La Turchia verrà aggirata con nuovi collegamenti da Salonicco a Belgrado.
La ricostruzione di una linea ferroviaria da Belgrado al confine con la Macedonia del Nord, con il sostegno dell’UE, contribuirà alla trasformazione della Serbia nel principale snodo dei trasporti e dell’energia dei Balcani. Insieme alla prevista rete di canali finanziata dalla Cina da Salonicco al Danubio nei pressi di Belgrado, la Serbia si sta posizionando come una parte indispensabile della penetrazione della Nuova Via della Seta nei Balcani e nell’Europa centrale, cambiando radicalmente la geopolitica della regione.
Con l’aspettativa che il collegamento ferroviario alla fine si estenderà oltre la Macedonia del Nord, per raggiungere la città portuale greca di Salonicco (considerata la porta marittima per i Balcani), la rivitalizzazione di una linea ferroviaria vedrebbe la Serbia diventare un vero hub dei trasporti (ed energetico) dato che è il percorso più vicino, veloce e naturale per il cuore dell’Europa.
Subito dopo la conversazione di lunedì della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen con il presidente serbo Aleksandar Vučić, questi ha scritto sul suo account Twitter, tra le altre cose, di aver parlato di un collegamento ferroviario tra Belgrado e la Macedonia del Nord – che l’UE è pronta a sostenere. Così facendo, ha rimosso i dubbi su uno dei più grandi progetti infrastrutturali che cambierà la Serbia.
Con la ricostruzione della ferrovia tra Belgrado e il confine nord-macedone, la Serbia diventerà inevitabilmente un nodo dei trasporti perché il percorso da Salonicco al cuore dell’Europa sarà accorciato di 300 chilometri rispetto alle linee ferroviarie esistenti. Sebbene non ci siano ancora informazioni specifiche, ci si può aspettare che la costruzione non sarà solo una rivitalizzazione della linea ferroviaria in disuso esistente, ma un nuovo collegamento ad alta velocità simile a quello che è già in costruzione sul tratto Belgrado-Budapest. Quindi probabilmente si estenderebbe attraverso la Macedonia del Nord per raggiungere Salonicco.
Dopo i colloqui con i funzionari dell’UE, Vučić ha espresso l’aspettativa che venga firmato presto un accordo con i funzionari di Bruxelles, secondo il quale la sovvenzione dell’UE ammonterà a 600-700 milioni di euro, ovvero tra il 35-50% del valore dell’investimento ferroviario. Secondo Vučić, la Serbia si trasformerà in un paese diverso con il collegamento ferroviario ad alta velocità, denominato Corridoio 10, perché creerà nuove opportunità grazie a migliori collegamenti per coloro che viaggiano da/per Monaco, Vienna, Sofia, Istanbul, Skopje e Salonicco.
Le ferrovie sono un tipo di trasporto ideale quando è necessario spostare grandi quantità di merci, e sembra essere l’opzione più fattibile. Sarebbe anche di particolare interesse per i cinesi, che stanno già esplorando nuovi metodi per abbreviare i tempi di trasporto dal Mediterraneo all’Europa centrale.
La Cina sta prendendo in considerazione un progetto ambizioso, ma fattibile, da oltre 17 miliardi di dollari, che collegherebbe il Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa dopo il Volga, con la costa egea della Grecia attraverso un nuovo canale che utilizzerebbe anche i sistemi fluviali della Grande Morava e del Vardar. Non solo Belgrado si trova sul Danubio, ma anche le capitali di Austria (Vienna), Ungheria (Budapest) e Slovacchia (Bratislava), insieme ad altri importanti centri regionali. Sebbene le navi da carico cinesi raggiungano già il Danubio attraverso l’ingresso nel Mar Nero in Romania o a Rotterdam nel Mare del Nord, un canale che collega la Grecia settentrionale al Danubio vicino a Belgrado ridurrà i tempi di spedizione verso l’Europa centrale di circa tre giorni e mezzo, facendo risparmiare così alla Cina miliardi di dollari in spedizioni.
Il progetto del canale, insieme ad un nuovo collegamento ferroviario che segua lo stesso asse verticale dalla Grecia settentrionale a Belgrado, cambierebbe radicalmente le opzioni di trasporto nella regione. Sebbene la Grecia, la Macedonia del Nord e la Serbia trarranno grandi benefici da questi due progetti di trasporto, i perdenti più grandi saranno la Turchia e la Romania, che nei prossimi anni non avranno più milioni di tonnellate di merci destinate all’Europa centrale che attraversano i Dardanelli, il Bosforo e il Delta del Danubio. La spinta della Cina ad avere quante più reti e opzioni di trasporto possibili, alla fine va a vantaggio di una regione che è stata per lo più dimenticata in termini di sviluppo.
In questo modo, anche se un collegamento ferroviario tra Salonicco e il Danubio verrà costruito con fondi dell’UE, la Cina ne beneficia in quanto può accedere ad una nuova rotta per ridurre di giorni i tempi di trasporto verso i mercati europei. Sebbene la Turchia costituisca una parte importante del percorso terrestre della Nuova Via della Seta, ha stabilito piani per diventare anche una potenza marittima. Tuttavia, l’eventuale costruzione di un collegamento ferroviario e di un canale da Salonicco sarà un duro colpo a questa ambizione poiché la Turchia sarà completamente aggirata. In sostanza, la Turchia rimarrà una potenza terrestre come è sempre stata tradizionalmente, mentre la Grecia, che ha già la più grande flotta commerciale del mondo in termini di stazza, avrà più merci asiatiche che raggiungeranno i suoi porti.
Quello che è anche certo è che la Serbia si sta consolidando come parte indispensabile degli sviluppi e dei progetti infrastrutturali nei Balcani. Sebbene il Kosovo rimanga instabile e irrisolto, la Serbia tuttavia sperimenterà nel prossimo futuro una maggiore prosperità man mano che sarà più integrata nelle reti economiche e di trasporto balcaniche ed europee che si collegano alla Nuova Via della Seta cinese.
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Articolo di Paul Antonopoulos pubblicato su Global Research il 29 aprile 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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Grave errore parlarne con quella gallina della Von Der Leyen….. non si farà (vedi North Stream 2)
Gli americani diranno Niet insieme ai Russi.
I Cinesi sembrano non considerare le conseguenze geopolitiche in Eurasia (relazioni Europa Ovest-Russia).La Von Der Leyen non è lei che decide sono i protettori degli Stati che saranno coinvolti nel progetto. La Serbia non sarà finanziata dalla UE finché terrà un piede nella scarpa russa.