Il Medio Oriente sta letteralmente esplodendo: gli Huthi hanno sferrato un colpo estremamente efficace contro la produzione di petrolio saudita che (così sostengono) è ora calata del 50%; ci sono voci insistenti che i Su-35S e gli S-400 russi abbiano minacciato di abbattere gli aerei israeliani che attaccano la Siria; il Libano ha dichiarato che si difenderà dagli attacchi israeliani; Hezbollah ha minacciato di eseguire attacchi paralizzanti contro Israele e persino contro funzionari israeliani; la Turchia ha acquistato le difese aeree russe e afferma che se gli Stati Uniti si rifiuteranno di consegnare i loro F-35, allora la Turchia prenderà in considerazione i Su-35 e forse anche i Su-57. Bibi Netanyahu ha provato ad usare Putin per la sua campagna per la rielezione (beh, sta davvero cercando disperatamente di rimanere fuori di prigione) ma ha dovuto tornare a casa a mani vuote e, secondo il Jerusalem Post, la sua missione è stata un fallimento.
Infine, e solo per assicurarsi che le crisi siano limitate al Medio Oriente: i polacchi e la Corte Europea hanno fatto causa con successo per cercare di costringere la Russia ad utilizzare il transito di gas ucraino; gli Stati Uniti invocano antichi trattati per minacciare il Venezuela; il Regno Unito sta andando a rotoli; L’Europa (beh, la Germania) non riesce nemmeno a convincere i polacchi a bloccare North Stream 2 (beh, lo *stanno* bloccando, ovviamente, ma lo fanno per Zio Shmuel, non per Angela Merkel); India e Pakistan si stanno minacciando a vicenda sul Kashmir. Ho dimenticato qualcosa?
Oh sì, la Corea del Nord sta lanciando nuovi missili; gli Stati Uniti vogliono incolpare l’Iran per gli attacchi degli Huthi; la Cina rifiuta categoricamente simili accuse, mentre la Russia continua ad annunciare nuove armi rivoluzionarie costruite su nuovi principi, e piani per dispiegare l’S-500 “Prometey”, solo per assicurarsi che l’Impero non abbia idee stupide sul tentativo di attaccare la Russia (o i suoi alleati, che inizieranno ad acquistare l’S-500 nel 2021, secondo fonti ufficiali).
Sono sicuro di aver dimenticato molto. In realtà, l’Impero sta crollando su tutti i fronti e questo, a sua volta, significa che le probabilità che gli imbecilli ignoranti alla Casa Bianca facciano qualcosa di molto stupido aumentano drasticamente.
Sì, lo so, Bolton è stato licenziato. E lo applaudo, ma considerando che penso che Pompeo sia ancora più delirante e malvagio di Bolton (per non dire fantasticamente arrogante!), non è certo un motivo per sperare (ho appena letto che Robert C. O’Brien succederà a Bolton; era l’Inviato Presidenziale Speciale per gli Affari degli Ostaggi presso il Dipartimento di Stato; mi chiedo se questo significherà ancora più rapimenti di cittadini russi in tutto il mondo…?).
C’è così tanto da trattare qui che mi limiterò ad alcuni punti sul Medio Oriente che ritengo importanti.
In primo luogo, la parziale distruzione delle più importanti strutture petrolifere saudite è un enorme imbarazzo per gli Stati Uniti. Ricordate che l’Arabia Saudita è davvero il “centro” del CENTCOM e persino la ragione della sua esistenza (“proteggere” l’Iran dall’URSS e mantenere ufficialmente lo Scià al sicuro, ma in realtà anche questo faceva parte di un importante accordo tra gli USA e l’Arabia: “accetta pagamenti solo in dollari e ti proteggeremo da tutti”). Certo, c’è un lungo elenco di tirapiedi occidentali a cui è stata fatta una simile promessa, tra cui Saddam Hussein, Muammar Gheddafi, Manuel Noriega, Hosni Mubarak e molti altri; la maggior parte ora è morta, il resto in prigione (se ricordo bene). Ora sembra che sia il turno dei sauditi: non solo il fantastico Patriot, “migliore degli S-300”, non riesce a fermare gli Huthi, ma anche tutta la potenza combinata del CENTCOM ha fallito.
In secondo luogo, posso solo concordare con “b” di Moon of Alabama [in inglese] – la guerra è finita per l’Arabia. Che se ne renda conto o no, non fa differenza. Va bene, farà la differenza nel tempo, ma solo nel tempo. I sauditi e i loro sostenitori Anglo-Sionisti hanno tre soluzioni:
- Continuare praticamente come prima: questa è la definizione di follia, se si prevedono risultati diversi.
- Far degenerare la situazione e attaccare l’Iran, dopodiché l’intero Medio Oriente esploderà con conseguenze drammatiche.
