Questo è un giorno molto speciale per me, perché gli argomenti che tratterò sono molto cari al mio cuore e a tutta la mia famiglia. Dopo la rivoluzione Bolscevica, la mia famiglia e altri 1,5 milioni di russi sono fuggiti dalla loro amata patria alla fine della guerra civile. Tutti i nostri cosiddetti “alleati” europei ci hanno immediatamente tradito (cos’altro c’è di nuovo?), organizzato un intervento e appoggiato il regime russofobo bolscevico (sì, aiutando entrambe le parti a turno, come l’Impero oggi, diciamo, nelle aree curde di Iraq e Siria). Tutti tranne uno: i serbi che, all’epoca, erano trionfanti (Prima Guerra mondiale) ma dovevano anche ricostruire una Serbia devastata dalla guerra, con la maggior parte delle infrastrutture distrutte, e far fronte alla morte di quasi il 30% della sua intera popolazione.

Ci hanno accolto a braccia aperte e con cuori generosi, hanno riconosciuto tutti gli ex funzionari e ufficiali russi nelle loro capacità pre-1917 e hanno dato rifugio ai vescovi, ai sacerdoti e ai fedeli della Chiesa Ortodossa russa Fuori dalla Russia, la cui città natale è diventata la città di Sremski Karlovci in Serbia.

La mia famiglia viveva a Belgrado e mia madre è nata nel quartiere Topčidersko Brdo di Belgrado. Per tutta la vita ha parlato un serbo perfetto, come un nativo; quanto alla mia madrina, era una serba pura (e parlava anche russo alla perfezione). Voglio menzionare questo fatto per spiegare che i legami tra la mia famiglia e la nazione serba sono sia forti che profondi.

Sono fermamente convinto che tutti i russi abbiano un grande debito di gratitudine nei confronti del popolo serbo, anche quelli che non lo sanno (ne parleremo più avanti). E non solo per come hanno accettato i nostri rifugiati, ma per molti altri casi di amicizia russo-serba nella storia.

Il contrasto tra i serbi e i nostri cosiddetti “Ortodossi” o, ancora di più, i fratelli slavi non potrebbe essere maggiore. Abbiamo anche una parola speciale per questo: i serbi li chiamiamo “братья” (che significa “fratelli”) mentre gli altri molti di noi semplicemente li chiamiamo “братушки” che è difficile da tradurre ma suppongo che “fratelli a senso unico” o anche “finti fratelli” sia adeguato. Sappiamo tutti quante volte i nostri “fratelli a senso unico” ci hanno tradito, anche se devono alla Russia l’esistenza dei loro paesi (io personalmente ho un antenato che è morto mentre liberava la Bulgaria dal giogo Ottomano!). In realtà, ci sono ancora oggi (non tutti i singoli, ovviamente, ma presi come nazione, questo è vero al di là di ogni dubbio – guardate come permettono ai loro territori nazionali di essere utilizzati dalla NATO per cercare di minacciare la Russia) . La prossima volta che avranno un problema con i loro vicini, potranno chiedere alla NATO (buona fortuna!), perché noi sicuramente non torneremo. Mai!

Uno degli eroi serbi più grandi di tutti i tempi: il generale Cetnico Draža Mihailović (1943).

Ma oggi voglio toccare un tipo molto speciale di serbo, i molto diffamati, calunniati e odiati Cetnici serbi dell’esercito jugoslavo e del loro leader, l’eroe serbo Draža Mihailović (Дража Михаиловић).

Ho avuto la rara fortuna di incontrare parecchi ufficiali serbi nella mia vita, da quelli che hanno combattuto contro la NATO durante l’aggressione Anglo-Sionista contro la Bosnia, la Serbia e la sua provincia del Kosovo, ai vecchi ufficiali e soldati Cetnici che hanno creato il più efficace e di gran lunga il più grande movimento di resistenza a Hitler prima dell’invasione dell’URSS. Ho anche incontrato alcuni ufficiali imperiali russi di prima del 1917 e le loro famiglie (soprattutto in Argentina) e ricordo vividamente come questi vecchi soldati parlassero con sincera ammirazione e gratitudine dello stesso Mihailović e dei suoi uomini. I russi e i serbi in esilio erano così vicini che spesso si sposavano (come mio zio e la mia madrina).

Il mio scopo qui non è scrivere una biografia di Mihailović, né di presentarlo. A tale scopo pubblicherò un film davvero eccezionalmente ben realizzato che ora è liberamente disponibile su YouTube (per quanto tempo? Scaricatelo e fatene delle copie, gente!) e che praticamente spiega tutto, con dettagli affascinanti.

No, quello che voglio fare oggi è molto più modesto. Condividere con voi le ragioni della mia convinzione che qualsiasi Serbia seria degna di essere chiamata Serbia non potrà che essere e sarà fondata sulla memoria di Draža Mihailović e sui secoli di onorati eroi serbi che egli ha incarnato.

