’America rabbiosamente anti-socialista – ciò insospettisse molto Washington. Gli USA decisero immediatamente che sarebbe stato meglio un fascista di un socialista (la stessa decisione la prendono regolarmente nel 2017), annullarono il piano già in essere di deindustrializzare la Germania, e piuttosto sfruttarono la Germania Ovest come loro collaboratore imperiale. È per questo che la Germania è la centrale industriale dell’Europa di oggi, nonostante avesse perso la Seconda Guerra Mondiale, non si può sbagliare al riguardo: patrocinio USA.

Quando si guarda alla storia da una prospettiva anti-imperialista/marxista, vediamo che l’élite francese (capitalista, naturalmente) aveva chiaramente elaborato l’idea dell’unificazione europea a guida franco-tedesca per difendere la propria sovranità e controbilanciare i piani degli Stati Uniti.

Però, Varoufakis non prende minimamente in considerazione quest’aspetto – ripetutamente presenta la spinta francese per una “Unione Europea” non come un modo per allontanare la dominazione statunitense, ma come un modo per dominare la Germania: “Per le élite francesi, una valuta comune con la Germania era un tentativo di neutralizzarla, cioè di conquistare la Bundesbank senza sparare un colpo.”

“Neutralizzare” e “conquistare” possono avere due connotazioni molto, molto differenti. Già a metà degli anni ’60 le élite francesi erano ben consce di non poter competere industrialmente con quella creazione americana che era il Frankenstein tedesco, pertanto volevano allearsi con  la Germania. Quindi è in questo senso di “neutralizzare” una potenza più forte che Varoufakis ha ragione, non “neutralizzare” nel senso di uccidere.

La Francia non voleva essere conquistata  dall’alleanza americano-tedesca, quindi insisteva a proporre un’alleanza (capitalista) franco-tedesca.

 

Quello che la Francia supponeva tutti volessero: un’economia anti-austerità in tutta l’Europa

Viene da ridere, noi nell’Euro-zona a tutt’oggi vogliamo proprio questo! I Francesi erano nel giusto allora come oggi.

I francesi avevano ragione anche nel 1981: la sinistra francese arrivò al potere con più fervore anti-capitalista di quanto ne abbia mai visto qualunque altra nazione occidentale. I lavoratori erano uniti, esperti, coraggiosi e pronti alla guida; il capitalismo era ancora ai primi passi sulla via di diventare uno schema di Ponzi dell’alta finanza; il “Progetto Comune” di Mitterand era qualcosa che si collocava alla sinistra più estrema rispetto a qualunque altro progetto economico che una grande economia occidentale avesse mai visto.

La verità è che la Francia si impegnava sinceramente per un pan-europeismo guidato da una pianificazione economica mista socialista/pro-crescita/non-rabbiosamente-capitalista.

Eppure la Francia venne costretta a rinunciarvi in favore dell’austerità Ci sono dei motivi per questo, ma una delle vere ragioni è che la Francia erroneamente suppose che la Germania avrebbe lottato per un capitalismo che fosse, almeno, non interamente modellato sulla spietatezza americana.

“E dunque il governo del Presidente Mitterand abbandonò le politiche anti-austerità sulle dubbie basi che l’austerità poteva essere sconfitta solo a livello europeo una volta che l’economia francese venisse fatta oggetto di dosi di anti-austerità sufficienti a placare i mercati monetari e a convincere le élite tedesche ad inchinarsi alla superiore saggezza della politica economica francese.” (grassetto mio)

Dunque, vedete, la politica economica della Francia È IN EFFETTI superiore – sconfiggere l’austerità a livello europeo è esattamente quello che tutti dovremmo desiderare!

Sì, da marxista sono scettico e per nulla colpito dal socialismo misto della Francia, ma mi rendo conto che – per essere un progetto capitalista – questo è un programma molto, ma molto più umano del duro capitalismo della Germania in cui lo scopo dell’austerità è una maggiore disuguaglianza e il mantenimento di un surplus perenne per la stessa Germania.

