Prefazione del Saker: Proprio quando stavo per pubblicare l’intervista con Jeff J. Brown, ho ricevuto quest’email da Larchmonter445:
http://news.xinhuanet.com/english/2015-05/26/c_134269678.htm
Il consigliere di Stato cinese in visita Yang Jiechi (secondo da sinistra) e il Segretario del Consiglio russo Nikolai Patrushev (secondo da destra) partecipano alla undicesima tavola rotonda in materia di strategie di sicurezza tra Cina e Russia a Mosca, il 25 maggio 20155. (Xinhua/Jia Yuchen)
Yang, l’uomo seduto accanto alla interprete, è il capo dei Consiglieri per la Politica Estera, e spesso agisce da secondo Ministro degli Esteri. Ne nascondono l’importanza, parlando poco del suo portafoglio, della sua attività e delle sue interazioni. E’ una mente per quanto riguarda la formazione di strategie politiche.
Io la intendo come il primo abbozzo del prossimo SCO e di azioni contro l’Egemone che coordineranno in Iraq, Siria, Mar Nero, Mediterraneo e Pacifico, e anche in Pakistan ed Afghanistan. Le riunioni UFA saranno enormi. SCO e BRICS.
Questi qua sanno perfettamente di essere in un ottagono assieme a un drago di Komodo, l’Egemone. Non c’è modo di uscire, se non la vittoria. Se perdono, è la fine della loro civilizzazione.
Nel frattempo, George Soros lancia allarmi sulla possibilità di una guerra tra USA e Cina, condivisi da un influente giornale cinese.
In questo contesto, penso che l’intervista seguente sia quanto mai opportuna ed estremamente interessante. Sono infinitamente grato a Jeff per avermela concessa.
The Saker
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The Saker: Presentati e illustraci i tuoi collegamenti e la tua esperienza in Cina.
Jeff J. Brown: In questi sessantun anni ho imparato che venir fuori dal lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti, richiede grandi sforzi, umiltà e coraggio personale. Io sono ispirato dalla lettura dei percorsi delle altre persone alla scoperta della verità. Vi prego di consentirmi di condividere il mio.
Sono cresciuto in Oklahoma, USA, tra gli anni cinquanta e i sessanta. Pericolo Rosso. Rifugi antiatomici. Insegnanti che ci facevano fare esercitazioni, “Quando vedi un lampo di luce, abbassati e mettiti al riparo”. Lo Sputnik. La corsa allo spazio. Kennedy (finché non appresi che era stato un colpo di Stato). L’assassinio di Robert Kennedy e Martin Luther King (finché non scoprii che era stato lo” Stato nello Stato”). Il Vietnam. Sesso droga e Rock and Roll. Ho passato metà della mia vita in città e l’altra metà nella fattoria di famiglia a guidare il trattore, mietere il raccolto, pulire letame dai recinti degli animali, aiutare le pecore a partorire gli agnellini al gelo delle tre di mattina, cavalcare, cacciare e pescare – tutto ciò ha segnato indelebilmente la mia psiche. Sporcarsi le mani e vivere la scienza e l’arte dell’agricoltura fanno quest’effetto.
Ho preso una laurea di primo livello (Oklahoma State, 1976) e una di secondo (Purdue, 1978) in Scienze Animali, con l’idea che sarei tornato a casa a fare l’agricoltore. Ma venni adottato dalla comunità brasiliana a Purdue e imparai velocemente il portoghese, scoprendo di essere portato per le lingue (e anche per tutto lo studio necessario a impararle). Andai a cercare fortuna in Brasile come produttore di soia. Non riuscii a trovare nessuno che mi prestasse i soldi necessari a iniziare l’attività. Col senno di poi, mi è andata bene. Li avessi trovati, probabilmente la mia attività, che richiedeva la distruzione delle foreste pluviali e dell’ambiente mi avrebbe consentito di diventare ricco alle spese delle popolazioni indigene. A ripensarci, non è così che voglio passare la mia vita sul Pianeta Terra.
Il Brasile mi stimolò l’appetito di conoscere il mondo, Diventai un volontario dei Peace Corps, in Tunisia, come agente per l’estensione dell’agricoltura (1980-82), imparai a parlare, leggere e scrivere correntemente in arabo. Questa esperienza mi portò nel marketing agricolo internazionale in Africa e Medio Oriente (1982-90) In questo periodo, imparai il francese, conobbi la mia moglie parigina in Algeria nel 1988, da cui ci trasferimmo in Cina nel 1990.
Trascorremmo in Cina gli anni dal 1990 al 97, durante quelli che io chiamo “I Giorni di Deng, il Cowboy Selvaggio dell’Est”. Imparai correntemente il mandarino e ottenni la cittadinanza francese per naturalizzazione. Continuai a lavorare nel marketing agricolo (cosa che mi consentì di viaggiare a lungo nella Cina rurale) e costruii e gestii il primo panificio McDonald’s nel Paese. Le nostre due figlie sono nate durante questo nostro periodo in Cina. Inutile dire che questi sette anni sono una parte fondamentale della nostra vita.
In seguito, io e mia moglie abbiamo acquistato e gestito un negozio in Francia, per la precisione in Normandia (1997- 2001). Dato che me ne ero andato dagli USA nel 1980, ci ritrasferimmo in Oklahoma, in modo da poter passare del tempo coi miei genitori. Tornai negli Stati Uniti esattamente col primo volo (volo United da Parigi) a cui venne consentito di entrare nello spazio aereo americano, pochi giorni dopo l’undici settembre (ancora non si sapeva che fosse un colpo di Stato sotto falsa bandiera). Che modo simbolico di tornare a casa, per ciò che lasciava percepire.
L’America che avevo lasciato, e quella a cui ero tornato erano due Paesi diversi. Rimasi scioccato da quanto tutto fosse peggiorato, tutta la povertà dietro la facciata, quanto tutti fossero superficiali ed egocentrici, e quanto le persone fossero diventate reazionarie e isolazioniste. Tutto era diventato compra-compra-compra-me-me-me. Io e mia moglie, data le nostra esperienze eclettiche, eravamo visti come una specie di creature del Dottor Seuss, personaggi esotici di un altro pianeta. Non ci riuscivamo ad adattare, ma il periodo con la mia famiglia allargata fu fantastico. Tirammo su un grosso business nel mercato immobiliare e perdemmo tutto nel 2008, a causa della implosione della classe media determinata dalla corsa a “Salvare le Big Banks”.
Nel 2010 ci trasferimmo a Pechino per insegnare in scuole internazionali, portando con noi nostra figlia. Così come fu deprimente tornare in America nel 2001, fu altrettanto sconvolgente e ci lasciò a bocca aperta la Cina dopo quattordici anni di assenza. Wow! Ero desideroso di condividere cosa stava succedendo, quindi aprii un blog, conducendo nel frattempo ricerche molto estese. Dopodiché feci un viaggio in solitaria per la Cina, nell’estate del 2012, allo scopo di tirarne fuori un diario di viaggio che si trasformò nel mio primo libro, 44 Days, in cui i viaggi sono in effetti una metafora sulla scoperta della Cina nella storia e nell’attualità e su come si relaziona con l’Occidente. In seguito, iniziai a tenere la mia rubrica Reflections in Sinoland ( http://44days.net/44-days-blog/ ), che sarà edita in un e-book la cui pubblicazione è prevista per l’estate 2015. I miei trascorsi nelle classi scolastiche mi hanno ispirato a sviluppare un metodo per insegnare l’inglese, che ho appena pubblicato, Doctor WriteRead’s Treasure Trove to Great English.
