Vorrei ringraziare gli organizzatori per il grande onore di invitarmi a partecipare a questo importante evento, il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. Molti di voi si chiederanno perché mi trovo qui, oggi, e non a Bruxelles a negoziare. Sia come sia sono qui, ed il motivo è che un Paese che vuole esaminare ed esplorare le possibilità di realizzare dei risultati, deve avere una politica multi dimensionale e intrattenere rapporti con le nazioni che al momento giocano un ruolo chiave nello sviluppo economico globale.
La situazione economica prodotta dall’esplosione della crisi globale del 2008 ci ha consegnato un mondo molto cambiato. In Europa abbiamo vissuto a lungo nell’illusione di vivere al centro del mondo, prestando attenzione alle novità oltre confine che avvenivano oltre le nostre immediate vicinanze, solo se si realizzavano sull’altra sponda dell’Atlantico.
E tuttavia, il centro economico del mondo, nel frattempo, si è spostato. Nuove potenze emergenti hanno un ruolo di crescente importanza sia sul piano economico che su quello geopolitico. Le relazioni internazionali stanno acquisendo una forma sempre più multipolare. Il ruolo del G20, il consolidamento della cooperazione regionale in Asia, America Latina ed Africa, così come il rafforzarsi della cooperazione fra paesi del BRICS costituiscono altrettante prove irrefutabili dell’emergere di una nuova economia mondiale.
Oltre a queste realtà, l’Unione Eurasiatica, questo progetto relativamente nuovo, inteso a realizzare una integrazione economica regionale, è potenzialmente un altra fonte di produzione di benessere e di potenza economica.
Comunque, questi cambiamenti non portano da soli ad un mondo più pacifico e più stabile. Le sfide sociali esistenti, come la povertà, la disoccupazione e la marginalizzazione sociale, rimangono irrisolte, mentre conflitti regionali, crisi e tensioni si intensificano nel Medio Oriente, in Africa e nella regione del Mar Nero. E, sotto questo aspetto, la grande sfida di questa nuova era consiste nel verificare se questo spostamento del centro di gravità economico globale genererà nuove possibilità per dare delle risposte a queste sfide e disuguaglianze sociali globali, o se al contrario accelererà la rotta incontrollata dell’economia globale, correttamente descritta come “economia – casinò” dall’ex Presidente della Commissione Europea Jacque Delors, poco prima del fragoroso collasso economico del 2008.
Per i vecchi centri finanziari, particolarmente per l’Europa ed il mondo occidentale, la sfida consisterà nella scelta fra una reazione positiva ai nuovi cambiamenti, consistente nella costruzione di ponti di cooperazione con il mondo emergente, e, in alternativa, rimanere arroccati alle vecchie dottrine, alzando nuovi muri di conflitti geopolitici.
La crisi in Ucraina, per esempio, ha aperto una nuova ferita di destabilizzazione nel cuore dell’Europa, cattivo presagio per gli sviluppi globali. Invece di maggiori cooperazioni economiche e politiche nella regione, assistiamo ad un ritorno della obsoleta Guerra Fredda, che a sua volta innesca un ciclo di retorica aggressiva, militarizzazione e sanzioni commerciali.
Questo circolo vizioso deve finire prima possibile; le iniziative diplomatiche, come l’applicazione degli accordi di Minsk, sono apprezzabili e devono essere sostenute.
Il mio Paese, la Grecia, si trova nel centro geopolitico di molte di queste crisi e tensioni; ad ogni modo ha mantenuto il suo ruolo di polo di stabilità e sicurezza nella regione. Come Paese europeo, mediterraneo e balcanico, così come appartenente alle vicinanze del grande Mar Nero, la Grecia vuole essere un ponte di cooperazione nella regione. Vuole diventare un nodo di investimenti, commercio, cooperazione energetica, trasporti, turismo, scambi culturali e di istruzioni all’incrocio di tre continenti. Vogliamo trarre vantaggio della nostra partecipazione a tutti le istituzioni internazionali a cui partecipiamo come Paese europeo. Mentre rispettiamo in pieno il nostro impegno in quanto tali, noi cerchiamo anche attivamente di diventare un ponte di cooperazione nella nostra regione ed oltre, con i nostri tradizionali amici, come la Russia, ma anche con nuove organizzazioni regionali e globali.
Naturalmente, come senz’altro siete a conoscenza, al momento ci troviamo nel bel mezzo di una tempesta. Ma siamo gente di mare, siamo esperti della furia degli elementi e non temiamo di navigare su acque profonde, in nuovi mari, per raggiungere porti nuovi e più sicuri.
Amici,
Il problema che noi, e i nostri interlocutori nell’Unione Europea ci troviamo ad affrontare ha come cardine gli sviluppi che ho descritto. L’Unione Europea, di cui la Grecia è membro, deve riscoprire la sua vera rotta ritornando ai suoi principi ed alle sue dichiarazioni istitutive: la solidarietà, la democrazia e la giustizia sociale. Questo, tuttavia, sarà impossibile, se l’Unione Europea continua con le politiche di austerità e di distruzione della coesione sociale, che provocano solo ulteriori recessioni.
Non prendiamoci in giro: il cosiddetto problema greco non è affatto un problema greco. E’ un problema europeo. Il problema non è la Grecia. E’ l’Eurozona, ed è un problema strutturale.
E la domanda è se la l’Unione Europa lascerà spazio per la crescita, la coesione sociale e la prosperità. Se lascerà campo alla politiche di solidarietà invece che a quelle che impongono vicoli ciechi e progetti fallimentari.