[Nota a margine: so di avere molti lettori e amici Comunisti e chiedo loro pazienza e comprensione. La verità è che quelli che si definiscono Comunisti nel 2019 sono molto diversi dal tipo di Comunisti che si trovavano nell’Europa del 1900-1946. In qualche modo è molto brutto, dal momento che la maggior parte dei cosiddetti “Comunisti” moderni non ha mai letto Marx o Engels, senza parlare di Lenin o Hegel. Ma in altri modi, questo è molto buono, dal momento che i Comunisti moderni non considerano il patriottismo come “borghese” o la religione l’“oppio dei popoli”. Amici, molto tempo fa ho scritto che i “bianchi” e i “rossi” (usando delle categorie russe ma che, a mio avviso, possono essere trasposte alla realtà serba) non saranno mai d’accordo sul passato, anche se potrebbero essere d’accordo sul futuro. Quello che viene dopo riguarda il passato, quindi accettiamo semplicemente di non essere d’accordo e non lasciamo che questa differenza di opinioni ci affligga, d’accordo?]

Le somiglianze tra il destino della nazione russa e dei serbi sono molte, così come le differenze. Ma una cosa abbiamo sicuramente in comune: i Comunisti che hanno preso il potere su di noi hanno fatto tutto il possibile per privarci della nostra memoria storica. Peggio ancora, hanno calunniato le nostre nazioni, le nostre tradizioni, le nostre culture e le nostre fedi per due ragioni fondamentali:

  1. Ci odiavano assolutamente, sia i russi che i serbi
  2. Hanno dovuto giustificare non solo le loro riforme (ingegneria sociale forzata, in realtà), ma il terrore che hanno scatenato

Tramite questo meccanismo lo Zar Nicola II divenne un debole imbecille, sua moglie un’amante di Rasputin e un agente dei tedeschi, prima del 1917 la Russia era una “prigione del popolo” (anche la Jugoslavia prebellica nella propaganda Comunista veniva definita una “prigione dei popoli”, con i serbi a fare da carcerieri), l’Ortodossia russa “retrograda” e “ritualistica” , il popolo russo “sciovinista” e le classi dirigenti russe (vecchia nobiltà, aristocrazia petrina, mercanti, industriali, clero, filosofi, intellettuali, ecc.) tutti diventarono “nemici di classe” del popolo (nel 1922 i Bolscevichi riuscirono persino ad espellere i più importanti intellettuali della Russia con la famigerata “nave dei filosofi[in inglese]! Questi furono i più fortunati, a proposito, gli altri morirono nei gulag sovietici o furono semplicemente fucilati). Inoltre, il ruolo di Stati Uniti, Germania e Regno Unito nel finanziamento della sovversione della Russia è stato totalmente offuscato.

In Serbia è successa una cosa molto simile, solo più tardi. Vedrete nel film stesso in che misura la vera storia di Draža Mihailović e dei Cetnici è stata corrotta e perversa dalla (nuova) doxa ufficiale dell’Impero Anglo-Sionista.

Vi chiedo per favore di guardare questo film prima di continuare a leggere.

Personalmente, sono profondamente commosso da questo film, in particolare dal vecchio Cetnico mostrato alla fine.

Ho avuto la fortuna di conoscere la “fine” del mondo che questo vecchio soldato Cetnico ha conosciuto.

Le sue lacrime sono le mie lacrime.

***

Nel 2015, l’alta corte serba ha riabilitato ufficialmente il generale Dragoljub “Draža” Mihailović, ripudiando il processo farsesco organizzato dal regime Comunista nel 1946. “La corte ha stabilito che la controversa sentenza è stata fatta con un processo illegittimo per motivi politici e ideologici, e, ai sensi della legge sulla riabilitazione, la decisione non può essere impugnata”. –inserbia.info.

Anche se questo è stato un primo passo importante nel ripudiare la falsificazione Comunista della storia, il governo collaborazionista e il sistema educativo della Serbia continuano ad essere guidati da vecchi Comunisti e dai successori stranieri della scuola vaticana/viennese, che hanno trascorso secoli ad appropriarsi di risultati serbi e riscrivere diversi millenni di storia serba/slava.

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Trovo personalità come lo Zar Nicola II o Draža Mihailović estremamente importanti perché sono quelle che io chiamo “polarizzatori”, cioè personalità che sono state sia disprezzate e odiate sia venerate e amate. Perché è importante? Perché se scegli la giusta “personalità polarizzante” puoi stabilire molto rapidamente quanto sa il tuo interlocutore e quali sono i suoi valori reali. Ci sono molte altre personalità simili, a cominciare anche da Cristo Stesso Nostro Signore, naturalmente (Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera; Luca 12: 49-53). Naturalmente, non si tratta di dividere le famiglie o creare conflitti, ma di mostrare “il tuo vero volto” e quanto sei disposto a sacrificare per i tuoi valori. A proposito, nel mio uso la “personalità polarizzante” ha un valore neutro. Quindi Hitler sarebbe un ottimo esempio di personalità malvagia polarizzante.

