Per la 75° volta consecutiva l’Europa celebra la sua liberazione. Non c’è dubbio che la Germania nazista sia stata battuta. Ma cosa fanno le truppe americane in un continente che dovrebbe essere libero, e che chiaramente non è l’America?

Dal 1941 al 1945 oltre 400.000 militari americani persero la vita nella lotta contro una potenza occupante che infieriva orribilmente contro ebrei e altri civili innocenti. Questi uomini hanno compiuto il sacrificio finale, ed è una buona cosa che siano ancora ricordati e onorati.

Tuttavia, a volte ci si potrebbe chiedere: cosa è successo a ciò che hanno lasciato? I sovietici, i canadesi, gli inglesi e i polacchi tornarono a casa dopo aver battuto Hitler; ma gli americani rimasero. Fino ad oggi le truppe statunitensi sono di stanza in tutta Europa, e hanno anche ampliato la loro influenza verso est. Sebbene operino nell’ambito della NATO, non sono posti sotto comando europeo. Tutti i militari in Europa, compresi i militari europei, sono sempre stati sotto il comando di un generale americano, fin dalla fondazione della NATO.

Nel mio paese, i Paesi Bassi, quindici-venti bombe nucleari americane B61 sono immagazzinate [in inglese] in una base aerea militare. L’aeronautica militare olandese non ha alcun controllo [in olandese] su di esse. Qualora gli Stati Uniti decidessero di effettuare un attacco nucleare, i piloti olandesi dovrebbero sganciare tali bombe senza esitazione. Lo stesso vale per i piloti sulle basi aeree in Germania, Belgio, Italia e Turchia, dove stazionano le armi nucleari statunitensi. Sono sotto il comando americano. Essi sono semplicemente tenuti a fare come viene ordinato dagli Stati Uniti.

È qualcosa che non ci si aspetterebbe di vedere in paesi che dovrebbero essere sovrani. E di certo non fa sentire al sicuro nessuno di loro. Stoccando armi nucleari sul proprio suolo si viene trasformati in bersaglio nucleare.

Le più grandi manifestazioni nei Paesi Bassi sono state quelle contro la corsa agli armamenti nucleari. Nei primi anni 1980 centinaia di migliaia di olandesi accorrevano per le strade di Amsterdam e dell’Aia chiedendo una Olanda libera dalle atomiche. Inoltre, nel 1985, una petizione contro l’installazione di missili da crociera americani, firmata da 3,7 milioni di persone, fu consegnata al Primo Ministro olandese Ruud Lubbers. Senza alcun risultato. Per qualche ragione questi missili erano un’offerta che il governo olandese non poteva rifiutare.

Sembra che non ci sia alcun controllo democratico su tutte le attività militari dei comandi militari statunitensi sul suolo olandese. È impossibile per il Parlamento olandese ottenere una reazione dal governo sulle armi nucleari americane nei Paesi Bassi. I funzionari governativi stanno semplicemente dicendo [in olandese] che non possono discutere di questo problema a causa di “accordi di alleanza”.

Nel 1978 Willem Aantjes, leader del partito politico olandese ARP ha dovuto dimettersi dopo che era emerso un documento che mostrava di essere stato membro delle Waffen SS durante l’occupazione tedesca dei Paesi Bassi. Si noti che questa informazione era spuntata fuori dal nulla 33 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Perché solo allora? Potrebbe essere perché, un mese prima che Aantjes fosse screditato, aveva dichiarato [in olandese] in un’intervista che considerava la possibilità che i Paesi Bassi si ritirassero dalla NATO?

Recentemente sono trapelati alla stampa dei messaggi di WhatsApp del leader dell’opposizione Thierry Baudet del Forum per la Democrazia. Da questi messaggi sembrerebbe che nel 2016-2017 era del parere che i Paesi Bassi avrebbero dovuto lasciare la NATO. In uno di questi messaggi ha collegato [in inglese] un articolo di Sputnik News per confermare questa posizione. La stazione televisiva che aveva ricevuto i messaggi trapelati ha suggerito che Baudet stava parlando a nome del Cremlino. In risposta a questa accusa un Baudet visibilmente a disagio ha dichiarato di non essere più del parere che i Paesi Bassi dovrebbero lasciare la NATO.

Gli Stati Uniti non si ritraggono dal ricattare per far agire i governi europei nei loro interessi. Almeno, questa è l’esperienza del professor Werner Weidenfeld, che per 12 anni ha coordinato per il governo tedesco le relazioni con gli Stati Uniti. “Se non siamo d’accordo con gli americani su una questione seria, loro mettono materiale di spionaggio sul tavolo, compromettente per la Germania, e dicono: “o cooperate o siete finiti”, ha dichiarato [in tedesco] Weidenfeld.

Nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’American Service Member’s Protection Act, soprannominato ‘The Hague Invasion Act’. Esso incarica il Presidente americano di intraprendere un’azione militare nei Paesi Bassi “per portare al rilascio di qualsiasi personale statunitense o alleato detenuto o imprigionato da, a nome di, o su richiesta del Tribunale Penale Internazionale” dell’Aia. Il governo olandese protestò. Senza alcun risultato. Gli Stati Uniti non hanno mai abrogato l’Invasion Act.

Pratiche come queste non sono certamente ciò che i combattenti americani contro il nazismo avevano in mente per l’Europa del dopoguerra. Sta mettendo la loro eredità alla vergogna.

Mi sembra che una potenza occupante abbia sostituito l’altra. Ma molti dei miei colleghi europei sembrano ancora negare. Per decenni sono stati nutriti a storie sul babau dell’est, prima dai nazisti, che hanno offerto i loro servizi per proteggere l’Europa dai bolscevichi, dal 1945 in poi dagli americani. E ora soffrono di una sorta di sindrome di Stoccolma.

Nel 1973 durante una rapina in banca, furono presi quattro ostaggi nel Campidoglio svedese di Stoccolma. Pur essendo messi in pericolo dai loro rapitori, formarono un’alleanza psicologica con i loro rapitori. Anche dopo essere stati rilasciati gli ostaggi continuavano a difenderli e non avrebbero accettato di testimoniare in tribunale contro di loro.

Gran parte dell’Europa è stata presa prigioniera dagli Stati Uniti, per così dire, e molti europei sono arrivati a credere che i loro rapitori siano in realtà i loro liberatori.

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 Articolo di Eric van de Beek pubblicato su Sputnik News il 7 maggio 2020
Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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