Tra gli attacchi statunitensi alla Siria di aprile e i recenti sviluppi nella Penisola Coreana, ci troviamo adesso in una sorta di stasi nella ricerca di una nuova guerra da cominciare da parte dell’Impero. I sempre collaborativi israeliani, nella persona dell’ineffabile Bibi Netanyahu, stanno facendo risuonare i tamburi, se non proprio di guerra, almeno di un qualche specie di false flag o di un pretesto per far sì che gli USA colpiscano l’Iran. E poi c’è sempre il Donbass insanguinato (di cui non parlerò nell’analisi di oggi). Cerchiamo quindi di capire in che situazione ci troviamo e di avere un’idea della direzione verso cui potremmo incamminarci. Ad essere onesti, cercare di indovinare cosa potrebbero mettersi a fare degli psicopatici guerrafondai ignoranti è un esercizio futile, ma visto che ci sono alcuni segnali non trascurabili che ancora siano rimaste un po’ di persone razionali alla Casa Bianca e/o al Pentagono (come dimostrato dall’attacco quasi del tutto finto contro la Siria del mese scorso), possiamo presumere (sperare) che un certo grado residuo di sanità mentale sia ancora presente. Alla fine, gli americani in divisa devono farsi una domanda molto semplice eppure fondamentale:

Voglio morire per Israele? Voglio perdere il lavoro per Israele? E la mia pensione? O anche solo le mie stock option? È il caso di rischiare un grosso conflitto nell’area per uno stato così “meraviglioso”?

Molto dipenderà dal fatto che i comandanti delle forze armate (e le persone!) americane abbiano il coraggio di farsi queste domande e, se ce l’hanno, da quale sarà la loro risposta.

Ma, prima, cominciamo con le buone notizie:

La Repubblica Popolare Democratica di Corea e la Repubblica di Corea hanno dato inizio a  colloqui diretti.

Questo effettivamente è davvero un grande sviluppo per almeno due ragioni. La prima, naturalmente, la principale e oggettiva: qualunque cosa riduca il rischio di guerra nella Penisola Coreana è buona. Ma c’è una seconda ragione che non dovremmo trascurare: Trump adesso può prendersene il merito e proclamare che siano state le sue (vuote) minacce a portare i nordcoreani al tavolo del negoziato. Faccia pure – dico io. Infatti, spero che da qualche parte negli USA organizzino una parata per Trump con coriandoli e milioni di bandiere. Come per un astronauta. Che si senta trionfante, giustificato e tanto, tanto maschio. MAGA [Make America Great Again, Facciamo Di Nuovo Grande l’America], avete presente?!

Sì, sì, il solo pensiero disturba (per non dire che è anche contro-fattuale), ma se il prezzo da pagare per la pace è un pochino di nausea intellettuale, io dico facciamolo. Se Trump, Bolton, Haley e tutto il resto della ciurma penseranno che loro “li abbiano presi a calci in culo” e che le loro “invincibili forze armate” siano ciò che ha convinto “Rocket Man” a “abbandonare le armi nucleari” (non ha mai detto una cosa del genere, ma non fa niente) allora io auguro loro sinceramente di godersi una celebrazione gioiosa e titillante per il loro ego. Qualunque cosa purché si fermino nella ricerca di un’altra guerra da iniziare, almeno per ora.

E adesso le cattive notizie.

Gli israeliani ci si sono messi di nuovo

Fantastico, vero? È da anni che gli israeliani piagnucolano per le “imminenti” armi nucleari iraniane, e ancora continuano. Non solo, ma hanno il coraggio di dire “l’Iran ha mentito”. Seriamente, perfino per i già unici standard israeliani, questa è chutzpah elevata a un livello davvero stratosferico. Se fosse per il solo Bibi Netanyahu, sarebbe sinceramente comico. Ma il problema è che Israele oggi ha completamente sottomesso tutti i rami del governo degli Stati Uniti ai propri agenti (i neocon), e questi controllano tutto: dai due rami del monopartito al Congresso, ai media e, adesso che Trump ha ceduto in modo abietto a tutte le loro pretese, controllano anche la Casa Bianca. Apparentemente controllano anche la CIA; ma potrebbe ancora esserci una certa resistenza contro la loro follia al Pentagono. Gli USA in questo momento sono controllati in modo abbastanza letterale da un Governo di Occupazione Sionista, nessun dubbio di alcun genere in proposito.

