In una delle tante sfacciate bugie che gli Stati Uniti hanno detto per giustificare l’uccisione di Soleimani, Mike Pompeo ha affermato che il Generale iraniano è stato ucciso perché pianificava “attacchi imminenti” [in inglese] a cittadini americani. La scelta delle parole è non è casuale. Pompeo sta precisamente facendo riferimento alla dottrina di Bethlehem sull’auto-difesa preventiva.
Formulata da Daniel Bethlehem quando era consigliere legale del primo governo di Netanyahu e successivamente di Blair, la dottrina di Bethlehem afferma che gli Stati hanno il diritto all’“auto-difesa preventiva” contro un attacco “imminente”. Concetto accettabile per la maggior parte delle persone, dei giuristi e dei giudici internazionali. Me incluso.
Ciò che è accettabile per pochissime persone e per quasi nessun giudice internazionale, è il concetto chiave della dottrina di Bethlehem, e cioè che in questo caso la parola “imminente” (usata in maniera così attenta da Pompeo) non deve avere il suo normale significato di “a breve” o “sta per succedere”. Secondo la dottrina di Bethlehem, un attacco può essere considerato “imminente” anche se non si conosce alcun dettaglio o non si sa quando potrebbe accadere.
Di conseguenza, potreste essere uccisi da un drone o da una bomba (e tale dottrina è stata formulata ad hoc per giustificare questo tipo di attacchi) a causa di “informazioni” che vi vedono coinvolti in un complotto, quando le stesse informazioni non dicono né di quale complotto si tratta né quando dovrebbe accadere. Oppure, in maniera ancora più sottile, poiché esistono delle informazioni sul fatto che eravate precedentemente coinvolti in un complotto, è quindi ragionevole uccidervi nell’eventualità che lo vogliate rifare.
Non sto inventando la dottrina di Bethlehem. E’ stata per un decennio la giustificazione formale e legale per gli attacchi con i droni e per le uccisioni mirate da parte dei governi di Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna. A questo link [in inglese] c’è un articolo accademico, pubblicato da Bethlehem dopo aver lasciato i suoi incarichi governativi (la modalità di azione da parte dei governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele è informazione classificata [in inglese]).
Quindi, quando Pompeo dice che gli attacchi di Soleimani erano “imminenti”, non sta usando questo termine nel senso corrente che ha nella lingua comune. E’ inutile chiedergli come, dove o quando questi attacchi “imminenti” erano pianificati. Lui si sta riferendo alla dottrina di Bethlehem, secondo cui tu puoi uccidere delle persone sulla base della sensazione che potrebbero essere sul punto di fare qualcosa.
L’idea che uccidere un individuo, che sapete sta per attaccarvi ma non sapete quando, dove e come, possa essere giustificata come auto-difesa, non ha ottenuto un consenso diffuso (in realtà, praticamente nessun consenso) nei circoli legali al di fuori dei ranghi dei più estremi e devoti neo-conservatori e sionisti.
Daniel Bethlehem è diventato il principale consulente legale dell’FCO [Foreign and Commonwealth Office, dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero], introdotto da Jack Straw, precisamente perché ogni singolo consulente legale presente all’FCO era convinto che la guerra in Iraq era illegale. Nel 2004, quando la Camera dei Comuni stava valutando la legalità della guerra in Iraq, Bethlehem ha prodotto un considerevole documento di consultazione in cui diceva che la guerra era legale perché i tribunali e l’attuale legge sbagliavano [in inglese], una difesa che di rado ha avuto successo nei tribunali.
…seguendo questa linea, io sono anche del parere che i princìpi più ampi in merito alla legge sull’auto-difesa debbano anche essere oggetto di un esame più attento. Non sono convinto che l’approccio di purezza dottrinale, che si legge nelle sentenze a tal proposito della Corte Internazionale di Giustizia, fornisca una valida struttura su cui un edificio legale e coerente, capace di indirizzare le esigenze della vita internazionale contemporanea e di scoraggiare il ricorso a un’azione unilaterale, possa essere facilmente costruito.
Il punto era che il concetto di “imminente” dovesse cambiare:
Il concetto di ciò che costituisce un attacco armato “imminente” si evolverà in coerenza con le nuove circostanze e con le nuove minacce.
