La tragedia umana in Siria è una cosa, e la maniera ipocrita con cui l’Occidente la tratta è un assoluto disastro.

Tanto per cominciare, è stata la sfera di influenza occidentale che ha destabilizzato negli ultimi vent’anni quattro Stati della regione, e cioè l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia e la Siria. Si potrebbe argomentare che l’Afganistan era un punto caldo ben prima dell’invasione guidata dagli Stati Uniti, ma certamente quell’invasione non ha reso affatto le cose più stabili. Rincuora vedere che il mondo ha finalmente riconosciuto il fatto che l’Occidente è stato determinante nel creare quei rifugiati con i quali non vuole aver niente a che fare.

Ma questo non è l’argomento principale di questo articolo.

Quel che dobbiamo guardare adesso è l’ondata di profughi siriani che straripa in Europa. Su questo argomento ci sono molti punti interrogativi, il quali non saltano all’occhio senza un’indagine approfondita.

Non è impietoso né inumano porre questioni legittime quando si sente odor di bruciato e, più in generale, quando i media ufficiali in Occidente sono in frenesia, c’è in genere un grosso topo morto in attesa di essere scoperto. Non è impietoso né inumano porre domande perfino quando l’argomento riguarda i rifugiati, e quando le sofferenze umane sono così ovvie. Al contrario invece, se qualcuno sta usando la sofferenza umana per ottenerne un guadagno politico o, ancor peggio, finanziario, allora il colpevole deve essere smascherato.

Da questo punto di vista, è obbligatorio fare le osservazioni seguenti e porre domande sull’ondata di rifugiati siriani e la grande copertura mediatica della foto del piccolo Aylan:

1. Nei primi tempi della “Guerra in Siria”, le linee di battaglia non erano state ancora disegnate e non appena i presunti combattenti per la libertà, presto rivelatesi terroristi settari, cominciarono ad intraprendere campagne di pulizia settaria, molti cittadini furono intrappolati dalla “parte sbagliata” e furono costretti a fuggire per salvarsi. Questo generò la prima grande alluvione di rifugiati, e si può chiaramente capirne la ragione. Poi, con l’intensificarsi dei combattimenti, alcuni di quei posti tranquilli si trasformarono in campi di battaglia, ed anche se i cittadini non avevano più paura di essere individuati e perseguitati, dovettero comunque andar via per salvarsi, e anche di questo si può capirne la ragione.

Passando ai numeri, dobbiamo essere coscienti del fatto che circa l’80% dei rifugiati genuinamente siriani sono “rifugiati interni”. In altre parole, essi si sono mossi all’interno della Siria verso aree più sicure, e molti dei loro giovani sono nell’Esercito Siriano o nelle Forze di Difesa Nazionale. La grossa percentuale di quelli che hanno lasciato la Siria sono sia simpatizzanti anti-governativi, cioè sostenitori di FSA/Al Nusra/ISIS, sia persone che cercano di evitare il sevizio militare, cioè disertori.

Ed ora, quattro anni e mezzo dentro questa guerra, e nonostante che le battaglie continuino, la maggior parte delle zone di guerra, se non tutte, sono state abbandonate. Così la domanda è questa, da dove vengono i rifugiati recenti? Se essi stanno davvero abbandonando la Siria adesso, da quale parte della Siria stanno partendo e per quale ragione? E per ultimo, ma non per importanza, come sono usciti dalla Siria, sulle navi in rotta verso l’Europa?

2. Se quei rifugiati non stanno lasciando la Siria adesso, allora una gran parte di loro dovevano aver vissuto finora in un qualche campo di rifugiati fuori dalla Siria. Questi campi sono soprattutto in Turchia, in Giordania ed in Libano. Il fatto che il corpo di Aylan sia stato ritrovato a Bodrum in Turchia, che quattro trafficanti di uomini siano stati arrestati in Turchia, e non dimenticando la vicinanza di Turchia con l’Ungheria, ci indicano che quei rifugiati si sono fermati per qualche tempo in Turchia, prima del loro esodo verso l’Europa. Occorre ricordare che mentre sono nei campi profughi in Turchia, ai rifugiati siriani non è permesso di lasciare i campi. Questi dati di fatto insieme a supposizioni logiche, stimolano due domande. Perché improvvisamente è stato permesso ai rifugiati di lasciare i campi? E, se questo è il caso, vi è qualcosa di losco circa il momento ed il perché della decisione?