Cari Amici,
L’emergere di un nuovo mondo multipolare sarà davvero innovativo e pionieristico solo se riusciamo a liberarlo dai problemi chiave che alimentano la crisi globale. Ma questo non può realizzarsi, non è mai accaduto nella storia, senza decisioni coraggiose. Non possiamo andare avanti in questo nuovo mondo trascinandoci il fardello dei vecchi errori. Altrimenti saremo condannati a ripeterli e continueremo a fallire, mentre la sfida per noi è cambiare per avere successo. Per fronteggiare nuove sfide e superarle. Grazie tante.
Tsipras è un giovane politico onesto e lungimirante. Onesto nel senso che antepone il mandato elettorale agli interessi delle lobbies finanziarie insediatesi ai vertici di Bruxelles e, lungimirante, perché ha capito che, al di fuori del ghetto Europa ci sono altre possibilità. Oggi Tsipras ha annunciato che la Grecia è il primo Stato membro non fondatore ad aver aderito ai BRICS, è un passo importante, che apre la pista anche per gli altri Stati che vorranno seguirne l’esempio.
Ho letto su un quotidiano greco che il Governo di Atene sta vivendo una condizione di massima allerta a causa della possibilità di un colpo di Stato tipo majdan. Evidentemente, gli alti ‘vertici’ mondiali (UE e USA) vedono un pericolo nell’indipendenza con cui Tsipras sta svolgendo il suo mandato esclusivamente nell’interesse della nazione. Siccome hanno capito che non è disposto a compromessi sull’austerity e che una Gre-xit sconvolgerebbe l’equilibrio dell’Eurozona, non c’è da meravigliarsi che tentino di favorire un Gr-accident, Sembra ci siano riunioni sospette tra i membri di Neo Democratia, (ND), Pasok e To Potami per fomentare proteste fra il popolo e quindi instaurare un governo di emergenza. Dio non voglia che questo accada !
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Il quotidiano informa che le ” forze di sicurezza del Paese sono controllate interamente dall’opposizione, la quale ha ideato un disegno inquietante.. Sul piano politico, il piano prevede la cooperazione di tutti i politici responsabili del declino politico del paese; per esempio, c’è stato uno strano incontro di due ex primi ministri, il presidente di ND A.Samaras e Costas Simitis…I due uomin hanno parlato per circa un’ora… Ancora più sorprendente è che la prossima settimana A.Samaras si incontrerà con l’ex primo ministro, il banchiere Lucas Papademos. Se il Governo ( di syriza) non cede ai creditori e non c’è accordo, il piano include manifestazioni di “Euro-fans” negli edifici pubblici e nei servizi pubblici e ‘squat caos’ generale senza che il governo sia in grado di rispondere in maniera efficace, dal momento che le forze di sicurezza sono controllate al 100 % dall’opposizione… come anche ii media … Ci sono informazioni specifiche per i contatti collusivi di superiori e alti ufficiali della Polizia ellenica con i deputati di Nuova Democrazia e gli ex ministri …”
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E un’altra cosa molto importante: il Presidente russo s V.Putin ha espresso preoccupazione per il Premier A.Tsipra ed ha “informazioni dettagliate” per ciò che avverrà prossimamente. “Stai attento” , ha detto, mentre A. Tsipras sembrava non comprendere la gravità del problema….”
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Dal sito: http://www.defencenet.gr – Titolo dell’articolo: ” Ετοιμάζεται πραξικόπημα και εγκατάσταση “μαύρης” κυβέρνησης – Συναντήσεις Α.Σαμαρά με Κ.Σημίτη και Λ.Παπαδήμο ” Data: 19/ 06/ 2015 Ora locale: 23:07.
Sono scettico, nonostante le condizioni economiche al collasso la Grecia non è la Siria ma nemmeno l’Ucraina (geopoliticamente parlando), si tratta di un paese già all’interno dell’Unione Europea e da diverso tempo sotto i riflettori dei media che di riflesso controllano e condizionano l’opinione pubblica occidentale.
Dal momento che Syriza è andata al “potere” questo movimento ha goduto e sta godendo di un’ampia “protezione” da parte di ampi strati (spesso di tendenza anche se super-decotti) della sedicenti sinistre politiche che in tutti questi anni si sono rivelate utilissime per il rimbambimento dei ceti subalterni e l’accettazione dell’euro nonchè dell’attuale ordine internazionale … date le condizioni internazionali di oggi non credo che l’impero possa permettersi altre azioni ostili verso un ampia parte di opinione pubblica europea, già la faccenda Ucraina si è rivelata fallimentare a livello propagandistico, talmente tanto che sono riuscite a svegliare persino le sinistre più defunte !
Se guardiamo poi alla composizione politica interna possiamo osservare che non ci sarebbero le forze per un azione di questo tipo, oltre alla sbiadita Siryza abbiamo altri movimenti piuttosto organizzati come il KKE, ANEL o Alba Dorata che seppure da motivazioni opposte mal si presterebbero ad accettare un rovesciamento del potere a vantaggio dell’oligarchia capitalista/eurista
A questo condizioni non credo proprio ci siano le condizioni politiche per un colpo “stile Maidan” né tantomeno per un golpe militare classico, non sarebbe nel loro stile e non credo sarebbe fattiibile politicamente …
Te lo immagini uno come Tsipras accusato di ledere i diritti umani ?