- Fare quello che fanno sempre gli Stati Uniti: dichiarare la vittoria e andarsene.
Ovviamente, la terza opzione è l’unica ragionevole, ma chi ha mai detto che Bibi, Trump o MbS siano ragionevoli? Tulsi Gabbard si è unita a me nel chiamare Trump la puttana di qualcuno, solo che io lo chiamo puttana israeliana mentre la Gabbard lo chiama puttana saudita [in inglese]. Stessa differenza!
Vi è, tuttavia, un fattore restrittivo: se Trump attaccherà mai l’Iran diventerà il “Presidente usa e getta” per i Neoconservatori: l’Iran utilizzerà l’opportunità per attaccare Israele, e Trump verrà messo in stato d’accusa per questo (i Democratici, dopo tutto, sono in controllo totale della Convention Nazionale e di molti comitati chiave del Congresso).
Quindi tutto si ridurrà a Trump, e se ha le informazioni e il cervello si renderà conto che un attacco all’Iran rovinerà la sua presidenza (che è già abbastanza incasinata, e attaccare l’Iran lo renderà ufficiale) e sarà messo sotto accusa; e, ovviamente, mai più rieletto.
Terzo, gli Huthi avrebbero potuto farlo da soli? Assolutamente sì. L’Iran non ha dovuto colpire direttamente proprio perché gli Huthi erano in grado di farlo da soli. Date un’occhiata a questa mostra ufficiale di missili balistici e droni Huthi e guardate di persona qui e qui [entrambi i link in inglese]. Inoltre, gli Huthi stanno diventando molto simili ad Hezbollah e hanno chiaramente appreso le capacità avanzate di costruzione di missili e droni (dall’Iran, motivo per cui gli israeliani e gli Stati Uniti sono così arrabbiati). Ora, ripeto, NON sto dicendo che l’Iran non ha aiutato o che questo attacco sarebbe stato altrettanto efficace se l’Iran non avesse fornito intelligence, obiettivi, competenze tecniche, ecc,. ma se ci sono prove di un coinvolgimento diretto dell’Iran, lasciate che questo “malevolo lamantino” (che è il modo in cui Fred Reed si riferiva a Pompeo) lo mostri al mondo, ed è meglio che sia migliore delle cazzate che hanno mostrato per gli Skripal o per gli attacchi chimici sotto falsa bandiera in Siria.
In quarto luogo, quello che ciò significa per l’Arabia e i suoi sostenitori Anglo-Sionisti è che gli Huthi possono colpire ovunque all’interno dell’Arabia Saudita, con totale impunità. E non solo in Arabia. Inoltre, sospetto che l’Iran possa colpire anche ogni singola struttura petrolifera o del gas in Medio Oriente proprio come può colpire ogni obiettivo americano/CENTCOM/NATO/israeliano che desidera. Inoltre, in caso di guerra totale in Medio Oriente, ci si può aspettare che i missili piovano sulle strutture statunitensi non solo dallo Yemen (Huthis) e dal Libano (Hezbollah) ma potenzialmente anche dalla Siria, dall’Iraq e dall’Afghanistan.
In quinto luogo, non importa affatto dove o cosa gli Stati Uniti e/o i sauditi e/o gli israeliani spareranno contro l’Iran, la risposta sarà la stessa, almeno secondo il Professor Marandi [in inglese]: sarà enorme e la capacità di esportazione di petrolio e gas dell’intero Medio Oriente sarà minacciata. Non esiste un modo sicuro, economico o efficace per colpire l’Iran. Ma la gente a Washington lo capisce?
E ora voglio esprimere alcune opinioni sulla presunta intercettazione dell’F-35 israeliano da parte di un Su-35S russo sulla Siria.
Innanzitutto, non abbiamo i fatti, quindi aspettiamo un po’. La maggior parte delle storie su questo evento proviene da un articolo online arabo. Ora, nelle ultime 24 ore c’è stata una sorta di conferma da parte della Russia, ma non da parte di funzionari, e questi rapporti non hanno fornito dettagli concreti quanto quelli gongolanti sul fatto che Netanyahu se ne è andato dalla Russia senza nulla in mano.
Secondo, la mia ipotesi migliore è che questa storia sia probabilmente basata sulla realtà. Gli israeliani si sono comportati come se non si curassero della presenza russa in Siria: quindi si sono impegnati in attacchi aerei esclusivamente per scopi di pubbliche relazioni (ricordate, Bibi vuole evitare la prigione!), e probabilmente i russi si sono lamentati e sono stati ignorati, e ora ne hanno avuto abbastanza.
Terzo, il fatto che il Jerusalem Post abbia dovuto pubblicare un articolo inorridito [in inglese] su questo evento dimostra definitivamente che coloro che stavano cercando di convincerci che Russia e Israele stavano lavorando mano nella mano e che Putin era il miglior amico di Bibi erano, beh, teste di cavolo e il loro clickbait era proprio questo: clickbait.
