17:49 – 31 dic 2017
Mentre esistono in Iran legittime lagnanze e proteste su questioni interne, alcuni “analisti dell’Iran” di Twitter stanno veramente diventando sovra-eccitati. Perciò andiamo un po’ a fondo della questione, chi c’è nelle strade, quanto grandi sono veramente le folle e chi ci si sta unendo…
Le proteste stanno andando avanti da tre giorni. Tutto è partito a Mashhad da una protesta portata avanti da persone che avevano perso i loro risparmi a causa della chiusura per bancarotta di alcune istituzioni finanziarie, il cosiddetto “Affare del Mar Caspio”.
Non appena poche manifestazioni simili sono avvenute in altre città e con un rapido cambio degli eventi, alcuni gruppi hanno iniziato a protestare e lanciare slogan su altri argomenti, tipo il cambio di regime, la monarchia, eccetera.
Mentre questo cambio degli eventi ha alienato molti iraniani dall’unirsi alle proteste, allo stesso tempo ha ispirato altri gruppi di interesse, dispersi ma più aggressivi e opportunisti, ad unirsi ad esse.
Vedendo l’opportunità e con l’aiuto di applicazioni per il social media come Telegram, questi gruppi marginali hanno iniziato ad organizzarsi. Ciò è avvenuto praticamente solo mediante un singolo canale di Telegram, basato all’estero e sospetto, lo “AmadNews”.
Questo canale è stato tolto dalla rete due volte per aver violato il codice sulla violenza di Telegram, incoraggiando apertamente la gente a prendere le armi e ad attaccare la polizia con bombe fatte in casa. Esso opera adesso sotto un altro nome, dando letteralmente indicazione ogni notte per le proteste del giorno dopo.
Ciò che è interessante tuttavia è che l’aggressività degli organizzatori delle proteste ha portato chiaramente ad un contraccolpo. Alcune figure del fronte riformista, l’opposizione tradizionale in Iran che dette forma alle rivolte per le elezioni del 2009, hanno condannato le presenti rivolte.
Dall’articolo “Perché i riformisti non hanno sostenuto le proteste?!” (È in farsi :-|)
Dopo due giorni, non è avvenuta nessuna protesta di una certa grandezza a Teheran. Questo è un segnale importante su come continueranno le proteste e su quanto queste siano importanti per un gran numero di persone nella affollata capitale iraniana.

THERAN ADESSO: Se le cose vanno in questo modo, è chiaro che gli ingannevoli e sospetti slogan di ieri sul cambio di regime hanno avuto l’effetto contrario. Teheran, la sovrappopolata capitale dell’Iran, ha visto una piccola e dispersa folla di 300 persone in piazza Enqelab. Circa 50 studenti hanno protestato all’università di Teheran.
Teheran è la casa di 16 milioni di iraniani e quando ci sono delle proteste, esse sono GRANDI. In questo video (della ABC) si ha una idea della dimensione normale delle marce di protesta iniziali delle elezioni del 2009. Confrontatelo con quelli delle proteste odierne.
—— video 1
A parer mio, vedendo i video e le immagini, non più di 500 persone hanno marciato nelle recenti proteste di Teheran. Io, in tutta serietà, non capisco perché i falchi occidentali siano così ottimisti e felici su un prossimo cambio di regime. Non mi è riuscito di trovare un video con più di 500 persone. Se ne avete bisogno, riguardatevi il video del 2009.
—— video 2
I video delle più affollate proteste riguardano le città fuori dalla mega-capitale Teheran, posti come Abhar. Questa mappa mostra (non esattamente, giusto per una immagine generale), dove sono avvenute le più grandi manifestazioni, quelle fra 500 e 1000 persone.
Basandosi sulle dozzine di video e immagini che ho visto su fonti dell’opposizione, le proteste nelle altre città, oltre a quelle riportate sopra e riguardanti raggruppamenti di 500-1000 persone, coinvolgono in genere fra 50 e 300 manifestanti. Fate voi ricerche e guardatevi i filmati, è tutto su Internet.
Il punto è questo: mentre non c’è NESSUN gruppo di persone che si ribellano insieme nelle strade, proteste/rivolte di 50-300 persone si stanno orchestrando in circa 30 città, creando un sacco di rumore e di immagini per la stampa ufficiale “affamata di un cambio di regime” (Giorno 2 e 3).
Le #IranProtests sono una cosa peculiare. La storia ci insegna che in Iran le grandi manifestazioni avvengono usualmente quando c’è un chiaro e specifico argomento che funga da base per un sentire comune su una ingiustizia in corso (per esempio, le proteste per le elezioni del 2009). Questa volta, nessun specifico argomento unificante né nessun chiaro obiettivo sono emersi.
In altre parole, le recenti proteste non hanno mai portato alla luce **finora** niente di rilevante e capace di suscitare emozione, specialmente a causa delle richieste di cambio di regime e di cose come l’appoggio di Trump, tutta roba che aliena le persone. A me, somiglia di più ad uno sbuffo di dissenso…
Ma dobbiamo sempre aspettare e osservare. Nelle strade tuttavia ci sono state almeno tre diverse fazioni nei giorni scorsi:
– Quella contro l’economia e la corruzione del governo
– La fazione “verde” (i nostalgici delle proteste per le elezioni del 2009)
– Quella per il cambio di regime/a favore della monarchia (la faccia delle rivolte, marginale ma molto rumorosa)
A causa di tutte le diverse fazioni, le dinamiche sono vaghe. Queste proteste non hanno nemmeno una personalità non ufficiale come leader. Le direzioni della protesta sono diffuse attraverso Telegram, una folla si forma, nessun manifesto, nessun messaggio chiaro…esce fuori una rivolta e poi tutti tornano a casa…
Io spero per il meglio. È certo che molta gente nel mezzo di tutto ciò non ha neppure quel taglio mentale che piacerebbe ci fosse a tanti analisti occidentali. Altri aspetti si possono vedere qui.