Perchè lo stile propagandistico dell’impero sarebbe questo … altri modi non ne conosce
Questo ovviamente non significa che si possa dormir tranquill, solo pochi giorni fa s’è tenuta una (decisamente inconsueta) manifestazione pro UE in Piazza Syntagma, probabilmente si tratta solo di coscente paura all’interno di alcuni settori dominanti della società Graca, le pressioni sul governo ovviamente sono altissime, ma da qui ad un golpe di acqua ce ne passa.
Se proprio vogliono farli fuori basterebbe sfruttare le loro debolezze (paura di uscire dall’UE o dalla NATO ad esempio) agendo distruttivamente sulla leva finanziaria, un po’ quello che fecero con Berlusconi ma con ordini di grandezza decisamente più grandi fino a provocare il collasso politico del governo
Il problema vero purtoppo è proprio Syriza ed i suoi leader, come molti si immaginavano (nonostante alcune prese di posizione positive) si stanno rivelando del tutto inadeguati per le sfide odierne, inadeguati a prendere decisioni coraggiose e veramente rivoluzionarie.
in questo senso bastava leggere le logiche previsioni del KKE scritte a inizio 2015
Credo, purtroppo, che la preoccupazione sia fondata. Penso che lo stesso Tsipras però ne sia consapevole, non si spiegherebbe altrimenti l’assegnazione del Ministero della Difesa a Panos Kammenos convinto sostenitore del fatto che la Grecia sia vittima di un complotto internazionale ad opera di speculatori che la vogliono portare al fallimento e sottometterla al dominio della Germania; che vuole perseguire per via giudiziaria i firmatari del Memorandum della Troika, e che sostiene il ripudio del debito.
Mettere a capo di quel ministero un uomo con queste idee, che inoltre essendo di destra è, quindi, in grado di avere sulle forze armate la necessaria influenza, fa capire che Tsipras la vede nello stesso modo e che, essendo consapevole di muoversi su un terreno minato, ha preso le sue contromisure. Molti, a fronte della sua assicurazione di non voler abbandonare l’euro, sono arrivati troppo precipitosamente alla conclusione che il piano anti austerità non fosse credibile. Invece, evidentemente, erano solo dichiarazioni strumentali.
@Salvatore Penzone
Guardate che non è affatto un mistero, persino la Stampa (quotidiano dei padroni) ha fatto trapelare la notizia che l’UE starebbe pensando ad un ipotetico “Piano B” in modo da esautorare gradualmente il governo Greco … tecnicamente parlando avrebbero tutti i mezzi propagandistici e non per mettere a segno un incruento cambio di regime mettendo contemporaneamente a tacere la plebaglia europea a fatto compiuto:
http://www.lastampa.it/2015/04/30/economia/grecia-ora-germania-e-bce-vogliono-far-cadere-tsipras-zhNatWoov11TKQ3IentPQM/pagina.html
Il metodo da usare sarebbe appunto quello della leva economica e finanziaria, nessuna Maidan quindi ma neppure dei nuovi Colonnelli redivivi !
Il tutto rientrerebbe nel consueto stile di cui sopra..
Tsipras non è certo Sankara e la Grecia non è certamente il Burkina Faso … un colpo violento non sarebbe politicamente fattibile in un paese membro dell’UE e dell’occidente ..
> Molti, a fronte della sua assicurazione di non voler abbandonare l’euro, sono arrivati troppo
> precipitosamente alla conclusione che il piano anti austerità non fosse credibile. Invece, evidentemente, > erano solo dichiarazioni strumentali.
Su questo non sono daccordo, l’Euro e le politiche di austerità sono indissolubilmente collegate, non puoi avere l’una senza avere l’altra !
Questo può confermarlo qualsiasi economista che abbia la testa sulle spalle:
http://vocidallestero.blogspot.it/2014/02/bagnai-perche-combattere-lausterita.html
Ed infatti a 6 mesi dall’insediamento del nuovo pseudo-rivoluzionario governo Greco non mi risulta che si siano raggiunti risultati economici di rilievo, né a livello interno né tantomento riguardo ad un ipotetico ammorbidimento delle politiche dei creditori (Troika)
Insomma il mantra o se preferite lo slogan de “un’ altra Europa è possibile” si è rivelato per quello che era, una micidiale presa in giro del popolo con buona pace di certe Sinistre decotte ..