L’errore cruciale della Francia è stato esattamente quello di non riuscire a rendersi conto di quanto fosse completamente capitalista la Germania: Nonna era una nazista e Papino uno che leccava lo stivale americano – non c’è da meravigliarsi se i bambini in Germania pensano che l’austerità della Merkel nei confronti della Grecia sia giustificata.

La Germania resta imperialista nel 2017 – non sono cambiati. La colpa della Francia è stata l’ingenuità, che è un peccato molto meno grave della crudele austerità tedesca.

E la Francia non ha cambiato idea in questo, a suo modo nobile, sforzo; dal 1981 fino ad arrivare a Francois Hollande:

“…(Mitterand) si era imbarcato in un progetto che è sopravvissuto fino a questi giorni: convincere gli elettori tedeschi che l’unione monetaria stava germanizzando la Francia ed esportando la disciplina teutonica verso l’Europa Latina, trasformando le cicale in formiche, anziché importare la pigrizia francese in Germania.”

Ci sono tanti errori in questa frase di Varoufakis: “disciplina teutonica” è un’assurdità – i tedeschi hanno approfittato dei miliardi di cui non si è mai parlato da parte degli Stati Uniti, e non hanno reinventato da soli la ruota; “pigrizia francese” è un’altra assurdità – i tassi di produttività della Francia sono più alti di quelli della Germania e tra i migliori del mondo; “convincere gli elettori tedeschi“ è l’assurdità più grande perché non c’è mai stato un referendum sull’UE in Germania. Sono stati  i media e le élite capitaliste ad ingannare gli elettori tedeschi al punto che questi non si rendono conto che il 99% è significativamente più povero grazie a quella perenne “corsa verso il fondo/frega il tuo prossimo” che è il capitalismo moderno: l’Euro-zona non ha portato prosperità al tedesco medio, visto che la disuguaglianza è cresciuta bruscamente in questo secolo, e il loro tasso di povertà del 16% è molto più alto che in Francia.

Ma Varoufajus ha ragione sul fatto che per trent’anni la Francia ha sempre provato a “convincere” la Germania a rinunciare al suo dominio per mezzo del surplus, e letteralmente, condividere la ricchezza con le nazioni in deficit dell’Europa. Certo, certo, certo – non si può avere un surplus senza un deficit: la Francia è sufficientemente influenzata dal marxismo per accettarlo, ma non la Germania.

 

Lo ‘stalinismo capitalista pan-europeo’ della Francia

“Invece del socialismo-in-un-solo-stato che aveva promesso agli elettori francesi nel 1981, (Mitterand) finì per sposare il corporativismo-cartellizzato-in-un-continente…”

Un vero marxista evidenzierebbe cosa implica quest’affermazione – state pronti, finti sinistri – la genialità dello stalinismo: rinunciando alla rivoluzione internazionale del trotzkismo e consentendo all’URSS di prosperare in solitudine, Stalin diede il suo grande contributo teorico al comunismo.

Sì, l’obiettivo è la rivoluzione internazionale, ma non c’è alcun motivo per cui il socialismo non possa prendere il controllo di un singolo paese – i nemici del comunismo sono troppo grandi, e dobbiamo fare quello che possiamo, quando possiamo. Solo perché i rivoluzionari tedeschi notoriamente non riuscirono a partecipare alla rivoluzione sovietica del 1917, non c’era ragione per cui la Russia dovesse abbandonare il comunismo. (Uffa… quante volte la Germania deluderà tutti…?)

Lo yang solidamente reale dello stalinismo fa da base di sostegno indispensabile affinché le vittorie socialiste possano crescere altrove, che è l’inevitabile e magnetico yin del trotzkismo – i due non possono essere separati, e non lo devono essere.