In effetti, lo Zar Nicola II e Draža Mihailović hanno molte cose in comune, ma ne voglio menzionare due: entrambi si sono rifiutati di lasciare la loro gente, anche se ciò significava morte sicura, e i loro assassini avevano così paura della loro autorità MORALE (non legale o, ancora meno, militare) che non solo li hanno massacrati (nel caso dello Zar Nicola con tutta la sua famiglia, compresi i figli), hanno nascosto il luogo in cui i loro corpi sono stati distrutti e sotterrati. Personalmente, vedo anche un certo grado di somiglianza tra i due uomini, specialmente nei loro occhi: sono entrambi pieni di una particolare triste gentilezza, una specie di mite rassegnazione simile a quella del Cristo. Entrambi sapevano perfettamente che non solo sarebbero stati assassinati, ma denigrati, diffamati da molte generazioni ignare. Posso solo sperare che sapessero anche che un giorno la verità storica sarebbe stata ripristinata!

Perché questo è così importante? Perché non si può ricostruire una civiltà su modelli sfocati, tiepidi e altrimenti poco interessanti. Direi persino che qualsiasi azione deve essere basata su una solida base spirituale/ideologica per essere significativa (semplicemente non si fanno cose significative solo per farle, le nostre azioni più importanti sono spesso solo mezzi per un obiettivo più elevato). Questo è, tra l’altro, una grande debolezza dell’attuale Impero Anglo-Sionista: anche se ispira molta derisione e odio, probabilmente ha smesso di ispirare veramente qualcuno decenni fa – un altro sicuro segno di decadenza.

Certo, sono profondamente consapevole del fatto che ci sono molti russi che non pensano molto allo Zar Nicola II o che addirittura lo disprezzano per essere il deficiente superficiale, debole e stupido ritratto dalla macchina di propaganda sovietica (e prima di essa dalla macchina di propaganda massonica Liberal-Democratica!), così come non ci sono dubbi sui serbi che non amano o disprezzano Draža a causa della propaganda Titoista. Nella maggior parte dei casi questa è solo semplice ignoranza. Una volta che la libertà di indagare sul passato verrà veramente ripristinata (come è oggi in Russia), accadrà sempre l’inevitabile: coloro che sono rimasti orfani della loro stessa storia e cultura le riscoprono gradualmente e poi operano un radicale cambiamento ideologico (chi avrebbe predetto negli anni ‘80 o ‘90 che un ministro della Difesa russo si sarebbe convertito all’Ortodossia e avrebbe fatto pubblicamente il segno della croce prima di una parata militare, o che un contingente russo a Khmeimim non avrebbe avuto una, ma due chiese costruite nella sua base?).

Pensate alla Russia e alla Serbia come a “Piastre di Petri” in cui i batteri della memoria storica hanno appena iniziato a crescere e, piuttosto che guardare al numero attuale di “batteri con una memoria storica restaurata”, guardate alla natura di questi batteri e alla zuppa ricca di nutrienti in cui si trovano.

I nostri paesi sono la piastra di Petri e noi siamo i batteri.

Buon appetito!

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Ricordo vividamente come la macchina propagandistica Anglo-Sionista descrisse il popolo serbo in generale, e in particolare i Cetnici, come omicidi genocidi dediti alla “pulizia etnica” e al “genocidio” (serbi, croati e bosniaci musulmani provengono dalla stessa etnia; solo le loro religioni sono diverse: “Bosniaco” è un termine reso popolare dal Dipartimento di Stato USA). La maggior parte di queste menzogne sono state a lungo sfatate da numerosi autori, la verità è già là fuori ma, proprio come con la Risoluzione del Golfo del Tonchino, l’assassinio di Kennedy, GLADIO o l’11 Settembre, la verità è là fuori, ma a ben pochi interessa.

La verità è che la civiltà occidentale è decaduta in uno stato che potrebbe essere descritto come “privo di verità”. Un modo più semplice per dirlo che per la maggior parte delle persone (purtroppo la maggior parte delle persone è ancora sottoposta al lavaggio del cervello) i fatti semplicemente non contano. Quelli veramente noiosi cercheranno solo il “conforto ideologico”, mentre la maggior parte degli altri semplicemente non se ne curerà finché i loro attuali tassi di consumo potranno essere mantenuti o, meglio, aumentati. Il resto, per loro, è sostanzialmente irrilevante.

All’interno della Jugoslavia un simile processo di “amnesia indotta” e “riprogrammazione storica” ebbe luogo durante gli anni di Tito e anche dopo. Persino i moderni politici serbi, molti dei quali sono corrotti e dipendenti dalle “sovvenzioni” statunitensi o dell’UE, continuano a ripetere a pappagallo la propaganda Titoista. Ma nel profondo (di parte) del popolo serbo il ricordo di Draža è vivo come il ricordo dello Zar Nicola II è vivo nel ricordo di (alcuni) dei russi. Questa memoria storica non è stata ripristinata nelle nostre nazioni, ma c’è già abbastanza di questa memoria che attualmente sta uscendo dalla sua clandestinità per preoccupare i nostri “Liberali” e “democratici” e oltraggiare assolutamente i media occidentali.