Tsipras ha vinto le elezioni con l’assunto (falso o comunque ingenuo) che avrebbe combattuto per cambiare le politiche economiche dell’UE attraverso l’idea che sarebbe bastato rimuovere le sbagliate politiche di austerity mantenendo però al contempo la Grecia all interno dell’area Euro, ciò ovviamente non è accaduto, non accade e molto verosimilmente non accadrà in futuro
Podemos in Spagna si sta incamminando sulla medesima scia, Beppe Grillo qui da noi ha fatto grossomodo lo stesso
Per risollevarsi la Grecia dovrebbe uscire dall’Euro (e cmq non sarebbe una passeggiata), e se possibile dovrebbe anche avere il coraggio di rompere con l’occidente tutto .. questa seconda possibilità ovviamente avrebbe dei costi altissimi (e li si che si potrebbe aver paura di un golpe militare) ma non è detto che ci sia il coraggio necessario, tuttavia mentre la prima decisione rimane assolutamente indispensabile per non finire di distuggere almeno quel poco che è rimasto del popolo greco, la seconda potrebbe rappresentare il passo seguente ma è comunque indispensabile per salvare il paese dalla catastrofe sociale nella quale sono piombati …
In fondo sono proprio queste scelte di fondo a determinare il valore politico di un gruppo dirigente, capire se la lora è una visione è una visione riformista, conservatrice oppure realmente rivoluzionaria
In questo senso a dispetto delle obsolete (e non più applicabili) dicotomie destra/sinistra Putin si che si è dimostrato un vero dirigente rivoluzionario, come scrive il compagno russo Valentin Zorin in un recente articolo apparso su Aurora: “In Putin vi è più Lenin che in tutta la sinistra occidentale degli ultimi 50 anni”
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/03/in-putin-vi-e-piu-lenin-che-in-tutta-la-sinistra-occidentale-degli-ultimi-50-anni/
@ samo79 – Vorrei tanto che tu avessi ragione, cioè che,alla fine, in Grecia non accadrà niente perché il contraccolpo sarebbe così potente da ritorcersi contro la stessa Unione Europea. Tuttavia le denunce di ‘defencenet.gr’ finora si sono rivelate attendibili. La Bce, il Fmi e la Ce vogliono che la Grecia non esca dall’Euro e resti nella Nato, ma il Governo Tsipras non è compreso nel pacchetto. Quello che gli ex ministri greci dei precedenti governi stanno preparando, è un governo provvisorio ossequiente alla troika, pronto a colmare un vuoto di potere, cioè un governo di transizione o ‘tecnico’ che faccia le riforme (leggi ‘tagli’ radicali e aumento delle tasse). E’ già accaduto in Italia con il consenso di Napolitano: – rialzo artificioso dello spread – destituzione del Governo Berlusconi che si rifiutava di fare le riforme – nomina immediata a senatore di Monti e incarico di formare un governo tecnico fedele a Bruxelles – tasse sugli immobili e revisioni degli estimi per farle lievitare nel tempo (salvaitalia) – aumento dell’Iva – riforma pensioni ‘lacrime e sangue’ Fornero (esodati) – prosecuzione con il Governo Letta non gradito ad Obama – avvento del Governo filoamericano Renzi che avrebbe voluto iniziare a tosare retroattivamente i diritti acquisiti dai pensionati e ad abolire i contratti collettivi…. Tsipras NON vuole fare queste riforme che violano la Costituzione greca e quindi stanno facendo preparativi per destituirlo. COME ? Il Presidente delle Banche elleniche si è permesso di annunciare (evidentemente d’accordo con la Bce) nel precedente fine settimana il rischio di chiusura degli Istituti di credito per un eventuale default che avrebbe potuto avvenire oggi o domani. Questo ha causato allarmismo e insicurezza nei cittadini greci che hanno fatto la fila ai bancomat sottraendo liquidità alle banche. Altri episodi del genere, creati ad hoc, potrebbero erodere, giorno dopo giorno, il consenso di cui gode Tsipras. La cospirazione è in atto: se avrà successo lo sapremo in seguito. Purtroppo stiamo vivendo in un periodo in cui la manipolazione di chi detiene il Potere, soprattutto mediatico, è diventata sempre più invasiva e subdola,
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@ Salvatore Penzone – Sono d’accordo con il giudizio che hai dato di Kammenos. Non poteva esserci uomo migliore a cui affidare il Ministero della Difesa e che, per di più, fosse in grado di arginare le esternazioni di Alba Dorata. Lungimirante, non addomesticabile, solido come una roccia, è lui il vero guardiano dell’Ellade.Su You Tube c’è un video girato prima delle elezioni in cui si vede Kammenos che spiega ad un Tsipras ‘bambino’ come guidare il trenino ‘Grecia’ con cui stanno giocando sul tavolo. Sì, penso anch’io che fossero dichiarazioni ‘strumentali’, doveva pur tenere tranquillo il ‘nemico’ …. 😉
@Chiara
> Vorrei tanto che tu avessi ragione, cioè che,alla fine, in Grecia non accadrà niente
Beh Chiara, non ho mai detto che non accadrà niente, personalmente contestavo solo l’ipotesi di un’eventuale rovesciamento in stile Maidan o peggio ancora con modalità “Cilene” … tuttavia l’esautorazione del governo potrebbe avvenire (se avverrà e ovviamente spero di no) solo tramite metodi incruenti, in particolar modo tramite la leva economica ecc … alla fin fine il risultato sarebbe grossomodo lo stesso e se ci mettiamo nei panni dei nostri nemici sono certo che questa sarebbe “la loro” soluzione, poi ovviamente dipenderà anche dallo stesso governo Greco, dalla sua determinazione e risolutezza nell’affrontare le scelte ed i provvedimenti futuri … al momento però, e scusami il termine mi sembrano più un branco di ingenui allo sbaraglio piuttosto che una vera e propria classe dirigente ergo non credo che l’occidente avrà bisogno di ricorrere alla maniere forti con loro, sangue o non sangue il risultato però sarebbe lo stesso, molto negativo per noi
Per questo spero tanto che Siryza si comporti da quello che dice di essere, un partito di sinistra radicale
@samo79- Sono d’accordo con te, “l’euro e le politiche di austerità sono indissolubilmente collegate” (Bagnai, per esempio, lo va dicendo dall’inizio. Criticando aspramente Tsipras proprio per questo). E’ uno strumento per sottomettere le economie europee alle politiche di austerità imposte da quel capitalismo finanziario che si nasconde dietro organismi sovranazionali come il FMI. Lo scopo è quello di spingere, con il ricatto del debito, gli stati a svendere la ricchezza nazionale. In generale si tratta di un attacco della finanza speculativa all’economia reale. Parliamo del sistema produttivo nel suo complesso pubblico e privato, del patrimonio immobiliare, dei terreni agricoli, dei servizi, delle partecipate degli Enti Locali; per poi passare alla privatizzazione della sanità, della scuola ecc.
