La scorsa settimana ha visto quello che avrebbe dovuto essere una presunta iperpotenza dare la colpa della sua imbarazzante sconfitta non solo al Venezuela, che ha sconfitto con successo i piani di colpo di stato dello Zio Shmuel [in inglese], ma anche ad una lista di altri paesi tra cui Cuba, Russia, Cina e Iran [in italiano]. È piuttosto patetico e, francamente, sconfina con il comicamente ridicolo.

Zio Shmuel chiaramente non ha apprezzato il fatto di essere lo zimbello del pianeta.

Avviso di sfratto dell’USSS.

E come sempre lo Zio Shmuel, ha deciso di flettere un po’ i muscoli e mostrare al mondo “chi è il capo”…

Bloccando l’ambasciata venezuelana a Washington, DC [in inglese].

Ma anche quello era troppo per l’amministrazione MAGA, quindi hanno anche negato di averlo fatto (ma come ragionano!?)

Il che non ha impedito agli attivisti statunitensi di entrare nell’ambasciata (legalmente, sono stati invitati e hanno confermato tutto [in inglese]).

Ora il servizio segreto americano vuole sfrattare le persone all’interno dell’edificio.

Tanto per l’amata “negabilità plausibile” della CIA, che ora si è trasformata in “negabilità comica”.

Se pensate che tutto ciò suoni incredibilmente dilettantesco e stupido, avete ragione al 100%.

Usando le meravigliose parole di Sergej Lavrov [in russo], i diplomatici statunitensi hanno “perso il gusto per la diplomazia”.

Ma non è tutto.

…In un atto di incredibile coraggio gli USA, a cui è stato detto (dagli israeliani [in inglese], ovviamente!), che gli iraniani stavano per attaccare “da qualche parte”, lo Zio Shmuel ha mandato due gruppi d’attacco incentrati su portaerei in Medio Oriente. Con un’operazione “audace”, i brillanti piloti americani dei bombardieri B-52 hanno sorvolato il Golfo Persico [in inglese] per “inviare un messaggio” ai “Mullah”: non fate gli stron*i con noi, altrimenti…

I “Mullah” apparentemente non si sono lasciati impressionare, dichiarando semplicemente che “le portaerei statunitensi non sono una minaccia, ma solo un obiettivo[in inglese].

A quanto pare, gli Anglo-Sionisti hanno eseguito anche un’operazione sotto falsa bandiera [in inglese] per avere un pretesto per attaccare l’Iran, ma finora sembrano aver ottenuto scarsi risultati nella regione (finora – le cose potrebbero cambiare).

Lavrov reagisce alle ultime minacce americane.

Ora lasciamo queste “operazioni a livello d’asilo” e proviamo a dare un senso a questa assurdità.

Primo, anche se l’americano può disprezzare gli iraniani, chiamarli teste di rapa, terroristi, mullah, negri della sabbia o confonderli con gli iracheni o addirittura pensare che gli iraniani siano arabi (come, a quanto pare, lo sono i turchi, almeno secondo i comuni standard di ignoranza americani), la verità è che gli iraniani sono giocatori di livello mondiale e fra i più sofisticati, in particolare la loro superba comunità analitica. Comprendono appieno che un B-52 in qualsiasi luogo vicino allo spazio aereo iraniano è un bersaglio facile, e che se gli americani stavano progettando di attaccare l’Iran, avrebbero portato la loro portaerei lontano da ogni possibile attacco iraniano. Per quanto riguarda i B-52, hanno missili da crociera a lungo raggio e non hanno bisogno di avvicinarsi all’Iran per lanciare i loro carichi.

In effetti, penso che il modo giusto per convincere gli iraniani a credere che lo Zio Shmuel fa sul serio sarebbe evacuare tutte le navi statunitensi dal Golfo Persico, posizionare i B-52 a Diego Garcia, e mettere le portaerei il più lontano possibile per condurre un attacco con missili/bombe contro obiettivi iraniani. E potete scommettere che gli iraniani hanno rapporti molto dettagliati su esattamente quali aerei del CENTCOM sono schierati e dove. Per attaccare l’Iran, gli Stati Uniti avrebbero bisogno di raggiungere una specifica concentrazione di forze e di appoggio che sono tutti tracciabili dagli iraniani. La mia ipotesi è che gli iraniani abbiano già un elenco completo di tutti gli ufficiali del CENTCOM fino al livello di colonnello (e forse anche inferiore per quanto riguarda gli aviatori), e che sappiano già esattamente quali aerei USAF/USN sono pronto a colpire. Qualcuno potrebbe pensare che sia difficile da fare, ma in realtà non lo è. Ho visto farlo di persona.