Detto questo, non credo neanche per un secondo che la Russia o la Serbia diventeranno mai più una monarchia (nonostante io stesso sia un monarchico). In realtà, spero che ciò non accada mai perché, in tal caso, sarà una pseudo-monarchia gestita da alcuni parlamenti e con un inutile parassita alla Regina Elisabetta II, totalmente sotto il controllo delle logge massoniche. Una vera monarchia Ortodossa può esistere solo in un paese veramente Ortodosso e con una chiesa Ortodossa veramente libera, non in un paese in cui la stragrande maggioranza dei Cristiani Ortodossi sono veramente Ortodossi solo nel nome, in senso “culturale”, e che vedono l’Ortodossia come un fenomeno nazionale piuttosto che spirituale. In effetti, credo che siamo già ben entrati nei “Tempi Finali” in cui la Chiesa di Cristo si ridurrà al “piccolo gregge” menzionato nei Vangeli e nell’Apocalisse. Questi sono tempi in cui una monarchia Ortodossa non può esistere poiché il τὸ κατέχον (“colui che trattiene”) è stato “tolto di mezzo” (2a Lettera ai Tessalonicesi 2: 6-7) perché Nicola II era questo “Catechon” e ora il “mistero dell’iniquità è già all’opera” (c’è anche la famosa profezia su Mosca, la Terza Roma [in inglese], uno status che quella città ha perso nel 1917, che si conclude con le parole “e non ce ne sarà una quarta”).

Ma supponendo che non moriremo tutti in una guerra nucleare per gentile concessione dei Neoconservatori, la futura Russia o Serbia non potranno essere fondate sui valori, le politiche e le azioni di figure come Lenin o Tito (se non altro perché i loro paesi – l’URSS e la Jugoslavia – non esistono più; inoltre, Lenin odiava la Russia tanto quanto Tito odiava la Serbia).

Un paio di anni fa ho scritto un saggio intitolato “Il Kosovo verrà liberato” in cui ho suggerito il seguente esperimento mentale:

Immaginate per un minuto che per qualche ragione l’Impero sia crollato. Niente più NATO e probabilmente niente più UE. O forse solo un po’ di NATO e solo un po’ di Unione Europea, nonostante tutto. Ma, soprattutto, niente Camp Bondsteel [in inglese]. Cosa pensate che succederebbe?

Ho dato la mia risposta su ciò che credo accadrebbe esternamente, su come la nazione serba verrà inevitabilmente riunita e il Kosovo liberato. Oggi sto cercando di immaginare cosa accadrebbe internamente in Serbia, prima che il Kosovo venga liberato.

Internamente, la conditio sine qua non per una rinascita della Serbia è il ripristino della verità storica, e ciò significa innanzitutto ripristinare la verità sul massacro codardo di oltre 1.500.000 serbi da parte di croati, musulmani bosniaci, albanesi, bulgari e ungheresi (sì, questo è stato un vero genocidio su vasta scala; il piano originale Papista-croato (*non* Nazista tedesco !!) era di convertire 1/3 dei serbi, espellere un altro 1/3 e uccidere il restante 1/3 [in inglese]), sulla combinazione informale ma non meno tossica di *veri* collaborazionisti Nazisti (croati e bosniaci musulmani), sulle politiche genocide del Papato nel cosiddetto “Stato Indipendente di Croazia”, sulle azioni dei partigiani Comunisti, sul tipico “grande gioco” di politiche e tradimenti degli inglesi (che usavano i serbi come carne da cannone contro le divisioni d’élite delle SS), sul sostegno attivo dell’Unione Sovietica e sull’indifferenza totale degli Stati Uniti e delle nazioni egocentriche dell’Europa occidentale.

Mentre il genocidio della Seconda Guerra Mondiale viene sfruttato e propagandato, il genocidio del popolo serbo viene terribilmente nascosto. I loro carnefici, ad oggi, vengono celebrati dall’Impero e aiutati nei loro continui tentativi di cancellare il ricordo delle loro vittime. Il Dr. Gideon Greiff, il principale esperto israeliano di Auschwitz, il cui libro recentemente pubblicato “Jasenovac, l’Auschwitz dei Balcani”, descrive in dettaglio l’uccisione di oltre 800.000 serbi nel campo di sterminio di Jasenovac. Secondo il Dott. Greiff a Jasenovac, uno dei tanti campi di sterminio appoggiati dal Vaticano, nello stato fantoccio Nazista della Croazia, c’erano “57 modi diversi di uccidere le vittime”. “Sono sicuro che non ce n’erano così tanti ad Auschwitz. È un record mondiale. Non c’è mai stato qualcosa del genere nella storia dell’umanità”, ha detto, aggiungendo che non dovrebbero esserci dubbi sul numero delle vittime (complessive), e ricordando che un’indagine condotta da una commissione congiunta croato-serba ha dimostrato che questo numero era di 1,4 milioni (tutte citazioni di un’intervista televisiva con il Dr. Greiff alla televisione serba). Infine, per conoscere i veri orrori affrontati dalla nazione serba in questo mostruoso tentativo di genocidio Papista della nazione serba, assicuratevi di dare un’occhiata a questa pagina web:

http://www.reformation.org/holocaus.html

Vi fornirà tutti i dettagli su ciò che l’autore ha definito “Il più orribile massacro religioso del 20° secolo”.