(Nota a margine 1: come iraniano posso dirvi questo: se fossimo stati ad aspettare il trotzkismo per farci prendere dal fuoco globale staremmo ancora spalando il fango dello Scià! I paesi hanno il diritto di andare da soli. E poi, dove sarebbe adesso la Siria senza il sostegno iraniano, o la Palestina e il Libano a questo proposito?)

(Nota a margine 2: quando si leggono i sinistri tentare di denigrare i sindacati francesi come “stalinisti”, è questo che intendono: si interessano ai sindacalisti/lavoratori della Francia e non sono sufficientemente connessi al movimento internazionale. Ad essere onesti, i sindacati francesi hanno ripetutamente mostrato una auto-centrata mancanza di solidarietà, vendendosi l’un l’altro e stipulando accordi separati volta per volta nell’era dell’austerità).

Dunque quello che la Francia essenzialmente ha sempre proposto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale è lo “stalinismo-in-un-continente”, o per lo meno la versione che potevano fornirne quelli dell’ala sinistra del capitalismo: il piano della Francia è fondato sull’idea che – acc! – l’austerità non è un bene, mentre le politiche di crescita lo sono.

È importante ricordarsi che questo rispecchia il modello economico della Francia nel dopoguerra: “l’economia mista”. Lo Stato assegna obiettivi di breve e lungo termine all’industria e la aiuta a raggiungerli. È prevista la pianificazione, ma non al livello dell’URSS. C’è la proprietà pubblica, ma non al livello dell’URSS. È previsto anche l’impegno alla creazione di  una rete di sicurezza sociale decente riguardo a cose come la salute e l’istruzione, perché, di nuovo, l’austerità semplicemente non è sostenibile: gli investimenti si devono fare… assumendo che si voglia che la società ottenga potere, e non solo l’1%.

L’economia mista della Francia non è neanche al livello del Giappone, in cui il ruolo dello stato era molto più importante (fino a metà anni ’80), e dove il successo economico era molto più evidente.

Non è un piano terribile… trattandosi di capitalismo.

Il problema è: tutto questo è troppo di sinistra perché la Germania Ovest lo possa seguire e così è sempre stato. La Germania Ovest (oggi solo “Germania”) capiva che, appoggiandosi sulle spalle dell’America, mentre la Francia poteva solo sollevare il collo, sarebbe stata in grado di controllare tutto; potevano fare gli “Stati Uniti d’Europa” con Berlino nel ruolo di Washington DC, Francoforte in quello di New York, e tutto il resto nient’altro che una nazione su cui passare in volo,  piena di poveri spregevoli.

L’anti-austerità a livello continentale era un obiettivo onesto, e la Francia aveva ragione a perseguirlo.

Ma la coerenza della Francia alla fine è sciocca: va a suo demerito credere che la solidarietà internazionale giochi un ruolo di qualche genere nel capitalismo. Non ho intenzione di abbassarmi ad usare sciocchi stereotipi, dicendo “Di nuovo colpa di quei maledetti egoisti dei tedeschi!” – dirò invece: “Di nuovo quei maledetti egoisti dei capitalisti!”

 

USA, Germania e l’alta finanza contro tutti

I media capitalisti anglofoni sono più che contenti di continuare a rilanciare gli assurdi attacchi morali della Germania contro le nazioni in deficit, ignorando contemporaneamente gli appelli della Francia: nel 1992 il Primo Ministro francese parlò di una “vittoria dell’egoismo tedesco sulla solidarietà internazionale,” e io sono sicuro che a questo fatto sia stato dato poco risalto nell’anglo-sfera.

L’egoismo tedesco è la ragione secondaria del fallimento della spinta anti-austerità della Francia nel 1981 e lo è tuttora fino ad oggi, ma la ragione principale fu: la natura fondamentale del capitalismo, in cui l’alta finanza muove guerra a qualunque nazione ne minacci il dominio.