Secondo, gli americani sanno che gli iraniani lo sanno (beh, forse non Mr. MAGA, ma la gente della DIA, dell’ONI, dell’NSA, ecc. lo sanno). Quindi tutto questo tintinnar di sciabole è stato progettato per dimostrare che Mr. MAGA ha tonnellate di peli sul petto, ed è tutto a consumo interno degli Stati Uniti. Per quanto riguarda gli iraniani, hanno già sentito tutte le minacce immaginabili degli Stati Uniti, sono stati attaccati molte volte sia da loro che da Israele (direttamente o per delega), e si stanno preparando per un attacco degli Stati Uniti fin dai tempi gloriosi dell’Operazione Eagle Claw: sono prontissimi, potete starne certi. Infine, l’attacco terroristico della US Navy ad un aereo di linea civile iraniano ha certamente convinto gli iraniani che i leader dell’Impero Anglo-Sionista non hanno nemmeno la decenza basilare, per non parlare dell’onore. E non dimentichiamo l’uso della guerra chimica da parte dell’Iraq contro l’Iran, con sostanze chimiche fornite da varie compagnie statunitensi e dell’UE (con la piena benedizione dei loro governi). No, gli iraniani non si fanno davvero illusioni su ciò che Shaytân-e Bozorg [in inglese] è capace di fare quando è arrabbiato.

Terzo, “attaccare le ambasciate” è un’ammissione lampante di debolezza terminale. Questo era vero per il sequestro degli edifici consolari russi, e questo è vero per l’ambasciata venezuelana. Nel mondo reale (al di fuori dell’asilo nido) quando il paese A ha una disputa con il paese B, non sfoga la sua frustrazione contro la sua ambasciata. Tali azioni non sono solo un’ammissione di debolezza, ma anche un segno di una fondamentale mancanza di civiltà.

[Nota a margine: questo problema è fondamentale per la comprensione degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono un paese estremamente sviluppato, ma non civilizzato. Oscar Wilde (e George Clemenceau) avevano ragione: “L’America è l’unico paese che è passato dalla barbarie alla decadenza senza la civiltà in mezzo”. Ci sono segni ovunque negli Stati Uniti: dalle leggi sul lavoro feudali, all’assenza di assistenza sanitaria universale, a condanne penali obbligatorie assolutamente ridicole (il codice penale sovietico sotto Stalin [in russo] era MOLTO più ragionevole e civilizzato delle attuali leggi statunitensi!), alla pena di morte, alle torture socialmente accettate a Guantanamo e altrove, alle tensioni razziali, al disgustoso “cibo” che costituisce la tipica dieta “SAD[in inglese], alla “guerra alla droga” assolutamente barbarica, al record mondiale di incarcerazioni, a un’immensa epidemia di aggressioni e stupri sessuali (1/5 di tutte le donne negli Stati Uniti!), all’omosessualità accettata come “variazione normale e positiva della sessualità umana”, al 98% degli uomini che ha segnalato di aver guardato porno su internet negli ultimi sei mesi[tutti e tre i link in inglese] – potrei continuare questa lista fino alla nausea. Per favore, non fraintendetemi: ci sono tante persone gentili, intelligenti, oneste, onorevoli, educate e compassionevoli negli USA come altrove. Il problema non sono le persone che vivono negli Stati Uniti: è il tipo di società in cui vivono queste persone. In realtà, direi un’ovvietà affermando che gli americani sono le prime vittime della mancanza di civiltà della propria società! Infine, la mancanza di civiltà non è sempre una cosa negativa, e a volte può rendere una società molto più dinamica, più flessibile, più innovativa. Ma sì, per lo più fa schifo…]