Per quanto riguarda il libro del dottor Greiff “Jasenovac – l’Auschwitz dei Balcani” è disponibile su Amazon, ma a un prezzo molto alto (di sicuro non posso permettermelo e vorrei che fosse disponibile online da qualche parte).

Questa restaurazione della verità dovrà inevitabilmente includere l’assassinio da parte dei Comunisti di Tito di decine di migliaia di intellettuali serbi, sacerdoti Ortodossi, Cetnici e delle loro famiglie dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Inoltre, tutti i paesi, gli enti pubblici e le personalità che hanno diretto questi crimini dovranno essere condannate. Non attaccandoli in un tribunale simile a quello di Norimberga (non è una cattiva idea, ma è stata attuata male; inoltre, per quanto riguarda la Russia e la Serbia, la maggior parte dei colpevoli sono morti da tempo), ma conservando la loro memoria in un “tribunale storico” in cui gli storici saranno gli avvocati difensori e penali e il nostro popolo la giuria (Dio, ovviamente, è l’unico vero giudice).

In poche parole, userò qui una metafora di Aleksandr Solzhenitsyn, il rapporto tra la civiltà russa e lo stato Bolscevico, e il rapporto tra la civiltà serba e lo stato Titoista è lo stesso che ci può essere tra un corpo sano e un tumore maligno: sì, condividono sicuramente molto DNA in comune (la Russia, ad esempio, è sempre stata una società collettivista e “sociale”), ma hanno anche abbastanza differenze da rendere il secondo una minaccia mortale per il primo. Inoltre, proprio come con un tumore maligno, è estremamente difficile sradicare completamente solo il tumore senza intaccare i tessuti sani. Solzhenitsyn ha aggiunto che secondo la sua opinione la nazione russa avrà bisogno di circa due secoli per guarire completamente dagli effetti del Bolscevismo.

Quindi non si tratta di fare ciò che hanno fatto i Comunisti e di distruggere il nostro passato solo da un altro punto di vista. Ci sono stati grandi eroi e bravissime persone che hanno vissuto nel nostro passato Comunista e in questi anni sono state compiute grandi imprese in numerosi campi. Si tratta di ripristinare la verità storica, qualcosa che ogni persona onesta dovrebbe sostenere e persino partecipare. Altrimenti la nostra gente assomiglierà ai prigionieri liberati da un campo di concentramento che continuano a indossare gli abiti da prigione datigli dai loro (ora ex) aguzzini.

A dire il vero, dal 2000 la Russia è riuscita a realizzare una rinascita davvero miracolosa, soprattutto alla luce della vera guerra (anche se questa guerra è attualmente circa per l’80% informativa, per il 15% economica e solo per il 5% cinetica) degli Anglo-Sionisti contro Russia. La Serbia si trova in una situazione molto peggiore, in qualche modo quasi quanto la Russia degli anni ‘90. Ma sono fiducioso che apparirà un “Putin serbo”, apparentemente dal “nulla”, e che il popolo serbo si radunerà attorno a lui/lei proprio come i russi si sono radunati attorno a Putin.

Infine, quando verrà il momento in cui la nazione serba si alzerà e si libererà, sono fiducioso che i recenti esempi di russi che hanno combattuto per la Serbia in Bosnia e serbi che combattono per la Russia nel Donbass ispireranno non solo i volontari, ma chiunque sieda nel Cremlino.

Volontari serbi in Novorussia e il loro camerati russi.

Per illustrare quanto la verità sia stata distorta riguardo ai serbi, il cui onore e coraggio sono stati documentati sia dagli alleati che dai nemici nel corso della storia, vi incoraggio vivamente a leggere l’ultimo sermone del pastore Freidrich Griesendorf, pubblicato sul giornale (tedesco) di Eversburg: “Ultimo sermone di un religioso tedesco” (ripubblicato e tradotto [in inglese] qui)

Ora vi lascio ai due video menzionati nel film principale.

Innanzitutto, l’intervista dei veterani statunitensi sulla loro esperienza con i Cetnici:

e, infine, il film di Hollywood realizzato su questa guerra:

E, ultimo ma sicuramente non meno importante, ora esiste un sito Web estremamente prezioso interamente dedicato alla memoria di Draža Mihailović:

http://drazamovie.com/

In conclusione, voglio rivolgermi a tutti coloro che hanno una visione molto diversa di Draža, dei serbi o di qualsiasi altra cosa. Ciò che ho presentato qui è il mio punto di vista personale, assolutamente sincero. Ma, ovviamente, potrei sbagliarmi (spesso lo faccio!).

Non solo non ho problemi con le critiche basate sui fatti e costruite logicamente, ma le INVITO sinceramente! Tuttavia, devo avvertirvi che qualsiasi tentativo di vomitare semplicemente odio di tutti i tipi contro Draža, i serbi o qualsiasi altra cosa verrà intercettato e mandato nel luogo che gli spetta: il cestino dei nostri server e della storia! Abbiamo già sentito di tutto, per gentile concessione dei media Anglo-Sionisti, non abbiamo bisogno di risentirlo qui.