Su Tsipras, alla luce dei nuovi eventi, anche Bagnai sta cambiando opinione e incomincia a leggere le dichiarazioni del suo programma in una prospettiva più prettamente politica. Bisogna dire che la resistenza opposta alla troika e la volontà di orientarsi verso il nascente asse euroasiatico fa capire che la dichiarazione di non voler abbandonare l’Euro avesse la funzione di non creare pericolosi allarmismi, pericolosi per quello che resta della sovranità del popolo greco. Si pensi solo alla “rivoluzione colorata” intentata ultimamente ai confini. Infatti, dopo l’affare Macedonia nessuno nel governo ha più parlato della richiesta di aderire alla banca dei BRIC, lasciando in campo solo l’accordo sul gasdotto. Senza considerare le difficoltà che il paese stesso avrebbe avuto ad accettare un’ipotesi di uscita, data la risposta negativa dell’ultimo referendum. Ritornando a quello che dicevo a proposito di Kammenos, mettere a un posto così strategico e centrale, visto i tempi che corrono, per la sopravvivenza del paese, uno profondamente ostile all’euro e convinto della trappola che rappresenta, significa che avessero, già allora, coscienza delle enormi difficoltà che una proposta di uscita avrebbe creato.
Comunque la situazione è complessa Tsipras non ha molti spazi di manovra. La Grecia è un paese piccolo, non ha deterrenze di nessun tipo, se non quella del proprio voto nel Consiglio Atlantico, e può facilmente finire in balia di terroristi o di piani di destabilizzazione alla Soros per far cadere il governo. Ricordiamoci di come gli USA hanno manovrato in Italia con la strategia della tensione. L’unico strumento che ha la Grecia per difendersi è appunto l’esercito.
Per quanto riguarda le critiche alla sinistra europea sono perfettamente d’accordo con te. Ma anche qui bisogna rimarcare le differenze. Tsipras tra le altre cose ha fermato le privatizzazioni e vuole salvaguardare le pensioni. Ha riconosciuto il referendum di Crimea. Ha stigmatizzato l’appoggio della UE al governo neofascista di Kiev e al Forum di San Pietroburgo ha espresso chiaramente l’orientamento ad abbandonare l’eurozona.
Intendiamoci sono perfettamente consapovole delle difficoltà del governo Greco e mi rendo conto che gli spazi di manovra erano e rimangono stretti per tutti, tuttavia rimango convinto che una strappo radicale sia possibile e sopratutto necessario.
Tu dici: ma la Grecia è una paese piccolo, vero ! Ma non erano forse persino più piccoli l’isoletta di Cuba, la Libia, la Bielorussia o chessò persino il Burkina di Sankara ?
Quindi forse non è solo la dimensione a contare, ma la loro classe dirigente.
Certo tutti questi Paesi in un modo o nell’altro hanno dovuto soffrire a causa della loro insubordinazione e resistenza, ma pur rimanendo fedele al “dogma” UE/NATO non sta soffrendo anche oggi la povera Grecia ?
E allora se proprio si deve soffrire che lo si faccia almeno per il bene del popolo, non per il bene delle banche !
Ci sono dei momenti nella Storia in cui è necessario aver coraggio, la libertà non è gratis, la libertà e la giustizia hanno sempre avuto un prezzo, a volte anche un prezzo di sangue.
Rimanere sempre nel campo “riformista” pur avendo magari sogni radicali alla lunga porterà solo ad una cosa: ad una bruciante sconfitta !
Il popolo Greco non avrà molte altre possibilità in futuro, oggi avendo in mano il Governo ci sono gli strumenti per fare una corretta informazione a mezzo stampa, ci sono i mezzi per educare la popolazione e spiegargli la verità, ci sono gli strumenti per prendere vere decisioni a livello nazionale, hanno persino un Parlamento (in gran maggioranza) ostile sia all’UE che per certi versi pure alla NATO … insomma magari non vorranno fare una Rivoluzione Socialista ok, ma quando pensano di fare qualche cambiamento reale nella società ?
Il punto a mio avviso è questo, per il resto condivido il fatto che certe loro prese di posizione sono state positive, vedremo come procederanno e speriamo in bene ..
ATENE – 27/06/2015 h 00:20 – L’ANNUNCIO POCO DOPO LA MEZZANOTTE !
A.Tsipras: “Referendum Domenica 5 luglio. Per noi, per le generazioni future, per la storia dei Greci. Per la sovranità e la dignità del nostro popolo “(UPD)
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Il ricorso al verdetto del popolo greco in forma di referendum con la risposta “sì” o “no” alla proposta degli istituti di credito, è una questione pratica “Sì o no, la sovranità nazionale è stata la decisione del primo ministro A.Tsipra per rompere la morsa degli “Istituti di credito” in Grecia. Il Referendum si svolgerà Domenica prossima 5 luglio. Alexis Tsipras ha già informato il presidente Prokopis Pavlopoulos e leader politici. Come ha già riferito al cancelliere tedesco Angela Merkel e al presidente francese Francois Hollande, cercherà un’estensione di pochi giorni del programma da parte della BCE, al fine di mandare senza problemi la gente a votare. Poco prima dell’annuncio:”Non una volta ho pensato di tradire il popolo greco”, ha detto il primo ministro in risposta ai membri e ai finanziatori i quali “non vogliono lo sviluppo, ma l’umiliazione di un intero popolo. ‘Grande!!!
