Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

“Se sta per esser buttata nella spazzatura o forse ceduta agli Unni, è meglio prenderla nelle nostre mani…”

Nel giugno 1940, mentre Pétain cercava un armistizio con Hitler, una scelta difficile si presentava ai quattromila polacchi della Brigata Carpatica posta sotto il comando francese in Siria.

 

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Dislocata a Homs, la brigata era composta dai polacchi fuggiti dalla Romania e dall’Ungheria e dai campi di prigionia tedeschi e sovietici. Impossibilitati a raggiungere la Francia, essi si organizzarono in Nord Africa comandati dal colonnello Kopański.

Ksawery Pruszynski descrisse nel giugno del 1940 le loro esperienze…

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Subito dopo la capitolazione, l’esercito siriano ricevette l’ordine di smobilitare le sue numerose centinaia di migliaia di uomini, i quali andavano prima disarmati.

“E per quel che riguarda noi?” chiesero i comandanti polacchi.

I francesi, sempre esperti in diplomazia, non risposero.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Ma il loro atteggiamento verso i polacchi subì un cambio considerevole. Le promesse di invio di equipaggiamenti non furono mantenute, ci furono dei problemi con le paghe dei soldati, le scorte si stavano assottigliando.

Infine, per diretto ordine da Vichy, i francesi chiesero la smobilitazione della Brigata.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

“Non faremo niente del genere” replicarono i polacchi.

“Allora dateci indietro le vostre armi, esse ci appartengono” argomentarono i francesi.

“I soldati non si dividono dalle loro armi” dissero i polacchi. Forse non fu una risposta molto soddisfacente dal punto di vista della legge comune…

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

I polacchi informarono cortesemente i francesi che si sarebbero spostati nel territorio della Palestina inglese.

“Abbiamo ordine di fermarvi” dissero i francesi molto severamente.

“Allora ci dovremo aprire la strada, sebbene odiamo farlo” osservò la Brigata Carpatica.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Si ritenne che quei soldati non morivano dalla voglia di sparare ai tedeschi e, probabilmente, non erano neanche più impazienti per una rissa con i polacchi.

La Brigata raccattò strada facendo tutto l’armamento e tutto l’equipaggiamento possibile, e ce n’era abbastanza…

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Fedeli alle tradizioni dell’esercito polacco, misero una cura speciale nel prendere i cavalli migliori.

L’esercito francese, aspettandosi una campagna militare nei Balcani, aveva molti cavalli e i polacchi se li vollero portare dietro come dote per l’esercito inglese.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

La colonna si incamminò lungo un vecchio sentiero di guerra come altre carovane militari avevano percorso prima. Seguì la valle dello stretto, calmo, santo fiume Giordano.

“Siamo in Terrasanta” mormoravano i devoti soldati polacchi facendosi il segno della croce a capo chino, come i loro padri contadini facevano.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Finalmente, i pellegrini polacchi raggiunsero Gerusalemme. Le autorità inglesi li accolsero con un’ospitalità generosa e amichevole.

Accampamenti per i polacchi furono allestiti in città con nomi molto significativi per essi, Betlemme, Hebron, Nazareth.

Jenny Grant           @SilenceInPolish

19:36    14 giugno 2020

Queste foto del Museo Imperiale della Guerra furono scattate cinque giorni dopo l’arrivo della Brigata Carpatica nel territorio inglese, con tutti i cavalli e tutto l’equipaggiamento che avevano preso ai francesi.

Dopo numerosi mesi di addestramento, i polacchi sarebbero entrati nella Campagna Nordafricana a Tobruk.

 

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Serie di tweet di Jenny Grant su Twitter pubblicata il 14 giugno 2020
Traduzione in italiano di Fabio_San per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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