Tra l’altro, nel caso ve lo stiate domandando: le rivolte per le elezioni del 2009 sono state uno scenario molto serio per il cambio di regime.
Ahmadinejad aveva vinto, ma l’opposizione affermava di no. La stampa ufficiale internazionale diceva che c’erano stati brogli elettorali. Tuttavia, sondaggi indipendenti come quelli sotto…
… fatti prima e dopo le elezioni del 2009, mostravano che la vittoria al 62% di Ahmadinejad era in realtà alquanto vera. Questi rapporti vennero alla luce solo qualche mese dopo le rivolte, quando il danno era stato fatto…
– Terror Free Tomorrow: qui.
– World Public Opinion & GlobeScan (2 sondaggi separati): qui.
– Charney Research & University of Maryland (sondaggio sulle elezioni): qui.
Ho salvato questi collegamenti anni fa, sfortunatamente il secondo sembra non funzionare più, ho però salvato il pdf…
E badate bene, io non sono un esperto. Le mie informazioni possono avere dei buchi. È solo che, vedere tutta la montatura fatta dalla stampa ufficiale riguardo le #IranProtests, mi ha fatto venir voglia di mostrare come, secondo un iraniano che ha seguito la vicenda da vicino e ha visto quasi tutti i più importanti video e immagini, le proteste non sono alquanto capite correttamente.
Sono aperto ad ogni commento. Sarebbe forte se avessi il tempo per postare più video e immagini per corroborare le mie opinioni, ma questo sarebbe un progetto troppo grosso (anche se ho una piccola serie di tweet su questo).
Non c’è bisogno di credermi, abbiate solo in mente queste cose quando ascoltate la narrativa ufficiale…
Aggiornamento del 1° gennaio (buon 2018 in tenuta antisommossa!!)
I video e le immagini delle proteste odierne mostrano che le manifestazioni sono cresciute in dimensioni, ma non necessariamente nel numero di città che hanno visto proteste rispetto a quelle dei giorni precedenti.
Questa mappa è per il giorno 4, io sto parlando del giorno 5.
Dai video sui social media sembra che le città di Karaj, Ahwaz, Kermanshah, Masjid, Suleiman, Rasht e Izehh hanno visto folle sopra le 500 persone, fra 500 e 2000. Ciò porta a un totale di 7 città con manifestazioni superiori alle 500 persone.
Questi numeri non sono molto importanti quando si realizzi che queste proteste prima o poi raggiungeranno l’apice. Ciò che importa tuttavia è a **cosa** porteranno queste proteste prima che raggiungano l’apice.
Teheran ha visto folle stimate da qualcuno nell’ordine di centomila manifestanti durante le manifestazioni per le elezioni del 2009 ma, con la costernazione di Washington, la rivoluzione colorata fallì. Perciò i numeri non sono la sola cosa che conta. Le recenti proteste non si stanno neanche comportando bene in questo. È troppo presto per giudicare.
Finché queste proteste non raggiungono un consenso e una visione unificata che possa unire folle più grandi in diverse città, il dissenso può semplicemente esaurirsi. Onestamente, non si vede ancora una visione unificata che porti a folle più grosse.
Ma sapete quello che è patetico? Invece di dare il quadro generale, molti giornalisti famosi su Twitter sono occupatissimi a rilanciare decine di video convulsi, provocando una immagine di rivolta di massa senza far uscire nessuna vera analisi.
Il trucco in questo è che lasciano fuori semplicisticamente molti altri fattori (come l’apice imminente e il reale numero di persone che vi partecipano) per allettare invece il loro pubblico.
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Serie di tweet di Sayed Mousavi su Twitter pubblicata il 31 dicembre 2017
Traduzione in italiano di Fabio_San per SakerItalia
Quello che più è desiderabile è la repressione delle ramificazioni di finanziamento di questi teatrini!
Ringrazio per l’oggettivita’ dell’articolo di Sayed Mousavi. Questo valorizza la anti-main-stream-press onesta nel confronto con le frottole che leggiamo giornalmente nei nostri quotidiani, redatti o da ignorantoni in buona fede o da manipolatori disonesti in malafede.
Un cattivo servizio a questa anti-main-stream onesta come il,Saker lo rende il Palaestina Felix del Marcenaro alias Kahani, che ancora l’altro ieri negava ogni ” rivolta” in Iran, con il titolo:
” Balle e panzane su inesistenti proteste iraniane…”
Lo stesso kahani che dopo due mesi di riconquista di Palmyra da parte dell’Isis ci propinava il completo controllo da parte del SAA. O che faceva atterrare gli Antonov con i rifornimenti all’aeroporto di deir Ezzur,
quando questo era bloccato da un anno dall’assedio dei Takfiri….Che ci deve ancora spiegare, perche’ l’esercito siriano, che secondo il kahani, ha sempre tenuto l’aeroporto di Tabqa, si e’ fatto portar via sotto il naso Raqqa, a un paio di chilometri da Tabqa….
Anche nell’anti-main-stream ci sono manipolatori e bugiardi.
In dubio….consultate il Saker….