Il Saker

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APPENDICE: da quando Draža, i Cetnici e i Serbi sono stati ora descritti come mostri, ho deciso di aggiungere una serie di citazioni che non solo mostrano che in passato erano considerate eroi, ma mostrano anche ciò che alcuni importanti personaggi storici hanno detto su di loro.
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1. L’eroe che avete consegnato alla storia non ha suoi simili ai nostri tempi

Venti anni dopo la morte di Draža Mihailović, egli non si disfa nella sua gloria di difensore della libertà contro il terrore Fascista, che difese anche contro il terrore Comunista. Non ebbe nessun momento di debolezza, né di amarezza. Non conosco alcun caso in cui rimproverò coloro colpevoli del suo tradimento.

Venti anni fa sapevo che era innocente di tutte le accuse contro di lui, e da allora ho avuto molte altre prove della sua innocenza. Il suo abbandono è stato un crimine e, come tutti i crimini, non ha portato veri profitti ai criminali.

Ho amato la vostra nazione prima della guerra, l’ho amata e onorata sempre di più con il passare degli anni e ho visto che l’eroe che avete consegnato alla storia non ha suoi simili ai nostri tempi”.

__ Dame Rebecca West (ai serbi l’8 luglio 1966)

2. Mentre mi siedo a scrivere queste righe all’alba davanti ad un mare immobile, Mihailović si trova di fronte al plotone d’esecuzione. Non mi preoccupo di ciò che il primo dei partigiani avrebbe dovuto fare o non aver fatto; ciò che mi preoccupa è che nessuno si preoccupa per lui.

__ Georges Bernanos, 1946

3. La stampa britannica diffuse a macchia d’olio la ricompensa tedesca per Tito, ma solo un articolo menzionò (a caratteri piccoli) la ricompensa per Mihailović: e le accuse di collaborare con i tedeschi continuarono.

__George Orwell, 1946

4. Il Generale Dragoljub Mihailović si distinse in modo eccezionale come comandante in capo delle forze armate jugoslave e successivamente come ministro della guerra, organizzando e guidando importanti forze di resistenza contro il nemico che occupava la Jugoslavia, dal dicembre 1941 al dicembre 1944. Grazie agli sforzi imperterriti delle sue truppe, molti aviatori degli Stati Uniti furono salvati e restituiti sani e salvi al controllo amico. Il Generale Mihailović e le sue forze, sebbene carenti di scorte adeguate e combattendo in condizioni di estrema difficoltà, contribuirono materialmente alla causa degli Alleati e furono determinanti per ottenere la vittoria finale degli Alleati.

Harry S. Truman, 29 marzo 1948

5. L’ultima tragedia di Draža Mihailović non può cancellare il ricordo della sua eroica e spesso solitaria lotta contro le tirannie gemelle che affliggevano il suo popolo, il Nazismo e il Comunismo. Sapeva che il totalitarismo, qualunque sia il nome che prende, è la morte della libertà. È quindi diventato un simbolo di resistenza per tutti coloro che nel mondo hanno dovuto combattere una simile eroica e solitaria lotta contro il totalitarismo. Mihailović apparteneva alla Jugoslavia; il suo spirito ora appartiene a tutti coloro che sono disposti a lottare per la libertà.

Ronald Reagan, 8 settembre 1979

6.L’ineguagliabile salvataggio di oltre 500 aviatori americani dalla cattura da parte delle forze di occupazione nemica in Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale da parte del Generale Dragoljub Mihailović e dei suoi partigiani Cetnici ai quali è stata assegnata la medaglia della “Legion al Merito” dal presidente Harry S. Truman, rappresenta anche un segno di profondo apprezzamento personale e rispetto da parte di tutti quegli aviatori americani salvati e dei loro discendenti, che saranno per sempre grati”.

___ (COMITATO NAZIONALE DEGLI AVIERI AMERICANI SALVATI DAL GENERALE MIHAILOVIĆ – 1985)

7.Il Generale Draža Mihailović era un patriota, un coraggioso soldato e un valente alleato degli Stati Uniti e di tutte le nazioni che andarono in guerra all’inizio degli anni Quaranta per distruggere le tirannie che cercavano di schiavizzare il nostro mondo. Centinaia di piloti americani devono la loro vita al Generale Mihailović e alle sue forze e il popolo americano non dimenticherà mai quel debito. Finché ci saranno patrioti in qualsiasi nazione, il nome del Generale Draža Mihailović sarà ricordato e venerato”.

Presidente Richard Nixon (21 aprile 1966).

8. PERCHÉ MIHAILOVIĆ È IMPORTANTE

Come americano, chino la testa per la vergogna ogni volta che penso alla politica terribilmente sbagliata che ha portato i leader alleati nella Seconda Guerra Mondiale ad abbandonare il Generale Draža Mihailović e dare il loro sostegno invece alle coorti Comuniste del Maresciallo Josip Broz Tito. Fu un’incredibile aberrazione della politica e della giustizia perpetrata dagli Alleati.

Mihailović fu il primo ribelle in Europa. Fu lui a innalzare la bandiera della resistenza contro l’occupante Nazista – e con la sua azione ispirò la formazione di movimenti di resistenza in tutti i paesi soggiogati.