3. Un’occhiata ai profughi rivela chiaramente che la maggior parte di loro sono uomini giovani, intorno ai trent’anni. Questa prevalenza maschile, più il gruppo di età, per non parlare del fatto che la maggior parte dei siriani rifugiati all’estero sono in realtà sostenitori delle forze anti-governative, ci porta all’argomento di una loro possibile affiliazione con i fondamentalisti islamici. Questa osservazione, facile a farsi, comporta molte domande:

– Dove sono le loro famiglie che essi dicono di voler allontanare dalle zone di guerra?

– Perché essi non combattono i terroristi insieme all’Esercito Siriano o alle Forze di Difesa Nazionale?

– Come possiamo sapere, e più importante, come i governi occidentali potranno essere certi che alcuni di questi giovani non siano in effetti membri o sostenitori dell’ISIS?

– Se accettati nell’Unione Europea come rifugiati, e se risulta che alcuni di loro siano agenti operativi dell’ISIS, e questa è una possibilità verosimile, l’Unione Europea si sta attrezzando ad affrontarli prima che essi, insieme alle già esistenti cellule dormienti dell’ISIS, si diffondano su tutta l’Europa Occidentale?

4. Che migliaia di rifugiati decidono contemporaneamente di mettersi in viaggio verso la Germania passando dall’Ungheria non può essere per caso. Perché l’Ungheria potremmo chiederci? C’è un piano losco per punire l’Ungheria? Se sì, organizzato da chi e per quale ragione?

5. Che c’è dietro la frenesia dei media riguardo un povero bimbo piccolo, spiaggiato sulle coste della Turchia? Potremmo non essere ancora in grado di rispondere a queste domande, ma su quest’ultima, si sta diradando il mistero sul frenetico ed isterico ritratto in stile “Io sono Charlie” di un povero bimbo siriano morto.

Sta diventando chiaro che la storia di Aylan è diventata una girandola di soldi per almeno un gruppo che vuole raccogliere fondi nel suo ultimo, disperato tentativo di arrivare alla vittoria contro il popolo ed il governo della Siria.

La dubbia opera pia inglese “Mano nella mano per la Siria”, parte della sinistra rete contro la Siria, sta ricevendo fondi raccolti in nome del piccolo bimbo affogato. “Mano nella mano per la Siria” ha dei precedenti per fabbricare prove. Insieme a Panorama della BBC, ha messo in scena la fittizia coproduzione in stile hollywoodiano “Salviamo i bambini della Siria”, che è stata raffazzonata assieme per influenzare il voto del Parlamento inglese sull’invasione della Siria, nel 2013. Ha una grande partecipazione in tutta l’attuale montatura mediatica.

Questo collegamento [NdT: in inglese] fornisce prove sui fondi in fase di realizzazione e sul denaro che fluisce verso la “Mano nella mano per la Siria”.

E queste [NdT: in inglese] sono le parole di Robert Stuart, il crociato che per primo ha illustrato la farsa in comune fra BBC e “Mano nella mano per la Siria”.

Naturalmente molti poveri rifugiati si sono spiaggiati sulle coste dell’intera regione, e non possiamo semplicemente non dare credito alla storia di Aylan, ma non dovremmo essere sorpresi se l’intero affare risultasse una falsificazione.

Certe domande non avranno mai risposta. Potremmo non sapere mai chi ha ucciso Kennedy o la storia completa e piena dietro l’11 Settembre. Quel che sappiamo è che i media occidentali ed i periodici di Murdoch hanno giurato di ingannarci. Essi sono incapaci di pubblicare una singola parola di verità. Perciò, prima di vedere Obama indossare una maglietta “Io sono Aylan” e ondate di milioni di seguaci seguirlo come pecore cieche, non dovremmo mai accettare per quella che appare qualsiasi storia sfornata dai media ufficiali occidentali.

Ghassan e Intibah Kadi pubblicano questo blog.

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Articolo di Ghassan e Intibah Kadi apparso su TheSaker il 7 settembre 2015


Traduzione in italiano di Fabio_San per SakerItalia.it

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