La CIA ha speso 5 miliardi di dollari per armare i gruppi separatisti che combattono il governo di Damasco
Cominciamo con due questioni che sono venute alla luce la settimana scorsa. La prima riguarda il programma di destabilizzazione della Siria, di cui il Congresso sta votando la riduzione dei finanziamenti.
Sembra che la CIA abbia avuto a disposizione un budget di 5 miliardi di dollari per armare i gruppi separatisti che combattono il governo di Damasco.
Nessuno aveva sentito nulla di questa faccenda almeno fino alla settimana scorsa, quando è apparso sul Washington Post, e la questione ha suscitato alcuni problemi…. in realtà molto più che alcuni.
Tanto per cominciare, la politica ufficiale degli Stati Uniti è quella di sostenere le formazioni che si battono contro l’ISIS, questo perchè, dal febbraio 2015, non esistono ufficialmente ribelli anti-Assad che siano almeno accettabili. Tutti i gruppi, o sono svaniti nel nulla, o si sono uniti ad al Quaeda/al Nusra o all’ISIS, o sono diventati inattivi.
L’Esercito Siriano Libero, di cui qualcuno ancora piace parlare, non esiste più, però “gli” stiamo fornendo armamenti pesanti per miliardi di dollari, compresi migliaia di avanzatissimi sistemi missilistici TOW (missili anticarro filoguidati NdT) che poi riappaiono nell’ISIS o in al Nusra.
In ogni caso la CIA, nonostante gli ordini diramati dal comandante della regione, il Generale Allen, al Consiglio Atlantico nel marzo scorso, continua a finanziare truppe sapendo bene che esse combattono anche contro l’Iraq, si macchiano di genocidio nei confronti dei cristiani sia siriani che libanesi e attaccano uno stretto alleato dell’America, i curdi.
Si può letteralmente dire che la CIA sta armando quegli stessi gruppi che l’Esercito Americano sta tenendo d’occhio e contro cui esso stesso sta armando altre formazioni militari. La CIA ammette apertamente di gestire campi di addestramento clandestini in Giordania, ma alcune fonti dicono di aver localizzato campi della CIA gestiti da Google Idea Groups e da L3 Communications nella Provincia di Hatay, in Turchia.
Non è affatto una teoria che la CIA ed altri gruppi che fanno capo agli USA siano dalla parte dell’ISIS. Negli ultimi giorni l’ISIS, sembra su richiesta della CIA, si è ritirata da alcune zone, permettendo così alle forze curde di prendere possesso di regioni ricche di acqua e petrolio.
Ci sono diverse possibili ragioni per una mossa del genere; l’ipotesi , o meglio il sospetto di alcuni, è che il Presidente del Kurdistan Iracheno Barzani abbia fatto accordi segreti con l’ISIS, la CIA, Israele e la Turchia. Queste naturalmente sono ipotesi, anche se ampiamente accettate.
La nostra seconda considerazione riguarda “l’inviato speciale” del Presidente Obama, nonchè “esperto” del Medio Oriente, il Vice-Presidente Joe Biden. Biden sta portando avanti una politica tesa alla creazione di uno Stato curdo separato, che comprenda parti di Iraq e Siria, parti molto più grandi ed estese di quanto molti potessero pensare.
Il piano di Biden sarebbe quello di realizzare un Kurdistan inteso come ostacolo all’influenza turca, questo sull’onda del 13% di voti ottenuti dai curdi stessi nelle recenti elezioni in Turchia. L’America sta preparando una Turchia post-Erdogan, il problema è: quale America, quella di Obama o quella della CIA?
La “Repubblica Curda” di Biden non solo si svilupperebbe lungo linee etniche, ma si estenderebbe a sud verso Bagdad, incamerando i campi petroliferi di Kirkut. Badate bene, è questa la ragione per cui i curdi desiderano Kirkut, una città che ha un lungo passato curdo.
In ogni caso, una Repubblica Curda che comprendesse la maggior parte delle riserve disponibili di acqua potabile e petrolio di Siria ed Iraq, entrerebbe sicuramento in conflitto con Siria ed Iraq.
A questo scopo, la politica clandestina degli Stati Uniti è tesa a distruggere sia la Siria che l’Iraq, balcanizzandoli allo scopo di creare uno Stato curdo pesantemente influenzato da Israele, controllato dai Sunniti, ricco di acqua e petrolio ma chiaramente “sovrasviluppato” dalla stessa alterigia di Biden in un’entità che nessuno Stato confinante riuscirebbe a tollerare.
La Repubblica Curda di Biden si estenderà a nord dal confine turco e iraniano per arrivare a sud alla Giordania e all’Arabia Saudita. Riuscite ad immaginare tutti gli oleodotti e i gasdotti che potrebbero transitare attraverso la nuova nazione curda…riversando gas e petrolio attraverso la Giordania, magari proprio in Israele?
Per tutti coloro che pensano che un Anbar curda sia impossibile, solo il tempo ce lo dirà.
Malgiudicando la Siria
Mentre i media ripetono a pappagallo notizie disastrose sulla Siria, il governo di Damasco sta vincendo la guerra. Questa settimana l’Esercito Siriano ha conquistato Dier en Zur sul fiume Eufrate, e questo ha tagliato fuori tutte le forze dell’ISIS in Siria dai rifornimenti provenienti da Mosul e Anbar e ha isolato le forze dell’ISIS a Palmira, bloccando l’unica strada (di accesso).