In seguito all’elezione di Xi Jinping a presidente della Cina, ero, e sono tutt’ora, molto impressionato da lui, al punto da scriverne un romanzo storico, Red Letters – The Diaries of Xi Jinping, che sarà dato alle stampe nell’estate del 2016. Ha richiesto un enorme lavoro di ricerca, ma sto avendo la soddisfazione letteraria della mia vita.
Il mio percorso personale verso l’illuminazione riguardo al modo in cui funziona veramente il mondo, può essere simbolicamente descritto da una curva che si è vistosamente impennata negli ultimi anni. Nel 1972, se alla lotteria fosse uscito il mio numero, sarei andato patriotticamente in Vietnam. Quell’anno, votai per Richard Nixon, non per George McGovern. Lavorare e vivere con i braccianti agricoli per due anni nei Peace Corps e otto anni di viaggi per tutta l’Africa e il Medio Oriente mi hanno aperto gli occhi riguardo a come vive l’80% della popolazione mondiale. Avendo a che fare con l’agricoltura, in tutti i Paesi che ho visitato dovevo andare per lavoro fuori dalle grandi città nei loro dintorni, ho avuto così modo di vedere “la vera” Africa e “il vero” Medio Oriente. E’ stato molto istruttivo e mortificante.
Anche se percepivo le ineguaglianze e le ingiustizie ero ancora radicato nel mito della superiorità morale dell’America e della sua missione divina. Finché non tornammo negli Stati Uniti nel 2001 e vivemmo nel “Bush World” per nove anni, e iniziammo a vedere il marciume dell’impero. Ma ancora, ero ancorato alla nobiltà del processo “democratico” e all’opinione generale narcotizzante dei media mainstream. Ancora credevo che il New York Times e l’Economist fossero l’avanguardia del giornalismo.
Fu quando tornammo in Cina nel 2010, viaggiando, svolgendo ricerche e scrivendo che caddero tutte le patine che mi coprivano gli occhi. Da allora, ho passato migliaia di ore a studiare i genocidi, gli imperi, i crolli delle civiltà, la guerra, il colonialismo, il socialismo, il comunismo, il fascismo, le operazioni sotto falsa bandiera, lo Stato Profondo, ecc. (si veda http://44days.net/?p=1828 ).
Mi ero arreso riguardo agli USA, ma avendo la doppia cittadinanza franco-americana, ancora coltivavo l’illusione che l’Europa, con il suo socialismo, la Dichiarazione dei Diritti Umani dell’ONU e le lezioni apprese in seguito a due guerre mondiali, fosse la grande speranza di un recupero morale dell’umanità. E quindi, come una specie di uragano Katrina amplificato, arriva il genocidio della junta in ucraina. Per mesi, ho guardato con orrore morboso (e continuo ancora oggi a farlo) il volto terribile del fascismo non solo americano, ma anche europeo. Il mio totale disgusto e la delusione nei confronti della terra dei miei antenati, L’Europa, la espressi amaramente in un articolo di settembre 2014 (si veda http://44days.net/?p=1938 ).
Quindi, adesso mi è tutto chiaro, il colonialismo occidentale, le operazioni sotto falsa bandiera e le rivoluzioni colorate non si sono mai interrotte dal 1492. I metodi e gli strumenti per la destabilizzazione, lo sfruttamento e l’estrazione delle risorse si sono semplicemente adattati. L’Impero, con il suo capitalismo, la sua guerra e il suo fascismo è un’Idra a tre teste, ed è insaziabile.
E’ in corso uno scontro titanico per l’anima dell’umanità, la sopravvivenza della nostra specie nel ventunesimo secolo, tra l’Impero Occidentale e la Cina, la Russia, i BRICS, ALBA [ALternativa Bolivariana para las Americas, NdT], CELAC [Comunidad de Estados LAtinoamericanos y Caribeños, NdT] e NAM [Non-Aligned Movement, NdT]. E’ Xi, Putin, Maduro, Castro, Correa, Kirchner, Zuma, Afwerki e tutte le centinaia di leader che l’Occidente ha assassinato o deposto, contro Obama, Cameron, Hollande, Merkel, Abe e le loro migliaia di satrapi nella corte sacra del potere imperiale.
Al mondo servirebbero un milione di altre voci come quella del Saker, di Pepe Escobar, di Andre Vltchek, di Kevin Barrett, di Rory Hall, di Dave Kranzler, del Greanville Post, e dei numerosi altri giornalisti e scrittori coinvolti in questa lotta mondiale per la sopravvivenza ultima dell’umanità. E’ un onore prestare la mia voce al punto di vista del popolo cinese e dei suoi leader, per questi ultimi uso il nomignolo Baba Beijing.
The Saker: In Occidente si sa molto poco di Xi Jinping (Larchmonter445 mi ha mandato un grosso libro dal titolo “On Ruling the State” con settantanove articoli di Xi, ma per quello che ne so io, non è mai stato tradotto in inglese). Come descriveresti l’uomo, le sue idee e i suoi obiettivi? Che tipo di persona è Xi?
Jeff J. Brown: Se uno fa parte delle élite occidentali, delle loro forze armate e/o dello Stato Profondo, dovrebbe essere, molto, ma molto preoccupato da quando Xi Jinping è al potere (lo stesso dicasi per Putin in Russia). Per capire meglio Xi, è utile conoscere qualcosa del padre, essendone Xi il degno erede.
Xi Zhongxun fu un rivoluzionario sin da giovane. A quattordici anni fu imprigionato per aver tentato di avvelenare un insegnante che lui e i suoi compagni di classe ritenevano essere un lacchè delle potenze coloniali straniere. Nel 1928 si iscrisse al Partito Comunista Cinese, a soli quindici anni. Un’adolescenza piuttosto ricca di presagi.
Xi Zhongxun fu anche un condottiero militare di successo nell’Esercito Popolare Cinese, ed aveva grandi doti manageriali ed organizzative. Se non ci fosse stato lui a organizzare le operazioni nella Provincia di Shaanxi Province, dove Mao & Co. Arrivarono dopo la fine della Lunga Marcia nel 1935, l’Esercito Popolare non sarebbe stato in grado di sconfiggere i fascisti giapponesi, il Kuomintang, e a cacciare le forze coloniali occidentali, arrivando alla fine alla liberazione nazionale nel 1949.
Il papà di Xi e sua madre Xi’s, Qi Xin, erano totalmente devoti alla causa del partito e della Rivoluzione Comunista Cinese. I genitori di Xi hanno sostenuto sforzi erculei e sopportato amari sacrifici personali per il Partito e il loro Paese. Per tutte le loro vite, combatterono per la causa del socialismo per le masse cinesi, nonostante vennero sottoposti a purghe, imprigionamento (il padre) e mandati ai lavori forzati nei campi (la madre), nel periodo 1962-1976.