E quindi cosa si sono messi a fare questi qua? Ascoltate l’uomo che li conosce meglio di tutti, del quale potreste portare in banca ogni singola parola, il Segretario Generale di Hezbollah Nasrallah (vi siete mai domandati perché Hezbollah, che non ha mai commesso nulla che assomigli anche solo lontanamente ad un attacco terroristico dagli anni ’80 venga chiamata “l’A-Team dei terroristi[in inglese]? Così, per dire…):

Il primo evento è l’aggressione sfacciata e manifesta all’aeroporto o base T-4 nei sobborghi di Homs, che ha colpito le forze iraniane dei Guardiani della Rivoluzione Islamica dell’Iran che erano lì presenti, colpendole con un gran numero di missili, causando 7 martiri tra i loro ufficiali e soldati, e ferendone altri. Questo è stato un nuovo, significativo e importante evento. Forse alcune persone non prestano attenzione alla sua importanza e alla sua grandezza. In questa operazione Israele ha deliberatamente ucciso (soldati iraniani). Questo è un evento che non ha precedenti. Nel passato, Israele ha colpito noi [Hezbollah] per esempio a Quneitra, ed è successivamente venuto fuori che incidentalmente ufficiali dei Guardiani [della Rivoluzione Islamica] fossero con noi. Israele dichiarò frettolosamente di non saperlo e che pensava che tutti (i soldati colpiti) fossero di Hezbollah. Questo è un evento che non ha precedenti in 7 anni, non è mai successo negli ultimi 7 anni che Israele attaccasse apertamente i Guardiani della Rivoluzione Islamica in Siria, uccidendo deliberatamente, in un’operazione che ha causato un numero di martiri e feriti (…) Voglio dire agli Israeliani che essi devono sapere – ho scritto questa dichiarazione con attenzione e gliela leggo – devono sapere che quello che hanno commesso è un errore storico. Questa non è semplicemente una svista. Hanno commesso un atto di grande stupidità, e per mezzo di questa aggressione, sono entrati in confronto diretto con l’Iran, la Repubblica Islamica dell’Iran. E l’Iran, o sionisti, non è un piccolo Paese, non è un Paese debole, e non è un Paese codardo. E voi lo sapete molto bene. A commento di questo incidente, sottolineo che costituisce un punto di svolta rispetto alla situazione nella regione. Ciò che segue sarà molto differente da quello che l’ha preceduto. Questo è un incidente che non può essere considerato con leggerezza, contrariamente a quanto succede a molti incidenti da queste parti. È un punto di svolta, un punto di svolta storico. E nel momento in cui gli israeliani hanno commesso un atto così stupido, avranno avuto una valutazione (della situazione), ma io dico loro che la loro valutazione è falsa. E anche in futuro, visto che avete aperto un nuovo percorso nel conflitto (dovreste assicurarvi che) non vi sbagliate nelle vostre valutazioni. In questo nuovo percorso che voi avete aperto e iniziato, non commettete errori nelle vostre valutazioni, quando sarete faccia a faccia e (in conflitto) direttamente con la Repubblica Islamica dell’Iran.

Non posso che essere d’accordo con questa valutazione. Come lo sono il Jerusalem PostNBC News, [in inglese] e molti altri. Per quanto folle questa idea possa sembrare a persone razionali (si veda sotto) ci sono tutti i segni che gli israeliani vogliono che gli USA inizino una guerra contro l’Iran, che sia per loro scelta o, più probabilmente, per “stare accanto ai nostri amici e alleati israeliani” dopo che loro per primi avranno attaccato l’Iran.

Israele è davvero un Paese unico e fantastico: non solo ignora apertamente e con assoluta sfacciataggine il diritto internazionale, non solo è l’ultimo stato apertamente razzista sul pianeta, non solo ha continuato a perpetrare un genocidio al rallentatore contro i palestinesi per decenni, ma fa anche uso costante delle proprie considerevoli risorse propagandistiche per sostenere la guerra. E al fine di raggiungere tutti questi obiettivi, non si fa problemi a schierarsi con un regime spregevole e malvagio quasi quanto quello sionista – sto parlando di quei folli dei wahabiti in Arabia Saudita. Il tutto sotto l’alto patronato degli Stati Uniti. Un “Asse della Gentilezza” davvero!