In assenza di un rispettabile avvocato internazionale disposto a discutere questo tipo di stupidaggini, Blair si è portato come capo consigliere legale Bethlehem, l’uomo che consigliò Netanhayu sul muro di sicurezza in Israele, e che era favorevole a dire che attaccare l’Iraq era legale sulla base della “minaccia imminente” al Regno Unito da parte di Saddam, cosa che è stata provata essere inconsistente.
La dice tutta sull’entusiasmo di uccidere di Bethlehem, che la formulazione della sua dottrina sull’esecuzione extragiudiziale tramite drone sia arrivata dopo la guerra in Iraq, e non abbia pensato neanche un secondo che le informazioni sulla “minaccia imminente” potessero essere sbagliate. Uccidere persone sulla base di informazioni errate non viene affrontato da Bethlehem nella definizione della sua dottrina. In questo la sete di sangue è forte.
C’è letteralmente un mucchio di articoli accademici in ogni rispettabile rivista di diritto internazionale che smonta la dottrina di Bethlehem per le sue ovvie assurdità e per le specifiche e rivoltanti suppliche. La mia preferita è questa fatta da Sir Michael Wood, predecessore di Bethlehem come consigliere legale capo presso l’FCO, e dalla sua ex vice Elizabeth Wilmshurst.
Ho trattato la dottrina di Bethlehem come parte del mio contributo alle riflessioni del saggio di Chomsky “On the Responsibility of Intellectuals” [Sulle responsabilità degli Intellettuali”].
Recentemente, nel Regno Unito il procuratore generale ha parlato in difesa [in inglese] della politica inglese sui droni, cioè dell’uccisione di persone all’estero, incluso connazionali britannici. Ci ha rassicurato che questa esecuzione senza un’udienza fosse basata su molti criteri. Il suo discorso è stato ripetuto pedissequamente sui media inglesi. Di fatto, il The Guardian ha semplicemente riportato parola per parola il comunicato stampa del governo e ha messo la firma del giornalista in alto.
I media non hanno alcun interesse a valutare criticamente il processo con cui il governo inglese esegue regolarmente delle sentenze senza processo. Tuttavia nei fatti è estremamente interessante. La genesi di questa politica sta nella nomina di Daniel Bethlehem a consigliere legale capo al Foreign and Commonwealth Office. Lo ha nominato Jack Straw, e per la prima volta in assoluto era una nomina esterna, non proveniva cioè dall’ampio team dell’FCO composto da avvocati di diritto internazionale di fama mondiale. La ragione di questa scelta non è in discussione. Ogni singolo consulente legale dell’FCO aveva espresso un parere negativo sulla legalità dell’invasione dell’Iraq, e Straw desiderava trovare un nuovo capo del dipartimento che fosse più in sintonia con la visione neo-conservatrice del mondo. Strew è andato oltre. Ha nominato Daniel Bethlehem, l’“esperto” di diritto che ha dato a Benjamin Netanyahu il parere sulla “legalità” di costruire il grande muro che separa i Palestinesi dalle loro terre e dalle risorse idriche. Bethlehem è stato un entusiasta fautore dell’invasione dell’Iraq. E’ stato anche il più entusiasta fautore al mondo degli attacchi con i droni.
Bethlehem ha dato la sua opinione sulla legalità degli attacchi con i droni che è, a dir poco, discutibile. Per fare un esempio, Bethlehem accetta che i princìpi stabiliti dal diritto internazionale ammettano l’utilizzo della forza letale solo per prevenire un attacco che sia “imminente”. Bethlehem sostiene che per essere definito “imminente”, un attacco non deve succedere necessariamente “a breve”. Anzi, puoi uccidere per evitare un “attacco imminente” anche se non hai informazioni su quando e dove avverrà. Puoi invece fare affidamento sul “modello di comportamento” del tuo obiettivo, cioè: se ha attaccato in precedenza, è ragionevole presupporre che attaccherà di nuovo e che quindi questo attacco sia “imminente”.
C’è un problema molto più profondo: la prova contro l’obiettivo è spesso estremamente dubbia. Eppure, anche se si ammette che la prova sia certa, non riesco a capire come uno Stato possa uccidere in tali circostanze, senza considerare che si tratta di una sentenza di morte imposta senza processo per crimini passati, piuttosto che per impedirne un altro “imminente”.