Il Referendum è una atto democratico ma in questo caso estremamente rischioso !
E se il popolo (da sempre malissimo informato) e già di suo spaventato dalle conseguenze di una eventuale uscita decidesse per la prosecuzione delle trattative, ovvero “scegliesse” di capitolare alle richieste criminali della Troika ?
In questo caso il governo si dovrebbe dimettere e indire nuove elezioni !
Ma a quel punto si aprirebbero interrogativi grossi come una casa … sarebbe stato meglio dichiarare default ed uscire dall’euro immediatamente !
@ samo79 – Il programma elettorale di Tsipras non prevedeva l’uscita dall’Euro ma la lotta contro l’austerity per tutelare le classi più povere e la ristrutturazione del debito. Quando Tsipras è stato eletto, i sondaggi attestavano che solo un terzo dei Greci era favorevole al ritorno della dracma, oggi sono aumentati, ma i ‘pro euro’ restano sempre numerosi. e accuserebbero il premier di aver tradito il mandato. D’altra parte,Tsipras non è riuscito ad ottenere dalla troika un programma accettabile, insistono con le solite ricette ‘lacrime e sangue’ a danno delle categorie più deboli, quindi l’austerity è rimasta tale e quale come prima.Il quesito posto dal Referendum è ancora da formulare con precisione ma,mi sembra di aver capito dall’annuncio che non riguarda l’uscita dall’euro bensì ” la risposta “sì” o “no” alla proposta degli istituti di credito”. Se i Greci diranno ‘sì’ a quanto propone l’Euro/gruppo, il premier firmerà l’accordo e non saranno necessarie nuove elezioni; se diranno ‘no’, ci sarà da gestire il default con la probabile uscita dall’euro e nuova convocazione elettorale (si parla del 2 agosto). Tsipras ha annunciato un tour di comizi nelle principali città greche per informare sulla situazione.
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ATENE 28 giugno 2015 h 03:05 – Dopo una lunga discussione in seduta plenaria, il Parlamento greco ha approvato un Referendum per Domenica 5 luglio, per conoscere se la proposta delle Istituzioni è approvata o meno dai cittadini. L’approvazione è stata ottenuta con 179 “SI” e 120 “no”.
Il voto positivo è stato dato dai deputati di SYRIZA , di ANEL e di Alba Dorata, mentre quello negativo dai membri di ND, PASOK e KKE. La votazione sul Referendum è stata voluta dal KKE.
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Alcuni punti del discorso di Tsipras in Parlamento:
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*L’incontro di oggi ha un significato storico.
*Questo giorno sarà ricordato a fosche tinte perché alcuni hanno deciso di incontrarsi senza la Grecia. Essi hanno bloccato il nostro paese senza alcun diritto.
*Rimarrà a tinte fosche perché un Eurogruppo ha contestato il diritto di un popolo sovrano di decidere democraticamente sul proprio futuro
*Noi non dobbiamo chiedere il permesso a Schaeuble e Ntaiselmploum per dare la parola al popolo greco.
*Il popolo greco deciderà sovrano , abbiamo l’obbligo di difendere la Costituzione
*Difenderemo la democrazia, la sovranità popolare e i valori fondanti dell’Europa
*L’espressione della volontà del popolo tramite il referendum non è una novità per l’Europa
e allora perché tanta reazione ?.
*1,5 mil di. Disoccupati, 3 mil di Poveri, giovani in fuga in massa dal Paese:questi sono gli ultimi cinque anni del Memorandum
*Questo gioco si è concluso con il verdetto del popolo il 25 gennaio e si concluderà Domenica prossima con il Referendum.
La Grecia non può tornare indietro,la gente vuole vivere con dignità
*Ieri sera hanno lanciato un incredibile propaganda di paura e aumenterà. fino alla Domenica successiva
*Noi amiamo la pace, ma quando predichiamo la guerra sappiamo come combattere e vincere
*Abbiamo negoziato onestamente a carte scoperte con l’obiettivo di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso
*Abbiamo esaurito tutte le concessioni limite pur di raggiungere un accordo. Forse hanno visto questo come debolezza,un’ opportunità di vendetta e punizione di una voce diversa per aver alzato la testa, e non consentirlo agli altri Paesi.
*Ci hanno richiesto di mitigare le proposte sulla tassazione della ricchezza (imprese, patrimoni) e di tagliare le pensioni, per caricare di nuovo i pesi sui pensionati.
*Ci hanno chiesto di mantenere il salario minimo nel settore privato al livello più basso della povertà.
*Chiedevano il rilancio supplementare dell’IVA nel settore del turismo aumentandola dal 6,5% al 23%
*Ci hanno chiesto di consegnare la nostra dignità politica, mettendo la firma su un Memorandum di recessione. (da:defencenet.gr)
Qui il testo completo:
http://fascinointellettuali.larionews.com/esclusivala-grecia-va-al-referendum-testo-integrale-della-lettera-tsipras/
Una bella lezione di orgoglio, di dignità e di coraggio.
Approfitto per postare anche quì un commento su Megachip all’articolo di Jacques Sapir “Il coraggio di Achille e l’astuzia di Ulisse”.