L’ISIS è stata tagliata in due e può essere rifornita solo dall’aria o attraverso la Turchia. Questa grande vittoria, che ha reso possibile, anche se molto al di là della data promessa, la mossa di Obama contro Mosul, è stata completamente ignorata dai mezzi di informazione.
Due settimane fa l’Esercito Siriano aveva conquistato a nord due importanti nodi stradali ad Hasakah, isolando Raqqah, l’epicentro militare dell’ISIS per le operazioni in Siria. Ad est, le forze curde hanno conquistato Tal Abyad sul confine turco-siriano.
Verso Aleppo, al Nusra è in piena ritirata, gli Hezbollah hanno schiacciato l’ISIS a Qualamon e a Daraa, l’Esercito Siriano ha inflitto una sonora sconfitta all’ISIS.
L’ISIS non ha preso nuovi territori e ha dovuto lasciare in 30 giorni 2500 miglia quadrate a Siria, Iraq e forze Peshmerga, senza nessun aiuto dagli Stati Uniti.
Però i media americani dicono che la Siria è di fronte alla sconfitta. Questo è ciò che il Colonnello Jim Hanke, delle Forze Speciali degli Stati Uniti (in pensione), mi ha detto ieri:
“Gli Stati Uniti stanno dicendo da molto tempo che l’Esercito Siriano si è degradato almeno del 50%. Se questo, come mi è stato detto, fosse vero, allora l’efficacia bellica dell’Esercito Siriano sarebbe merito della sua disciplina e della sua catena di comando. Nessun altro esercito, in particolare quello degli Stati Uniti, compreso quello di Israele, potrebbe mantenere questo livello di operazioni belliche di successo se fosse degradato alla percentuale sostenuta dagli Stati Uniti”.
Anni di guerra, centinaia di migliaia di morti e storie (ormai sbugiardate da tempo) di massacri ad opera di armi chimiche, tutte cose che possono essere facilmente ricondotte alla CIA o a quella che è una sua istituzione, l’Osservatorio per i Diritti Umani in Siria, sono passati velocemente nel dimenticatoio.
Il pasticcio politico dell’America
Che cosa avrebbero dovuto fare gli Stati Uniti quando la Siria, una nazione a lungo sotto l’influenza della Russia, è passata attraverso un riallineamento politico?
Il Presidente Assad, un liberale moderato filo-occidentale, da lungo tempo amico del Segretario di Stato John Kerry, ben difficilmente potrebbe essere considerato un candidato legittimo per un “cambio di regime”, questo basandosi esclusivamente sull’agenda americana, che recentemente ha toccato il minimo storico assoluto con la dittatura fascista installata a Kiev dagli Stati Uniti.
Per il fatto che ha forti connessioni con l’Iran, se a Washington ci fosse stato un serio riallineamento politico, lontano dalle disastrose politiche di “Israele prima di tutto”, la Siria sarebbe potuta diventare un partner naturale, se tutto questo non si fosse dovuto accantonare in nome di una qualche maggiore (e segreta) ragione di realpolitik comprendente guerra, balcanizzazione e destabilizzazione, insieme alla manipolazione dei mercati del petrolio e delle materie prime.
La Siria e il Libano hanno avuto a lungo legami con la Francia, sono passati attraverso molte sofferenze, e gli stessi analisti americani sanno poco di questa nazione, della sua storia, delle sue tradizioni; e in Siria c’è un tipo di socialismo molto diverso da quello di Israele o dell’Iraq di Saddam.
Anche in tempo di guerra, è molto più facile entrare in Siria che in Bulgaria, Turchia, Nigeria o Israele. Potete alloggiare presso amici, viaggiare dappertutto, non verrete ne uccisi ne rapiti, un problema quotidiano di molte altre nazioni.
La Siria assomiglia all’America più di Sofia, la Bulgaria o anche Bratislava.
Il ritiro russo in Siria
Il vero Jolly contro l’ISIS o a sostegno del ruolo di Assad in Siria è Vladimir Putin. La Russia ha promesso alla Siria armi moderne da usarsi nelle prossime offensive, quando le operazioni comuni fra Iraq e Siria saranno maggiormente coordinate.
Quello che molti si chiedono è: può la Russia continuare a sostenere la Siria e gli altri suoi interessi vitali, e contemporaneamente sviluppare una interdipendenza finanziaria con nazioni complici della CIA e delle sue manovre ai danni degli alleati della Russia?
Conclusioni
L’America sta facendo i suoi interessi? Possono gli interessi della CIA differire da quelli degli Stati Uniti? Sono quelli della CIA interessi americani? Il secondo turno della guerra del Medio Oriente vedrà forse un tracotante Super-Stato curdo contro i resti fumanti di Siria ed Iraq per il controllo di un quarto del petrolio mondiale?
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Articolo di Gordon Duff pubblicato su Veterans Today il 20 giugno 2015
Traduzione in italiano acura di Mario per Sakeritalia.it
Ottimo articolo !
Forse però mancano alcune considerazione supplementari circa la questione Curda, mi riferisco alla questione PKK
Come la storia recente insegna gli Americani sono del tutto ignoranti nelle faccende internazionali, assolutamente privi di alcuna strategia a lungo termine, per dirla alla Putin assolutamente “non professionali”, a livello di contraddizioni poi non sarebbe nemmeno la prima volta, è scontato che finanziando la causa Curda gli USA non farebbero altro che alimentare di riflesso il sostegno politico al PKK … ciò ovviamente aprirebbe nuovi e ancora più sanguinosi scenari di guerra nell’immediato futuro, ma forse è stato già tutto pianificato e far la guerra è ormai solo un lucroso business per il complesso militare-industriale della sediciente “nazione indispensabile” …