Devo brevemente delineare la vera ragione per cui Mitterand non riuscì a realizzare il socialismo nel suo paese: nonostante il loro enorme mandato democratico di terminare l’austerità e ripristinare politiche di crescita, la Francia venne immediatamente attaccata dall’alta finanza e dalla speculazione valutaria.

La fuga dei capitali dalla Francia alla Germania ebbe luogo immediatamente dopo l’annuncio della vittoria di Mitterand, mettendo immediatamente in pericolo il franco. I tassi di interesse a lungo termine (buoni a 10 anni) andarono dal 9,6% di marzo 1979 su fino al 17,3% di maggio 1981, quando Mitterand venne eletto.

Il franco venne svalutato 3 volte, ma Mitterand fu costretto a sottomettersi. Fece la sua inversione a U nel marzo 1983, e a marzo 1986 i buoni a 10 anni tornarono al 9,3%.

Quello che successe fu che la Germania e la Bundesbank, sapendo di avere filosoficamente la finanza al proprio angolo a scommettere contro la Francia con ogni dollaro che poteva prendere in prestito, si unirono all’alta finanza e ai professionisti della speculazione valutaria per strangolare la Francia al fine di costringerla ad arretrare rispetto alle  sue idee di ispirazione comunista.

Se l’alta finanza si preoccupasse minimamente per la democrazia e non solo del fatto che una possibile ridistribuzione potrebbe intaccare miliardi  da essa accumulati nei propri conti, avrebbe sostenuto il piano anti-austerità della Francia.

La Francia non poteva coraggiosamente sconfiggere l’alta finanza e continuare a svalutare la propria moneta finché non avesse preso piede la crescita, per un’altra ragione fondamentale: avrebbe dovuto abbandonare il nuovo Sistema Monetario Europeo (SME), e questo legame tra i tassi di cambio era un’idea francese finalizzata al proprio obiettivo di lungo termine: convincere la Germania ad allontanarsi dagli Stati Uniti e adoperarsi per l’integrazione europea. Lo SME era il precursore diretto dell’euro.

Restare nello SME, naturalmente, voleva dire violare la volontà del popolo: “Fu la prima volta che un governo con tendenze di sinistra finì per abbandonare un programma anti-austerità per restare coerente alla logica ferrea dell’unione monetaria europea.”

Senza il sostegno dell’alta finanza, la Francia non fu in grado di seguire il proprio percorso indipendente, sovrano, e democraticamente sostenuto.

Deve essere dato per assiomatico che l’1% farà la guerra ad ogni governo di sinistra esattamente nello stesso modo.

(Vi invito a studiare la “Guerra della Triplice Alleanza[in inglese], il “peccato originale” del Sud America post-bolivariano e la più sanguinosa guerra mai accaduta in quel continente. In breve, il Paraguay aveva completamente escluso gli investitori esteri per promuovere il protezionismo economico e lo sviluppo interno, … e aveva creato un posto in cui la povertà aveva cessato di esistere. I banchieri francesi e tedeschi liberarono i cani (Argentina, Brasile e Uruguay) contro di loro, e il 70% dei maschi paraguaiani venne massacrato per non voler minimamente accettare i “prestiti” stranieri”.)

La Francia premeva verso sinistra, ok, ma Mitterand non era Khomeini. I leader della Francia e il loro popolo mancavano del fervore rivoluzionario di posti come l’Iran del 1979 in cui si andò avanti da soli dicendo “al diavolo l’alta finanza”. Un percorso di questo tipo non è per i deboli di cuore: l’1% occidentale fomentò la guerra tra lraq e l’Iran rivoluzionario (proprio come aveva fatto con il Paraguay), e da allora con l’Iran persiste uno stato di Guerra Fredda assolutamente letale.