In quarto luogo, ci sono quegli appassionati di tecnologia che cercheranno sempre di dimostrare che il Su-35S è enormemente superiore all’F-35, e che questa storia è molto credibile, e coloro che spiegheranno che l’F-35 è enormemente superiore al Su-35S e che questa storia è pura invenzione. La verità è che è inutile e insignificante confrontare due velivoli avanzati “in astratto” o dichiarare che uno è molto meglio dell’altro. Va bene, sì, il Su-35S è superiore sotto molti aspetti all’F-35, ma sicuramente non in tutti gli scenari possibili. In effetti, avremmo anche bisogno di sapere quali altri aerei erano in volo in quel momento – inclusi AWACs, SEAD ed EW – e avremmo bisogno di scoprire esattamente quale ruolo giocavano gli S-400 russi (se presenti). In generale, vi esorto a non impegnarvi in a) “conte dei fagioli” (solo guardando le quantità) o in b) confronti diretti degli aerei da combattimento. In quest’ultimo caso, dovremmo sapere che tipo di addestramento (e quanto) hanno ricevuto i piloti, che tipo di armi avevano, che tipo di sensori hanno usato e come, e più in generale, esattamente come gli israeliani hanno deciso di strutturare il loro attacco e il modo in cui i russi hanno deciso di rispondere. Infine, dovremmo ottenere alcuni dettagli sulla fusione dei sensori, le operazioni incentrate sulla rete, i datalink, ecc. Dato che non ne sappiamo nulla, raccomando di non soffermarci su aerei/radar/missili X contro aerei/radar/missili Y. Non ne vale la pena.
In quinto luogo, ci sono già indiscrezioni sul fatto che si tratta di un’operazione sotto falsa bandiera di israeliani, britannici, arabi o statunitensi. Beh, di sicuro non posso dimostrare il contrario, ma non vedo motivi validi per trarre tali conclusioni. In primo luogo, questa è davvero una brutta notizia per l’Impero e, in secondo luogo, gli Huthi hanno fatto azioni simili molte volte in passato e non c’è motivo di sospettare che non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto. Tuttavia, è anche innegabile che qualsiasi aumento dei prezzi del petrolio vada a beneficio di molte persone (scisto americano, Russia, Arabia, ecc.). Infine, c’è sempre e per definizione il rischio che gli israeliani e i loro alleati Neoconservatori tirino fuori una sorta di attacco sotto falsa bandiera per innescare finalmente un attacco americano all’Iran. Tutti questi sono, tuttavia, solo argomenti indiretti, almeno finora. Il fatto che un attacco sotto falsa bandiera sia possibile non significa che sia effettivamente accaduto, non dimentichiamolo mai e non scendiamo mai a conclusioni premature o infondate.
In sesto luogo, diamo un’occhiata agli obiettivi stessi. Stiamo parlando di impianti petroliferi enormi, che secondo la logica USA/NATO/Israele (alias l’“Asse della gentilezza”) sono sicuramente classificati come “infrastrutture di supporto al regime” o qualcosa di simile. Inoltre, anche secondo la logica non dell’Asse della gentilezza, le leggi della guerra consentono attacchi a infrastrutture critiche per l’azione militare del nemico. Quindi mentre le stazioni TV, le ambasciate o le strutture mediche NON sono obiettivi legali, lo sono le strutture petrolifere cruciali. L’UNICA clausola è che la parte attaccante compia uno sforzo onesto nel selezionare obiettivi e munizioni e cerchi di evitare vittime evitabili. Per quanto ne so, i sauditi hanno menzionato zero vittime. Sì, è improbabile, ma è così che stanno le cose per il momento. In questo caso, l’attacco Huthi era assolutamente legittimo, soprattutto considerando il tipo di devastazione genocida che l’Asse della gentilezza e l’Arabia hanno scatenato contro lo Yemen.
Infine, mi permetterò di immaginare perché gli Stati Uniti e la difesa aerea saudita sono stati così inutili: probabilmente non si sarebbero mai aspettati un attacco dallo Yemen, almeno non così sofisticato. La maggior parte delle difese aeree USA/arabe sono schierate per difendersi da un attacco dall’Iran, dalla direzione nord. Il fatto che questo attacco abbia avuto un tale successo suggerisce fortemente che è venuto dal sud, dallo Yemen.
Conclusione: (18 settembre 1816Z)
Stavo per concludere che, secondo Russia Today, il ministro saudita del petrolio ha dichiarato che l’Arabia “non sa ancora chi è il responsabile” e che questa era una buona notizia. Poi ho visto questo: “L’Arabia Saudita accusa l’Iran di sponsorizzare l’attacco ad un impianto petrolifero, afferma che “non avrebbe potuto avere origine nello Yemen”, sempre su RT [entrambi i link in inglese]. Non va bene. E non è nemmeno credibile.
