Kelsey Davenport @KelseyDav
04:52 – 8 mag 2018
In attesa della dichiarazione di Trump sull’accordo con l’Iran, in cui ci si attende l’annuncio di nuove sanzioni in violazione dell’accordo, vale la pena di ricapitolare ciò che l’accordo ha ottenuto e sottolineare il suo valore per la non proliferazione.
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Come risultato dell’accordo temporaneo del 2013, sono state neutralizzate le scorte iraniane di uranio arricchito al 20%. Il JCPOA proibisce per 15 anni l’arricchimento a livelli superiori al 3,67%.
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L’Iran ha smantellato circa 13.000 centrifughe, incluse le sue macchine più avanzate IR-2, scendendo da 20.000 a 5.060 centrifughe, sotto il limite ammesso dall’accordo. All’Iran è consentita solo una riserva equivalente a 300 chilogrammi di uranio arricchito al 3,67%.
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L’Iran ha spedito le sue riserve di uranio a basso arricchimento come previsto dall’accordo. Come risultato dei limiti posti all’arricchimento e alle riserve nucleari, adesso l’Iran impiegherebbe più di un anno per ottenere il materiale per le bombe atomiche, un tempo significativamente maggiore dei 2 o 3 mesi del 2013.
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L’accordo con l’Iran ha messo in piedi anche un regime di verifiche e controlli molto intrusivo, incluso l’impegno dell’Iran ad aderire per sempre al suo protocollo firmato con la IAEA. Questa è una misura critica che non “tramonta”.
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Per Trump non ci sono ragioni per rifiutare l’alleggerimento delle sanzioni e per violare l’accordo con l’Iran. Gli stessi membri della amministrazione Trump l’hanno confermato, incluso quelli come Pompeo, critici dell’accordo.
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È critico che il Congresso e i partner P5+1 di Washington nell’accordo, Cina, Russia, Francia, Germania e Regno Unito, abbiano denunciato l’azione di Trump per quella che è, una mossa pericolosa e irresponsabile che minaccia il futuro di un accordo che sta funzionando.
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È ugualmente importante che queste nazioni muovano dei passi per continuare l’implementazione dell’accordo e per sollecitare l’Iran a rimanere impegnato all’accordo, nonostante ogni violazione degli Stati Uniti.
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Mantenere l’accordo con l’Iran consente di tenere la porta aperta a futuri negoziati che consentono di arricchire il valore di non proliferazione dell’accordo. Una violazione degli Stati Uniti, e un loro possibile ritiro, diminuirebbe soltanto le possibilità di futuri negoziati isolando gli Stati Uniti e minandone la loro credibilità.
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Mantenere l’accordo dà inoltre alla UE e agli E3 una piattaforma per perseguire colloqui con l’Iran su altri temi di allarme, come le preoccupanti attività dell’Iran nel campo dei missili balistici e il loro trasferimento in violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
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L’accordo con l’Iran non è mai stato considerato una panacea, ma perdendolo si otterrebbe soltanto di destabilizzare ulteriormente la regione e di creare una crisi nucleare sulla quale il mondo non si potrebbe accordare.
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Inoltre, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che avvalla l’accordo, invita tutti gli stati a sostenerlo ed a evitare di minarlo. Sostenere l’accordo con l’Iran non è solo un compito per la UE, gli E3, la Russia e Cina, se gli Stati Uniti lo violano è una responsabilità di tutti.
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Serie di tweet di Kelsey Davenport su Twitter pubblicata l’8 maggio 2018
Traduzione in italiano di Fabio_San per SakerItalia
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