Potreste pensare che il contesto potrebbe generare una storia interessante. Eppure tutti i “seri” media britannici hanno diffuso la linea del governo, senza che alcun giornalista, nemmeno uno, scrivesse a proposito del fatto che la definizione di “imminente”, proposta da Bethlehem, sia stata diffusamente respinta dagli esperti di diritto internazionale. Le persone non sanno nulla di tutto questo. Loro “sanno” solo che gli attacchi dei droni ci tengono al sicuro dagli attacchi terroristici mortali, perché il governo dice così e nessuno ha tentato di dargli altre informazioni.
Ricordatevi: non è solo una dissertazione accademica perché la dottrina di Bethlehem è la posizione politica formale dei governi di Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna in merito alle uccisioni.
Quando Pompeo dice che Soleimani stava pianificando degli attacchi “imminenti”, lui sta utilizzando la definizione di Bethlehem in base alla quale “imminente” è un “concetto” che non significa né “a breve” né che “sta per succedere”.
Distorcere il senso di una parola rispetto a suo normale utilizzo linguistico, significa mentire. Farlo per giustificare l’uccisione di persone è mostruoso.
Ecco perché se io finisco nel girone più basso dell’inferno, la cosa peggiore dell’esperienza sarebbe la compagnia di Daniel Bethlehem.

“Soleimani era un assassino, responsabile della morte di migliaia di persone, tra cui centinaia di Americani. Ma questa mossa incauta provoca un’escalation con l’Iran e aumenta la possibilità di altri morti e di un nuovo conflitto in Medio Oriente. La nostra priorità deve essere quella di evitare un’altra dannosa guerra.”
Passiamo ora alla prossima bugia, che viene ampiamente ripetuta, e che questa volta è partita da Donald Trump: Soleimani era responsabile della “morte di centinaia, se non di migliaia, di Americani”. Questa bugia è stata ripetuta a pappagallo da tutti, ugualmente da Repubblicani e Democratici.
Davvero? Chi erano? Quando e dove? Sebbene la dottrina Bethlehem ti permetta di uccidere qualcuno perché potrebbe attaccare qualcuno, prima o poi, ma non sai chi o quando, c’è una ragionevole aspettativa che, se stai affermando che delle persone sono già state uccise, dovresti essere in grado di dire chi e quando.
La verità della questione è che se si prendono tutti gli Americano che sono stati uccisi, considerando e partendo dall’11 Settembre, nelle conseguenti guerre, conflitti e atti terroristici collegati al Medio Oriente, ben oltre il 90% di loro è stato ucciso da Musulmani sunniti finanziati e sostenuti dall’Arabia Saudita e i suoi satelliti del Golfo, e meno del 10% di quegli Americani è stato ucciso da Musulmani sciiti collegati all’Iran.
Questo dato di fatto è terribilmente scomodo per le amministrazioni americane, che, indipendentemente dal partito, sono suddite dell’Arabia Saudita e dei suoi soldi. Gli Stati Uniti affermano che sono i Sunniti ad essere gli alleati e gli Sciiti a essere i nemici. Tuttavia, tutti i giornalisti e i cooperanti presi in ostaggio e orribilmente decapitati o uccisi in altre maniere, sono stati assassinati dai Sunniti; negli stessi Stati Uniti ogni attacco terroristico jihadista, incluso l’11 Settembre, è stato esclusivamente di matrice sunnita; l’attacco a Bengasi era di matrice sunnita, lo Stato Islamico è sunnita, Al Nusra è sunnita, i Talebani sono sunniti e la grande maggioranza delle truppe americane morte nella regione è stata uccisa dai Sunniti.
Quali sono precisamente queste centinaia di morti di cui sono responsabili le forze sciite di Soleimani? C’è un elenco? E’, ovviamente, una semplice bugia. Il suo legame inconsistente alla verità si riferisce alla stima del Pentagono (aumentata in modo sospetto [in inglese] e più volte da quando l’Iran è diventato il nemico designato) che fa riferimento all’invasione dello stesso Iraq, in cui l’83% di soldati americani è stato ucciso per mano della resistenza sunnita, mentre il 17% per mano della resistenza sciita, per un totale di 603 militari.
Questi ultimi sono tutti responsabilità di Soleimani, sorprendentemente.