La Grecia da anello debole potrebbe diventare la testa d’ariete che fa crollare il castello dell’euro, facendo così molti favori: ai sistemi produttivi dei paesi europei e innanzitutto della Germania la cui economia reale ha tutto l’interesse a lasciare una barca che sta affondando e al cui timone si trova la spregiudicata finanza speculativa del capitalismo nordamericano la quale attraverso organismi sovranazionali impone politiche di austerità con lo scopo di spingere, con il ricatto del debito, gli stati a svendere la ricchezza nazionale. Si tratta dell’intero sistema produttivo nel suo complesso, pubblico e privato, del patrimonio immobiliare, dei terreni agricoli, dei servizi, delle partecipate degli Enti Locali ecc.
Farebbe un favore alla democrazia europea e alle costituzioni antifasciste sempre più vittime di un processo che vuole sottrarre sovranità e diritti. Un favore a tutti quelli che vogliono liberarsi dalle catene della NATO. Infatti abbandonare l’euro potrebbe essere il primo passo per smantellare l’Alleanza Atlantica e liberarci da 70 anni di occupazione di una potenza straniera che ha sempre imposto con le buone o con le cattive (omicidi mirati, strategia della tensione ecc.) le scelte a lei più convenienti. Siamo sempre stati una colonia ma ora con governi che non vengono più eletti dalla popolazione ma imposti dal FMI e dall’Amministrazione Americana, questa realtà ci viene sbattuta in faccia con arroganza. Farebbe un favore alle economie nazionali e a tutti quegli imprenditori che stanno subendo gravi perdite per le sanzioni alla Russia. Queste sanzioni, va detto, hanno lo scopo non solo di colpire la Russia ma di indebolire l’Europa e renderla ancora più dipendente dagli USA. Farebbe, quindi, un favore a tutti quelli che vedono in un asse economico e strategico da Lisbona a Vladivostok l’unica possibilità per un futuro di pace e di prosperità. E farebbe un favore a tutti quelli che vogliono un equilibrio multipolare tra le nazioni perché oggi la difesa dell’orizzonte multipolare, è difesa del diritto all’autodeterminazione dei popoli e alla sovranità degli stati, e va di pari passo con la difesa della famiglia, dell’integrità della persona e del primato della coscienza su ogni forma di relativismo! farebbe, per ultimo, un favore ai valori della nostra cultura umanistica che vengono costantemente attaccati dalla cultura di massa, dal consumismo e da una nuova morale che vuole rimodellare l’individuo.
@Chiara
Chiara so benissimo che il programma di Syriza non prevedeva l’uscita dall’euro ma sappiamo anche benissimo che dentro l’euro non sussistono le basi per una politica che sia diversa da quella dell’austerità e dalla totale sudditanza ai mercati finanziari … ergo te (anche se indirettamente) confermi esattamente quello che penso: Syriza non ha mai detto la verità agli elettori !
E perchè non lo hanno fatto ?
Probabilmente non lo hanno fatto perchè se l’avessero fatto poi non sarebbero stati mandati al governo !
E qui torniamo al discorso della democrazia, ora vogliono indire un referendum democratico ma loro per primi non lo sono stati mentendo al popolo vaneggiando assurdi slogan come quelli di “un’altra Europa è possibile”.
Ma un’altra Europa non è MAI stata possibile e lo si sapeva, l’Europa è questa e basta e ora tutti lo possono vedere pure i ciechi…
Infine adesso che stanno con la pistola alla tempia si chiede l’ultima parola ad un popolo estremamente disinformato e spaventato con l’enorme rischio che questo poi voti contro i propri reali interessi …
Vorrei ricordare che questa “Europa” non è mai stata il frutto di un processo politico democratico, ci è stata imposta con la frode e con l’inganno, referendum ripetuti all’infinito fino a quando non andavano bene all’elite, totale controllo dei media di regime, paura diffusa e recentemente pure colpi di stato (l’Ucraina dice niente ?)
Si ritorna quindi alla domanda finale: e se ora il popolo dirà si ?
Che faranno poi, diranno, beh sapete com’è: il popolo è tanto affezionato al progetto europeo quindi ora firmeremo il memorandum perchè ce lo chiede sia l’Europa che er popolo !
Già rido pensando a come si comporteranno quando dovranno affrontare argomenti ben più scottanti come quello dell’uscita dalla NATO (questo nel loro programma c’è!)