Qual è il loro piano? In effetti è piuttosto diretto.

Il piano “A” israeliano (fallito)

Inizialmente, il piano era di rovesciare tutti i regimi laici (baathisti) e sostituirli con religiosi pazzi. Ciò non solo indebolirebbe i paesi infettati da quel marciume spirituale, ma li riporterebbe indietro di parecchi decenni, alcuni di essi si scinderebbero in entità più piccole, arabi e musulmani si ucciderebbero a vicenda in grandi quantità mentre gli israeliani proclamerebbero orgogliosamente che loro sono un “Paese occidentale” e “la sola democrazia nel Medio Oriente”. Ancora meglio, nel momento in cui i tipi alla Daesh/ISIS/al-Qaeda/ecc. commettono atrocità su scala industriale (e comunque sempre davanti ad una telecamera, con riprese professionali), il genocidio al rallentatore dei palestinesi viene completamente dimenticato. Se non altro, Israele dichiarerebbe di essere minacciato dall’”estremismo islamico” e, beh, estenderebbe un paio di “zone di sicurezza” oltre i propri confini (legali o no), e condurrebbe regolari bombardamenti “perché gli arabi capiscono soltanto la forza” (cosa che guadagnerebbe agli israeliani una standing ovation da parte dei bifolchi bianchi “cristiani” sionisti negli USA che adorano l’uccisione di qualunque arabo o dei “negri della sabbia” [“sand niggers”]). Alla fine di tutto questo, il sogno bagnato dei sionisti: scatenare le forze di Daesh contro Hezbollah (che essi temono e odiano dai tempi dall’umiliante sconfitta patita dall’IDF nel 2006).

Io sono immediatamente d’accordo sul fatto che questo sia un piano stupido. Ma contrariamente al mito indotto dalla propaganda, gli israeliani non sono veramente brillanti. Intraprendenti, arroganti, sgradevoli, motivati – sì. Ma furbi? Non proprio. Come hanno potuto non rendersi conto che rovesciare Saddam Hussein avrebbe avuto come risultato che l’Iran sarebbe diventato l’attore principale in Iraq? Ciò è testimone di come gli israeliani cerchino sempre le “soluzioni rapide” a breve termine, accecati probabilmente dalla loro arroganza e senso di superiorità razziale. E vogliamo parlare della loro invasione del Libano nel 2006? Cosa mai avranno pensato di riuscire ad ottenere lì? E adesso questa gente se la prende non con Hezbollah, ma con l’Iran. Hassan Nasrallah ha assolutamente ragione, questa è una decisione assolutamente stupida. Ma, naturalmente, gli israeliani adesso hanno un “piano B”:

Il piano “B” israeliano

Primo passo, usare la tua macchina propagandistica e i tuoi agenti infiltrati per riaccendere il mito circa un programma militare nucleare iraniano. E cosa importa che il cosiddetto “Piano d’Azione Congiunto Globale” (PACG) sia stato concordato da tutti e cinque i Membri Permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dalla Germania (P5+1) e perfino dall’Unione Europea! E non importa che questo piano imponga all’Iran restrizioni che nessun altro Paese ha mai dovuto affrontare, in special modo se si considera che sin dal 1970 l’Iran è membro a buon diritto del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT) mentre Israele, naturalmente non lo è. Ma i sionisti e le loro groupie neocon sono naturalmente gente piuttosto eccezionale, pertanto non sono limitati dalla realtà né dalla logica. Se Trump dice che il JCPOA è un affare terribile, allora è così. Ehi, viviamo nell’era “post-Skripal” e “post-Douma” – se qualche leader anglo (o ebreo) dice “altamente probabile” allora tutti devono intrupparsi e mostrare “solidarietà” all’istante per non essere accusati di “antisemitismo” o di “complottismo estremo” (sapete di cosa parlo). Quindi il primo passo è la riaccensione ex nihilo delle voci riguardanti il programma nucleare militare iraniano.