A proposito, gli Stati Uniti non sono affatto gli unici ad avere al potere degli imbecilli degenerati. Qualcuno ricorda come appariva Chernenko quando divenne il segretario generale del PCUS? Che dire di gente come Jean-Bédel Bokassa o Mikheil Saakashvili (quest’ultimo caso è particolarmente doloroso perché è accaduto in un paese con una cultura veramente antica ed estremamente ricca!). E anche se non ci piacciono le persone come George Bush Senior o James Baker – queste erano persone superbamente istruite ed estremamente intelligenti. Confrontateli con ignoranti psicopatici come Pompeo, Bolton o Trump stesso!

Quindi questo ultimo “attacco” USA al Venezuela è davvero un sintomo indicativo del crollo generalizzato del potere statunitense, della bancarotta morale e intellettuale e della mancanza di civiltà delle élite al potere Neoconservatrici.

La grande domanda è ovvia: attaccheranno il Venezuela o l’Iran?

La cosiddetta vignetta “antisemita” [in inglese] del New York Times. Se lo chiedete a me, è piuttosto precisa!

Nel primo articolo che ho scritto per il mio blog [in inglese], nel lontano 2007, ho previsto che gli Stati Uniti avrebbero attaccato l’Iran. Continuo a credere che gli israeliani non smetteranno mai di cercare di convincere gli Stati Uniti a fare il lavoro sporco al posto loro (e lasciare che i goyim ne paghino il prezzo!). Ciò di cui non sono sicuro è se gli israeliani avranno davvero il potere di spingere gli Stati Uniti in una guerra così suicida (ricordate, se l’Iran non può “vincere” contro gli USA, neanche gli USA possono “vincere” contro l’Iran – quindi l’Iran vincerà semplicemente sopravvivendo e non cedendo – cosa che esso farà e gli USA no). La buona notizia è che la potenza degli Stati Uniti è in netto declino (declino in accelerazione!) almeno dai tempi di Clinton e della sua banda. Vorrei anche aggiungere che gli ultimi due idioti (Obama e Trump) hanno fatto più danni alla potenza degli Stati Uniti di tutti i loro predecessori messi insieme. La cattiva notizia è che il QI collettivo dei leader statunitensi sta cadendo ancora più velocemente della potenza degli Stati Uniti. Possiamo sperare che il primo arrivi a zero molto prima della seconda, ma non ci sono garanzie.

Davvero, nessuno sa se gli Stati Uniti attaccheranno o non attaccheranno l’Iran e/o il Venezuela. I Neoconservatori lo vogliono, ma se lo faranno questa volta o meno dipenderà da così tante variabili che anche i membri della Casa Bianca e del Pentagono probabilmente non sanno cosa succederà dopo.

Quello che è certo è che la reputazione degli Stati Uniti in tutto il mondo è fondamentalmente un disastro. Il fatto che alla maggior parte della gente negli Stati Uniti non venga mai raccontato non lo rende meno reale. Il team di coppia Obama-Trump ha veramente inflitto danni irreparabili alla reputazione degli Stati Uniti (in entrambi i casi perché sono stati irrimediabilmente infettati e corrotti dai Neoconservatori). Gli attuali leader statunitensi sembrano capire che, almeno in una certa misura, questo è il motivo per cui si attaccano principalmente a obiettivi “facili” come la libertà di parola (su Internet e altrove [in inglese]), Assange, l’ambasciata venezuelana, ecc. Il vero pericolo viene da uno di due fattori:

  1. I Neoconservatori si sentiranno umiliati dal fatto che tutte le loro minacce hanno incontrato solo indifferenza, disgusto o risate
  2. I Neoconservatori si sentiranno sostenuti dal fatto che non è successo nulla di terribile (finora) quando hanno attaccato un bersaglio indifeso

In entrambi i casi, il risultato è lo stesso: ogni “clic!” ci avvicina all’inevitabile “bang!”.

A proposito, penso che dovrei menzionare che anche l’attuale stato di paranoia avanzata in cui Pompeo punta le dita a destra e a sinistra è un segno di debolezza terminale: non ci sono tanti modi per spiegare in maniera credibile i costanti e sistematici fallimenti degli israeliani e degli americani nell’ottenere qualcosa di compiuto, in quanto sono un modo per distrarre dalle vere ragioni dell’attuale estrema debolezza degli Anglo-Sionisti.