Per prima cosa, se fosse stato l’Iran, l’attacco sarebbe stato molto più massiccio, e sarebbe stato solo parte di un attacco molto più grande, su vasta scala, non solo alle strutture petrolifere saudite, ma anche a tutte le installazioni e forze cruciali del CENTCOM. Non esiste affatto che gli iraniani avrebbero aperto grandi ostilità (e questi attacchi sono stati sicuramente definiti dai sauditi come “importanti”) solo per aspettare una massiccia rappresaglia USA/araba/israeliana. Gli iraniani certamente non ripeteranno l’errore cruciale di Saddam Hussein, concedendo a USA/CENTCOM/NATO/Israele/Arabia il tempo necessario per prepararsi ad un massiccio attacco all’Iran. Sto monitorando vari “indicatori e avvertimenti” che suggerirebbero che gli Stati Uniti non abbiano in mente nulla di buono, e finora ho notato solo un evento potenzialmente preoccupante: il Military Sealift Command e lo US Transportation Command hanno ordinato un’attivazione immediata senza preavviso tra le 23 a 25 navi della Ready Reserve Force 46 (le RRF devono essere pronte entro 5 giorni). Questo è un numero senza precedenti dal 2003, e potrebbe significare che o qualcuno sta solo prendendo precauzioni o qualcuno sta diventando nervoso. Di solito questo avviene a settembre, ma non in questi numeri (di più su questo argomento qui [in inglese]). Ma tenete presente che tali indicatori non possono essere considerati isolatamente da altri fatti. Se ce ne saranno altri, farò del mio meglio per segnalarli sul blog.
Il fatto che le difese aeree USA/arabe abbiano funzionato in modo così miserabile non significa che gli Stati Uniti siano totalmente all’oscuro di “chi è stato”. Ci sono molti altri sensori e sistemi (anche nello spazio) che possono rilevare un lancio di missili (specialmente un missile balistico!) e ci sono alcune modalità radar che consentono il rilevamento a lungo raggio, ma non sono necessariamente in grado di tracciare mentre scansionano, o di seguire segnali a lungo raggio. Inoltre, si possono anche monitorare i segnali di dati e la telemetria generale, e poiché gli Stati Uniti hanno immensi database con i segnali di “firma” di ogni tipo di equipaggiamento nemico, probabilmente possono anche valutare con precisione quale tipo di sistemi sono stati usati. Proprio in questo caso, proprio come nel caso dell’MH-17, il Pentagono sa esattamente “chi è stato”. Idem per i russi che hanno molto SIGINT/FISINT in Medio Oriente (e nello spazio).
Ma negli ultimi giorni dell’Impero, i fatti non contano affatto. Ciò che conta è qualunque cosa sia vista come politicamente utile dalla gente alla Casa Bianca e in Israele. La mia più grande speranza è che Trump scopra la verità sugli attacchi, e che gli rimanga abbastanza cervello per capire che, se dovesse attaccare l’Iran, perderà le elezioni e probabilmente verrà persino messo in stato d’accusa.
Speriamo che i suoi istinti narcisistici salveranno il nostro pianeta da tempo sofferente!
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 18 settembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Buongiorno, lo Yemen da che mi risulta non ha potuto attaccare la raffineria saudita, non ne ha le capacità tecnologiche l’intelligence ecc. Che lo abbia fatto l’Iran dall’Irak mi sembra ancora più improbabile (la direzione dei colpi è stato provato veniva da ovest). Infatti l’Iran non ha mai attaccato nessuno, nemmeno durante la guerra contro Saddam ma si è apre solo difeso come sta facendo ancora. Quindi per me resta buona l’ipotesi false flag. Su questa effettivamente convergono molte linee e molti interrogativi trovano soluzione. Staremo a vedere Cui prodest…nel breve periodo.
Ti risulta sbagliato!
Come divevo: cui prodest? Mi sembra che come motivo per bombardare l’Iran da parte Usa e come estrema razio per stabilizzare il fronte interno israeliano potrebbero bastare a spiegare il false flag. Una semplice rivendicazione yemenita non basta a spiegare un atto potenzialmente irreversibile di portata globale e ripeto a mio avviso molto al di là possibilità yemenite. Purtroppo l’ipotesi si conferma anche nello scenario di livello superiore cioè la rapida messa in situazione di una indisponibilità energetica globale agendo sui nodi strategici dell’approvvigionamento petrolifero. Questo scenario potrebbe innescare reazioni proporzionate che vedrebbero coinvolti tutti gli attori rimescolando le carte anche tra Russia e Cina. Spero comunque che tu abbia ragione.