Ha resistito ai Nazisti in un momento in cui l’Unione Sovietica e i Comunisti stavano ancora collaborando con loro – e la sua prima resistenza, rallentando il programma nazista, fu probabilmente responsabile della prevenzione della caduta di Mosca.

I contributi di Mihailović alla causa alleata furono oggetto di tributi dal Generale Eisenhower, dal Generale De Gaulle, dal Maresciallo di Campo Lord Alexander, dall’Ammiraglio Harwood, da Anthony Eden, dal Presidente Truman e, in seguito, dal Presidente Richard Nixon. Ad esempio, il 16 agosto 1942, tre ufficiali britannici di alto rango, l’Ammiraglio Harwood, il Generale Auchinleck e il Maresciallo dell’Aria Tedder, inviarono il seguente cablogramma congiunto a Mihailović: “Con ammirazione stiamo seguendo le operazioni dirette da voi, che sono di inestimabile valore per la causa alleata”.

Oggi, nessuna persona informata prende sul serio le accuse Comuniste secondo cui Mihailović ha collaborato con i tedeschi, o gli atti del processo spettacolo Comunista a Belgrado che ha portato alla sua esecuzione. I Comunisti hanno chiarito la natura della loro ingiustizia quando hanno annunciato prima del processo che Mihailović sarebbe stato giustiziato dopo un processo “equo”. E lo hanno anche reso chiaro quando si sono rifiutati di accettare le prove degli ufficiali americani che hanno servito con lui o degli aviatori americani che sono stati salvati da lui.

Il Colonnello Robert H. McDowell, capo dell’ultima missione americana presso il Generale Mihailović, e forse il funzionario di intelligence più esperto a servire con entrambe le parti in Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale, passò il periodo dopo la guerra a esaminare i file di intelligence tedeschi sulla Jugoslavia. Non solo non ha trovato prove del fatto che Mihailović abbia collaborato con i Nazisti, ma ha trovato numerose dichiarazioni secondo le quali Hitler temeva il movimento di Mihailović molto più di quanto temesse il movimento di Tito.

Anche i Comunisti temevano Mihailović più di quanto non lo facessero tutti gli altri. Ed è per questo che, quando lo hanno giustiziato, hanno fatto a pezzi il suo corpo in un luogo di sepoltura segreto, in modo che coloro che lo seguivano e lo veneravano non sarebbero potuti venire di notte a versare lacrime e fiori sulla sua tomba e offrire teneramente alcune parole di preghiera in segno di gratitudine al Generale Mihailović per il suo eroismo e il suo sacrificio.

Ma nonostante tutti gli abusi e tutte le precauzioni dei Comunisti, la verità su Mihailović – ora cresciuta nelle proporzioni di una leggenda – persiste ancora tra il popolo serbo. Ne è prova il notevole articolo su Mihailović che Mihajlo Mihajlov scrisse per Il Nuovo Leader, poco prima che i tribunali di Tito lo condannassero a sette anni di lavori forzati all’inizio di marzo di quest’anno.

Penso che sia giusto che noi, nel mondo libero, che siamo consapevoli della verità, dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per mettere le cose in chiaro e portare la rivendicazione finale davanti al tribunale della storia – di una delle figure più nobili della Seconda Guerra Mondiale.

Draža Mihailović, oltre ad essere un eccezionale soldato e un grande leader nazionale, era un uomo che rappresentava tutto ciò in cui crediamo in America. Era un vero credente nei diritti sanciti nella nostra Dichiarazione di Indipendenza – il diritto di pensare e parlare e pregare secondo le proprie convinzioni religiose, politiche, economiche e sociali, senza moderazione o repressione da parte del governo.

… Il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe aderire alla petizione degli aviatori americani di essere autorizzati a erigere a Washington con fondi sottoscritti pubblicamente, un monumento che dedicheranno, in segno di gratitudine, al “Generale Draža Mihailović, Salvatore degli aviatori americani”.

Oltre a ciò, c’è ancora un debito più grande che il mondo libero deve alla memoria del generale Draža Mihailović. Spero che un giorno questo debito venga rimborsato per intero attraverso la liberazione del suo popolo dalla tirannia Comunista”.

Senatore Frank J. Lausche, 27 marzo 1975

9. Un omaggio del Ringraziamento agli americani da parte del generale. Un ufficiale americano ricorda…

Mentre procedevamo verso l’Adriatico, la mia mente balenò di nuovo a un incidente che avrà sempre un grande significato per me. Prima di partire per il mio servizio in Serbia, il Ministro [il Generale Mihailović] aveva espresso il desiderio di fare qualcosa per onorare l’America dicendo: “Qui abbiamo la Slava, il giorno del nostro santo patrono. Qual è la Slava americana?”