2006: il popolo del Libano festeggia la vittoria che ha dato una svolta all’imperialismo Anglo-Sionista.

Ho concluso il mio ultimo articolo parlando dei terrorizzati venezuelani che si sono rifiutati di avere paura. Concluderò questo descrivendo il primo caso in cui un avversario (relativamente) piccolo si è rifiutato di spaventarsi anche se è stato oggetto di un attacco davvero terrificante: Hezbollah nel 2006. Anche se erano in minoranza numerica, superati di numero e circondati dagli israeliani, i membri della Resistenza in Libano si sono semplicemente rifiutati di avere paura e, avendo perso la paura alla quale molti arabi avevano ceduto prima del 2006, hanno continuato ad infliggere agli israeliani (sostenuti appieno dagli USA) la peggiore e più umiliante sconfitta della storia (certamente breve) del loro paese.

Vi esorto a leggere il famoso discorso “Vittoria Divina” di Hassan Nasrallah (potete ancora trovare la trascrizione in inglese qui e qui) – è uno dei discorsi più importanti del 20° secolo! – e prestare attenzione a queste parole (corsivo e grassetto aggiunti):

Sentiamo di aver vinto; Il Libano ha vinto; La Palestina ha vinto; la nazione araba ha vinto, e anche ogni persona oppressa e offesa in questo mondo ha vinto. La nostra vittoria non è la vittoria di un partito. Ripeto ciò che ho detto a Bint Jbeil il 25 maggio 2000: non è la vittoria di un partito o di una comunità; piuttosto è una vittoria per il vero Libano, il vero popolo libanese e ogni persona libera nel mondo. Non distorcete questa grande vittoria storica. Non confinatela negli ambiti di partito, confessionali, comunali o regionali. Questa vittoria è troppo grande per essere compresa da noi. Le prossime settimane, mesi e anni lo confermeranno.

E, davvero, le prossime settimane, mesi e anni lo hanno confermato!

Qualsiasi attacco americano all’Iran avrà risultati abbastanza simili, ma su una scala molto, molto più grande.

E gli iraniani lo sanno. Come molti nel Pentagono (la CIA e la Casa Bianca sono probabilmente ormai senza speranza).

Conclusione: buone notizie e cattive notizie

Finalmente qualche discussione importante tra le due superpotenze nucleari!

Prima la buona notizia: Pompeo e Lavrov hanno avuto quello che sembra un dialogo significativo. Questo è molto, molto buono, anche se del tutto insufficiente. Hanno anche annunciato di voler creare gruppi di studio per migliorare le relazioni (attualmente pessime) tra i due paesi. Questa è una notizia ancora migliore (se ciò accadrà davvero). Ascoltando Pompeo e Lavrov, ho la sensazione che gli americani stiano lentamente capendo che hanno un enorme bisogno di ristabilire un dialogo significativo con l’altra superpotenza nucleare. Bene. Ma ci sono anche cattive notizie.

La voce secondo cui i geni strategici che circondano Trump ora considerano l’invio di 120.000 soldati in Medio Oriente è davvero una brutta notizia. Se questo rimarrà solo un pettegolezzo, allora sarà la solita aria fritta di Washington, sulla falsariga della “potente armata” di Trump inviata a spaventare la Corea del Nord (che ha fallito). La differenza qui è semplice: l’invio di portaerei verso il Medio Oriente sono solo pubbliche relazioni. Ma inviare portaerei e 120.000 soldati cambia completamente le cose, e ora questa minaccia, se eseguita, diventerà molto reale. No, non penso che gli Stati Uniti tenteranno di invadere l’Iran, ma 120.000 soldati è quasi quello che sarebbe necessario per cercare di riaprire lo Stretto di Hormuz (presumendo che gli iraniani lo chiudano) proteggendo al contempo tutte le (praticamente indifese) strutture e forze del CENTCOM nella regione. In questo scenario, il viaggio di Pompeo in Russia potrebbe avere una ragione molto più sinistra: spiegare ai russi cosa stanno facendo gli Stati Uniti, e fornire garanzie di sicurezza che questa intera operazione non è rivolta contro le forze russe. Se gli USA avessero davvero intenzione di attaccare l’Iran, sarebbe perfettamente logico per Pompeo parlare con Lavrov e aprire canali di comunicazione tra le due forze armate per concordare le procedure di “disinnesco del conflitto”. Indipendentemente dal fatto che i russi accettino o meno tali misure di disinnesco del conflitto (la mia ipotesi è che lo faranno sicuramente), un simile viaggio è un “must” quando si schierano grandi forze così vicino alle forze militari russe.