Il padre di Xi era anche molto empatico, dato che era un mediatore e negoziatore di successo nella Cina occidentale, prima e dopo la liberazione nel 1949 con le locali popolazioni tibetane e gli Uiguri musulmani. Il padre di Xi evitò per quanto possibile spargimenti di sangue e gli aspetti più violenti della rivoluzione. Fu il padre di Xi ad essere mandato da Deng Xiaoping nella Provincia di Guangdong, al confine con Hong Kong nel 1978, per disinnescare il crescente malcontento dei locali che chiedevano a gran voce l’ammissione oltre il confine, in cerca di un lavoro e di un migliore stile di vita. Fu il padre di Xi, non Deng, che ebbe la brillante idea di creare una piccola Honk Kong nel Guangdong, dove le masse potevano lavorare e realizzare i propri sogni. Così vennero approvate dal Congresso Nazionale del Popolo, dal Comitato Centrale, dal Politburo e da Deng Shenzen e le altre Special Economic Zones (SEZ). Deng & Co. non avevano soldi, ma avevano il potere di rendere legali le SEZ di Xi. Il resto è storia.
Il padre di Xi’s fu anche un uomo dalle ottime letture ed estremamente erudito. La loro casa era piena di libri letti e riletti. Xi Jinping venne mandato nelle campagne nel 1969, per lavorare come bracciante per sette anni durante la Rivoluzione Culturale. Xi ha svolto lavori da spezzarsi la schiena e a piedi nudi e ha imparato a convivere con pulci e pidocchi, nel mentre coltivava la sua nascente leadership e le sue abilità manageriali. Arrivò con scatole di libri del padre per fargli compagnia. Passava molto tempo, specialmente la sera sotto una lampada a kerosene a leggerli ai suoi vicini meno istruiti dei villaggi agricoli.
Ad oggi, Xi Jinping è forse uno dei leader mondiali con le migliori letture, avendo letto e tuttora continuando a leggere centinaia di classici russi, greci, francesi, tedeschi, inglesi, spagnoli e americani (letterari e saggisti), tutti gli enormi canoni dei lavori cinesi, ed è anche in possesso di una conoscenza estremamente approfondita degli scritti Marxisti-Leninisti-Maoisti. Xi ha anche conseguito una laurea in Teoria e Legge Marxista, nel periodo 1998-2002, quando era governatore del Fujian. Non smette mai di leggere e imparare, affermando che è la sua più grande passione personale.
Va inoltre notato che Xi Jinping, come il padre è un militare. E’ stato nell’Armata Popolare di Liberazione dal 1980, dove ha detenuto posizioni di comando di alto livello ovunque fosse andato nei trentacinque anni della sua carriera, sia a livello locale, che provinciale e infine nazionale. Sua moglie, la famosa cantante rivoluzionaria Peng Liyuan (canta canzoni popolari russe come una madrelingua), è stata per tutta la vita membro delle forze armate cinesi. Come il padre e la madre di Xi, lui stesso e Peng sono fieri soldati e comunisti cinesi fino in fondo.
Infine, come il padre, che ha provato gli alti e bassi della condizione umana, le vaste esperienze di vita di Xi Jinping e la sua empatia, ne fanno un eccellente giudice dei caratteri, che è un tratto essenziale della leadership. Come presidente e comandante in capo delle forze armate cinesi, è coinvolto nella scelta di centinaia di partecipanti a svariati gruppi decisionali, ed è molto abile nello scegliere le persone giuste e nel rimuovere quelle che non raggiungono gli obiettivi.
Quindi, Xi, dalla nascita è stato impregnato di tutto questo. Pur essendo un figlio privilegiato, a causa della leggendaria figura del padre nella storia moderna della Cina, i suoi genitori gli hanno insegnato e hanno fatto in modo che provasse l’empatia, la frugalità, la semplicità, l’umiltà, il lavoro duro, il sacrificio, la ragionevolezza, la tolleranza verso le differenze delle altre persone e la sete per la conoscenza, la lealtà verso il proprio Paese, la Rivoluzione e il Partito. Se tutto ciò suona molto come Buddismo-Taoismo-Confucianesimo, beh, quando Xi era nella provincia di Fujan tra il 1985 e il 2000, era in contatto con molti visitatori taiwanesi, e, pur da ateo convinto, Xi, si interessò molto agli antichi fondamenti della società cinese, di cui tutt’ora la vita del popolo taiwanese è riccamente impregnata. Oggi Xi sta tornando a questa pietra angolare tripartita della civilizzazione cinese, nell’evocare il suo “moderatamente prospero” Sogno Cinese (in maniera molto simile a quanto fatto da Putin con l’Ortodossia Russa), e per temprare le proprie opinioni decisamente anti Impero Occidentale.
Di recente, a differenza del padre che ha sempre preferito lavorare nell’ombra, Xi Jimping sta rimostrando di saper padroneggiare con maestria i media e le pubbliche relazioni. Utilizza abilmente TV e stampa a vantaggio del Partito. I suoi libri sono tradotti in svariati linguaggi e The Governance of China, ha già venduto quattro milioni di copie all’estero. Anche The Chinese Dream of the Great Rejuvenation of the Chinese Nation, è disponibile per il mercato internazionale.
Tutti i suoi libri e i suoi discorsi sono disponibili gratuitamente tramite una App telefonica in Cina. Durante il Capodanno Cinese, il partito ha prodotto tre brevi cartoni animati, diventati virali, che ritraggono Xi che ripulisce il Paese dalla corruzione e che lavora per le masse affinché realizzino il Sogno Cinese e Il Grande Ringiovanimento della Nazione Cinese. Sua moglie, Peng Liyuan e il premier Li Kegiang, saggiamente supportano Baba Bejing sia nel loro Paese, sia in giro per il mondo. Nessun altro leader cinese moderno, a eccezione di Mao, ha utilizzato i media con la stessa maestria di Xi.
Come ho detto in svariate trasmissioni radiofoniche e in vari articoli, l’Occidente non ha una risposta a Xi Jinping (né a Putin, sotto quest’aspetto). Il mondo è ufficialmente nell’ Era di Xi (e possiamo anche aggiungere nell’Era di Putin). Queste affermazioni possono essere rimpolpate in tutti i loro affascinanti dettagli, dalla sua nascita fino a oggi in Red Letters – The Diaries of Xi Jinping (comprese tutte le riunioni e le telefonate tra Putin e Xi).
The Saker: Larchmonter445 e anch’io vediamo la nuova relazione che si sta costruendo tra Cina e Russia come una simbiosi. Larchmonter445 parla di una “doppia Elica” e io la chiamo “simbiosi”. Secondo me, questa relazione simbiotica tra due imperi/civilizzazioni/superpotenze è qualcosa di unico e probabilmente uno degli eventi più importanti nella storia universale. Pensi che esageriamo nell’importanza che attribuiamo a ciò che Putin e Xi hanno messo in moto, o no? Se sì, come caratterizzeresti e valuteresti il tipo di relazione che si sta costruendo tra Russia e Cina?
Jeff J. Brown: Pur provenendo da retroterra e civilizzazioni molto differenti, Putin e Xi hanno molto in comune filosoficamente, poiché molti dei sunnominati valori umani trascendono le culture. La chiave è: se i leader popolari scelgono di seguire i loro popoli, e chiaramente quelli occidentali non lo hanno fatto negli ultimi cinque secoli. Io penso che sia chiaro che Xi e Putin stanno provando a cambiare le sordide dinamiche del colonialismo occidentale e stanno lavorando fianco a fianco per rendere il ventunesimo secolo diverso dal passato.