Il secondo passo è dichiarare che “l’esistenza di Israele è minacciata” e che quindi ha il diritto di “difendersi”. Ma qui c’è un problema: l’IDF semplicemente non ha i mezzi militari per sconfiggere gli iraniani. Possono attaccarli, colpire un paio di obiettivi, sì, ma quando gli Iraniani (ed Hezbollah) scateneranno una pioggia di missili su Israele (e probabilmente sull’Arabia Saudita) gli israeliani non avranno i mezzi per rispondere. Questo lo sanno, ma sanno anche che il contrattacco iraniano darà loro il perfetto pretesto per strillare “oy vey!! oy, gevalt!!” in modo che quegli idioti degli americani combattano contro gli iraniani.

Voi obietterete che gli USA non hanno un patto di mutua difesa con Israele. Vi sbagliate. Ce l’hanno, si chiama AIPAC. Inoltre, l’anno scorso gli USA hanno stabilito una base militare permanente [in inglese], rendendola praticamente un cavo di innesco per una trappola esplosiva: basterà affermare che gli “Ayatollah” hanno tentato un attacco con “armi chimiche” alla base statunitense e, bingo, adesso avete il pretesto per usare tutte le vostre forze armate per rappresaglia, comprese, comunque, le vostre forze nucleari tattiche per “disarmare” “gli iraniani genocidi che vogliono spazzare via dalle mappe Israele” o varianti di queste sciocchezze.

Potreste chiedervi: qual è il motivo di tutto ciò se l’Iran, come vi ho detto, non ha nessun programma nucleare militare?

A la mia risposta sarebbe semplicemente: credete davvero che i Siriani abbiano usato armi chimiche?!

Certo che no!

Tutte queste fesserie riguardanti le armi di distruzione di massa di Saddam, il programma nucleare iraniano, le armi chimiche siriane o, ancora, “i soldati stupratori imbottiti di Viagra [in inglese]” di Gheddafi, e prima di questi il “massacro di Racak” in Kosovo o le varie atrocità del “mercato di Markale” a Sarajevo: erano solo pretesti per aggressioni, niente di più.

Nel caso dell’Iran, ciò di cui si spaventano gli israeliani non è che essi vengano “spazzati via dalle mappe [in inglese]” (che è una cattiva traduzione di parole pronunciate originariamente dall’Ayatollah Khamenei) dalle armi nucleari iraniane; quello che realmente li fa andare fuori di testa è che una grande potenza regionale musulmana di successo come l’Iran che osi denunciare apertamente Israele in quanto stato illegittimo, e razzista. Gli iraniani denunciano apertamente l’imperialismo statunitense e denunciano anche la dittatura wahabita della Casata dei Saud. È questo il vero “peccato” dell’Iran: avere il coraggio di sfidare apertamente l’Impero Anglosionista con successo!

Quindi, quello che gli israeliani vogliono veramente è:

  1. Infliggere il massimo danno economico possibile all’Iran
  2. Punire la popolazione iraniana per osare di sostenere i leader “sbagliati”
  3. Rovesciare la Repubblica Islamica (farle quello che hanno fatto alla Serbia)
  4. Farne un esempio per dissuadere qualunque altro pese che osi seguire le orme dell’Iran
  5. Provare l’onnipotenza dell’Impero AngloSionista

Per ottenere quest’obiettivo, non è necessario invadere l’Iran: una campagna sostenuta di bombardamenti e di missili di crociera sarà sufficiente al compito (di nuovo, come in Serbia). Infine, dobbiamo proprio dare per assunto che i sionisti siano malvagi, arroganti e sufficientemente folli da usare armi nucleari su alcune strutture iraniane (che essi, naturalmente, designeranno come installazioni di “ricerche nucleari segrete”).

Gli israeliani sperano che facendo colpire in modo davvero duro l’Iran agli USA, indeboliranno il paese abbastanza da compromettere sufficientemente anche Hezbollah e gli altri alleati dell’Iran nella regione, e rompere la cosiddetta “mezzaluna sciita”.

A loro modo, gli israeliani non sbagliano quando dicono che l’Iran è una minaccia esistenziale per Israele. Mentono solo riguardo alla natura di questa minaccia e sul perché sia un pericolo per loro.