Vista la mancanza di fervore rivoluzionario, il percorso migliore verso la sovranità basilare e fondamentalmente limitata offerta dal capitalismo avrebbe effettivamente potuto essere seguito premendo per l’alleanza franco-tedesca, e rimanendo nello SME. La Francia stava realmente combattendo una potenza egemone imperialista (essendo al contempo essa stessa una potenza neo-imperialista) e Varoufakis assieme ad altri  ha trascurato completamente quest’aspetto.

E la Francia era sulla giusta strada per, almeno, portare dei miglioramenti al capitalismo – la Germania aveva torto a rifiutare qualunque genere di solidarietà economica. È spaventoso che ancora oggi sia così!

 

Il finto sinistrismo strisciante culmina in Hollande, ma i deplorevoli sono infetti?

La “stabilità di Ponzi” degli anni ’80 e successivi aveva accecato la sinistra francese rispetto alla realtà della lotta di classe, illudendola a pensare che l’alta finanza avrebbe condiviso la propria ricchezza con il 99%.

“…l’unico risultato di Mitterand è stato quello di cooptare una gran parte della tradizionalmente recalcitrante sinistra francese alla causa di Jacques Delors (Ministro delle Finanze francese) – quindi in effetti a sostenere il cartello conservatore dell’Europa centro-settentrionale.”

Anziché sostenere il comunismo – che sarà sempre vero “sinistrismo” – la sinistra occidentale ha optato per il capitalismo dei cartelli pan-europeo. C’è voluta la crisi del Debito Sovrano Europeo per svelare l’idra antisociale costituita da alta finanza e capitalismo.

Adesso possiamo  capire come la presidenza di Hollande si adattasse con assoluta precisione a quest’analisi di sinistra: nel 2012 ci si aspettava che avrebbe guidato un “Blocco Latino” per combattere la Germania al fine – come al solito – di terminare l’austerità.

È interessante notare che i buoni a 10 anni avevano un interesse del 2,75% quando venne eletto Hollande… e il loro rendimento scese immediatamente e costantemente. I bond francesi a 10 anni rendevano lo 0.81% quando Hollande lasciò il suo incarico… in disgrazia.

Come lo spieghiamo quindi che non ci fu nessuna guerra capitalista in Francia, nonostante Hollande avesse basato la propria campagna elettorale sulle promesse di terminare l’austerità e finanziare le infrastrutture,  dicendo inoltre che “il mio nemico è l’alta finanza”? Varoufakis ha il numero di Hollande, e lo chiama “il più mite dei leader” – in realtà l’alta finanza sapeva quanto Hollande  fosse un fesso e una tigre di carta senza alcuno spessore. Egli non fece alcuna resistenza al capitalismo guidato dalla Germania una volta assunto l’incarico.

Varoufakis, scrivendo nel 2015, termina con una nota positiva per la Francia, nonostante il costante rigetto da parte della Germania delle politiche pro-crescita e della solidarietà pan-europea.

“La Francia è importante nel senso che, a dispetto del suo rapido declino dopo il mal concepito tentativo di catturare la Bundesbank, resta difficile da sottomettere e quasi impossibile da assorbire in una versione odierna dell’impero unitario di Bismarck.”

Ho un paio di interessanti teorie a questo proposito, quindi vi prego, consentitemi (di esporvele).

La Francia non sarà mai sottomessa dalla Germania per una ragione che va quasi oltre l’economia: il cibo. Per natura, la Francia resterà sempre potente per il semplice motivo che Dio ha assegnato al suo territorio il ruolo di granaio dell’Europa Occidentale. Qualcuno DEVE produrre il cibo, e l’economia globale non è un posto in cui nazioni lontane possano farlo in modo più conveniente dei tuoi vicini. La produzione agricola della Francia è il 18,1% di quella totale dell’UE, e ciò significa il 35% più della Germania, il 47% più dell’Italia e il 71% più della Spagna – lasciate perdere l’Olanda e la sua agricoltura dominata dalle produzioni floreali, non è la stessa cosa. La Francia occupa il primo posto in quasi tutte le categorie importanti: cereali (frumento per il pane), carne bovina e pollame. Aggiungeteci il primo posto nella produzione di patate e vedrete che la sua produzione copre tutti i più importanti settori dell’agricoltura. Il loro primato è enorme come lo è quello della Germania nell’industria manifatturiera, anche se quello agricolo è un settore meno redditizio.