Putin e Xi evidentemente si piacciono e si rispettano l’un l’altro come persone e come leaders, ma entrambi i Paesi e i loro popoli hanno molti in comune. Sì, la Russia e la Cina hanno commesso genocidi, nella loro espansione attraverso la Siberia, e dai bacini dello Yangtze e del Fiume Giallo, rispettivamente, per creare i loro confini “naturali”. Ma oltre alla colonizzazione cinese del Vietnam dal 100 AC fino al 900 DC, nessuno dei due Paesi si è lanciato in conquiste per il pianeta come hanno fatto l’Europa e dopo l’America e Israele, divorando come cavallette tutto nei loro percorsi di colonie e insediamenti.
Inoltre, Cina e Russia hanno fondamenti spirituali che sono diversi da quelli Cattolici/Protestanti/Ebraici dell’Occidente, con le tre religioni in una cinese di cui abbiamo parlato prima e la Chiesa Ortodossa Russa. Sì, la Russia ha le mani sporche per aver colonizzato la Cina assieme agli Occidentali nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo, ma entrambi i Paesi possono vicendevolmente simpatizzare per essere stati costantemente invasi: Mongoli, Giapponesi ed Europei. Entrambi hanno avuto un enorme impatto sulla filosofia, la letteratura, le arti e la musica mondiali. Entrambi i Paesi hanno lingue non latine, che sono difficili da imparare per gli stranieri, rendendo le connessioni culturali con il resto del mondo molto più difficili. Ironicamente, devono utilizzare un linguaggio imperiale europeo per comunicare con gli stranieri, o perfino tra di loro.
Se si apprezzano tutte queste comunanze, è una interessante riflessione storica chiedersi cosa sarebbe successo se Mao e Krusciov non avessero avuto quella famigerata e alla fin fine disastrosa divergenza nel 1960. Si pensi solo alle possibilità per il mondo se si fossero uniti contro l’Occidente, specialmente adesso che sappiamo che Krusciov era un Gorbaciov ante litteram e che lavorava instancabilmente con John Kennedy per la pace mondiale dietro le quinte, fino al colpo di Stato dello Stato Profondo americano a Dealey Plaza, tre anni dopo.
Quindi, in effetti, l’alleanza Putin-Xi-Russia-Cina non è un’anomalia. E’ solo stata rimandata per cinquantacinque anni.
The Saker: C’è stata una copertura mediatica sorprendentemente ridotta in Occidente riguardo alla nuova Partnership Strategica Russo Cinese (RCSP Russian Chinese Strategic Partnership) e quando se ne è parlato, fondamentalmente si è parlato dell’albero senza nominare la foresta, volendo con ciò dire che i contratti tra i due Paesi sono stati citati, sono state descritte le manovre militari congiunte, e sono persino stati rilasciati alcuni commenti riguardo a un “riavvicinamento” tra i due Paesi. Ma le stupefacenti implicazioni di due Paesi che sostanzialmente si uniscono fianco a fianco in termini economici e militari non vengono mai discussi in Occidente. Qual è stata la copertura di questa simbiosi in Cina? La maggior parte dei Cinesi lo sa che Putin e Xi hanno sostanzialmente reso i loro Paesi interdipendenti?
Jeff J. Brown: Se si parla con qualunque Cinese per strada, conoscono perfettamente lo spartito, Russia buona, America cattiva. In questo momento, l’Europa Occidentale ha un trattamento di favore nella maggioranza dei casi, nei media. Lo stesso vale per Putin & Co. Penso che Baba Bejing speri che l’Europa, in special modo la Germania, spezzi le catene della sua schiavitù demoniaca allo zio Sam, ed emerga dal lato oscuro. E’ ancora argomento molto aperto al dibattito, specialmente dopo i vergognosi crimini di guerra e contro l’umanità che stanno avvenendo in Ucraina e adesso in Macedonia e in Serbia, e Gladio, e la NATO, e la Grecia e la questione NSA/MI6/BND – ho dimenticato qualcosa?
Ogni volta che Putin e Xi parlano al telefono, ogni riunione tra i loro ministri degli esteri, Sergei Lavrov e Wang Yi, qualunque dignitario russo arrivi in Cina per una visita ufficiale, tutte le volte che Baba Bejing manda qualcuno in Russia per un tête-à-tête, ogni accordo chiuso – tutto viene riportato in Cina in prima pagina. Il 9 maggio, la parata di Mosca per il 70° Anniversario della Grande Vittoria, con Xi seduto alla destra di Putin, a guardare assieme l’esercito cinese che marciava fieramente nella Piazza Rossa è stato il culmine di diciotto mesi di attività di promozione da parte di Baba Bejing nella consapevolezza dei Cinesi, delle loro comunanze con i Russi, nella vittoria sul fascismo. Questa nuova consapevolezza verrà portata ad altezze stellari a Pechino, il 3 settembre, quando Putin siederà con Xi a piazza Tienanmen, quando la Cina celebrerà il proprio settantesimo anniversario in una nuova festa comandata, che celebrerà la “Vittoria nella Guerra di Resistenza contro l’Aggressione Giapponese e il Fascismo Mondiale”. Con l’inserimento del nome del Giappone nella nuova festa, Baba Bejing, sta quasi diffidando i leader occidentali dal partecipare alla parata, unendo ulteriormente il ruolo peculiare che hanno avuto Cina e Russia nella storia della Seconda Guerra Mondiale. In effetti, questa non è una festa solo russa, ne è solo Cinese. E’ una vittoria collettiva loro e dei loro popoli. L’importanza di queste due parate, la massiccia dimostrazione di forza militare e solidarietà in faccia all’Impero Occidentale, non può essere sottaciuta.
The Saker: Ci sono pochi dubbi che gli USA hanno fatto tutto il possibile per alienarsi e inimicarsi la Russa. Per quanto riguarda l’Europa, ha dimostrato ampiamente alla Russia di essere una colonia americana senza diritto a una propria opinione o a una propria politica. Pertanto il ri-direzionamento russo verso Est, Sud e Nord è abbastanza facile da spiegare. Ma cosa ha motivato la Cina a unirsi alla Russia in questo tipo di relazione simbiotica? Non hanno forse gli USA molto più da offrire della Russia?
Jeff J. Brown: Sia i governanti russi, sia i cinesi conoscono il classico dell’Ammiraglio Alfred Mahan The Influence of Sea Power upon History, 1660–1783 (1890). La tesi che sostiene è semplice: controlla i mari attorno alla Russia, alla Cina e al resto dell’Eurasia/Medio Oriente, e controllerai le risorse umane e naturali del più grande continente della terra. Quindi, nella Russia degli anni novanta, e con l’enorme sviluppo economico cinese, entrambe le parti hanno visto la luce (in effetti, finché Putin è stato eletto Primo Ministro/Presidente nel 1999-2000, Nursultan Nazarbaev del Kazakistan aveva letto Sea Power). Dapprima indipendentemente, e in seguito assieme, Russia e Cina hanno scritto in modo informale il loro manifesto Eurasiatico: l’Impero Occidentale può controllare i mari attorno a noi, ma non possono controllare l’enorme estensione del nostro continente, se noi non glielo permettiamo. E così, sono diventate parte del lessico e della loro visione dell’Asia, organizzazioni come le cinesi Shanghai Cooperation Organization (SCO), Belts and Roads Initiative (B&R), e le russe Collective Security Treaty Organization (CSTO) Eurasian Economic Union (EEU)
Gli stranieri ridono quando glielo dico, ma semplicemente ai Cinesi non piace l’Occidente. E con l’America alla testa della vipera dell’impero, lo zio Sam si classifica all’ultimo posto. I Cinesi conoscono la storia meglio degli Occidentali. Non dimenticheranno mai il loro Secolo di Umiliazione, 1840-1949, quando la Gran Bretagna e gli Stati Uniti si impegnarono in quella che è definita come “la più grande e duratura attività criminale della storia universale” – la schiavizzazione della popolazione cinese con l’oppio. Assieme alle potenze coloniali europee, passarono poi al furto delle riserve d’argento della nazione e al saccheggio delle sue risorse agricole, minerarie, forestali e umane.