Considerate questo:

SE si consente alla Repubblica Islamica di svilupparsi e prosperare e SE la Repubblica Islamica rifiuta di farsi terrorizzare dalla indiscussa abilità dell’IDF di massacrare civili e distruggere infrastrutture pubbliche, allora la Repubblica Islamica diventerà un’alternativa attraente a quel genere di Islam ripugnante impersonato dalla casa di Saud, che, a sua volta, è il principale sponsor di tutti i regimi collaborazionisti del Medio Oriente da quello di Hariri in Libano alla stessa Autorità Palestinese. Agli israeliani piacciono i loro arabi grassi e corrotti fino al midollo, non di principio e coraggiosi. È per questo che l’Iran deve, assolutamente deve, essere colpito: perché l’Iran con la sua stessa esistenza minaccia l’acciarino dal quale dipende la sopravvivenza dell’entità sionista: la totale corruzione dei leader arabi e musulmani in tutto il mondo.

I rischi del piano “B” di Israele

Pensate al 2006. Gli Israeliani avevano la supremazia aerea totale sul Libano – nei cieli erano semplicemente incontrastati. Gli israeliani controllavano anche i mari (almeno finché Hezbollah non arrivò quasi ad affondare la loro corvetta classe Sa’ar 5 [in inglese]). Gli israeliani martellarono il Libano con tutto quanto avevano a disposizione, dalle bombe ai colpi di artiglieria, ai missili. Impegnarono anche le loro formazioni migliori, compresa la loro supposta “invincibile” “Brigata Golani”.  E tutto questo per 33 giorni. E ottennero esattamente *nulla*. Non riuscirono a controllare neanche la città di Bint Jbeil [in inglese] oltre il confine israeliano. E adesso viene la parte migliore: Hezbollah tenne le proprie forze migliori a nord del fiume Litany, quindi la piccola forza di Hezbollah (non più di 1000 uomini) era composta da milizie locali sostenute da un numero molto più piccolo di quadri professionisti. Era un vantaggio numerico di 30:1 per gli israeliani. Ma le chiappe collettive de “l’invincibile Tsahal” vennero prese a calci come poche altre volte è successo nella storia. È per questo che, nel mondo arabo, questa guerra da allora è nota come la “Vittoria Divina”.

Per tornare ad Hezbollah, continuò a far piovere razzi su Israele e a distruggere gli indistruttibili carri Merkava fino all’ultimo giorno.

Ci sono vari rapporti che discutono le ragioni di questo abbietto fallimento dell’IDF (si veda qui, o qui [entrambi in inglese]), ma la semplice verità è: per vincere una guerra servono “scarponi validi sul terreno”, in special modo contro un avversario che ha imparato come operare senza copertura aerea o superiore potenza di fuoco. Se Israele dovesse manipolare gli USA al punto di attaccare l’Iran, succederà esattamente la stessa cosa: il CENTCOM stabilirà la superiorità aerea e avrà un travolgente vantaggio per potenza di fuoco sugli iraniani, ma oltre che distruggere svariate infrastrutture e assassinare schiere di civili questo non porterà assolutamente a nulla. Inoltre l’Ayatollah Khamenei non è Milosevic, semplicemente non si arrenderà nella speranza che lo Zio Sam gli permetta di restare al potere. Gli iraniani combatteranno, e combatteranno, e continueranno a combattere per settimane, e mesi, e magari anche per anni. E, diversamente dalle forze dell’” Asse della Gentilezza” gli iraniani hanno “scarponi sul terreno” credibili e capaci, non solo in Iran, ma anche in Siria, Iraq ed Afghanistan. E hanno missili per raggiungere un numero molto grande di strutture militari statunitensi in tutta la regione. E sono in grado, non solo di chiudere lo Stretto di Hormuz (che la US Navy sarebbe alla fine in grado di riaprire, ma solo a costo di una enorme operazioni militare sulla costa iraniana), ma possono anche colpire in Arabia Saudita e, naturalmente in Israele. Infatti, gli iraniani hanno i numeri e anche le conoscenze per dichiarare “la caccia aperta” contro tutte le forze statunitensi nel Medio Oriente, e ce ne sono in quantità, per la maggior parte malamente protette (quel senso imperiale di impunità “non oseranno”).

