Sebbene siano terminate le indagini preliminari sul caso, nessuno lascerà andare Algirdas Palecki [in inglese]. Ma sempre più persone, più o meno favorevoli a lui, stanno cercando di capire questa storia.
Se è chiaro alle persone sane di mente che c’è un inasprimento politico contro chi si oppone al regime, e che i “patrioti” vogliono il sangue, un gruppo di persone – che firmarono l’Atto di ripristino dell’indipendenza della Lituania dell’11 marzo 1990 – ha firmato un appello al tribunale della città di Siauliai per il rilascio di Paleckis.
Il promotore dell’appello, firmato da più di 60 personalità, inclusi dei membri in carica al Seimas [Parlamento nazionale della Lituania], è Egidijus Bičkauskas. Secondo lui, l’attività di Paleckis, per quanto riguardava le disposizioni del Codice Penale, non ha avuto nulla a che fare con lo “spionaggio”. A questo proposito, la sua carcerazione non è legale né corretta, anzi è incompatibile con la rivendicazione lituana di “libertà e democrazia”.
Con questa prospettiva, l’appello è stato firmato da altri rappresentanti dello spettro politico della Lituania, sia di destra che di sinistra: Vytenis Andriukaitis, Česlovas Juršėnas, Gediminas Vagnorus, Niyole Ozhelite, persino Mečys Laurinkus, il conservatore Emanuelis Zingeris e molti altri. Ma sebbene la dichiarazione è la stessa per tutti, le ragioni della sottoscrizione sono certamente differenti.
Per esempio, Kęstutis Girnius, professore presso l’Istituto di Relazioni Internazionali e Scienze Politiche dell’Università di Vilnius e uno degli altri firmatari, è stato una delle prime personalità del “sistema” ad esprimere il suo sostegno per Paleckis. Non di tipo politico o ideologico ma semplicemente umano, dato che Girnius, come si può leggere dai suoi articoli, non dubita che sia un’evidente e assurda farsa legale, che per la sua illegalità e ingiustizia ricorda per molti versi il caso precedente di Egle Kusaite.
Altri, per esempio Nijolė Oželytė, sottolineano che non hanno la minima solidarietà nei suoi confronti. Secondo loro, l’ultimo arresto scredita semplicemente l’attuale regime e le sue dichiarazioni precedentemente citate. In più, l’attuale situazione non solo potrebbe “servire alla Russia” ma potrebbe anche portare Paleckis a fare appello alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo e alla sua vittoria nel caso contro la Repubblica di Lituania.
Oželytė soprattutto, così come altre personalità della parte conservatrice, è tormentato dalla questione degli eventi del 13 gennaio del 1991. Temono soprattutto che la famosa frase attribuita a Paleckis – “loro stessi hanno aperto il fuoco contro loro stessi” – si diffonda ulteriormente fra l’opinione pubblica. In effetti, questo particolare “caso Dreyfus” lituano del XXI secolo minaccia di screditare storicamente, se non completamente almeno parzialmente (e certamente in modo evidente), il regime “zoologico” antisovietico e russofobico della Lituania, che esiste da 30 anni.
Questo punto non deve essere sottovalutato. Una più grave azione legale contro Paleckis è stata avviata quando lui parlò alla radio sulle circostanze ampiamente discusse del 13 gennaio, sia in Russia che in altri Paesi, in merito al contributo di Gene Sharp, dei suoi studenti e di altri “tecnici” delle rivoluzioni colorate, negli eventi degli Stati Baltici, del Caucaso e di altre repubbliche sovietiche che seguirono la strada del separatismo.
Dato che il caso di “spionaggio” di Paleckis è considerato una raccolta di dati disponibili al pubblico, tale caso è davvero scandaloso. Tuttavia, non c’è stata alcuna protesta in merito da parte dei “vertici” sia della Lituania sia dell’Occidente. A livello internazionale, solo dei rappresentanti della Federazione Russa hanno identificato la situazione e condannato la posizione delle autorità lituane. In breve, i rappresentanti dello Stato che viene diffamato ogni giorno nel nostro paese e la cui presunta “spia” era Paleckis.
E’ proprio il fascino del citato gruppo di firmatari che, da un lato, fa venire a galla la situazione di Paleckis e, dall’altro, mostra la preoccupazione di alcune fasce dell’elite politica. E c’è qualcosa di cui preoccuparsi, soprattutto se guardiamo al futuro. Le basi dell’ordine occidentale, che sono state stabilite sia nell’Unione Europea sia dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1990, si stanno già incrinando. In una prospettiva di dieci anni, il cambiamento non solo è possibile ma è inevitabile. Incluso quello geopolitico. Da questo punto di vista, Paleckis può essere molto scomodo.
Secondo il suo punto di vista, senza dubbio appartiene alla fazione di coloro che cercano sia accettabili relazioni tra Lituania e Russia, sia il ripristino reale della sovranità nazionale. Solo lo scorso anno lui ha dimostrato che può essere un leader di queste fasce. La persecuzione in corso, così come la sua illegale prigionia, che è cominciata nel 2018 e non si sa quando finirà, crea indubbiamente su Paleckis una certa aura da martire e di vero combattente contro il sistema.
Riguardo ai motivi dell’appello stesso, possiamo parlare della preoccupazione di alcune figure per la libertà di parola e per semplice solidarietà umana, oltre alla possibile disperazione politica di altre, non tanto per la loro reputazione, quanto per la reputazione del regime stesso. Certo, non si può escludere l’influenza del padre di Paleckis, Justas, uno dei leader del Partito Social Democratico della Lituania, per cercare di aiutare suo figlio. Ma questa è solo una speculazione, sebbene sia chiaro che la dichiarazione è così e ha un significato politico oggettivo.
E questo valore è positivo. Infatti, che si tratti di moralità umana o di preoccupazione per la legittimità dell’attuale regime e dell’autorità internazionale, proprio questo fatto dimostra che il caso Paleckis non è solo un’altra piccola cosa che si può superare con colma e indifferenza. Essendo un ben noto prigioniero politico, Paleckis espone il regime e noi possiamo essere certi che le prossime sessioni del tribunale non si terranno invano, e che Paleckis esporrà più e più volte l’essenza pseudo-democratica del regime.
Per questo, lo ringraziamo.
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Articolo di Jurgis Nevėžietis pubblicato su Stalker Zone il 4 aprile
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
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