Quando nel 1865 venne abolito il commercio degli schiavi negli Stati Uniti, furono gli Americani a portare questo modello di business favolosamente profittevole in Cina, dove si stima che la navi da guerra americane abbiano sequestrato e reso schiavi, un milione di “Coolies” cinesi, venduti poi per tutto il Nuovo Mondo. Gli Americani continuarono a rastrellare schiavi a scopro di lucro, finché non furono svergognati e spinti a smettere nel 1874.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Americani, rifornirono il corrotto Chiang Kai Shek di miliardi in denari e armi (molte delle quali lui rubò o vendette ai Giapponesi), per combattere l’Esercito Rosso di Mao. In seguito gli USA si assicurarono che Chiang e il suo Kuomintang mafioso riuscissero a rifugiarsi a Taiwan, che sarebbe diventato la “vera” Cina per l’Occidente.
Sin dalla liberazione nel 1949, fino ad oggi, gli USA hanno incessantemente tentato di destabilizzare e rovesciare il governo Comunista Cinese, tramite Taiwan, il Tibet, lo Xinjang, la Birmania, il Vietnam, il Giappone, la Corea e così via.
Cosa dovrebbe piacere dell’Ovest, e specialmente degli Usa a un Cinese?
The Saker: Recentemente hai registrato tre programmi radiofonici molto interessanti riguardo a Cina e Russia (si veda qui http://44days.net/?p=2439, http://44days.net/?p=2451 e http://44days.net/?p=2493). Potresti riassumerci cosa pensi che i cinesi vogliano dalla loro relazione con la Russia a medio/lungo termine? Sebbene i due Paesi non si fonderanno per formarne uno solo, o anche solo per formare una confederazione, pensi che la Cina sarebbe interessata a partecipare all’Unione Eurasiatica, o a negoziare un qualche genere ci accordo di apertura dei confini con la Russia?
Jeff J. Brown: Prima ho parlato di CSTO, EEU, SCO e B&R. I primi due sono ispirati dalla Russia, gli ultimi due sono Cinesi. La prima delle due coppie ha un orientamento militare/strategico. La seconda è più rivolta agli affari. Nel corso del suo viaggio a Mosca per incontrare con Putin a Maggio, Xi ha incontrato anche Nazarbaev in Kazakistan e il presidente della Bielorussia Lukashenko. La stampa cinese ha riferito che tutti loro avrebbero discusso della possibilità di sintetizzare tutte queste organizzazioni in una entità olistica. Ovviamente, entrambe le parti vogliono la propria influenza, ma io sono sicuro che riusciranno a trovare una quadra. Hanno la Sesta Flotta americana al largo delle coste russe e cinesi, gli Stati Uniti stanno militarizzando il Giappone, per minacciarle entrambe, per non parlare delle batterie di missili NATO puntate su di loro dall’Europa.
Per quanto riguarda le relazioni al confine Sino-Russo, i ponti e i varchi ferroviari sono aperti. Proprio questa settimana, la Cina e la Russia hanno proposto la creazione di una linea ferroviaria veloce tra la Provincia di Jilin in Manciuria e Vladivostok. Si sta realizzando il più grande progetto ingegneristico nella storia umana, l’oleodotto per il trasporto di petrolio e gas tra Russia e Cina. Tutto questo continuerà a intensificarsi e a diversificarsi. Anche se non penso che vedremo un trattato di Maastricht, con la libertà di movimento delle persone da una parte all’altra dei confini, vedo possibile un giorno in cui Russia e Cina abbiano in confine come quello tra Canada e USA: nessun visto, registri il tuo passaporto e attraversi la dogana all’andata e al ritorno. Penso che anche la Mongolia farà parte di quest’accordo.
The Saker: Russia e Cina hanno dato vita a delle esercitazioni militari che non hanno precedenti, ed è stato consentito a ufficiali cinesi di avere accesso a posti di comando strategici russi. Ammiragli russi e cinesi hanno redatto rapporti congiunti a Xi e a Putin nel corso di una videoconferenza organizzata dalle forze armate russe. La Russia adesso fronteggia una minaccia diretta da parte di USA e NATO in Europa, mentre la Cina è minacciata dagli USA da Giappone, Taiwan, Corea e sulle isole Spratly. Se davvero si arrivasse ad un vero scontro, a una guerra tra USA e Russia, o tra USA e Cina, ti aspetti che la Russia e la Cina accetteranno di essere coinvolte e sostenere attivamente il loro alleato contro gli USA?
Jeff J. Brown: Gran domanda, Saker. Se gli Stati Uniti colpissero la Cina o la Russia per primi, sarebbe probabilmente la Terza Guerra Mondiale, e l’organizzazione umana che conosciamo oggi, cesserebbe di funzionare. Anche se non c’è stato nessun annuncio, di un patto d’alleanza, non abbiamo modo di sapere cosa Russia e Cina abbiano concordato in segreto. E’ anche possibile che Cina e Russia abbiano fatto arrivare per canali riservati alla NATO il messaggio “se fai casino con uno di noi due, devi vedertela anche con l’altro”. Mi sono sempre chiesto se questo non sia effettivamente successo, vista la riluttanza americana a spingere fino in fondo il confronto in Ucraina o nel Mar Cinese Meridionale. L’aiuto di Russia e Cina, potrebbe non implicare necessariamente un’azione militare. Basterebbe che usassero la loro tecnologia e i loro trucchi del mestiere per neutralizzare i satelliti, i radar, le comunicazioni e i sistemi informatici, ecc. della NATO. O uno dei due potrebbe iniziare a vendere la montagna di debito pubblico USA in suo possesso. In effetti, entrambi potrebbero aver detto a Obama che, se si spinge troppo avanti, loro cominceranno a vendere i loro bond. Una famosa frase di Napoleone Bonaparte dice che è il creditore ad avere in mano il gioco.
Cosa succederebbe se la Russia sentisse la necessità di intervenire militarmente nel Donbass, o se gli Americani riuscissero a spingere i Giapponesi o i Taiwanesi a fare qualcosa di veramente stupido? O se, naturalmente si tentasse con un metodo storico di manipolazione, una grossa, grassa false flag in entrambe le regioni, per ottenere il risultato desiderato? Immagino che lo scopriremmo nel modo peggiore. Ma pensiamo in questo modo alla cosa: l’intera costruzione di B&R/SCO-EEU/CSTO e tutto il suo tremendo potenziale e le sue sinergie si dissolverebbero se Cina o Russia cadessero contro l’Impero Occidentale. Se tu fossi Putin o Xi, te ne staresti lì e permetteresti che il ventunesimo secolo e l’umanità venissero gettati nelle fogne?