Finora Trump ha negato questo rapporto [in inglese] – ma sappiamo tutti che soffre della “sindrome di John Kerry”: vuole migliori relazioni con la Russia solo fino a quando i Neoconservatori non gli dicono di non farlo. Quindi fa una svolta di 180° e dichiara l’esatto contrario di ciò che ha appena detto.

Eppure, ora ci sono voci secondo cui Trump ne sta avendo abbastanza di Bolton [in inglese] (che, a dire il vero, ha completamente incasinato la situazione venezuelana!).

Per quanto riguarda gli iracheni, hanno già detto agli Stati Uniti di dimenticare l’uso del territorio iracheno per qualsiasi attacco. Questo mi ricorda come i brasiliani dissero agli Stati Uniti che il Brasile non avrebbe permesso che il suo territorio venisse usato per qualsiasi attacco. Questo sta diventando un modello. Bene.

Francamente, anche se un attacco Anglo-Sionista all’Iran è sempre e per definizione possibile, non posso immaginare che la gente al Pentagono abbia lo stomaco di farlo. In un recente articolo, Eric Margolis ha delineato quali potrebbero essere le motivazioni per un simile attacco (consultate il suo articolo completo qui [in inglese]). Notate questa frase: “Il piano originale del Pentagono per punire l’Iran richiedeva circa 2.300 attacchi aerei solo il primo giorno”. Possono davvero farlo? Sì assolutamente. Ma immaginate le conseguenze! Margolis parla di “punire” l’Iran. 2.300 attacchi aerei in un giorno non sono qualcosa che definirei una “punizione”. Questo è un attacco su vasta scala all’Iran che, a sua volta, significa che gli iraniani avranno esattamente *ZERO* ragioni per trattenersi in qualsiasi modo. Se gli Anglo-Sionisti attaccheranno l’Iran con 2.300 bombardamenti aerei il primo giorno, allora state sicuri che il secondo giorno l’inferno si scatenerà in tutto il Medio Oriente, e gli Anglo-Sionisti non avranno assolutamente *NESSUN* mezzo per fermarlo.

Questo sarà un vero bagno di sangue e nessuno avrà alcuna idea di come fermarlo.

E si può stare sicuri che gli iraniani mostreranno molto più potere di resistenza degli imperialisti, se non altro perché combatteranno in difesa del loro paese, della loro fede, della loro libertà, dei loro amici e delle loro famiglie. Aspettarsi che gli iraniani possano crollare o arrendersi in qualsiasi modo sarebbe la cosa più stupida che chiunque possa pensare.

Potrebbero essere davvero così stupidi a Washington DC?

Non lo so.

Ma quello che so è questo: qualsiasi attacco del genere sarà estremamente costoso e molto, molto pericoloso. Ovviamente, ai Neoconservatori non frega niente dei costi, finanziari o umani. Vogliono solo guerra, guerra, guerra e ancora guerra (ricordate il “bombardate, bombardate, bombardate – bombardate, bombardate l’Iran” di McCain?). Ma i Neoconservatori sono solo una piccola parte delle élite al potere negli Stati Uniti (anche se la più potente) e la mia speranza è che prevarranno gli elementi sani (cosa che, in effetti, finora hanno fatto).

Per ora, siamo ancora messi bene. Ma se gli Stati Uniti inizieranno davvero a inviare grandi forze in Medio Oriente, allora tutte le scommesse saranno chiuse.

Il Saker

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Pubblicato su The Saker il 16 maggio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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