Ho pensato per un momento e ho detto: ”Abbiamo quattro giorni fantastici, Natale, Capodanno, il Giorno dell’Indipendenza e il Ringraziamento. Il Natale lo amiamo perché è il giorno di Cristo. Ci divertiamo a Capodanno perché guardiamo ad esso con speranza, ma alla vigilia celebriamo, a volte non troppo saggiamente ma troppo bene, e spesso il giorno stesso ci trova con le teste doloranti. Il Giorno dell’Indipendenza sarebbe meraviglioso se non fosse per la tristezza del sacrificio e del lutto che spazza il Sud dalla causa della nostra Guerra Civile. Il Ringraziamento è il nostro giorno, la nostra Slava, perché quel giorno ringraziamo Dio per i nostri Padri Fondatori e l’inizio del nostro paese e della nostra libertà”.

Mihailović rispose: “Bene, onoreremo l’America e alla vigilia di quel giorno ogni cima della Serbia avrà un fuoco acceso dai nostri contadini”.

Alla vigilia del Ringraziamento, tre americani che si trovavano in un piccolo villaggio sulle montagne serbe, videro spuntare un’enorme “A” infuocata. Poi un’altra e uno dopo l’altro apparvero falò fino a quando non furono delineati undici picchi.

Questo io ricordo. Un magnifico tributo all’America da parte di un uomo veramente eccezionale”.

Colonnello Albert B. Seitz, ufficiale di collegamento americano con il Generale Mihailović

10. “Gli Stati Uniti devono insistere su un processo equo e aperto per il Generale MihailoviV, eroe anticomunista dei Cetnici, ora nelle mani del regime Comunista del maresciallo Tito in Jugoslavia, se i nostri futuri alleati devono avere fiducia nella nostra promessa come nazione.

Non ci sono dubbi sul fatto che il Generale Mihailović abbia preso le armi contro gli invasori tedeschi del suo paese nell’aprile 1941, in un momento in cui la Russia sovietica era alleata della Germania Nazionalsocialista.

A quel tempo l’attuale dittatore della Jugoslavia, il Maresciallo Josip Broz, deyto Tito, era un espatriato, studiava a Mosca come fedele aderente alla Terza Internazionale – il Comintern – che aveva adottato l’alleanza con la Germania di Hitler come programma interno di aggressione per beneficio reciproco. Per due anni e mezzo, durante i giorni più bui della lotta contro Germania, Italia e Giappone, Mihailović, ex ministro della guerra in Jugoslavia, combatté dalla nostra parte.

Non si sollevarono dubbi sulla sua lealtà o valore mentre c’erano veri dubbi sull’esito della guerra. Solo dopo che la nostra vittoria fu vista come certa, altri elementi in Jugoslavia affluirono nei ranghi ben equipaggiati e ben provvisti di Tito, che poi iniziò a ricevere dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna tutto ciò che era stato promesso – ma non consegnato – a Mihailović.

Questa richiesta è stata categoricamente rifiutata da Tito, i cui sostenitori al Cremlino ora chiedono apertamente che tutte le affermazioni di Tito vengano ratificate senza discussioni.
Da ogni punto di vista della legge, dei costumi e dell’istinto americani, queste proposte vanno contro il buonsenso. Contravvengono alla nostra concezione di base del fair play, del commercio onesto e del diritto di ogni uomo accusato di avere testimoni a sua difesa”.

Onorevole Clare Boothe Luce (Repubblicana) Connecticut, 20 aprile 1946

Drammaturga, editrice, giornalista, ambasciatrice e prima donna americana eletti al Congresso degli Stati Uniti

11.Nessun popolo in Europa ha un record più eroico in questa guerra dei serbi. Tra questi, nessun eroe è più glorioso del Generale Draža Mihailović”.

Watson Kirkconnell

12. Dove sono i tuoni che una volta potevano parlare
La Lingua dei Profeti, quando i deboli
Furono spezzati e i buoni oppressi? Dove sono quelli
Le cui parole stavano purificando il fuoco, finché non si levarono
gli eserciti di fenici dalla polvere dei martiri
Per rendere la parola atto, contrapporsi alla lussuria
Dei tiranni e proclamare veri i profeti?
Dov’è la gratitudine che i nostri padri conoscevano
E il santuario e la penitenza per il potere sbagliato?
Milton ha fallito i martiri, Gladstone si è inchinato
Davanti agli spietati? La penna pubblica è stata
attenta all’epiteto? E gli uomini pubblici –
Hanno avuto paura di dire: “Purtroppo abbiamo sbagliato
E ora confessiamo il nostro errore. Che la parola
Si diffonda, forse per salvare un’anima e salvare
Le nostre anime”? Oggi il codardo e il furfante
Sono dei re. Questi sono tempi malvagi. Se c’è un destino,
Le nostre lingue, almeno, sono libere e c’è spazio
Per un’espressione che ci ungerà se non ci salverà.
Perché dovremmo imitare il silenzio delle tombe?
E perfino queste hanno epitaffi come lingue.
Dal momento che il potere è stupido davanti ai torti potenti
Lasciate che una vocina saluti il serbo.
All’inizio con vergogna, poi con preghiere per quell’uomo coraggioso.
In memoria di Draža Mihailović (assassinato il 16 luglio 1946)
di Lazarus Aaronson, poeta britannico, luglio 1946

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Pubblicato su The Saker.is l’11 ottobre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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