Di nuovo, coinvolgere entrambi probabilmente significa Terza Guerra Mondiale, e sappiamo cosa scriveranno i libri di storia, se sarà sopravvissuto qualcuno che potrà farlo. Ad essere veramente spaventoso riguardo a tutte queste riflessioni, è il fatto che mentre Putin e Xi stanno tenendo la testa bassa e si stanno prendendo cura degli affari del continente asiatico e del pianeta, l’America e arbitrariamente spericolata e fuori controllo. Lo zio Sam è come un tossico in overdose da metedrina, a cui viene dato PCP. Mi dà i brividi.
The Saker: E’ abbastanza ovvio che a Cina e Russia serve la de-dollarizzazione dell’economia mondiale, ma contemporaneamente non vogliono innescare un crollo così catastrofico che distruggerebbe anche le loro economie. Ciò è tanto più vero per la Cina che ha pesantemente investito nell’economia americana. La Russia sta provando a tirarsi fuori lentamente e dolcemente dai mercati dollaro-centrici. Cosa sta facendo la Cina? Credi che ci siano dei piani per “de-Walmartizzare” l’economia cinese, o ancora troppo presto per farne?
Jeff J. Brown: Ammettiamolo, Saker, il collasso del dollaro potrebbe facilmente scatenare la Terza Guerra Mondiale. Sarà un cataclisma tremendo. E quando succederà, Israele sa che può iniziare a contare i giorni in cui le porte di Gerusalemme passeranno di mano per la quarantacinquesima volta. In quella città si manifestano cinquemila anni di storia. Israele è fuori controllo per lo meno quanto lo sono gli USA, forse perfino di più. Le loro due o trecento bombe atomiche non dichiarate farebbero un macello di Madre Terra e ciò che loro iniziassero scatenerebbe di sicuro la Terza Guerra Mondiale, con tutte le deprimenti conseguenze del caso.
Quindi, penso che Baba Beijing, come chiunque altro nel mondo, Russia compresa, speri che il castello di fumo, specchi e carte occidentale possa continuare a funzionare il più a lungo possibile, Perché? Perché come formiche che creano riserve per l’inverno, BRICS, CELAC, NAM e tutte le altre coalizioni anti-Impero, stanno lavorando febbrilmente per organizzare, pianificare, attuare, finanziare e istituire quante più entità, patti e accordi possibile, per ammorbidire l’Armageddon economico finale. Grandi esempi sono il CRIFT (anti- SWIFT) sino-russo, l’UCRG (in funzione anti-big three agenzie di credito) la New Development Bank (NBD) di matrice BRICS, la Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), il Banco del Sur, PetroCaribe e tutto il resto. Proprio oggi, la Cina ha annunciato che sta mettendo su il più grosso fondo in oro (16,1 miliardi di dollari), con una partecipazione di sessanta Paesi, per sviluppare l’estrazione e il commercio dell’oro, dove se non attraverso la Via della Seta continentale, che il fantasma dell’Ammiraglio Mahan può controllare soltanto nei propri sogni?
Riguardo alla auto “de-Walmartizzazione“ dell’economia cinese: ironicamente, per superare la necessità di far crescere un’economia basata sull’export e sugli investimenti di capitali, Baba Bejing, sta facendo tutto quanto è in suo potere per aumentare il consumo interno. Da un punto di vista ambientale, con un miliardo e trecento milioni di cittadini, è piuttosto spaventoso pensare che i Cinesi provino ad imitare il modello USA di sovra-consumo da golosi. Ma le parole chiave nel Sogno Cinese di Xi, sono “una società socialista moderatamente prospera”. Io credo che Xi, con tutta la sua educazione alla frugalità e alla semplicità paragoni il modello di consumismo sfrenato americano a una moderna Sodoma e Gomorra. Dopo i trentacinque anni dell’Era Deng, con il suo materialismo crasso in stile americano, Xi sta creando un nuovo percorso filosofico per la nazione cinese: il mantra molto buddista secondo cui “meno è più”. Una moto d’acqua, una Harley, un SUV nel tuo garage a tre posti non ti daranno la felicità e la pace interiore, neanche l’ultimo modello di BMW o le borse Hermes.
The Saker: Che ruolo gioca l’India in tutto questo? All’apparenza ci sono ancora molti sospetti in India riguardo alle reali motivazioni dei Cinesi, non solo riguardo al “Tibet del Sud” e a questioni di confine, ma anche riguardo al sostegno cinese al Pakistan e a un generale timore che la Cina possa usare la propria forza militare, come fece nel 1962 e nel 1967. Quali sono, secondo la tua opinione, gli obiettivi cinesi nei confronti dell’India. La Cina nutre ancora velleità espansionistiche nei suoi confronti? I sospetti indiani hanno una fondamento reale? E inoltre, Russia India e Cina fanno parte dei BRICS. E’ mia impressione che per la Russia sia un obiettivo strategico di primaria importanza l’ottenimento di un accordo di pace complessivo e di lungo termine tra Cina e India, dato che le tensioni tra di esse giocano solo a favore dell’Impero USA. In modo analogo, mi sembra che per la Cina sarebbe di gran lunga più importante ottenere un accordo di pace complessivo e di lungo termine con l’India che risolvere stupide questioni di confine e supportare il Pakistan. Interpreto correttamente la situazione, o mi manca qualche dettaglio? Pensi che la Russia e gli altri Paesi BRICS abbiano i mezzi per spingere Cina e India oltre la loro attuale relazione “fredda e cauta” verso una vera alleanza? Che genere di relazione con l’India vorrebbe la Cina?
Jeff J. Brown: L‘India è veramente la domanda da 64.000 dollari, pardon, yuan/rubli, vero? Dobbiamo tornare indietro alla storia del dopoguerra per avere la giusta prospettiva. Il confronto tra Cina e India da allora, non è altro che uno studio di contrasti. L’India ha ottenuto la sua indipendenza nel 1947, due anni prima della Cina. Era (ed è ancora) la più grande democrazia “occidentale” del mondo. La liberazione della Cina ha lanciato uno dei più grandi esperimenti della storia umana per quanto riguarda la rivoluzione politica, sociale ed economica. L’India era il Gioiello della Corona dell’Impero Britannico, con delle buone infrastrutture, un’amministrazione funzionante, istituzioni e “società civile”, quanto meno tra l’élite istruita, che contribuirono a governare il Paese durante i trecento anni di dominio coloniale inglese.
Mao ereditò un girone infernale del diciannovesimo secolo, devastato, con tossicodipendenza e quasi privo di infrastrutture, ad eccezione di quelle che i colonizzatori costruirono per importare l’oppio e per portar via i loro bottini. Il Rajah britannico si assicurò di lasciarsi dietro un seguito di tensioni e di contrasti religiosi, favorendo la secessione del Pakistan e creando confusione nell’attribuzione dei confini tra Cina, India e Pakistan. Gli Usa si assicurarono che i Comunisti avessero la loro anti-Cina, aiutando Chiang Kai-Shek e il suo Kuomintang fascista a fuggire e stabilirsi a Taiwan. Entrambe avevano vaste estensioni di terra e popolazioni enormi per fare crescere le proprie economie.