Non credo che questo determinismo geografico possa essere facilmente trascurato. Penso che si sia troppo orientati a pensare in termini di profitti finanziari quando si cerca di trascurare un semplice fatto della vita così velocemente dimenticato dagli inurbati nelle loro torri d’avorio: qualcuno deve produrre il maledetto cibo. Il fatto che la Francia disponga di terreni agricoli di alta qualità, mentre altri si trovano su montagne rocciose o in zone climaticamente infelici deve significare qualcosa. Sicuramente ha sempre significato molto…

Secondariamente, la Francia sa da lungo tempo quello che gli Stati Uniti sanno riguardo al loro enorme deficit: la loro potenza nucleare proibisce alla Germania o a chiunque altro di riscuotere. Chi  andrà ad invadere la Francia? Quindi naturalmente non si preoccupano di accumulare debiti…

 

Macron: il rintocco funebre per decenni di lotta all’imperialismo americano-tedesco

Naturalmente… questo si basa sul fatto che la Francia abbia una leadership che effettivamente si prenda cura dei suoi interessi sovrani.

È troppo tardi, adesso che la Francia ha votato per Macron, l’iper-globalista?

Macron rappresenta la morte della spinta storica della Francia a terminare la dominazione imperiale di Germania, Stati Uniti e alta finanza.

Per questo Macron è pronto a portare il massimo della sovversione dall’interno: svendendo quanto più possibile della Francia, e creando una struttura dell’Euro-zona che diminuisca nel maggior modo possibile il potere democratico francese. Macron agisce come un perfetto elemento della Quinta Colonna, e rappresenta una forte deviazione dalla storia francese del dopoguerra. Infatti, chi avrebbe previsto la sua ascesa anche solo un anno fa?

Macron ha appena dato l’avvio [in inglese] ad una privatizzazione di aziende di proprietà statale per un valore di 12 miliardi di dollari. Oh, le azioni non sono state vendute ai prezzi [in inglese] che il suo governo ci assicurava? Perché, ne sono sicuro sono tutti disturbati da questo! Come potrà prendere sonno Macron stanotte, tra questo e l’odore della pomata Bengay per l’artrite di sua moglie?!

Per Macron e tutti i “globalisti”, contano solo i soldi: non la sovranità nazionale, non le condizioni di vita di quelli che vivono dall’altro lato della loro stessa città, non proteggere l’unità della Francia, la sua salute e la sua sanità mentale. Ve l’avevo detto di votare Le Pen!

 

Cosa avrebbe potuto essere: un ‘Petroeuro’

Perché non c’è? Dopotutto, l’Eurozona non è la macroeconomia più grande del globo?

Bene, Saddam Hussein provò a vendere petrolio in cambio di euro nel 2000. Sappiamo cosa è successo nel 2003.

Il francese Dominique Strauss-Kahn era il grande favorito nelle elezioni presidenziali del 2012… ma anche un sostenitore dei Diritti Speciali di Prelievo, che avevano il potenziale di ridurre fortemente la dominazione del dollaro. Quindi Strauss-Kahn venne accusato di aver aggredito una donna di un tipo molto raro a New York: una cameriera d’albergo che parlava francese anziché spagnolo. Quante probabilità ci sono…? (Il caso contro di lui venne chiuso a causa della mancanza di prove, ricordiamocelo).

Noto che gli USA non hanno ripreso il piano ben congegnato di Gheddafi di creare un dinaro pan-africano dopo averlo rovesciato. Mi chiedo, come mai?