La guerra Iran-Iraq è durata otto anni (1980-1988). È costata agli iraniani centinaia di migliaia di vite (se non di più). Gli iracheni avevano il sostegno completo di USA, Unione Sovietica, Francia e praticamente tutti gli altri. Per quello che riguarda le forze armate iraniane, avevano appena patito una rivoluzione traumatica. La storia ufficiale (che significa Wikipedia) definisce il risultato uno “stallo”. Considerando le difficoltà e le circostanze, io la definisco una magnifica vittoria iraniana e una sconfitta totale per quelli che volevano rovesciare la Repubblica Islamica (una cosa che neanche decenni di durissime sanzioni sono riuscite ad ottenere, comunque).

C’è forse qualche ragione per credere che questa volta, quando ha avuto quasi 40 anni per prepararsi ad un attacco anglosionista su larga scala, gli iraniani combatteranno meno ferocemente o in modo meno competente? Potremmo anche guardare al passato delle forze armate statunitensi (date un’occhiata al superbo riepilogo di Paul Craig Roberts qui [in inglese]) e chiederci: pensate che gli USA, guidati da gente come Trump, Bolton o Nikki Haley avranno la forza di restare e combattere gli iraniani fino all’esaurimento (visto che un’invasione di terra dell’Iran è fuori discussione)? O questo: cosa succederà all’economia mondiale se l’intero Medio Oriente esplode un conflitto regionale su larga scala?

Adesso arriva la parte spaventosa: sia gli israeliani che i neocon raddoppiano sempre, sempre. L’idea di limitare le loro perdite e interrompere quella che è una politica evidentemente errata è semplicemente oltre la loro portata. La loro arroganza non può sopravvivere anche solo alla parvenza di avere sbagliato (vi ricordate di come sia Dubya che Olmert dichiararono di aver vinto contro Hezbollah nel 2006?). Non appena Trump e Netanyahu si renderanno conto di aver fatto una cosa davvero enormemente stupida e nel momento in cui non avranno finito le loro solite opzioni (missili e bombardamenti aerei prima, poi terrorizzare la popolazione civile) avranno davanti una scelta dura e semplice: ammettere la sconfitta o usare armi nucleari.

Quale pensate che sceglieranno?

Esatto.

Usare armi nucleari?

Eccovi il paradosso: in termini puramente militari, usare armi nucleari sull’Iran non servirà ad alcuno scopo pratico. Le armi nucleari possono essere utilizzate in uno dei due seguenti modi: contro installazioni militari (“controforza”) o contro civili (“controvalore”). Il punto è che nel momento in cui i neocon e i loro clienti israeliani arriveranno al punto di considerare l’uso di forze nucleari tattiche contro gli Iraniani, non ci saranno obiettivi buoni da colpire. Le forze iraniane saranno disperse e per la maggior parte in contatto con alleati (o anche forze statunitensi) e colpire con armi nucleari un battaglione iraniano o addirittura una divisione non altererà in modo fondamentale l’equazione militare. Se si colpiranno con armi atomiche le città iraniane solo per ferocia, questo servirà a un solo scopo: far spazzare davvero Israele via dalle mappe del Medio Oriente. Io non sarei sorpreso se i neocon e i loro capi israeliani usassero un’arma nucleare tattica per distruggere qualche struttura nucleare civile iraniana o qualche bunker sotterraneo con la speranza oltremodo erronea che una tale dimostrazione di forza e di determinazione costringerà gli iraniani a sottomettersi all’Impero Anglosionista. In realtà, questo farà solo infuriare gli iraniani e rafforzerà la loro risoluzione.

E veniamo agli attuali europei “macroneschi”, naturalmente mostreranno “solidarietà” sulla base della ”grande probabilità”, specialmente la Polonia, gli Ucri e gli staterelli baltici, ma se si inizieranno ad usare armi nucleari in Medio Oriente, allora l’opinione pubblica europea esploderà, specialmente nei paesi mediterranei, e questo potrebbe innescare ancora un’altra grande crisi. Israele se ne fregherebbe (o, come sempre ne darebbe al colpa ad un qualche totalmente misterioso rigurgito di antisemitismo), ma gli USA di certo non vogliono che la presa anglo sul continente sia compromessa da questi eventi.

Forse uno scenario coreano?

C’è una possibilità che tutto questo soffiare e sbuffare avrà come risultato un qualche genere di risoluzione pacifica come sembra che sia all’opera in Corea? Ahimè, probabilmente no.