Prima che Russia e Cina ponessero fine alle loro divergenze nel 1989, Deng Xiaoping pronunziò la famosa frase secondo cui, se il ventunesimo secolo sarebbe dovuto essere il secolo dell’Asia, allora Cina e India avrebbero dovuto collaborare affinché ciò accadesse. Ma non andò così, almeno fino ad oggi, no? L’India ha avuto ciò che i Francesi definiscono una rivoluzione “caviale e champagne” in cui l’élite coloniale indiana prese il posto degli Inglesi. Lord Mountbatten, il viceré uscente designò primo ministro Jawaharlal Nehru, Mr. Indian Establishment, per nomina reale di Giorgio VI. La gerarchia coloniale e tutte le sue istituzioni in gran parte sopravvissero, solo che ora erano gestite dall’élite indiana. Il sistema sclerotico e corrotto, restò al proprio posto..
Confrontalo con la dittatura popolare cinese, in cui Mao e i Comunisti ripulirono il palazzo politicamente, economicamente e socialmente. Cacciati i compradores coloniali, e i cani al servizio dei capitalisti, si volle condurre la Cina in piedi, alta e fiera dal diciannovesimo al ventesimo secolo in una generazione senza alcun aiuto da parte dell’Occidente. E ci riuscirono, con enorme successo per tutto il Paese (si ascolti http://44days.net/?p=2386 per questa fantastica storia). L’Era di Mao, trasformò la Cina e migliorò sensibilmente la vita della grande maggioranza del popolo, mentre la “Democrazia Occidentale” indiana annaspava economicamente e politicamente, andando da un primo ministro all’altro come la cacca attraverso un’oca.
E’ stata una pillola amara da ingoiare per gli Indiani. E lo era già prima dell’era Deng, con la sua crescita a doppia cifra e un’altra rivoluzione economica e sociale, che la storia del mondo non aveva conosciuto sino ad allora, e probabilmente non vedrà mai più. Dunque, è facile comprendere perché gli Indiani sono un pochino irritabili se vengono proposti confronti coi Cinesi e perché è facile che si arrabbino. E’ semplicemente la natura umana.
Di recente si erano create ulteriori frustrazioni, con l’Espresso Xi-Putin-Cina Russia che volava a velocità da rotta di collo. Non era forse la Russia l’amico di lunga data? Che sta succedendo? Ancora una volta, gli Indiani si sentivano feriti dai Cinesi. In ogni caso, spesso tutto è riconducibile alla leadership e l’India finalmente sembra avere un primo ministro degno di questo nome. Qualcuno che può imporsi nel campo geopolitico per sostenere la posizione dell’India. Mr. Narendra Modi. Con il reggimento di granatieri indiani che marciava fianco a fianco all’Esercito Popolare Cinese a Mosca il 9 maggio, gli scambi di visite tra Xi e Modi, la visita di Stato di Putin a Delhi e la visita di Modi programmata nei prossimi mesi di quest’anno, sembra che finalmente la visione di Deng si sia realizzata. L’Impero Occidentale è ancora un gigante pericoloso che minaccia il mondo. Sono sicuro che Deng sorrida nella propria tomba, sapendo che il suo sogno riguardo alla Cina e all’India adesso include il fratello perduto nella rivoluzione socialista, la Russia.
Ma non sarà così facile, Il Rajah britannico ha lasciato quella terribile situazione ai confini tra Cina e India e Pakistan proprio a questo scopo. Cina e India hanno già avuto una guerra di confine nel 1962, vinta dai Cinesi. Ahia! Ancora altri ego indiani feriti. Ma l’India pareggiò riprendendosi Sikkim nel 1967. Il fatto che la religione alimenti il contrasto, rende la questione ancora più difficile da trattare. Gli Indù credono che la mappa dell’India sia nella forma del Bharat Mata, la Dea Madre dell’India, e qualunque terra concessa alla Cina o al Pakistan, equivalga a espiantarne un pezzo del cranio. E non stiamo parlando di qualche isoletta nel fiume Amur o di qualche lingua di terra ai confini tra Russia, Mongolia, Nord Corea e Cina, che hanno tutte firmato dei formali trattati negli ultimi venticinque anni, per sistemare le loro dispute di confine. Modi e Xi hanno sul tavolo 138.000 km2, con Buddisti tibetani, Musulmani pakistani e Indù indiani che si fissano minacciosamente alle spalle. E’ un incubo. L’autostrada più alta del mondo, che va dalla Cina al Pakistan per il passo di Khunjerab e quindi scende al Porto di Gwadar che i Cinesi stanno costruendo? Baba Bejing si era inizialmente rivolta all’India che aveva fatto spallucce, a causa delle pressioni pubbliche sul governo affinché non si “piegasse” ai Cinesi riguardo alle dispute sui confini.
Lasciando da parte il Pakistan per il momento, gli Indiani hanno molto più da perdere dei Cinesi su questo punto. Anche se sarebbe difficile per la Cina restituire tutta la terra contesa all’India, penso che Baba Bejing possa andare a spiegare al popolo cinese perché ne hanno restituita non tutta, ma più di metà. Credo che questo sia ciò che Modi intendesse, quando ha tenuto il suo discorso a Pechino il mese scorso, chiedendo ai Cinesi di considerare la “speciale situazione” dell’India (riguarda alle dispute di confine). La richiesta è stata fatta pubblicamente, da gentiluomo, rigettando i modi vocianti dei nazionalisti indiani.
Durante la visita di Modi, sono stati fatti enormi passi avanti. Non c’era stato contatto diplomatico o militare tra Cina e India, dai tempi delle guerre del 1962 e 1967, per affrontare la situazione, giusto qualche scambio di buffetti in testa e delle occasionali schermaglie. Oggi ci sono telefoni rossi installati a Pechino e a Delhi. Ai confini i generali si incontrano regolarmente per discutere qualunque questione possa generare tensioni. E, cosa più importante, ci saranno discussioni diplomatiche ad alto livello ogni sei mesi per sistemare le questioni dei confini. Il Rajah era un genio diabolico ed è stato mezzo secolo lungo e distruttivo.
La disputa ai confini Indo-Cinesi è l’anello debole nella forgiatura di un’alleanza tra Russia, Cina e India. La Russia, con le sue relazioni storicamente cordiali con l’India ha espresso la volontà di fare da intemediario. Speriamo che questi tre Paesi dimostrino la fallacia dell’opinione di Washington-Londra-Parigi-Tokyo. Una triplice alleanza tra Cina, Russia e India potrebbe costringere perfino l’Impero Occidentale a fermarsi a riflettere. Ci si metta dentro l’Iran e forse lo zio Sam potrebbe persino volersi sedere e parlare.
The Saker: Ci sono ricorrenti voci e speculazioni riguardo a una nuova moneta di riserva che sostituisca il dollaro, Qualcuno parla di una valuta Rublo-Yuan, altri di una moneta “BRICS”, possibilmente sostenuta dall’oro. Queste voci sono rinforzate del fatto che entrambe, Russia e Cina, abbiano comprato e all’apparenza continuino a comprare tutto l’oro che possono. In Cina ci sono opinioni favorevoli ad un paniere valutario dei BRICS su standard aureo?