Quelle erano truppe americane uccise in combattimento durante un’invasione. Le milizie sciite irachene – fossero o meno sostenute dall’Iran – avevano tutti i diritti legali per combattere l’invasione americana. L’idea che uccidere le truppe di invasione americane sia stato in una qualche maniera illegale o illegittimo è ridicola. Evidentemente, la propaganda americana secondo cui Soleimani era “responsabile di centinaia di morti americane” è voluta, come parte della giustificazione per il suo omicidio, per dare l’impressione che lui fosse coinvolto nel terrorismo e non in un conflitto legittimo contro delle forze di invasione. L’idea che gli Stati Uniti abbiano il diritto di giustiziare coloro che li combattono quando loro sono gli invasori, è una negazione assolutamente disgustosa delle leggi di guerra.
A quanto mi risulta, ci sono prove scarse che Soleimani abbia avuto un ruolo attivo di comando operativo nelle milizie sciite durante l’invasione e, in ogni caso, attribuire a lui personalmente la morte di ogni soldato americano ucciso è chiaramente una sciocchezza. Ma anche se Soleimani avesse diretto personalmente ogni successo in combattimento, erano legittimi atti di guerra. Non puoi semplicemente assassinare dei generali avversari che hanno combattuto contro di te, anni dopo la tua invasione.

“ha aiutato il viaggio clandestino di 10 dei 12 terroristi che hanno fatto gli attacchi terroristi dell’11 Settembre negli Stati Uniti” “Soleimani stava tramando degli attacchi imminenti ai diplomatici e al personale militare americani. Oggi il mondo è un luogo più sicuro perché Soleimani è morto”
La bugia finale e, forse, la più sciocca, è il tentativo del vice presidente Mike Pence di collegare Soleimani all’11 Settembre. Non c’è assolutamente alcun collegamento tra Soleimani e l’11 Settembre, e sono falliti gli sforzi estremi che ha fatto il regime di Bush per trovare delle prove che collegassero l’Iran o l’Iraq all’11 Settembre (distogliendo così l’attenzione dai loro amici sauditi, che furono effettivamente i responsabili).
Sì, è vero che a un certo punto alcuni dei dirottatori sono andati in Afghanistan passando dall’Iran. Ma ci sono zero prove, come indicato espressamente nella relazione dell’11 Settembre, che gli Iraniani sapessero che cosa stavano pianificando o che Soleimani fosse personalmente coinvolto. E’ una cazzata totale. L’11 Settembre è stato condotto dai Sunniti e dai Sauditi, l’Iran non ha nulla a che fare.
Soleimani in realtà era coinvolto con gli Americani in una cooperazione logistica e di intelligence in Afghanistan post 11 Settembre (anche i Talebani erano suoi nemici, dato che gli sciiti tagichi erano una parte fondamentale del Fronte islamico unito per la salvezza dell’Afghanistan, allineata agli Stati Uniti). Era in Iraq per combattere lo Stato Islamico.
Il fattore finale e aggravante dell’omicidio di Soleimani è che lui era un Generale accreditato di uno Stato straniero, riconosciuto dal mondo, inclusi gli Stati Uniti. La dottrina di Bethhelem si applica precisamente agli “attori non statali” [la definizione indica, nel campo delle relazioni internazionali, attori a livello internazionale che non sono degli stati nazionali seppur intrattenendo e/o instaurando delle relazioni con essi]. A differenza della precedente, la prossima è una speculazione, ma sospetto che l’argomentazione legale al Pentagono era che Soleimani non fosse un “attore non statale” quando si trovava in Iraq, dove le milizie sciite hanno uno status semi-ufficiale.
Ma non è una scusante. Soleimani era un alto ufficiale iraniano presente in Iraq come ospite del governo iracheno, di cui il governo americano è un alleato. Questo aggrava ulteriormente, e di molto, l’illegalità di questo assassinio.
Il mondo politico in Gran Bretagna è così spaventato dal potere dell’establishment e dei media neo-conservatori, che l’uccisione di Soleimani non è stata definita come atto di palese illegalità come essa è.
E’ stato un puro e semplice atto di terrorismo di Stato da parte degli Stati Uniti.
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Articolo di Craig Murray pubblicato su The Transnational il 3 febbraio
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
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L’11 settembre un attacco “sunnita”?
Il leguleio la racconta abbastanza giusta per ciò che lo concerne.
Ma poi fa un’omissione gravissima e aggiunge una falsità imperdonabile.
Omissione: Soleimani era in missione diplomatica.
Falsità: 11 settembre di responsabilità sunnita e saudita…invenzione totale non supportata dalla minima prova.
Al 99,9% il 09/11 è un lavoro interno.