Pochi mesi fa, certo, sembrava che gli USA avrebbero potuto fare qualcosa di irreparabilmente stupido in Corea (si veda qui e qui) ma dopo è successa una cosa quasi del tutto inaspettata: i sudcoreani, avendo compreso l’inanità delle minacce irresponsabili di Trump, hanno preso in mano la situazione e hanno iniziato a fare aperture verso il Nord. Inoltre, tutto il resto dei vicini nella regione ha detto chiaramente e con enfasi a Trump & Co. che le conseguenze di un attacco statunitense contro la Repubblica Democratica Popolare di Corea sarebbe stato un’apocalisse per l’intera area. Ahimè, ci sono due differenze fondamentali tra la Penisola Coreana e il Medio Oriente:

  1. Nella Penisola di Corea, gli alleati degli americani sul posto (la Repubblica di Corea) non vogliono la guerra. In Medio Oriente sono gli alleati degli americani sul posto (Israele) che esercitano le spinte più forti per una guerra.
  2. Nell’Estremo Oriente asiatico, tutti i vicini nella regione si sono sempre opposti categoricamente alla guerra. Nel Medio Oriente la maggior parte dei vicini nella regione sono venduti ai sauditi, anche loro desiderosi che gli Stati Uniti attacchino l’Iran.

Così mentre i rischi e le conseguenze di una conflagrazione sono simili tra le due regioni, le dinamiche della geopolitica locali sono completamente differenti?

E la Russia in tutto questo?

La Russia non *sceglierà* mai di andare in guerra con gli USA. Ma la Russia capisce anche che la salvaguardia e la sicurezza dell’Iran è assolutamente cruciale per la propria sicurezza, specialmente lungo i propri confini meridionali. Propria adesso sussiste una specie di fragile equilibrio tra la (anche questa molto potente) lobby sionista in Russia e gli elementi nazionalisti/patriottici. In verità, i recenti attacchi israeliani in Siria hanno dato più potere agli elementi anti-sionisti in Russia, da cui tutte le discussioni riguardo a (finalmente!) consegnare gli S-300 alla Siria. Bene, vedremo se/quando ciò accadrà. La mia migliore ipotesi è che in realtà ciò sia già probabilmente accaduto [in inglese] e che semplicemente sia stato fatto in sordina per contenere sia gli americani che gli israeliani, che non hanno modo di sapere che equipaggiamento i russi abbiano già consegnato, dove sia piazzato o, per quello che conta, chi (russi o siriani) lo faccia funzionare. Questo tipo di ambiguità è utile a placare le forze sioniste in Russia e a complicare le pianificazioni anglosioniste. Ma forse questo è un mio pio desiderio, e forse i russi non hanno ancora consegnato gli S-300 o, se lo hanno fatto, forse sono i primi modelli (non molto utili) S-300P (al contrario degli S-300PMU-2 che rappresenterebbero un forte rischio per gli israeliani).

La relazione tra Russia e Israele è molto complessa (si veda qui [in inglese] e qui), ma se l’Iran viene attaccato, mi aspetto assolutamente che i russi, specialmente i militari, sosterranno l’Iran e forniranno assistenza militare evitando di ingaggiare apertamente le forze statunitensi/israeliane/NATO/CENTCOM. Se i russi saranno attaccati direttamente in Siria (e nel contesto di una guerra più ampia, ciò potrebbe accadere con buona probabilità), allora la Russia contrattaccherà chiunque sia l’attaccante, gli USA o Israele o chiunque altro: la lobby sionista in Russia non ha il potere di imporre un “evento a’ la Liberty [in inglese]” all’opinione pubblica russa).

Conclusione: maledetti sono i costruttori di guerre, perché saranno chiamati figli di Satana

Gli israeliani possono mangiare falafel, creare la “kefiah israeliana [in inglese]” e divertirsi a fare gli “orientali” ma la realtà è che la creazione dello Stato di Israele è una maledizione per l’intero Medio Oriente a cui ha portato soltanto sofferenze indicibili, brutalità, corruzione e guerre, guerre e ancora guerre. Ed è quello che continuano a fare – tutto quello che possono per scatenare un conflitto regionale su larga scala in cui molte decine se non centinaia di migliaia di persone innocenti moriranno. Il popolo degli Stati Uniti d’America ha consentito a una pericolosa cricca di psicopatici neocon di prendere il completo controllo del proprio paese e adesso, quelli che Papà Bush chiamava “i matti in cantina” [in inglese] hanno il dito sul pulsante nucleare. Quindi ora tutto si riduce alla domanda con cui ho aperto l’articolo:

Cari americani – volete morire per Israele? Volete perdere il vostro lavoro per Israele? E la vostra pensione? Magari anche solo le vostre stock option? Perché, non ingannatevi, l’Impero degli Stati Uniti non sopravvivrà ad una guerra su larga scala contro l’Iran. Perché? Perché tutto quello che l’Iran deve fare per “vincere” è non perdere, cioè sopravvivere. Anche se bombardato e bruciato da attacchi convenzionali o nucleari, se l’Iran viene fuori da questa guerra ancora sotto la forma di una Repubblica Islamica (e questa non è una cosa che le bombe o i missili cambieranno) allora avrà vinto. Per contrasto, per l’Impero, non riuscire a mettere in ginocchio l’Iran, significherà la fine del suo status di Egemone mondiale, sconfitto non da una superpotenza nucleare, ma da una potenza regionale convenzionale. Dopodiché, sarà solo una questione di tempo prima che l’inevitabile effetto domino spacchi tutto Impero (date un’occhiata all’eccellente libro di Richard Greer “Twilight’s Last Gleaming” per un resoconto molto plausibile di come ciò possa accadere)

OK, diversamente dalla Russia, l’Iran non potrà bombardare con armi atomiche gli USA o, per quello che conta, anche solo raggiungerli con armi convenzionali (non penso neanche che gli iraniani avrebbero successo attaccando una portaerei americana come affermano alcuni analisti pro-Iran). Ma le conseguenze politiche ed economiche di una guerra su larga scala in Medio Oriente si farebbero sentire in tutti gli Stati Uniti: in questo momento l’unica cosa che, per così dire, “sostiene” il dollaro americano, sono le portaerei della US Navy e la loro capacità di ridurre in polvere qualunque paese osi disobbedire allo Zio Sam. Il fatto che queste portaerei siano (e, davvero, lo sono da un bel po’ di tempo) inutili contro l’URSS e la Russia è una cosa già abbastanza cattiva, ma se diventa risaputo urbi et orbi che sono anche inutili contro una potenza convenzionale regionale come l’Iran, allora basta così, lo spettacolo è finito. Il dollaro si trasformerà nei soldi del Monopoli in un breve lasso di tempo.

Le guerre spesso hanno “conseguenze nicciane”: i Paesi che la guerra non distrugge, spesso ne escono fuori più forti di prima, anche se è un prezzo tremendo. Sia gli israeliani che i neocon sono troppo analfabeti per rendersi conto che con le loro azioni stanno solo creandosi nemici più forti. La vecchia guardia anglo che controllava gli USA dai tempi della loro fondazione probabilmente era più saggia, forse perché meglio istruita e più consapevole della lezione dolorosa imparata dall’Impero Britannico (e anche dagli altri).

Io, francamente, spero che quelli dell’1% che controllano gli USA oggi (beh, in realtà sono molto meno dell’1%, ma non importa) si preoccuperanno delle loro ricchezze e dei loro soldi più di quanto si preoccupino dei neocon, e che i cari vecchi e cattivi imperialisti anglo che hanno costruito questo Paese abbiano ancora abbastanza avidità in se stessi da dire ai neocon e ai loro clienti israeliani di andarsene a quel paese. Ma con i neocon al controllo di entrambe le ali del monopartito e dei media, non ho molte speranze.

Eppure, c’è ancora una possibilità che, come in Corea, qualcuno da qualche parte dica o faccia la cosa giusta, e che, terrorizzato dalla potenziale grandezza di quello che stanno per scatenare, un numero sufficiente di persone nelle forze armate segua l’esempio dell’Ammiraglio William Fallon, allora comandante de del CENTCOM che disse al Presidente “un attacco all’Iran non finché sono io al comando”. Io credo che per il suo coraggio e i suoi principi, le parole di Cristo “Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matt 5:9) si possano applicare all’Ammiraglio Fallon, e spero che il suo esempio ne ispiri altri.

The Saker

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Articolo pubblicato il 4 maggio 2018 su TheSaker.is
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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