Jeff J. Brown: Cina e Russia sono i due più grandi estrattori d’oro del mondo. Entrambi comprano oro a una velocità prodigiosa (anche se io non ho più controllato gli acquisti russi da quando ha avuto inizio la speculazione occidentale al ribasso su petrolio e rublo). Non è un segreto che la Cina voglia possedere altrettanto oro a quanto ammontano le supposte 8.500 MT possedute dagli USA. Le riserve auree cinesi sono un segreto di Stato, ma secondo delle stime, Baba Bejing dovrebbe avere circa 3.500 MT, forse un po’ di più. La Cina dovrà dichiarare ufficialmente quest’estate le proprie riserve auree, affinché il renmimbi possa essere considerato come valuta nei Diritti di Prelievo Speciali dal paniere del Fondo Monetario Internazionale (SDR Special Drawing Rights). Penso che vogliano essere in grado di affermare che hanno più riserve auree della seconda, la Germania, che ha ufficialmente 3,400MT (se solo la Bundesbank riuscisse a tirarlo fuori dai forzieri americani, cosa che sembra essere piuttosto difficile).
Si parla di “Brisco”, una moneto dei BRICS. La nuova Banca di Sviluppo dei BRICS NDB faciliterà la realizzazione di questa visione. Ciò attirerebbe assieme Russia e Cina nel commercio e negli investimenti, con India, Brasile e Sud Africa. La Russia avrebbe invitato anche la Grecia a unirsi a BRICS, e non lo avrebbe fatto senza essersi prima consultata con gli altri membri.
Gli scambi yuan-rublo aumenteranno esponenzialmente, quando gli oleodotti cominceranno a funzionare nel 2018, con CRIFT e UCRG funzionanti a pieno regime. Ma io non credo che Russia e Cina stiano pensando a un “Ruyuan” da utilizzare come valuta bi-nazionale. Non c’è abbastanza massa critica, Il Brisco sembra molto più funzionale e internazionale.
The Saker: Infine, che genere di futuro prevedi per la Cina nei prossimi vent’anni? Dov’è diretto il Paese che tipo di ruolo pensi che voglia ritagliarsi nel mondo di domani?
Jeff J. Brown: Per centinaia di anni la Cina è stata la più grande economia mondiale. Alla fine, nel 1872, al fondo della dipendenza da oppio della tratta dei coolies, e di un colonialismo estrattivo, era caduta dal suo apice, per cedere il posto al modello di insediamenti e colonie dell’Impero americano. Quindi la Cina è abituata alla grandezza. Diventare l’economia con il più alto potere d’acquisto lo scorso anno, da queste parti è sembrato normale, e quel Secolo di Umiliazione è stato semplicemente un nadir da non ripetere mai più.
La Cina ha avuto la più grande flotta navale due o trecento anni prima dell’Europa, possedeva la polvere da sparo e ha inventato le armi da fuoco. I Cinesi hanno navigato in lungo e in largo per le coste asiatiche, africane e mediorientali, molto prima di Colombo, Diversamente dall’Occidente, volevano solo una cosa: affari convenienti per entrambe le parti e scambi culturali. A parte il Vietnam, la Cina non ha mai avuto ambizioni imperialistiche, né un impulso al controllo egemonico delle risorse mondiali, realizzato per mezzo della schiavizzazione dei popoli che ne hanno il possesso. Il loro atteggiamento è sempre stato “Facciamo affari”. La diplomazia win-win di Xi non è fuffa. Baba Bejing è seria nelle proprie intenzioni. Xi e di Li Keqiang (il Premier cinese) stanno circumnavigando il globo firmando miliardi e miliardi o accordi per scambi bilaterali e regionali su energia, aerospazio, infrastruttre, cultura, istruzione e ricerca scientifica, tutto alla velocità della luce. Ma storicamente, questo è ciò che i Cinesi hanno sempre fatto con l’estero, negli ultimi tremila anni: Cinture Marittime e Vie della Seta.
Saker, che all’Occidente piaccia o no, il leone dormiente orientale di Napoleone è tornato nella sua forma storica. L’Ovest ha due possibilità: venire a patti coi BRICS o condurre il nostro Pallido Puntino Blu [si riferisce alla Terra, NdT] all’oblio della guerra nucleare. L’Impero è così malvagio e corrotto che mi sembra più probabile il secondo scenario a voler essere onesti. Ma sono anche un eterno ottimista. Nutro sempre la speranza che qualche supereroe, una versione americana di Vasili Arkhipov o uno Stanislav Petrov (entrambi ai tempi, scongiurarono una possibile guerra nucleare con gli USA) possano in qualche modo cortocircuitare lo Stato Profondo dei Capi di Stato Maggiore/CIA/Wall Street che continuano a governare gli Stati Uniti dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, e fermino l’umanità sull’orlo del precipizio.
In entrambi i casi, il mondo dia il benvenuto all’ Era di Xi e all’Era di Putin e – incrociamo le dita – anche all’Era di Modi.
Saluti dalla pancia della Nuova Bestia del Secolo, la Cina.
Jeff J. Brown
Pechino, 2015.5.25
Jeff J. Brown è l’autore di 44 Days (2013), Reflections in Sinoland– Musings and Anecdotes from the Belly of the New Century Beast(2015), e di Doctor WriteRead’s Treasure Trove to Great English(2015). Al momento sta scrivendo un romanzo storico, Red Letters – The Diaries of Xi Jinping , in uscita nel 2016. E‘ un membro di The Anthill, un collettivo di autori che scrivono sulla Cina, e scrive anche su Oped News e Firedog Lake . I suoi articoli sono stati publicati da Paul Craig Roberts, Greanville Post, The Saker, Ron Unz, Alternative News Network e molti altri siti. E’ anche stato ospitato nei progammi radiofonici Press TV, the Truth Jihad, Daily Coin e Shadow of Truth.
In Cina è stato oratore in conferenze TEDx , al Bookworm Literary Festival, al Capital M Literary Festival, all’Hutong, oltre ad aver partecipato a una serie di interviste in diciotto puntate su Radio Beijing AM774, assieme all’ex giornalista della BBC, Bruce Connolly. E’ stato docente ospite nelle scuole internazionali di Pechino e Tianjin.
Jeff è cresciutno in Oklahoma, il cuore degli Stati Uniti, e si è laureato alla Oklahoma State University. E’ andato a cercare fortuna in Brasile nel corso dei suoi studi alla Purdue University, cosa che gli ha stimolato la voglia di viaggiare per il mondo e lo ha spinto ad andare volontario nei Peace Corps in Tunisia nel 1980. Ha vissuto e lavorato in Africa, Medio Oriente, Cina ed Europa per i successivi ventun anni. In questo periodo ha imparato a padroneggiare il portoghese, l’arabo, il francese e il mandarino, mentre si spostava per ottantacinque Paesi. Dopo essere rientrato in America per nove anni, ha deciso di tornare a vivere in Cina nel 2010. Attualmente vive a Pechino con sua moglie e la figlia più piccola, scrive, e lavora come insegnante in una scuola internazionale, ha la doppia nazionalità franco-americana.
Jeff Può essere contattato presso 44 Days , [email protected] , Facebook , Twitter e al : +86-18618144837 su Wechat/Whatsapp
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Intervista di The Saker a Jeff J. Brown apparsa su TheSaker.is il 25 maggio 2015
Traduzione in italiano di Mario B. per SakerItalia.it
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