Ironicamente, l’Iran – e nessuno stato europeo – è l’unica nazione che ha fatto pressioni [in inglese] per un Petroeuro! E perché no? Gli Stati Uniti continuano a farci la guerra con ogni mezzo possibile – l’Iran continua a dire, “Fatevi sotto!”

Quindi, la notizia recente secondo cui La Cina sta per aprire [in inglese] un mercato di scambio yuan-oro-petrolio è sconvolgente. E’ una bomba nei mercati delle materie prime, una bomba finanziaria globale, una bomba geopolitica… ed è da tanto che la aspettiamo.

Nazioni con il petrolio abbastanza forti da resistere agli Stati Uniti – Iran, Russia, Venezuela, Siria, ecc. – presto potranno aggirare le sanzioni USA. (L’Iran per anni ha barattato bilateralmente il suo petrolio – questo dovrebbe consentirci dei prezzi migliori, adesso che non siamo più soli.)

Dunque, “bomba” non è abbastanza forte, e spero che la discussione su Bretton Woods, lo SME, ecc. in quest’articolo vi dia un minimo di contesto storico riguardo a questa notizia sulla Cina.

I cittadini dell’Eurozona possono aggiungere la domanda “Dov’è il mio Petroeuro” alla domanda “Dov’è il mio bailout?”

Bene, se non aveste votato per Macron, voi finti sinistri, avreste visto l’imperialismo americano-tedesco per quello che è, se vi foste dedicati a sviluppare una visione del mondo anti-imperialista/anti-capitalista… avreste avuto un Petroeuro. È stata davvero un’occasione mancata…

Ma, a causa di tutte le ragioni che ho appena esposto, il nuovo “Petroyuan” (possa regnare a lungo!”) sarà fondamentalmente differente da ciò che probabilmente sarebbe stato un  Petroeuro: anche se l’Europa avesse avuto gli attributi per rivoltarsi contro  l’America neo-imperiale, la storia dimostra che avrebbe trovato un  modo per utilizzarlo come uno strumento capitalista di manipolazione a “somma-zero”. Il Petroyuan è così caratteristico dell’ imperialismo “non-imperiale” della Cina: si può vendere petrolio in yuan o in oro – si può scegliere.

Ed è per questo che la Cina non è affatto imperialista – non credete a tutti gli strombazzamenti.

La Cina ha UN PO’  di solidarietà comunista nella propria composizione, contro il NIENTE dei paesi capitalisti. “Per mutuo beneficio” è come essi costantemente si pongono nei confronti del terzo mondo in Africa, America Latina, Asia, ecc. ed è esattamente quanto tutti questi paesi riferiscono: c’è una fondamentale differenza etica tra il fare affari con la Cina e con l’Occidente.

Quindi, con amici come i Tedeschi dell’Ovest e votando per un leader come Macron… un Petroeuro semplicemente non era nelle carte per l’Euro-zona.

 

Criticatelo pure il “modello francese”, ma ha combattuto il “modello tedesco” dai tempi di Bismarck

In ogni caso… non è tutta colpa di Macron. Dopotutto è stato Sarkozy a tornare nella NATO.

È una tendenza generazionale, culturale che si è iniziata a costruire sin dagli anni ’80, quando ebbe inizio il flagello del finto sinistrismo.

Riflettiamo sulla realtà storica: l’Euro-zona è governata da banchieri e non dal concetto di solidarietà pan-europea. E sono i banchieri della Germania e la Bundesbank a portare la colpa maggiore di mancanza di solidarietà pan-europea, non l’élite francese, anche secondo Varoufakis:

“…la Bundesbank è sempre stata lì, a guidare, abilitare e danneggiare attivamente l’asse franco-tedesco attorno a cui ruotava l’Unione Europea.”

