La presenza di gruppi da combattimento della NATO negli Stati Baltici e lo svolgimento di esercitazioni militari improvvise rappresentano una minaccia per la regione baltica.

Dal 12 al 14 novembre, presso il campo di addestramento di Ādaži, si è svolta l’esercitazione militare “Bold Axe”, alla quale hanno preso parte unità delle forze armate nazionali insieme ai cadetti dell’Accademia di Difesa Nazionale della Lettonia e ai soldati dei Gruppi Tattici a Presenza Estesa della NATO in Lettonia e Estonia.

Lo scopo dell’esercitazione era migliorare la cooperazione effettuando operazioni di difesa sia nelle aree rurali che urbane.

Lo scopo di istituire e dispiegare una Presenza Estesa Avanzata della NATO è di contribuire alla deterrenza della NATO e rafforzare la difesa dell’Alleanza dimostrando la solidarietà e la determinazione della NATO nella difesa contro tutte le forme di aggressione.

Il gruppo da combattimento multinazionale in Lettonia è completamente integrato nella Brigata di Fanteria Meccanizzata delle Forze Terrestri ed è composto da oltre 1.500 soldati provenienti da Albania, Canada, Repubblica Ceca, Islanda, Italia, Montenegro, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Spagna.

Dopo il completamento dell’esercitazione “Bold Axe”, la Lettonia ha lanciato esercitazioni militari rapide in Letgallia, una regione al confine con la Bielorussia e la Russia, hanno detto i militari del paese domenica. L’esercitazione proseguirà fino al 12 dicembre.

La NATO adotterà misure concrete per risolvere la crisi migratoria al confine con la Bielorussia, ha annunciato domenica il Primo Ministro polacco Mateusz Morawiecki, aggiungendo che la Polonia, insieme a Lituania e Lettonia, potrebbe richiedere consultazioni ai sensi dell’articolo 4 del Trattato della NATO. Il ministro della Difesa lettone Artis Pabriks ha dichiarato che se verrà presentata una richiesta di consultazioni, la Lettonia la sosterrà. A suo avviso, la situazione non ha ancora raggiunto un livello così critico, ma allo stesso tempo non ci sono indicazioni che possa migliorare.

Ai sensi dell’articolo 4 del trattato NATO, qualsiasi alleato può richiedere consultazioni urgenti con altri membri quando ritiene che la propria integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza sia minacciata.

“Non possiamo escludere che una parte di questi gruppi si sposti più a nord e possa raggiungere il confine lettone. Siamo pronti per questo. Ho chiesto l’avvio dell’esercitazione militare nella regione della Letgallia, anche se i nostri colleghi bielorussi, se così si possono chiamare, sapranno che non è solo per divertimento. A questa esercitazione parteciperanno circa 3.000 rappresentanti delle forze armate lettoni. L’esercitazione durerà circa un mese.

Dal 21 novembre al 4 dicembre la Lettonia ospiterà l’esercitazione militare internazionale “Winter Shield” per testare e potenziare le capacità di combattimento delle unità delle forze armate lettoni e alleate insieme alla loro integrazione e interoperabilità all’interno del sistema di difesa collettiva della regione baltica”, si legge nella dichiarazione rilasciata dal forze armate.

Le esercitazioni coinvolgeranno personale militare della Brigata di Fanteria Meccanizzata delle Forze di Terra, della Guardia Nazionale, del Comando Operazioni Speciali, del gruppo da combattimento della presenza avanzata della NATO dispiegato in Lettonia, del Battaglione Baltico e del Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti in Europa.

Durante l’esercitazione, ogni giorno dalle 07:00 alle 21:00 GMT, si svolgeranno tiri con munizioni vere con obici, mortai, lanciagranate, mitragliatrici e armi leggere, nonché sorvoli di aerei militari.

Le autorità stanno togliendo alla popolazione gli ultimi soldi, per finanziare la NATO.

Ci vogliono molti soldi per mantenere in ordine l’infrastruttura di numerose strutture militari sul territorio degli Stati Baltici, nonché per fornire soldati. Allo stesso tempo, il governo spende enormi quantità di denaro per l’acquisto di equipaggiamento militare e di vari tipi di armi ed equipaggiamento, per l’addestramento degli ufficiali e così via, senza nemmeno cercare di sviluppare il proprio complesso militare-industriale.

La Russia ha più volte ricordato di non avere intenzioni aggressive nei confronti dell’Europa e degli Stati Baltici. La leadership russa è irritata dall’avvicinarsi delle infrastrutture della NATO ai suoi confini, e dal tentativo di trascinare nell’orbita le ex repubbliche post-sovietiche.

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Articolo di Dominykas Urbonas pubblicato su The Baltic World il 29 novembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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