Non so se sia chiaro ma da questa gabbia certamente non si uscirà con la democrazia (inesistente oggi) ma con scelte coraggiose ed un’informazione corretta (il governo che ci sta a fare se non fa questo??), solo alla fine di questo lungo lavorio politico si potrà arrivare a delle vere scelte democratiche partecipate a livello popolare, ma non ora con questo assurdo e pericoloso referendum
Prendano atto che il progetto Euro è irriformabile, concluso punto … resta l’Europa ovviamente e questa non è certo solo la moneta unica ma un intero continente in cui certamente in futuro andranno ricercati dei rapporti di amicizia e collaborazione (con la Russia in primis)
@ samo79 – “…. ora vogliono indire un referendum democratico ma loro per primi non lo sono stati mentendo al popolo vaneggiando assurdi slogan come quelli di “un’altra Europa è possibile”… ”
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Francamente non ho un’opinione sulle intenzioni iniziali di Syriza o sul fatto che abbiano mentito, oppure no. Sicuramente con un’Europa che ha al vertice Banchieri e Istituti di credito e mantiene in subordine i Capi di Stato, non può essere trovato nessun accordo. Ma un’altra Europa è ‘possibile’. Un’ Europa federata fondata su principi di solidarietà sul modello dell’ALBA latina (Alleanza Bolivariana per i popoli della Nuestra América) in assoluto contrasto con l’ ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe) che gli Usa volevano imporre. Ciò detto, un’altra Europa NON è ‘possibile’ senza distruggere quella attuale. Non importa quali fossero le intenzioni iniziali di Tsipras perché, nel corso delle trattative, ha ottenuto un risultato importante: rendere evidente di fronte al Mondo la disumanità, il cinismo, l’usura di Chi gestisce il sistema Euro. Ora i Greci (ma non solo loro) non possono ignorare il fatto di essere considerati come bestiame da macellare senza pietà, soprattutto se si è pensionati, poveri, malati o disoccupati. La trasparenza della trattativa li ha resi consapevoli di cosa avviene dietro le quinte e, tramite il Referendum, possono decidere se rimanere schiavi o lottare per difendere i loro diritti. Determinanti, in questo senso, saranno i comizi di Tsipras da qui a sabato e poi… sarà fatta la volontà del popolo, qualunque essa sia….
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“..argomenti ben più scottanti come quello dell’uscita dalla NATO (questo nel loro programma c’è!)..”
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Era quello che credevo anch’io, ma non è così. L’uscita dalla NATO è presente nel programma di Syriza da diversi anni, ma NON in quello elettorale con cui ha vinto le elezioni. Ed è stata una mossa ispirata alla prudenza: meglio affrontare un ‘nemico’ per volta ! 😉
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http://www.iefimerida.gr/sites/default/files/spiegel1_5.jpg
@Chiara
“Francamente non ho un’opinione sulle intenzioni iniziali di Syriza o sul fatto che abbiano mentito, oppure no. Sicuramente con un’Europa che ha al vertice Banchieri e Istituti di credito e mantiene in subordine i Capi di Stato, non può essere trovato nessun accordo. ”
Chiara hanno mentito nel senso esatto di quello che hai scritto nella seconda parte di questa tua frase, con il capitalismo al potere (almeno questo specifico tipo di capitalismo) un’altra Europa non sarà mai possibile !
Non c’è mai stata possibilità di avere un’Europa diversa da questa perchè questo progetto, da Maastricht in poi (ma in generale dalla caduta del socialismo Sovietico) non è altro che un progetto di marca padronale ad uso e consumo dell’oligarchia finanziaria
Ergo prima andrebbe abbattuta questa di “Europa” … ma per farlo bisognerebbe per lo meno eliminare l’Euro (che in pratica è l’architrave di tutto il regime eurocratico e quindi del mercantilismo liberista in salsa tedesca)
Ovviamente in futuro nulla vieta, (se si vorrà) di provare a ricreare una nuova unione su basi del tutto diverse, magari basata su una reale cooperazione di tipo domocratico, sociale e paritario tra i vari stati membri … (tipo appunto l’ALBA)
Io francamente dubito che ciò sarà possibile, se lo fosse stato non si capisce per quale ragione in tutti questi anni non lo si sia fatto e invece si sia creato questa specie di mostro zoppo chiamato UE …
“Era quello che credevo anch’io, ma non è così. L’uscita dalla NATO è presente nel programma di Syriza da diversi anni, ma NON in quello elettorale con cui ha vinto le elezioni. Ed è stata una mossa ispirata alla prudenza: meglio affrontare un ‘nemico’ per volta ! ”
Si sono daccordo nella strategia dell’affrontare un nemico alla volta, in effetti in questo momento affrontare il discorso NATO potrebbe essere molto pericoloso e non solo per il governo Greco, ma questo problema rimane ineludibile, nei fatti non può esistere nessuna “sinistra” ma in generale non può esistere alcuna libertà all’interno della NATO
Per quanto riguarda il discorso sull’uscita dalla NATO leggi qui:
http://web.rifondazione.it/home/index.php/12-home-page/7794-programma-di-syriza
P.S.
Syntagma ieri notte 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=ClzNc_M3uIE
@ samo79 .
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* “Per quanto riguarda il discorso sull’uscita dalla NATO leggi qui..”. Sì, anch’io avevo letto il programma del partito Syriza sul sito di Rifondazione, dove appunto, era prevista l’uscita dalla Nato, come ho già scritto sopra. Tuttavia, la piattaforma di governo in caso di vincita delle Elezioni è conosciuta con il nome di ” Programma di Salonicco” (14 settembre 2014). Si tratta di 7 limpide paginette che qualcuno ha definito “il libro dei sogni” e qui, mi sembra,che la Nato non sia nominata.
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file:///C:/Users/Artemide/Downloads/SYRIZA_programma_di_salonicco.pdf
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* Grazie tante per il video di P.zza Sintagma, mi hai risparmiato la fatica di cercarlo : D
@Chiara
Ah capito, mille grazie per il pdf
“* Grazie tante per il video di P.zza Sintagma, mi hai risparmiato la fatica di cercarlo : D”
Di nulla è stato facile trovarlo, RT è uno dei pochissimi network a trasmettere dirette complete non-stop sia di “semplici” manifestazioni che di incontri politici tra capi di Stato 🙂
Pazzesco, più che un programma politico sembra un programma scritto da un’agenzia umanitaria operante in Africa..
Viene il groppo alla gola a pensare a come la Troika sia riuscita a ridurre il Paese