La Francia (essendo capitalista) non è un angelo in tutto questo, ma Varoufakis manca completamente il bersaglio quando incolpa Parigi per i problemi dell’Euro-zona: l’élite francese si rendeva conto che una Germania Ovest alleata con gli Stati Uniti significava che essi sarebbero stati relegati al ruolo dominato di terza rotella. E perché mai subito dopo non sarebbe dovuto toccare alla Germania?

Ma decenni di mosse coraggiose, di diplomazia audace, programmi anti-austerità e altri sforzi, anno trovato il loro culmine in quel budino Flanby [in inglese] di Hollande, e adesso il bruco si è trasformato in quel “Rothschurian Candidate“  che è Macron [riferimento a un articolo in inglese dello stesso autore nel cui titolo si fa ricorso a un gioco di parole  tra Rotschild, la banca d’affari presso cui Macron ha lavorato dal 2008 e The Manchurian Candidate film del 2004 in cui si racconta la storia di una possibile influenza di una multinazionale (la Manchurian Global) nelle elezioni presidenziali USA].

Ma Parigi ha dimostrato di avere un certo senso  di solidarietà, mentre Berlino non gioca seguendo le regole dell’umanità – piuttosto gioca secondo le regole del capitalismo, cioè “cane mangia cane”.

In Francia esiste uno storico sincero sostegno  per il comunismo. Anche in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo c’è uno storico, sincero sostegno per il socialismo/comunismo.

Ma queste idee sono state legalmente verboten in  Germania Ovest, e questa proibizione vige ancora nelle corporation mediatiche. Scordatevi che ci possa essere una sorta di lievito ideologico proveniente dalla Germania Est, perché l’Ovest ha totalmente dominato l’ex Germania Est culturalmente, economicamente e demograficamente. (Se oggi si ricostituisse lo stato della Germania Est, sarebbe il paese più vecchio del mondo, di parecchi anni.)

I capitalisti duri e puri e le élite di Berlino e Francoforte hanno dimostrato, decennio dopo decennio, il loro rifiuto di condividere (la ricchezza), e lo dimostreranno di nuovo la prossima volta che aprite il giornale.

Senza la  vera “sinistra latina” l’Euro-zona è condannata… alla dominazione da parte dei banchieri tedeschi, che lavorano fianco a fianco con quelli americani.

Incolpatene il capitalismo, come dovreste, ma alla Francia va dato credito per averci provato.

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La Francia ha fatto ritorno dalle vacanze estive, e si prepara ad affrontare ulteriori agitazioni sociali causate dall’austerità. Pensavo che sarebbe stato interessante rinfrescare la nostra dimestichezza con la causa di queste agitazioni: l’Euro-zona.

Questo è il secondo di  una serie di 7 articoli sull’Eurozona attuale che combinerà alcune delle idee di Varoufakis con i miei 8 anni di esperienza fatta occupandomi direttamente della crisi da Parigi.

Eccovi la lista degli articoli che verranno pubblicati, spero che li troverete utili nella vostra lotta da sinistra!

Recensione del libro di Varoufakis: economista rock star, ma finto politico di sinistra

Perché no il Petroeuro? O la tensione storica della Francia per un’Euro-zona anti-austerità

La struttura irrimediabilmente corrotta dell’Eurozona

L’Eurozona: ancora e come sempre pronta al crollo

L’Eurozona è probabilmente nel suo anno finale, contrazione in arrivo

La paura del mondo anglofono di chiamare ‘comunismo’ il comunismo

Recessione forzata come strumento di guerra sociale contro il 99%

Ramin Mazaheri è il capo corrispondente a Parigi di Press TV e ha vissuto in Francia dal 2009. Ha fatto il cronista per vari quotidiani negli Stati Uniti ed ha svolto la sua attività in Iran, Cuba, Egitto, Tunisia, Corea del Sud e in altri paesi. I suoi lavori sono stati pubblicati in svariati giornali, riviste e siti web, oltre che alla radio e in televisione.

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Articolo di Ramin Mazaheri pubblicato il 24/09/2017 su TheSaker.is

Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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